Arriviamo ai parcheggi verso le 11,30: più facile del previsto sia arrivare a Garmisch, sia trovare parcheggio. Ci mettiamo in coda per la navetta: ne arriva una, e vista la gente che c'è, temiamo di non farcela a salire tutti, invece in confronto a Roma all'ora di punta si sta comodissimi.
Entriamo nello stadio poco dopo le 12. Siamo nel parterre, che è più o meno mezzo pieno, ma riusciamo a farci largo e ad arrivare abbastanza avanti. La tribuna non numerata è piena per buona parte, la tribuna numerata è quasi vuota, ma si riempirà nel giro di un ora. Dominano le bandiere tedesche, poi il gruppo più numeroso è quello dei polacchi, con grossi striscioni che coprono la vista del tabellone. Si vedono poi giapponesi (anche famiglie con bambini) e norvegesi. Pochissimi gli austriaci (considerando che siamo a 20 km dall'Austria): ne vedo qualcuno all'inizio, poi si noteranno solo al secondo salto del loro migliore rappresentante. Non ci sono saltatori finlandesi, ma una bandiera finlandese c'è sempre. Non si vedono bandiere italiane: ci sarebbe dovuta essere la mia, ma l'ho dimenticata in albergo.
Alle 12,30 si parte col salto di prova. Sia il nome del saltatore, sia il risultato vengono solo annunciati dallo speaker, non compaiono sul tabellone. Di solito gli annunci sono solo in tedesco, solo qualche risultato particolarmente buono di atleti non di lingua tedesca viene annunciato in inglese. anche quando non ci sono gli striscioni dei polacchi, si fatica a guardare il tabellone per via del sole. L'italiano fa un salto disastroso, forse il peggiore di tutti.
Finito il salto di prova, faccio un giro nella fan zone. La coda ai bagni è impressionante, tanto che temo di restare lì fino all'inizio delle gare, invece si smaltisce in fretta. Rinuncio invece a prendermi da bere: tutti i chioschi hanno lunghe code.
Nell'attesa della partenza della gara, si ascolta musica, soprattutto tradizionale tedesca, e si canta. A volte lo speaker chiede al pubblico di terminare delle frasi: sembra non prendere in condizione l'idea che qualcuno possa non capire il tedesco. Per le 14, orario d'inizio, il sole è scomparso dietro la montagna e il freddo comincia a farsi sentire, tanto che la mia famiglia deciderà di andare via dopo la prima manche. Comunque niente di paragonabile a quello che ho patito a Lahti o, per altri motivi, a Doha.
Le gare dei 4 trampolini si svolgono con la formula dei "duelli": 25 scontri diretti e passano alla seconda manche i vincitori e i migliori 5 sconfitti. Si parte con quelli di metà classifica (n°26-n°25. 27-24) per finire on quelli tra i migliori e i peggiori. Al contrario del solito, i migliori hanno i numeri più bassi. Solo due scontri saranno vinti dal saltatore con la peggior classifica: tra questi quello in cui il norvegese Lindvik farà il record del trampolino con 143,5 metri: chiuderà la manche in testa e il suo avversario sarà il migliore degli sconfitti. Quando saltano i tedeschi, che sono ben 12, si ftica a vedere tra la selva di bandiere. Mi lascio suggestionare e le prove dei loro due migliori, Eisenbichler e Geiger (il pubblico si scalda soprattutto per il primo) mi sembrano molto migliori di quanto non siano. Quando salta l'italiano, Federico Cecon, lo speaker ricorda i successi del padre Roberto, ma lui è un' altra cosa: chiuderà 47° su 49.
Nell'intervallo tra le due manche, la stanchezza si fa sentire: sono in piedi da tre ore. Lo speaker ricorda di incitare i 5 tedeschi, ma in realtà se ne scorda uno: sono 6. Si parte e prima un apripista, poi il norvegese Tande danno l'impressione di rischiare di cadere: Tande arriverà ultimo, ma salvo. Si arriva all'epilogo: Kobayashi, vincitore a Oberstdorf e quarto dopo la prima manche, spara 141 metri e sembra quindi sulla buona strada per vincere ancora. E' il turno di Geiger, e me lo perdo completamente tra le bandiere. Capisco comunque dall'entusiasmo che è andato bene: 141,5 metri e passa in testa. Il polacco Kubicki non lo supera: rimane solo Lindvik, che salta nel silenzio "solo" 136 metri, ma gli bastano. Norvegesi a parte, lo stadio si ammutolisce.
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