Visualizzazione post con etichetta Anni '70. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Anni '70. Mostra tutti i post

domenica 12 settembre 2021

Gran Premio d'Italia a Monza (1974-75)

 Il Gran Premio d'Italia di Formula 1 è tornato a Monza, la città dove sono cresciuto. Ed è stata pure una bella gara. Ho visto due volte il Gran Premio dal vivo: nel 1974 e nel 1975, all'età rispettivamente di 6 e 7 anni. La prima volta fu anche il mio secondo evento sportivo dal vivo in assoluto, dopo una partita dell'Inter.

Nel 1974 ricordo l'eccitazione nei giorni precedenti: cercavo di imparare il più possibile dei piloti e, avendo una gran memoria, ci riuscivo. Mio padre mi disse che non serviva portarsi il foglio coi numeri dei piloti, tanto c'ero io che me li ricordavo. Arrivammo all'autodromo in mattinata, abbastanza presto, sicuramente con molte ore di anticipo sulla partenza. Eravamo nella tribuna sopra i box, verso il bordo sinistro (inteso guardando verso la pista). Si vedeva quindi l'arrivo dei piloti a box: ricordo di aver visto da vicino Fittipaldi, allora in testa alla classifica. Prima della gara c'erano due corse di contorno, di formule sconosciute: se non sbaglio duravano una 15 e una 20 giri (contro i 52 della F1).

Le prospettive erano buone, con Lauda che partiva dalla pole, e all'inizio tutto sembra andare come speravamo: Lauda parte in testa e dopo poco l'altro ferrarista Regazzoni arriva al secondo posto. Noi però vediamo soltanto i pochi secondi in cui transitano sul rettilineo d'arrivo: tra un passaggio e l'altro, l'unica cosa che sappiamo sono i numeri (nemmeno i nomi) dei primi tre, che compaiono sul tabellone. I maxischermi sono di là da venire. Vediamo, inoltre, molto bene le soste ai box: oggi vorrebbe dire vedere la parte più importante della gara, ma allora ci si fermava ai box solo in caso d'emergenza. A un giro ne vedemmo fermare un bel po' e il perché lo scoprimmo solo guardando la sintesi in TV la sera. Ricordo che quando passava Jody Scheckter pensavo che eravamo a buon punto coi passaggi.

La situazione però cambiò: sparì dal tabellone prima Lauda, poi Regazzoni (e naturalmente noi non sapevamo cosa fosse successo), così che Peterson, che era stato terzo tutto il tempo, si ritrovò primo, con Scheckter terzo. Vinse così Peterson, che sarebbe morto proprio a Monza quattro anni dopo. Ho riguardato l'ordine d'arrivo, e l'effetto è stato agghiacciante: su 11 piloti arrivati al traguardo, 5 sarebbero morti nel giro di sei anni, tra incidenti automobilistici e aerei (oltre a Peterson, Pace, Graham Hill, Pryce e Depailler). Ho un vago ricordo di noi che scendiamo dalle tribune, nessuno invece del viaggio di ritorno (né, peraltro, di quello d'andata).

Del 1975 ricordo molto meno, e dire che era andata molto meglio. Era il penultimo GP della stagione e a Lauda mancava un punto per essere matematicamente campione. Mi ricordo i festeggiamenti per la sua vittoria, tanto che pensavo avesse vinto lui anche il GP, invece ho controllato che vinse Regazzoni. C'era attesa anche per il monzese Vittorio Brambilla, che nella stagione aveva vinto una gara, sia pur dimezzata, ma uscì di scena subito. Eravamo anche stavolta nella tribuna sopra i box, ma un po'  più verso il centro: non ricordo altro. Anche qui, shock nel leggere l'ordine d'arrivo: dei primi 9, solo 2 sono ancora vivi, ma stavolta i più sono morti di morte naturale, a cominciare dagli stessi Lauda e Regazzoni.

Dopo quell'esperienza, mio padre e i suoi amici decisero che si vedeva meglio in TV e smisero di andare a vederlo. All'epoca, difficile dagli torto: senza maxischermi, si capiva ben poco di quello che succedeva. Io all'inizio ci rimasi male e pensavo che da grande ci sarei tornato, ma poi, dopo la morte di Villeneuve, la Formula 1 fini con l'interessarmi sempre meno, e pensai di andare a vedere dal vivo tanti eventi, ma non questo. Tanti, saputo che ero di Monza, si meravigliavano che non andassi a vedere il Gran Premio, ma io anzi mi rammaricavo che Monza fosse famosa solo per quello.

Adesso la situazione è cambiata: in tutti gli sport dove vedi solo una piccola parte del percorso di gara, dai motori a bob e slittino, fino alle maratone e allo sci di fondo, ci sono gli schermi, per cui per la maggior parte del tempo è come vederla in TV, ma rimane il valore aggiunto del tratto che vedi dal vivo. Bisogna solo ricordarsi di staccare gli occhi dallo schermo al momento giusto. La F1 continua però a non interessarmi molto e quindi non sono più tornato a vederla. Ho visto invece un GP di motociclismo nel 2015 e ci tornerò la settimana prossima a Misano,


Regazzoni davanti a Lauda nel GP 1975 (fonte: Wikipedia)



domenica 17 maggio 2020

Italian Football Season 1979-80





The 40th anniversary of Inter's 12th scudetto, the first I can remember (the previous one was in 1971, when I was 3 years old), is in these days. It was also the first season, and perhaps the only one, in which I went to see all the matches, even if we didn't have a season ticket yet, we started buying it the following year.

The first match was against Pescara, who had arrived in Serie A after a playoff with Monza, my home town's team. The victory, it seems to me for 2-0, seemed obvious, but the peculiarity was that all the other matches were draws, so we found ourselves alone on top of the standings. At the second match we also drew and we were caught, but at the fourth we were alone again.
Of course, of the 15 games (then the league was with 16 teams), I don't remember many. After Pescara (of which I have a very vague memory), the first in order of time is the derby, also because it was perhaps the first I saw, perhaps the second: when I was a child my father did not take me to big matches. It was autumn, I think November, a rainy day. I saw the match crushed against an access stairway to the first deck, in what is now the orange sector (the seats and their colours would be introduced in 1990). It was 2-0, with two goals from Beccalossi, one goal per half.

Then came the 4-0 against Juventus, which was not in a good moment, but such a result was beyond all expectations. Altobelli scored a hat-trick, at the end of the season with 15 goals he was the second scorer, so little was scored then. In the group that went to the stadium with us there were two Messinesi, father and son, who attacked him throughout his career, only to miss him when he was no longer there: his fault was to have taken the place to Sicilian Anastasi. The 4-0 was repeated a few years later, and I remember that match a little better.

Spring came, and in the meantime, football betting had also broken out. Inter had taken off and with 8 matches to go we had 8 points ahead (with 2 points per win), but we were slowing down. I remember a game against a small town team, which we risked to lose: it ended 1-1 with a draw in the last minutes. We lived it as a stage closer to the Scudetto, we thought that if we had lost it wouldn't have changed much, but there was some fear.

This led to the third last of the season, against AS Roma, a team that fought to avoid relegation. The points on the second, Juve, were 6, so 1 was enough for the championship. As with most matches, we were in the first deck, under the north terrace (today the green sector), where Inter attacked in the second half. Roma took the lead 2-0, then Inter recovered a goal, but 5 minutes from the end it was still 2-1. The stopper Mozzini, who had never scored in that season (and who was also the only one in that team to have already won a league title, with Torino four years earlier), shot from the edge of the area in the low left corner: goal ! 2-2! I remember the hug with my father: I thought this time it was true, it was also up to us to win a championship, after Juve many times (3 in the 5 seasons I had followed up to then) and AC Milan the year before.

There was still a home match, and it is also the one I remember best. The opponent was Ascoli, but what mattered was not the game, but the pre-game. The team went around the field with a flag that covered them all (in the picture). Then they lost the match, it seems to me 4-2, but nobody cared. Anastasi scored too. Ascoli closed that season in fourth place: today he would have gone to the Champions' League, but then Italy only had three places in the cups, so it stayed out. The level of Italian football had gone down a lot with autarky (that was the second and last all-Italian championship), and there is even someone who misses it.

Source: Sky Sport


The year after Inter arrived in the semifinal in the Champions Cup, and it is the edition that I remember best, even better than the one won in 2010.

lunedì 4 maggio 2020

Campionato di calcio 1979-80

Ricorre in questi giorni il 40° anniversario del 12° scudetto dell'Inter, il primo di cui abbia memoria (il precedente era stato nel 1971, quando avevo 3 anni). Fu anche la prima stagione, e forse anche l'unica, in cui andai a vedere tutte le partite, anche se non avevamo ancora l'abbonamento, cominciammo a farlo l'anno dopo.

La prima partita fu contro il Pescara, che era arrivato in serie A dopo uno spareggio con il Monza, la squadra della mia città. La vittoria, mi sembra per 2-0, sembrò scontata, ma la particolarità fu che tutte le altre partite finirono pari, quindi ci ritrovammo soli in testa alla classifica. Alla seconda pareggiammo anche noi e fummo raggiunti, ma alla quarta tornammo in testa da soli.

Naturalmente, delle 15 partite (allora il campionato era a 16 squadre) non sono molte quelle che ricordo. Dopo il Pescara (di cui ho un ricordo molto vago), la prima in ordine cronologico è il derby, anche perché forse era il primo che vedevo, forse il secondo: quand'ero piccolo mio padre non mi portava alle partite di cartello. Era autunno, credo novembre, una giornata piovosa. Vidi la partita schiacciato contro una scala di accesso al primo anello, in quello che oggi è il settore arancione (i seggiolini e i relativi colori sarebbero stati introdotti nel 1990). Fu 2-0, con doppietta di Beccalossi, un gol per tempo.

Arrivò poi il 4-0 contro la Juventus, che non era in un buon momento, ma un risultato del genere era comunque oltre ogni aspettativa. Altobelli segnò una tripletta, alla fine del campionato con 15 gol fu il secondo marcatore, tanto si segnava poco allora. Nel gruppo che veniva allo stadio con noi c'erano due messinesi, padre e figlio, che lo attaccarono per tutta la carriera, salvo poi rimpiangerlo quando non ci sarebbe stato più: la sua colpa era aver toto il posto al siciliano Anastasi. Il 4-0 si ripeté qualche anno dopo, e quella partita la ricordo un po' meglio.

Arrivò la primavera, e nel frattempo era scoppiato anche il calcio scommesse. L'Inter aveva preso il largo e a 8 giornate dalla fine aveva 8 punti di vantaggio (con 2 punti per vittoria), ma stava rallentando. Ricordo una partita contro una provinciale, che rischiammo di perdere: finì 1-1 con pareggio negli ultimi minuti. La vivemmo come una tappa di avvicinamento allo scudetto, pensavamo che se avessimo perso non sarebbe cambiato molto, ma qualche timore c'era.

Si arrivò così alla terzultima di campionato, contro la Roma, squadra che lottava per la salvezza. I punti sulla seconda, la Juve, erano 6, quindi ne bastava 1 per lo scudetto. Come per la maggior parte delle partite, eravamo nel primo anello, sotto la curva nord (oggi settore verde), dove l'Inter attaccava nel secondo tempo. La Roma andò in vantaggio 2-0, poi l'Inter recuperò un gol, ma a 5 minuti dalla fine era ancora 2-1. Lo stopper Mozzini, che in quel campionato non aveva mai segnato (e che era anche l'unico in quella squadra ad aver già vinto uno scudetto, col Torino quattro anni prima), tirò dal limite dell'area nell'angolo sinistro basso: gol! 2-2! Ricordo l'abbraccio con mio padre: pensavo che stavolta era vero, era toccato anche a noi vincere uno scudetto, dopo la Juve tante volte (3 nei 5 campionati che avevo seguito fino ad allora) e il Milan l'anno prima.

C'era ancora una partita in casa, ed è anche quella che mi ricordo meglio. L'avversario era l'Ascoli, ma quello che contava non era la partita, ma il pre-partita. La squadra fece il giro del campo con un bandierone che li copriva tutti (nella foto). Poi persero la partita, mi sembra 4-2, ma non importava a nessuno. Segnò anche Anastasi. L'Ascoli chiuse quel campionato al quarto posto: oggi sarebbe andato in Champions' League, ma allora l'Italia ava solo tre posti nelle coppe, quindi rimase fuori. Il livello del calcio italiano si era abbassato molto con l'autarchia (quello fu il secondo e ultimo campionato tutto italiano), e dire che c'è qualcuno che la rimpiange.

L'anno dopo l'Inter arrivò in semifinale in Coppa dei Campioni, ed è l'edizione che ricordo meglio, anche meglio di quella vinta nel 2010.

Fonte: Sky Sport

lunedì 16 luglio 2018

My World Cup finals (post #100)

Clicca qui per la versione italiana

For once I will talk about sports seen only on television. My 13th World Cup final, the third at daytime, is about to start. I tried to watch it live, but I was unlucky with the draw. I then thought back to 12 I've seen so far, from the age of 6 (now I'm 54, and I write it also to help me realize it).

1974 West Germany - Netherlands 2-1: I had just started to follow football. The first national team match I had seen was the last friendly pre-World Cup against Austria (0-0). So I did not realize how much we hoped to win that World Cup: the elimination in the first round was therefore a disappointment for me, but not an incredible event. In the final my father was a fan of the Netherlands, I was for Germany. I do not know why, I've always been a bit attracted to that country. Not so much then, but after seeing it in the following years, I realized what a fantastic game it was and how the attention for the Netherlands at the time had made us forget that Germany was also very strong

1978 Argentina - Netherlands 3-1 (ET): this time my father and I agreed to cheer for the Netherlands, especially after the farce that had qualified Argentina (6-0 with Peru).The Netherlands equalized when we were losing our hopes, hopes that would die in extra time.

1982 Italy - West Germany 3-1: I'm in Scotland and I watch the game with my house mates, four Italians and one Frenchman. At the end we celebrate on the streets of Edinburgh: we are really many and some Scots are scared.

1986 Argentina - West Germany 3-2: we support Germany, both because it's European and because of the presence of an Inter player, Rummenigge (the presence of an Inter player will remain constant from 1982 until today). Germany completes the comeback with a few minutes to go, only to be later fooled by a player, Burruchaga, whom I had never heard of, despite having played against Inter in the Uefa Cup of the year before.

1990 West Germany - Argentina 1-0: no doubt about supporting Germany, both for the presence of Inter players, and for the way in which Argentina qualified, not only against Italy. Very boring match, resolved by a Brehme penalty in the final minutes. I had seen most of the matches with Gialappa's band fun commentary, but for the final I follow the RAI commentary. Only at the end I switch to Gialappa's to hear the final comment "Argentini do not take it that way: take it in your ass!.

1994 Brzsil - Italy 3-2 (PK): it is the World Cup that I lived with most misgivings. I was not so happy to support Italy because of my strong aversion for its manager. Over the years I have acknowledged some merits to Mr Sacchi, but I still consider him one of the most overrated people in sports' history, at least in Italian sports'. Then political events added up: after Berlusconi's government took advantage of the semi-final to approve a very controversial measure, I announce that in the final I would support  Brazil and I also consider watching the match in a Brazilian local. After the conclusion on penalty kicks of a match even more boring than the previous one, I do not have the courage to cheer: I remain a bit sad. I do not know how I would have felt if Italy had won.

1998 France - Brazil 3-0: this time I really watch it in a Brazilian restaurant, in Carpi (I'm there for work). Great collective disappointment, with Brazil never in the game. In the car I hear Gialappa's ask the French guest "How is it to win a World Cup abroad?" and I think about my days in 1982

2002 Brazil - Germany 2-0: first final in the afternoon. I'm happy for my idol Ronaldo's Brazil victory. I did not know I was going to hate him in less than two months.

2006 Italy - France 6-5 (PK): Italy reaches the final as a favorite. Everybody find resemblances with 1982, but I see more between France and Italy at that time: a manager generally considered an idiot, the first round passed painfully against an African team, before changing pace in the knock-out phase. We win, but this time, with two young children, I can not go to celebrate.

2010 Spain - Netherlands 1-0 (ET): I support the Netherlands, not only for Sneijder, but I'm happy that the match is decided by one of the players I admire the most: Iniesta.

2014 Germany - Argentina 1-0 (ET): I'm in Germany. I cheer for my host country, also for the curiosity to see the celebrations, my children for Argentina, for fear that the Germans will boast too much. I have some doubt comes when Palacio enters the field and gets also close to scoring. Germany wins and I can therefore see the celebrations, however smaller than they would have been in almost all countries, starting from Italy.

2018 France - Croatia 4-2: it's the first final I haven't seen in full. In fact, I see it started for about twenty minutes due to the coincidence with the Wimbledon final. I support Croatia for a variety of reasons, including the presence of an Inter player on the pitch and another on the bench, but with some embarrassment about the political connotation that some reactionaries and racists give to it. Perisic illudes, and it's also the 8th goal by an Inter player in a World Cup final, but then it ends as expected. Good match anyway, at least among the best three finals he has seen, perhaps more if one were able to admit that my youth's myths may be overcome.


Source: il Corriere del Pallone

domenica 15 luglio 2018

Le mie finali dei Mondiali


Per una volta parlerò di sport visto solo in televisione. Sta per cominciare la mia 13^ finale dei Mondiali di calcio, la terza di giorno. Avevo provato anche a vederla dal vivo, ma mi è andata male col sorteggio. Ho quindi ripensato alle 12 che ho visto finora, dall'età di 6 anni (ora ne ho 54, e lo scrivo anche per aiutarmi a rendermene conto).

1974 Germania Ovest - Olanda 2-1: avevo appena cominciato a seguire il calcio. La prima partita della nazionale che avevo visto era l'ultima amichevole pre-mondiale contro l'Austria (0-0). Non mi ero quindi reso conto di quanto sperassimo di vincere quel Mondiale: l'eliminazione al primo turno fu quindi per me una delusione, ma non un evento incredibile. Nella finale mio padre tifava per l'Olanda, io per la Germania. Non so perché, sono sempre stato un po' attratto da quel paese. Allora non tanto, ma rivedendola negli anni successivi mi sono reso conto di che partita fantastica sia stata e di quanto allora l'attenzione per l'Olanda avesse fatto dimenticare che anche la Germania era fortissima

1978 Argentina - Olanda 3-1 d.t.s.: stavolta io e mio padre eravamo d'accordo nel tifare Olanda, specie dopo la farsa che aveva qualificato l'Argentina (il 6-0 col Perù). LOlanda pareggia quando stavamo perdendo le speranze, speranze che moriranno nei supplementari.

1982 Italia - Germania Ovest 3-1: sono in Scozia e guardo la partita coi miei coinquilini, quattro italiani e un francese. Alla fine manifestiamo per le strade di Edimburgo: siamo veramente tanti e qualche scozzese si spaventa.

1986 Argentina - Germania Ovest 3-2 : tifiamo Germania, sia in quanto europea, sia per la presenza di un interista, Rummenigge (la presenza di un interista resterà una costante dal 1982 ad oggi). La Germania completa la rimonta a pochi minuti dalla fine, per poi essere beffata da un giocatore, Burruchaga, che non avevo mai sentito nominare, nonostante avesse giocato contro l'Inter nella coppa Uefa dell'anno prima.

1990 Germania Ovest - Argentina 1-0: nessun dubbio sul tifo per la Germania, sia per la presenza di interisti, sia per il modo con cui l'Argentina si era qualificate, non solo contro l'Italia. Partita noiosissima, risolta da un rigore di Brehme nel finale. Avevo visto la maggior parte delle partite con la telecronaca della Gialappa's, ma per la finale seguo la telecronaca RAI. Solo alla fine giro sulla Gialappa's per sentire il commento finale "Argentini non prendetevela così. Prendetevela nel culo!"

1994 Brasile - Italia 3-2 d.c.r.: è il Mondiale che ho vissuto con più disagio. Non tifavo Italia tanto volentieri per la profonda avversione per il suo tecnico. Negli anni ho riconosciuto a Sacchi qualche merito, ma lo considero ancora una delle persone più sopravvalutate nella storia dello sport, quanto meno italiano. Poi i aggiunsero gli eventi politici: dopo che il governo Berlusconi approfitta della semifinale per approvare un provvedimento molto controverso,  annuncio che in finale avrei tifato per il Brasile e prendo anche in considerazione di vedere la partita in un locale brasiliano. Dopo la conclusione ai rigori di una partita ancora più noiosa della precedente, non ho il coraggio di esultare: ci rimango un po' male. Non so come mi sarei sentito se l'Italia avesse vinto.

1998 Francia - Brasile 3-0: stavolta la vedo davvero in un locale brasiliano, a Carpi (sono lì vicino per lavoro). Grande delusione collettiva, col Brasile mai in partita. In macchina sento la Gialappa's chiedere all'ospite francese "Com'è vincere un mondiale all'estero?" e penso ai miei giorni del 1982

2002 Brasile - Germania 2-0: prima finale di pomeriggio. Sono contento per la vittoria del Brasile del mio idolo Ronaldo. Non sapevo che sarei passato ad odiarlo in meno di due mesi.

2006 Italia - Francia 6-5 d.c.r.: l'Italia arriva alla finale da favorita. Tutti trovano analogie col 1982, ma io ne vedo di più tra la Francia e l'Italia di allora: un allenatore generalmente considerato un imbecille, il primo turno passato a stento contro una squadra africana, prima di cambiare passo nella seconda fase. Si vince, ma stavolta, con due bambini piccoli, non posso andare a manifestare.

2010 Spagna - Olanda 1-0 d.t.s.: tifo Olanda, non solo per Sneijder, ma sono comunque contento che abbia risolto uno dei giocatori che ammiro di più: Iniesta.

2014 Germania - Argentina 1-0 d.t.s.: sono in Germania. Io tifo per il mio paese ospite, anche per la curiosità di vedere i festeggiamenti, i miei figli per l'Argentina, per timore che i tedeschi alzino troppo la testa. Qualche dubbio mi viene con l'ingresso dell'interista Palacio, che sfiora anche il gol. La Germania vince e posso quindi assistere ai festeggiamenti, comunque minori di quanto sarebbero stati in quasi tutti i paesi, a cominciare dall'Italia.

2018 Francia - Croazia 4-2: è la prima finale che non vedo per intero. La vedo infatti cominciata di una ventina di minuti per via della concomitanza con la finale di Wimbledon. Tifo Croazia per una serie di motivi, tra cui la presenza  di un interista in campo e un altro in panchina, ma con qualche imbarazzo per la connotazione politica che alcuni reazionari e razzisti gli danno. Illude Perisic, ed è anche l'8° gol di un interista in una finale dei Mondiali, ma poi finisce come previsto. Bella partita comunque, quanto meno tra le migliori tre finali che abbia visto, forse di più se uno riuscisse ad ammettere che i miti della propria gioventù possano essere superati 

Fonte: il Corriere del Pallone

lunedì 16 ottobre 2017

The Milan Derby (1979-1999)

Clicca qui per la versione italiana


Inter beats Milan in the 167th league derby. Also this time, as it has been for so long, too long, I've watched it on TV. I have watched a few derbies liv, I would say a number between 15 and 20.

The first I remember, although I'm not 100% sure that I was the first one, was the one out of the 1979-80 season, which ended with Inter's title. My first match at S. Siro was in May 1974 (Inter-Cesena 3-1), but in the first years my father did not take me to blockbuster matches, he was scared. That year, however, we went to see all the matches, although we still did not have a season ticket, which we started buying next year. I entered illegaly, with a ticket to another seat, appealing to staff (who were not yet called steward, those were only on the airplanes) mercy. I saw the game pressed against a stairway at the entrance of what is now the first orange deck (then there were places, called parterre, between the grandstand and the sideline). Inter won 2-0, with a double by Beccalossi.


Since the year after I had my seat, as a season ticket holder, and in the first deck at that time the only numbered. Of course I do not remember all the derbys I saw, I have some unordered memories:

- the Italy Cup derby, at night (it did not happen in the league) with Milan in Serie B, it seems to me that we won 1-0;


- the "Minaudo derby" in the 80s, won 1-0 with a goal in the final minutes by a player who had just been promoted from the Youth team, precisely, Minaudo;


- another derby of the 80s, finished 2-2 (then it was less common than now ...). The peculiarity was that the week after there was the Rhinos-Seamen  American football derby, and it also ended 2-2;


- the derby between Orrico's Inter and Sacchi's Milan: the first half offered a very bad prospect for the future of football: there was virtually no play, the teams were suffocated by mutual press, they quickly released the ball. And it was supposed  to be a show football... The second half was a bit better

- the second derby of the 1992-93 season. It was the first year in which transfers were allowed during season (in November) between teams in the same series and Inter bought an unknown midfielder from Udinese, such Manicone, who gave a breakthrough to our game, giving hopes to challenge Milan for the League title. In the derby Inter was long in the lead, then in the final minutes Milan equalized with Gullit and thus continued his record undefeated streak. The following year Manicone finished on the bench, then was sold.


Then I moved to Rome, and for me the big matches were no longer those with Milan and Juventus, but those with Rome and Lazio. I remember the sadness in following a TV derby in a desert bar. I came back to see a live one in autumn 1999: it was the derby of Ronaldo's ejecton for a elbow hit to Ayala, with Inter leading1-0: in the end Milan won 2-1.

Icardi was six, Donnarumma a few months: old  it is still my last live derby.

domenica 15 ottobre 2017

Il Derby di Milano (1979-1999)

Click here for English version

L'Inter batte il Milan nel 167° derby di campionato. Anche stavolta, come ormai da tanto, troppo tempo, l'ho visto in TV. Di derby dal vivo ne ho visti un po', direi un numero tra 15 e 20.

Il primo che ricordo, anche se non sono sicuro al 100% che fosse il primo in assoluto, fu quello d' andata del campionato 1979-80, conclusosi con lo scudetto dell'Inter. La mia prima partita a S. Siro fu nel maggio 1974 (Inter-Cesena 3-1), ma nei primi anni mio padre non mi portava alle partite più di cartello. Quell'anno invece andammo a vedere tutte le partite, anche se non avevamo ancora l'abbonamento, che cominciammo a fare dall'anno dopo. Entrai in mdo illegale, con un biglietto per un altro posto, impietosendo l'addetto agli ingressi (che non si chiamava ancora steward, quelli c'erano solo sugli aerei). Vidi la partita pressato contro una scala, all'ingresso di quello che oggi è il primo anello arancio (allora c'erano dei posti, detti parterre, tra la tribuna e il bordo campo). L'Inter vinse 2-0, con doppietta di Beccalossi.

Dall'anno dopo almeno avevo il mio posto, essendo abbonati, e nel primo anello, all'epoca l'unico numerato. Naturalmente non mi ricordo tutti i derby visti, ho alcuni ricordi sparsi:
  • il derby di coppa Italia, in notturna (allora non succedeva in campionato) con il Milan in serie B, mi sembra vinto 1-0;
  • il "derby di Minaudo" negli anni '80, vinto 1-0 con un gol nel finale di un giocatore entrato da poco in prima squadra dalla Primavera, per l'appunto, Minaudo;
  • un altro derby degli anni '80, finito 2-2 (allora era meno comune di adesso...). La peculiarità fu che la settimana dopo ci fu il derby di football americano Rhinos-Seamen, e anch'esso finì 2-2;
  • il derby tra l'Inter di Orrico e il Milan di Sacchi: il primo tempo offrì una prospettiva molto brutta per il futuro del calcio: non ci fu praticamente gioco, le squadre, soffocate dal reciproco pressing, si liberavano in fretta del pallone. E doveva essere il calcio spettacolo... Il secondo tempo fu un po' meglio;
  • il derby di ritorno 1992-93. Era il primo campionato in cui erano ammessi trasferimenti a stagione in corso (a novembre) tra squadre della stessa serie vinse il e l'Inter prese uno sconosciuto mediano dell'Udinese, tale Manicone, che diede una svolta al gioco, tanto da dare speranze di contendere lo scudetto al Milan. Nel derby l'Inter fu a lungo in vantaggio, poi verso la fine il Milan pareggiò con Gullit e potette così continuare la sua serie record di imbattibilità. L'anno dopo Manicone finì in panchina, poi fu ceduto.

Poi venne il trasferimento a Roma, e per me le partite clou non furono più quelle con Milan e Juventus, ma quelle con Roma e Lazio. Ricordo la tristezza nel seguire un derby in TV in un bar deserto. Tornai a vederne uno del vivo nell'autunno del 1999: fu il derby dell'espulsione di Ronaldo per una gomitata ad Ayala, con l'Inter sull'1-0: alla fine vinse il Milan 2-1.

Lukaku aveva 6 anni, Laitaro poco più di 2, Donnarumma 10 mesi: è rimasto il mio ultimo derby dal vivo.

Fonte: https://romanticamentecalciofili.wordpress.com/2015/08/07/il-romantico-derby-di-milano/ 




domenica 2 aprile 2017

The San Siro Palasport and me (1976-1985)



I'm back. A few days ago, while I was wondering from where to begin to tell about my memories, I read of the commemorations of the European Indoor Athletics Championships in Milan. So I decided to tell about my childhood and boyhood experiences at the sports arena (Palasport) of San Siro in Milan.



The San Siro sports arena was opened in 1976 and was greeted with amazement, even by those who were a little older than 8, as I was then. Only a few mountaineer pointed out that it could have some problems in case of snow (Aldo Giordani, the great basketball journalist, told it). One of the first events that took place there was "It's a knock out." I would have liked to see it live, but at home they thought I was crazy, my mother told me, "we would not go even if we lived in front of the sports arena." They said it was an event  made for TV, which was undoubtedly true, but there was a live attendance, so they must have obtained tickets somehow.


I do not remember which was at first occasion when I actually went there. The sports  I went to see there were three: athletics, cycling and basketball. Every year a tennis tournament was also played there, but that I had never gone to see him: I'd go later, in the '90s, when it was played at the Assago Forum. For athletics I remember the two editions of the European Championships: I've recently learned they were in 1978 and 1982. Of the first I remember especially the women's high jump, with the duel between Simeoni and Holzapfel of West Germany (Ackermann of East Germany was not there). At the time, they jumped in silence, there was no rhythmic clapping, but we made a poor show: the speaker had to call not to disturb the German. I also remember Mennea, I thought it was in the 200, instead I read that he was in the 400, 200 at that time were not even run. Then the pole vault(obviously men's, at that time it was the only one) with 4 at 5,45 and 12 failed attempts at 5.50, with victory for  Olympic champion Sluzarski. I also remember the victory ceremony of men's high jump, held the day before, with the then nineteen Yashenko,  like the sports hall, destined to a bad end (yes, of the Champions I have mentioned only Simeoni is still alive).


In 1982, I remember especially the two races of the high jump, both with 3 athletes to try the world record. Among men a Swiss won with 2.34 (the world record was 2.35), among women I don't remember.For cycling I went to see every year the Six Days of Milan, sometimes even twice in a season. Once I even gave up the match at the San Siro stadium(where my father went regularly) for it. I saw both Moser and Saronni (my father was a fan of the former, I of the latter), but not in the same year.


For basketball I watched mainly the Milan-Cantù matches, as my father was a fan of the former and I of the latter. I have remained in mind 4 matches: the first two are those of playoff 1981 both won by Cantù, the first by 2, the second by 1 after double overtime. It was a best of 3 playoff: in between there was the Milan victory at Cantù. So Squibb Cantù (Squibb was the sponsor) got to the final against Bologna and won: I tried to go to watch it, but found no tickets.


About the third I actually do not remember anything, but I remember what happened just before. The matches were disputed immediately after the football ones (the venue was opposite the stadium) that day at San Siro there was Inter-Napoli. To get there in time we left the football match at about the 40th of the second half, with Inter 2-0. On the stairs we heard of the 2-1, arrived at the indoor stadium we learned that Napoli had equalized. That game was also famous because it was also the last covered by Beppe Viola, then my favorite sportswriter: after asking if the MVP had been San Gennaro, he suffered a stroke and died.


 The last match was also the last time I went to the arena: it was in November 1984. I remember Riva making 10-of-17 in 3-pointers (today it would be no big deal, but then, the first year of the 3-point shot, it was), Cantù was long in the lead but eventually lost.I thought I'd be back for the Six Days of 1985 and I was also looking forward to the athletics meeting scheduled for March, but nothing of all this: happened in January 1985 the snow brought down the roof. Immediately they spoke to repair it in years, then there were bureaucratic obstacles and at the end the venue was torn down. I saw the hole for long from the football stadium, I believe there are some office towers now  .

domenica 26 marzo 2017

Io e il Palasport di San Siro (1976-1985)

Click here for English version

Rieccomi. Qualche giorno fa, mentre mi chiedevo da dove cominciare per raccontare le mie memorie, ho letto delle commemorazioni degli Europei indoor di atletica a Milano. Ho deciso quindi di raccontare delle mie esperienze di bambino e adolescente al palasport di San Siro.

Il palasport di San Siro fu inaugurato nel 1976 e fu accolto con grande meraviglia, anche da chi aveva un po' di più dei miei 8 anni. Solo qualche montanaro faceva notare che avrebbe potuto avere qualche problema in caso di neve (lo raccontò Aldo Giordani). Una delle prime manifestazioni che vi si svolsero fu "Giochi senza frontiere". Mi sarebbe tanto piaciuto andare a vederli, ma a casa mi presero per pazzo: mia madre mi disse "non ci andremmo neanche se abitassimo di fronte al palasport". Dissero che era un evento (anche se quella parola allora non si usava) per la TV, cosa indubbiamente vera, solo che il pubblico dal vivo c'era, e quindi ci saranno pur stati dei biglietti in vendita.

Non ricordo quale fu a prima occasione in cui ci andai davvero. Gli sport che andavo a vedere lì erano tre: atletica, ciclismo e basket. Ogni anno vi si disputava anche un torneo di tennis, ma quello non ero mai andato a vederlo: ci sarei andato più tardi, negli anni '90, quando si disputava al Forum i Assago. Per l'atletica mi ricordo le due edizioni degli Europei, che ho saputo recentemente essere state nel 1978 e nel 1982. Della prima mi ricordo soprattutto l'alto femminile, col duello tra la Simeoni e la tedesca occidentale Holzapfel (non c'era la tedesca orientale Ackermann). All'epoca si saltava in silenzio, non c'erano gli applausi ritmati, ma ci facevamo sempre riconoscere: lo speaker dovette invitare a non disturbare la tedesca. Ricordo anche Mennea, che mi sembrava fosse sui 200, invece ho letto che era sui 400, i 200 all'epoca non c'erano neanche. Poi l'asta (ovviamente maschile, all'epoca c'era solo quella) con 4 a 5,45 e 12 tentativi falliti a 5,50, con vittoria del campione olimpico Sluzarski. Ricordo anche la premiazione dell'alto maschile, svoltosi il giorno prima, con l'allora diciannovenne Yashenko, anche lui, come il palasport, destinato a una brutta fine (già, dei campioni che ho nominato la sola Simeoni è ancora viva). Del 1982 ricordo soprattutto le due gare dell'alto, entrambe con 3 atleti a tentare il mondiale. tra gli uomini vinse uno svizzero a 2,34 (il mondiale era 2,35), tra le donne non ricordo.

Per il ciclismo andavo a vedere tutti gli anni la Sei Giorni di Milano, a volte anche due volte in una stagione. Una volta rinunciai anche alla partita a San Siro (dove mio padre andò regolarmente) per lei. Vidi sia Moser che Saronni (mio padre tifava per il primo, io per il secondo), ma non nello stesso anno.

Per il basket vedevo soprattutto le sfide Miano-Cantù, con mia padre che tifava per la prima, io per la seconda. Mi sono rimaste in mente 4 partite: le prime due sono quelle dei playoff 1981, entrambe vinte da Cantù, la prima di 2, la seconda di 1 dopo 2 supplementari. Era un playoff 2 su 3: in mezzo c'era stata la vittoria di Milano a Cantù. La Squibb Cantù arrivò così in finale contro Bologna e vinse: io provai ad andare a vederla, ma non trovai biglietti. Della terza in realtà non ricordo niente, ma ricordo bene quello che avvenne subito prima. Le partite si disputavano subito dopo quelle di calcio (l'impianto era di fronte allo stadio): quel giorno a san Siro c'era Inter-Napoli. Per arrivare in tempo cominciammo a uscire verso il 40° del secondo tempo, con l'Inter sul 2-0. Sulle scale sentimmo del 2-1, arrivati al palasport apprendemmo che il Napoli aveva pareggiato. Quella partita rimase famosa anche perché fu anche l'ultimo servizio di Beppe Viola, il mio giornalista sportivo preferito: dopo aver chiesto se il migliore il campo era stato San Gennaro ebbe un ictus e morì. L'ultima partita fu anche l'ultima volta che andai al palasport: era il novembre del 1984. Ricordo Riva che fece 10 su 17 da 3 (oggi non sarebbe niente di eccezionale, ma allora, primo anno del tiro da 3 punti, lo era), Cantù rimase a lungo in testa, ma alla fine perse.

Pensavo che sarei tornato per la Sei Giorni del 1985 e pregustavo anche il meeting di atletica in programma per il marzo successivo, ma non avvenne niente di tutto questo: nel gennaio 1985 la neve fece crollare il tetto. Da subito si parlò di anni per ripararlo, poi ci furono intoppi burocratici e alla fine l'impianto fu abbattuto. A lungo da San Siro si vide il buco, adesso credo ci siano delle torri di uffici.