lunedì 15 settembre 2025

Mondiali di Atletica a Tokyo - 3^ giornata (15-09-2025)

 Stavolta parto già con l'idea di vedere solo il secondo passaggio da Akihabara della Maratona, ma alzarsi è sempre più difficile e quindi a un certo punto dubito di riuscirci. Vado comunque: c'è più folla di ieri, devo sistemarmi in seconda fila, per fortuna siamo in Asia e quindi di gente più bassa di me ce n'è. Arrivo appena in tempo. A differenza della gara femminile, c'è ancora un folto gruppo di testa, più di 30 atleti. Mi prende un colpo quando non vedo maglie azzurre, ma poi penso che magari gli italiani sono in maglia bianca, come spesso avviene nelle gare su strada (ma ieri la Lonedo era in azzurro) e così è: all'andata ne vedo due di sfuggita, quando passano al ritorno mi accorgo che sono tutti e tre in gruppo. Anche gli atleti staccati sono spesso in gruppetti: quando penso che siano passati quasi tutti all'andata, mi avvio verso lo stadio, chiedendomi se arriverò in tempo per l'arrivo.



Ce la faccio con un discreto margine: quando entro nello stadio siamo circa a 2 ore dalla partenza. Entro di fretta, tanto che mi devono inseguire per controllarmi il biglietto: il controllo è manuale e l'addetta non si vedeva. Sullo schermo si vede la gara, con un gruppo di testa di 9 persone, tra cui 2 italiani, E se Chiappinelli sembra faticare, Aouani è tra i primi e sembra riposatissimo: al 40 km transiterà primo. A 600 metri dall'arrivo sono ancora in 5, anche Chiappinelli ha perso contatto, all'ingresso dello stadio sono in 3 e Aouani c'è: è medaglia. A poco più di 200 metri dalla fine, Aouani si stacca leggermente e si guarda dietro: rimangono a contendersi la medaglia un tedesco e, mi sembra di capire dallo speaker, un israeliano (sapevo che c'erano due israeliani nel gruppo di testa). Nell'ultima curva il tedesco prende un certo margine, ma negli ultimi metri l'altro recupera e sembra superarlo, anche se dalla mia posizione non si vede bene (sono dalla parte opposta, in 15^ fila). Quando esce il risultato sul tabellone si vede che il sorpasso c'è stato, ma il vincitore non è un israeliano, ma il tanzaniano Simbu. Dirà poi lo speaker che la differenza era di 3/100, meno che nei 100 metri! Nella confusione, non bado agli altri corridori che entrano nello stadio e quindi non mi accorgo che Chiappinelli è arrivato 6°. Il primo dei giapponesi è 11°, il primo dei keniani 20°, nessun etiope è arrivato.





Erano in corso le qualificazioni di martello uomini e asta donne. Nel primo, faccio in tempo a vedere il terzo lancio di Olivieri, anche inferiore agli altri due: è già eliminato dopo il primo gruppo. Il secondo gruppo parte col botto: dei primi quattro, tre si qualificano direttamente e uno ci va vicino. alla fine, tra i due gruppi, ci saranno 9 qualificati diretti a 76,50 e si entrerà con 75,91. Al mio ingresso, l'asta donne è al secondo tentativo a 4,25, quota d'ingresso: vedo la Molinarolo superarla, mentre la Bruni ce l'aveva fatta al primo. Escono in 5, tra cui la Murto. Entrambe le italiane superano poi i 4,45 al secondo, la Bruni poi fa i 4,60 al primo: dovrebbe essere fatta. Nel secondo gruppo ci sono una serie di problemi tecnici, tanto che quando il primo finisce i 4,60, loro sono ancora al primo tentativo. durante il secondo tentativo c'è il problema più grave, che ferma la gara per un bel po', tanto che le atlete escono dal campo. Alla fine sostituiscono un ritto: rimanevano 6 salti, di cui uno solo ha successo. Sono rimaste in 14 (con 3 neozelandesi) e si chiude qui.


La prima gara su pista è una delle tre prove femminili senza italiane: i 3000 siepi. Tifo per la mia ex concittadina (di Francoforte) Krause, impegnata nella seconda batteria, che si qualifica. Nella terza, corsa a un ritmo altissimo, il pubblico sostiene fino alla fine l'atleta di casa, che arriva sesta, quindi eliminata, ma col record nazionale (inferiore di 3" al record italiano). Si chiude con le batterie dei 400hs donne. Bravissime le italiane, tutte qualificate direttamente: Folorunso seconda, Sartori quarta (più nettamente di quanto non sembrava dalla mia posizione), Muraro addirittura prima col personale.





Per la sessione serale, il mio obiettivo è arrivare, se non per l'inizio, quanto meno per la seconda batteria dei 400hs maschili, quella con Sibilio, e per l'inizio delle qualificazioni del lungo, con Furlani che salta per primo. Mi siedo che sta per partire la prima batteria dei 400hs. Alla mia sinistra una serie di posti vuoti, ce ne sono un po' di più che negli altri gironi. Tutt'attorno solo giapponesi (o comunque asiatici), vedo un'occidentale solo, un paio di file dietro. Sembra che gli "occidentali" siano tutti al primo anello (io sono al terzo): si vede il settore dei giamaicani, come ieri (alcuni li ho incontrati sulla metro), bandiere irlandesi, greche e nel finale si scoprirà che ci sono anche un bel po' di svedesi. I locali avranno tante delusioni nelle qualificazioni, li soddisferà solo Muratake

Avevo scelto questo posto pensando soprattutto all'asta, che effettivamente vedo bene, ma sono in ottima posizione anche per il lungo, all'altezza della buca: da questa posizione la barra metrica dà un'idea abbastanza precisa delle misure. Il primo salto di Furlani sembra poco più di 8 metri è infatti è 8,07. Penso che la qualificazione sia assicurata, anche se è automatica solo a 8,15, tanto che mi chiedo se salterà ancora. Lo fa: il secondo salto non lo chiude e sembra anche farsi male, il terzo (di cui vedo solo l'impronta) è lungo, ma nullo. Alla fine è nono, mentre rimangono fuori l'australiano Adcock e due americani su tre.




Nei 400hs, Sibilio si vede già nel rettilineo opposto (quello davanti a me) che è in difficolta: è indietro e fatica a tenere il ritmo (leggerò dopo che aveva inciampato nel primo ostacolo). A metà gara si ferma. Nella batteria successiva, anche Warholm sembra che abbia problemi col ritmo tra gli ostacoli: arriva terzo, e non è chiaro fino a che punto abbia controllato (solo nel finale rallenterà vistosamente). Seguono gli altri ostacoli maschili, i 110: Simonelli arriva terzo nella sua batteria in 13.25, ma nessuno fa meglio di 13.17. Holloway arriva quarto nella sua e anche qui non si capisce quanto fosse in difficoltà e quanto controllasse, ma comunque lo inquadrano e non era soddisfatto.



Nel frattempo però era cominciata la gara clou della serata: l'asta maschile. Curiosamente, Duplantis entra in gara alla prima misura, 5,55, mentre Karalis la passa. La passa anche Lavillenie, tanto che mi chiedo se non si sia in realtà ritirato, invece a 5,75 si presenta e li supera al primo. Un eliminato a 5,55, un altro a 5,75 (col qatariota che li supera al terzo, eguagliando il record nazionale), due a 5,85. Si arriva quindi in 8 a 5,90: in 5 li superano al primo, Duplantis passa e gli altri si conservano tentativi. Sono quindi in 8 anche a 5,95: qui Karalis, che finora aveva superato tutto facilmente, quasi come Duplantis, comincia a sbagliare una, poi due volte. Duplantis li supera al primo, Kendricks e Marschall al secondo. Curiosamente, di tutti quelli che potrebbero fare il terzo tentativo, solo Karalis lo fa, e li supera, gli altri conservano tentativi. I 6,00 quindi li provano in 7 (pochi anni fa sembrava già una cosa eccezionale se erano in 3): Karalis e Duplantis li fanno al primo (lo svedese sempre con grande facilità), gli altri escono. Entrambi passano i 6,05 e si presentano direttamente a 6,10, ma di questo parliamo alla fine.

Nel frattempo si era disputato l'altro concorso, l'unica finale della giornata con italiani: il martello femminile. Come nei due concorsi di ieri, anche stavolta la gara sembra già decisa al primo lancio: 78,09 della canadese Rogers. effettivamente sarebbe bastato per vincere, ma al secondo si migliora con 80,51. Adesso mettono i favoriti all'inizio, ma il secondo posto se lo prende a sorpresa la cinese Zhao lanciando per ultima. La Fantini parte settima con 71,70, al secondo si migliora a 73,06 (stagionale), ma rimane settima. Il suo quinto e ultimo lancio è l'unico che vedo per intero, partenza e arrivo: mi illudo che abbia recuperato una posizione, qualificandosi così per l'ultimo lancio, invece non si migliora, e comunque la polacca davanti a lei allunga. All'ultimo lancio prima la cinese Zhang soffia il secondo posto alla connazionale, poi questa se lo riprende. Curiosamente, alla fine le prime 7 posizioni sono le stesse che dopo il primo lancio, anche se tutte si sono migliorate. Quinta la mia vecchia amica DeAnna Price.


Su pista si prosegue con le semifinali dei 100hs. Si rivede la Amusan, che fa il miglior tempo, ma la finale si prospetta apertissima. Le italiane arrivano entrambe quinte, ma brava soprattutto la Carraro che si migliora a 12.79. Seguono le semifinali dei 1500, entrambe molto tattiche, con arrivi in volata in cui al massimo si riescono a capire i primi 3-4 qualificati, non tutti e sei. Ultimi gli italiani, ma per motivi molto diversi: nella prima Arese perde contatto all'ultimo giro (ma fa comunque lo stagionale), nella seconda Riva cade al secondo giro e conclude passeggiando. Leggerò poi che è stato ripescato.




Siamo già arrivati alle finali, e a questo punto decido di non fare pausa, tanto per bere ho la borraccia. Non tengo però conto del fatto che la serata potrebbe non finire con l'ultima gara su pista. La prima finale è quella più attesa dai locali, i 3000 siepi. La folla si entusiasma quando Miura rimane in testa (ma i favoriti sono in coda), poi all'ultimo giro, quando sembra in lotta per le medaglie, il chiasso si fa assordante. Verso la fine dell'ultima curva però perde terreno, mentre El Bakkali si invola, sembra fatta ma lo rimonta un'atleta che non riconosco (se lo speaker lo dice non lo capisco, non si sente molto bene), che vince. Scopro poi che si tratta del neozelandese Beamish: sono contento per le mie vicine di sabato. Il giapponese chiude ottavo. L'ultima gara è la finale dei 100hs: parte in testa la Kambundji e resiste al ritorno della Amusan nel finale.



Ma la serata non è finita, ci sono ancora Duplantis e Karalis. A 6,10 lo svedese li supera, il greco fallisce di poco e passa a 6,15, dove la scena si ripete. A questo punto Karalis prova i 6,20, e riesce almeno a portare le gambe oltre l'asticella. Duplantis ha vinto: è il momento del tentativo di record, e stavolta sono 6,30. Mi chiedo se restare, è tardi, ma penso di vedere come butta dopo il primo tentativo. Nella mia metà di stadio sono rimasti tutti, nell'altra qualcuno se n'è andato. Il primo tentativo lo manca di pochissimo, allora decido di restare. Al secondo va ancora più vicino, all'inizio l'asticella sembrava stare su, vedo poi nel replay che ha abbattuto col petto in ricaduta. Al terzo l'asticella trema, ma sta su: partono i festeggiamenti, con la "curva" svedese e la fidanzata, mentre l'altoparlante fa sentire canzoni degli Abba (durante le gare mettono vari pezzi dance, anche italiani come "Pedro" e "Italo disco"). Dopo 41 anni, sono testimone di un'altra cifra tonda: il 5,90 di Bubka era stato il primo record mondiale che avevo visto dal vivo, nel 1984 a Londra.






All'uscita, all'ingresso della metropolitana c'è più coda del solito, tanto che decido di farmela a piedi (sono circa 3 km). Solo che dopo 200 metri scopro che c'è un altro ingresso della stessa fermata, senza coda, quindi cambio idea. Domani un po' di riposo, c'è solo la sessione serale. Intanto siamo a 4 medaglie, eguagliato il nostro record del XXI secolo, e 8 piazzamenti negli 8, che in alcune edizioni non avevamo avuto in tutta la manifestazione.


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