domenica 14 settembre 2025

Mondiali di Atletica a Tokyo - 2^ giornata (14-09-2025)

 L'idea era quella di andare a vedere la Maratona ad Akihabara, che è un posto facile da raggiungere dal mio albergo: il primo passaggio è poco dopo il 10 km. Solo che non riesco ad alzarmi presto fino a quel punto e quando prendo la metro vedo già che è uscito il passaggio da lì (c'è proprio un parziale segnato come "Akihabara"). Vado comunque, perché da quello che ho capito dovrebbe esserci un passaggio "di ritorno" e in ogni caso c'è un secondo giro. Arrivo sul percorso, dove si fatica a trovare un posto: mi devo mettere in seconda fila (dall'altro lato della strada c'è più posto, ma è difficile arrivarci). Non so quanto manchi al passaggio, ma poco dopo vedo passa l'auto che segna il tempo, quindi ci siamo. Passa prima un'americana, seguita da un'altra e da una giapponese, per l'entusiasmo del pubblico. Dopo quattro atlete che corrono da sole, c'è un gruppo di una decina, con le favorite. Dopo un paio di minuti arriva la Lonedo, l'unica italiana, in un gruppo di 5: la danno 29^. Quando vedo passare l'auto del tempo dall'altro lato della strada capisco che i passaggi d'andata e di ritorno sono in realtà molto ravvicinati: le atlete ripassano, naturalmente a posizioni invariate, ma c'è l'occasione di vederle meglio.




Quando sono arrivate quasi tutte al passaggio d'andata e più di metà a quello di ritorno, mi avvio verso lo stadio. Leggo che la Fantini ha fatto un lancio che dovrebbe dare tranquillità e che Arese e Riva hanno passato il turno nei 1500: una volta arrivato leggero dell'eliminazione di Bussotti e soprattutto di Ingebritsen e degli altri favoriti.

All'ingresso, l'addetta ai controlli mi fa i complimenti per la maglietta dei Mondiali di Osaka 2007. Stavolta sono al primo anello, forse fin troppo in basso, in ottava fila: il rettilineo d'arrivo, infatti, non si vede benissimo, coperto dal cartello pubblicitario di bordo pista. Attorno a me più "occidentali" di ieri sera (ma sempre minoranza) nella mia fila c'è un gruppo di danesi, che scoprirò poi essere la famiglia di un'atleta dei 1500, tale Hansen che poi arriverà in lacrime (è arrivato penultimo). Vedo il terzo lancio della Fantini, inferiore ai precedenti, ma chiude il gruppo quinta, quindi con un buon margine. Comincio a preoccuparmi quando dopo pochi lanci del secondo gruppo è già ottava, ma non sono rimaste moltissime che possono superarla, infatti chiude decima. Fuori due americane (su quattro): una con tre nulli e una con lanci modesti.

La pista è libera per lasciar spazio all'arrivo della Maratona: si vedono sullo schermo le prime due, l'etiope Assefa e la keniana Jepchirchir, che si avvicinano. Accanto mettono foto di fans trasformati in personaggi manga. Le due entrano nello stadio insieme e fino a poco più di 100 metri dall'arrivo sono ancora attaccate, poi la keniana prende un piccolo margine e vince di due secondi. a due minuti e mezzo la sorprendente terza, un'uruguaiana. la Lonedo arriva prima del previsto, 20^: quasi non ci credo che sia lei. Quando arriva una costaricense, lo speaker l'annuncia come ultima, ma in realtà ce ne sono altre 8 dopo. La sessione finisce con le batterie dei 100hs: brave le italiane, che passano entrambe direttamente.





Il pomeriggio fatico a rimettermi in moto. Mi parto quindi sapendo che vedrò le gare cominciate: spero almeno di vedere la terza batteria dei 400 maschili, la prima con un italiano (Scotti). Arrivo che sta per partire, quindi entro nella prima porta che trovo, approfittando del fatto che nessuno controlla che uno vada nel suo settore. Scotti parte forte, poi cede leggermente: dalla mia posizione non vedo bene il piazzamento, mi sembra quarto, ma vedendo il tempo del primo (43.90) penso che sarà in buona posizione per il ripescaggio e magari avrà fatto il record italiano. Invece è terzo e il record c'è di ben 30/100: 44.45! Nella sua batteria, invece, Sito sta a contatto col campione uscente Watson, ma perché è lui ad andare male, infatti arrivano agli ultimi due posti, con l'italiano davanti. Ci sono poi le batterie della gara femminile, con le italiane che arrivano entrambe quinte, non lontanissime dalla qualificazione, che era a 51.37, quindi non impossibile.


Mentre guardavo Scotti, avevo visto anche Lando superare i 2,16, unico italiano che avevo visto a questa quota, che hanno superato tutti alla prima. A 2,21 cominciano i problemi: sbagliano tutti il primo, poi anche il secondo, con Tamberi che dopo essersi caricato col pubblico sembra volare altissimo e poi abbatte col tallone. Viene da chiedersi come sarebbe andato Fassinotti. chi l'avrebbe mai detto qualche anno fa che avremmo potuto fare il giochino dei tifosi di calcio "quello che non gioca è sempre il migliore". Al terzo almeno Sioli ce la fa, gli altri escono, Sottile di pochissimo. Sioli supera i 2,25 alla seconda e penso che potrebbe bastare. Dopo due tentativi li hanno superati in 9, quindi sembra quasi fatta, ma poi è difficile capire cosa succede, il sito non funziona. Alla fine lo speaker annuncerà che sono rimasti in 13 quindi sono tutti qualificati.


La prima finale è quella del disco femminile. Dopo i primi due lanci, di Altman e van Klinken, sembra probabile che oro e argento siano già decisi e così è, anche se la Altman si migliorerà. Più combattute le posizioni successive, col terzo posto che passa dalla cubana Morales alla svedese Kamga e poi di nuovo alla cubana. Nella confusione, seguirò il quinto lancio pensando che sia il sesto. C'è anche il lungo femminile, con i rimpianti italiani: io avevo scelto il posto per quello, ed effettivamente si vede molto bene. Anche qui il primo salto sembra già decisivo, col 7,08 della Davis (che poi farà anche 7,13). Il secondo salto, della Mihambo, viene accolto dalla folla come se fosse anch'esso un grande salto, invece sono solo 6,60: guardando la barra metrica del vivo, i salti sembrano più lunghi, per cui il pubblico accoglie con mormorii anche salti appena discreti. La tedesca si migliorerà poi fino a 6,99 e vincerà l'argento, ma la sorpresa è la colombiana Linares che parte con 6,75 e arriva a 6,92, vincendo il bronzo.




Le gare su pista proseguono con le semifinali dei 100, prima femminili, poi maschili. Tra le donne, la Jefferson spara già 10.73. Secondo tempo per Tina Calyton, terzo per la Alfred, Richardson e Asher-Smith ripescate. La Dosso rimane in gruppo solo per i primi metri, poi chiude sesta in 11.22. Tra gli uomini, Bednarek e Thompson chiudono appaiati in 9.85, Seville fa 9.86, Lyles "solo" 9.92. Jacobs corre nella prima e dopo una brutta partenza si avvicina al gruppo, ma senza mai entrare in lotta per la qualificazione. fa almeno lo stagionale: 10.16. Finale con 4 americani (di continente) e 4 africani, nessun europeo.

Dopo le semifinali dei 100 molti escono, ma io rimango per le semifinali dei 1500 donne: da un po' avevo programmato la mia pausa per andare in bagno e prendermi da bere subito dopo. Due gare tattiche: nella prima la Sabatini perde contatto al terzo giro, nella seconda la Zenoni rimane sempre in gruppo e dopo una serie di sportellate arriva quarta ed è in finale. Nella pausa mi perdo i primi due chilometri scarsi dei 10.000 (e qualche salto in lungo). Gara ultra-tattica, anche se con strappi: il passaggio ai 3 km e solo di pochi secondi inferiore a quello della gara femminile e solo dopo 6 km si scenderà al di sotto dei 3' per km. Il pubblico si esalta quando i giapponesi vanno a tirare: lo faranno per due volte. Solo al sesto km qualcuno comincerà a prendere contatto e all'ultimo giro si arriva con un gruppo di 12, ma senza i giapponesi. A 250 metri dall'arrivo lo speaker si chiede se ci sarà la tripletta etiope, ma nell'ultima curva europei ed americani recuperano su Kejelcha, che era in testa e nel finale Gressier lo supera. Si finisce con due europei sul podio e tre atleti di pelle chiara nei primi cinque.






Rimane il clou: le due finali dei 100. Le presentazioni sono come per una gara normale, a parte una sigla: atleti già in pista, niente giochi di luce. Tra le donne parte forte una giamaicana, ma poi la Jefferson la supera e prende il largo, ma la giamaicana tiene il secondo posto sulla Alfred. Credevo che la giamaicana fosse la Jackson, invece dopo l'arrivo scopro che è la Calyton. Jefferson 10.61, Clayton 10.76, Alfred 10.84. Tra gli uomini Tebogo parte senza nemmeno dare il tempo allo starter di sparare: dopo che tanti erano stati graziati nei turni preliminari, stavolta la squalifica è inevitabile. Si parte, e i due giamaicani rimangono davanti dall'inizio alla fine, mentre per il terzo posto la situazione non è chiara, almeno dagli spalti. Anche se sono molto sorpreso, visto che finora nelle finali era sempre crollato, stavolta ho capito che il vincitore è Seville, che precede Thompson e Lyles. Finale lenta rispetto agli anni scorsi: si va a medaglia con 9.89.


Rispetto a ieri l'uscita è un po' più rapida, ma in compenso c'è più coda per la metro. Lì parlo col mio vicino (che ha capito che sono italiano dalla guance dipinte) degli Europei di Roma 

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