sabato 30 settembre 2023

Ryder Cup - 1^ giornata (29-09-2023)

 Il primo problema era dove lasciare la macchina per prendere la navetta: per due settimane avevo provato a prenotare un parcheggio, ma non ce l'avevo fatta per problemi sul sito. Avevo scritto anche due volte al servizio clienti, senza mai ottenere risposta. Provo ad andare a La Rustica, da dove la navetta dovrebbe metterci un po' meno, ma non c'è parcheggio, a parte il loro, quindi ripiego su Ponte Mammolo. Arrivato lì, ci metto una decina di minuti a capire da dove partono le navette, vengo mandato due volte da un piano all'altro. Temo anche che non ci sia più nessuno ad aspettarla, che siano già tutti lì (sulla pagina Instagram della manifestazione ho visto la ressa per correre al primo tee all'apertura dei cancelli), invece un po' di gente c'è ancora: la navetta parte subito ed è quasi piena. La maggior parte sono americani, di cui alcuni vestiti da rivoluzionari: è il primo dei tanti outfit originali che vedrò.




La navetta parte alle 8,35. Il sito diceva che ci avrebbe messo 70 minuti: conoscendo le distanze, mi sembravano un po' tanti, ma pensavo che considerassero il traffico dell'ora di pinta. Invece in una ventina di minuti arriviamo: a saperlo non avrei nemmeno provato a prenotare il parcheggio, sarei andato direttamente a Ponte Mammolo. Non idea di quanto distino i cancelli, perché il sito è completamente irriconoscibile, anche rispetto all'Open di maggio : si arriva in una decina di minuti. L'ingresso è abbastanza rapido, solo io devo aspettare perché non mi si apre il biglietto sul telefonino (era assolutamente vietato stamparlo), non c'era molta connessione. Momenti di panico, ma alla fine si apre. Si passano gli zaini al metal detector, ma tutto finisce lì, non me lo fanno aprire. Tutti ti rivolgono la parola in inglese, non qui ma all'interno si troveranno anche tanti addetti che non parlano proprio italiano.

Solo una volta arrivati al percorso, con la buca 9 che è la prima che si incontra, capisco dove siamo. Vedo dall'app che la prima partita è arrivata proprio alla 9, quindi comincio da lì. La folla è enorme e faccio molta fatica a trovare un posto dove vedere. Era quello che temevo, visto che rispetto all'Open non solo c'è molta più gente, ma allora c'erano una trentina di partite contemporaneamente sul percorso, stavolta solo 4. La mattina ci sono i "foursome", gare a coppie in cui i giocatori si alternano nei colpi. Mi ero già reso conto di aver dimenticato  un accessorio fondamentale come il binocolo, ma pochi ce l'hanno e sembra che riescano a seguire molto meglio di me, a parità di distanza.








Intravedo il secondo colpo, mi sembra della seconda partita (la 9 è un par 5, ma quasi tutti arrivano in green o nelle vicinanze con 2 colpi), poi mi avvicino al green e intravedo i putt. Penso di andare avanti nel percorso e piazzarmi in qualche buca prima che arrivino i giocatori, sperando di trovare meno gente, ma mentre mi muovo mi accorgo che si sono liberati dei posti vicino al green della 9 e che sta arrivando l'altro gruppo. Decido quindi di rimanere e riesco a vedere abbastanza bene i putt.

Andando verso la seconda parte del percorso, vedo che nella tribuna alla buca 18 c'è già un po' di gente. Di passaggio intravedo qualcosa alla buca 10, poi vado aventi e mi piazzo alla 12, in una posizione poco oltere l'arrivo del primo colpo, che consente di vedere bene il secondo colpo e abbastanza bene anche i putt. Seguo così seconda, terza e quarta partita, che finiscono tutti pari, anche per via di errori nei putt. Vedo passare tanti svedesi coi colori nazionali, mentre nel pomeriggio si vedranno anche danesi. Dietro di me due signori anziani che parlano tedesco. Moltissimi anche gli americani, con abbigliamenti vari che richiamano i colori nazionali, Uno prenderà il giro il MAGA con una maglietta con gli stessi colori e la scritta "make Tiger great again". Vedo anche un costume da Super Mario e altri da supereroi.







Dopo la 12 si può tagliare verso la 16, dove c'è già tanta gente, ma si riesce ancora a vedere abbastanza da vicino. Decido quindi di aspettare i giocatori lì, ma poco dopo noto che il tabellone comincia a segnare due punti per l'Europa. Mi accorgo quindi che le prime due partite sono già finite, in quanto matematicamente vinte dall'Europa e quindi non passeranno dalla 16. Rimango ad aspettare la terza e per un po' c'è il rischio che non passi neanche quella: alla 14 hanno 3 colpi di vantaggio, che però rimarranno tali alla 15 (con sollievo anche del pubblico europeo), quindi si continua a giocare.  Vedo arrivare una palla in buona posizione, all'inizio penso sia degli europei, poi scopro che è degli americani. La palla degli europei non si capisce dove sia finita: qualcuno dice in acqua, poi quando vanno a battere il secondo colpo si capisce che non era così. Vincono comunque gli americani, che si avvicinano a -2. Anche nel gruppo successivo gli americani vinceranno e si porteranno a -1, ma nel frattempo vedrò dallo schermo che alla 17 gli europei hanno conservato il vantaggio e hanno chiuso.

Anche nell'ultimo gruppo gli europei chiuderanno alla 17, ma io sono troppo stanco per seguirli e, considerato anche che non manca molto all'inizio delle partite del pomeriggio, decido di prendermi da mangiare sulla collina vicino la partenza della 18. Cibo e bevande hanno prezzi esorbitanti: per un panino (anche piccolo) con una cotoletta di pollo, un roesti e maionese al mojito, patatine e bibita spendo €23,90. Comunque è buono (e ci mancherebbe...) . Non trovo a sedere vicino al chiosco, mi sposto in un'altra area ristori lì vicino e lo trovo. Vedo un gruppo di tifosi con una giacca con l'Union Jack accanto alle 12 stelle dell'Europa: bello rivedere questi due simboli assieme e spero che tornino insieme quanto prima. In generale, il simbolo europeo si vede più qui che a palazzo Berlaymont.


Mentre mangio vedo anche la tribuna al tee della 1 che man mano si riempie e infatti quando scendo sperando di vedere le partenze degli ultimi due gruppi è piena e non fanno più entrare. Mentre risalgo verso il green della 1 vedo tanta gente accampata alla 7, e il primo gruppo è ancora alla 2! Vedo i putt alla 1 di quello che penso sia il quarto gruppo. I "fourballs", gare a coppie dove in ogni buca conta il migliore della coppia, sono più difficili da seguire delle partite di stamattina, con i giocatori di ciascuna squadra vestiti uguali e difficili da distinguere dalla distanza a cui li vedo da solo (date anche le mie scarse competenze) fatico a capire a quanti colpi è arrivato ciascuno. A complicare le cose c'è anche il fatto che i putt più corti non vengono eseguiti, si danno per scontati.

Vedo un gruppo alla 2 e al tee della 3, poi taglio verso la 5, nella speranza di trovare posto in una tribuna e riposarmi: sono stanco ed è chiaro che non riuscirei mai a seguire i giocatori lungo tutto il percorso. C'è una tribuna alla 4 e una alla 6. ma sono piene. Mi fermo quindi alla 5, dove incredibilmente riesco a seguire tutta la traiettoria di alcuni tee shots. Alla fine trovo posto nella tribuna al tee della 7, dove sono già passati i primi due gruppi e si aspetta il terzo. C'è un gruppo di tifosi vestiti di giallo col simbolo dell'Europa e la scritta "Guardians of the Cup": uno in particolare dirige il tifo e canta inni in onore di McIntyre e Fitzpatrick. Vedo il terzo e il quarto gruppo, ma non ci capisco molto: già al tee non sono in grado di distinguere i giocatori né di capire dove finisce la palla, figuriamoci nei putt (è un par 3). Rischio anche di addormentarmi.








Mi sposto verso il green della 9, ma la folla è enorme: riesco a vedere poco della seconda partita, un po' più della terza, poi rinuncio ad aspettare la quarta sono troppo stanco. Mi dirigo verso la 16, dove spero di sedermi in tribuna e concludere lì la giornata. Arrivato alla tribuna, vedo che c'è una fila e penso di non avere speranza, visto che difficilmente qualcuno se ne andrà prima dell'arrivo degli incontri, invece pian piano dei posti si liberano e dopo un po' riesco ad entrare. La tribuna, come tutte le altre, è sotto il sole: il caldo è stato devastante tutto il giorno, solo adesso sta diminuendo. Ci sono due schermi, ma dalla mia posizione uno è coperto dagli alberi e uno è lontano: non riesco a capire quali incontri stia trasmettendo. L'attesa è lunga, la buca 15 della prima partita sembra non finire più, e dire che è un par 4.

Alla fine si vede la prima palla della prima partita: è dell'Europa ed è vicino al green (la buca è par 4 ma quasi tutti arrivano vicino al green col primo colpo, e qualcuno anche nel green). Vedo arrivare tre palline, di cui una (americana) in acqua: ne vedrò invece solo una nella seconda partita e due nella terza. Hutton col secondo colpo arriva a una distanza che consente di evitare il putt. Thomas invece lo deve fare, pur essendo molto vicino, e lo sbaglia: boato "calcistico" del pubblico. Il boato sarà ancora più forte alla seconda partita, vinta dall'Europa con un colpo incredibile di Rahm, che imbuca dal rough poco fuori il green. Gli USA vinceranno invece la terza, durante la quale si avrà la conferma che la quarta non arriverà alla 16, l'Europa l'ha chiusa prima.




Mentre vado verso l'uscita, leggo che le prime due partite sono finite pari, nella seconda l'Europa ha rimontato alla 18, mentre la terza dovrebbero vincerla gli USA, sono aventi due colpi dopo la 16, Arrivo alla fila per i pullman, che è disordinata, nessuno controlla che non salgano più persone di quante ce ne stiano Vedo che ci sono anche pullman di linea, con più posti a piedi che seduti e spero di non dover fare il viaggio di ritorno in piedi: alla fine riesco a sedermi, dopo aver temuto di non farcela. Sul pullman apprendo che gli americani non sono riusciti a vincere nemmeno la terza partita, finita pari: siamo 6 1/2-1 1/2. Durante il viaggio ci saranno ancora cori in stile calcistico in favore dell'Europa.

Il mio prossimo appuntamento con il golf è per il 1 agosto 2024 a Parigi, quello con la Ryder Cup temo mai e mi dispiace perché è stata un'esperienza fantastica, ma per dirla con Guccini", "è l'espressione del poco che vivere c'è dato"

martedì 26 settembre 2023

Empoli - Inter (24-09-2023)

 Due partite di campionato in 16 ore. Per buona parte della mia vita di tifoso sarebbe stato impensabile: fino a 20 anni fa semplicemente perché le partite erano in contemporanea, o comunque troppo ravvicinate per vederne due. Poi anticipi e posticipi sono aumentati, sarebbe stato anche possibile andare a vedere due partite in una giornata, ma fino a due anni fa non avevo motivo per farlo, la partita che mi interessava era una per giornata. Poi è arrivato il Monza in serie A, e quest'anno Lazio-Monza ed Empoli-Inter sono capitati nella stessa giornata e sufficientemente distanziate. Quindi, dopo l'Olimpico, eccomi ad Empoli.

Il treno Firenze-Empoli è pieno, ma soprattutto di turisti, quelli che vanno allo stadio sono una minoranza. Arrivo in zona stadio con ampio margine: vedo passare due pullman del club "I belli de Roma", che non conoscevo. Stavolta il mio posto è dal lato opposto all'anno scorso (inteso come campionato, in realtà sono cinque mesi), la tribuna è quella di due anni fa , mi ricordo che l'ingresso era nascosto, avevo fatto tutto il giro dello stadio per trovarlo. Stavolta è ancora nascosto, dietro il camion della TV: lo trovo molto prima di allora, ma sempre al terzo tentativo. E' comunque quello con meno coda. Una volta dentro, devo fare il giro della tribuna per trovare il mio posto: non vedo la lettera della fila (ma guardavo l'unico lato su cui non c'era).

Sono quindi al mio posto alle 11,55, ossia 35 minuti prima dell'inizio: da quando i posti sono tutti numerati raramente sono arrivato così in anticipo. Avrei tanto voluto arrivare con quest'anticipo ai Mondiali, ma non ci sono mai riuscito. Il mio posto è al di là della linea di fondo: dietro di me un bambino si lamenta che si vede male, ed è difficile dagli torto. Il settore è tutto nerazzurro, solo nel finale si sentirà una voce incitare l'Empoli. Si vedono maglie di diverse epoche, anche di giocatori che non hanno lasciato un buon ricordo: per fortuna io non corro questo rischio perché la mia maglia è personalizzata, solo il numero, riferito all'età di allora, mi ricorda il tempo che è passato. Lo stesso clima c'è in tutta la tribuna e in una delle due curve: i tifosi di casa sono nella tribuna principale (una delle poche squadre che ha gli ultras sul lato lungo dello stadio) e anche loro sono comunque più degli anni scorsi. La tribuna dal mio lato e la curva ufficialmente "ospite" sono quasi completamente piene, la tribuna principale e l'altra curva per buona parte.





Quando arrivo, deve ancora cominciare il riscaldamento: entra prima l'Inter, poco dopo l'Empoli. le squadre escono verso le 12,15; ci si aspetta che annuncino le formazioni, invece niente. L'altoparlante durante la partita annuncerà in cambi, ma non si sentirà niente. Non arriveranno informazioni nemmeno dal tabellone, che per tutta la partita trasmetterà solo pubblicità: solo alla fine comparirà il tabellino.


Si parte: nel primo tempo l'Inter attacca dal mio lato. La sensazione è la stessa della finale del Mondiale  club contro i congolesi: se vinciamo è ovvio, se non vinciamo è una figuraccia epocale. Mi auguro che si risolva nel primo tempo, non solo per non soffrire, m anche per vedere più azione. E all'inizio di azione se ne vede: subito un'occasione con Calhanoglu, poi un'altra: sembra che il gol sia questione di minuti. Poi il ritmo cala, e le poche volte che l'Empoli si fa avanti temo sempre la beffa.  Verso la metà del primo tempo testa di Darmian dall'altro lato rispetto asl mio e salvataggio sulla linea.. Al 35', su azione di calcio d'angolo vedo Frattesi segnare di testa, ma l'arbitro annulla e non capisco perché, ero vicino e non mi sembrava fuorigioco. Leggerò poi che l'ultimo tocco era stato di Thuram, ed era lui in fuorigioco.




Il primo tempo finisce 0-0. Nell'intervallo non mi muovo: troppa folla e non ci sono neanche molti posti dove andare. Si riprende: cambierò qualcosa? Si cerca di capire quali potranno essere i primi cambi, ma non è facile, si scaldano dal lato opposto. Al 50' il gol arriva: diagonale di Di Marco nel sette. Ci sono altre occasioni: ancora Di Marco, poi Thuram, ma rimane 1-0, e l'Empoli si fa sempre più avanti. A un quarto d'ora dalla fine hanno una punizione dalla tre quarti: Sommer si deve tuffare, ma non sembra una parasta poi così impegnativa. 85' e la palla è quasi sempre nella nostra metà campo: chi avrebbe mai pensato di dover guardare così tanto l'orologio contro l'Empoli? Penso che forse mi sto preoccupando troppo, in fin dei conti non sono mai arrivati in area con la palla, ma subito dopo ci arrivano due volte; entrambe le volte finisce con un angolo, su cui esce Sommer. Al'88' restiamo pure in 10, per l'infortunio di Arnautovic. I minuti di recupero sono 5 (magari ne bastava uno in meno) e come al solito al 90' il cronometro del tabellone si ferma: devo guardare il mio una, due, tre volte, ma alla fine il fischio finale arriva.





Si esce un po' più rapidamente degli altri anni, ma all'uscita mi perdo. Tornerò l'anno prossimo? Vista la prestazione dell'Empoli oggi, ci si può sperare.

lunedì 25 settembre 2023

Lazio - Monza (23-09-2023)

 Il tram da Flaminio è pieno, si fatica a salire: strano per una partita non di cartello di una squadra che non va neanche benissimo. Poi scopro che c'è anche un concerto al Foro Italico. Infatti di coda all'ingresso ce n'è pochissima, sia al primo cancello, sia ai tornelli: alle 20,15 sono già ai mio posto. Il mio settore è ancora in gran parte vuoto, tutta la parte alle mia sinistra ancora di più, c'è più gente nella Tevere alla mia destra e nella Curva Nord.




Poco dopo il mio arrivo finisce il riscaldamento e cominciano ad annunciare le formazioni. Prima danno quella del Monza in modo completamente piatto e in ordine di numero (il centravanti è il quarto), quindi non si capisce niente, Quando è il momento di quella della Lazio, scendo a incontrare il mio vecchio amico laziale, con cui ho visto il primo Lazio-Inter nel 2000, quindi me la perdo: sento alla fine che annunciano Immobile 6-7 volte. Quando sto tornando al mio posto, vedo qualcuno con un trancio di pizza e decido di prenderlo anch'io, prima pensavo di non aver fame.

Quando torno al mio posto, mancano pochi minuti e stanno cantando l'inno. Dopo ci sarà anche una versione di "My way", cantata al buio che mescola versi dell'originale con versi sulla Lazio. Lo stadio si è abbastanza riempito, la Curva Nord è quasi completamente piena. la Tevere anche, ad eccezione dei settori più verso sud, dal mio in poi, Sono invece deserte Tribuna Monte Mario e Curva Sud. I tifosi monzesi si disperdono nel settore ospiti e sembrano non esserci quasi: all'inizio della partita si raggrupperanno nelle prime file e si vedrà che sono almeno 200. Prima di cominciare ci dovrebbe essere il minuto di silenzio per Napolitano, ma di silenzio ce n'è ben poco: si sentono prima fischi, poi anche applausi, dopo pochi secondi si preferisce chiuderla lì e cominciare.





Si parte. L'anno scorso sembrava una gara a senso unico, partivo con l'idea che ogni minuto che il Monza resisteva era tanto di guadagnato, adesso è davanti in classifica. Nel primo tempo, il Monza attacca dal mio lato. Dopo un paio di azioni da ciascuna parte, Izzo cerca di fermare Zaccagni che entra in area: cadono entrambi, ma è rigore. Dal poco che avevo visto, effettivamente mi era sembrato. Tira Immobile e segna. A differenza dell'anno scorso, il Monza in svantaggio dopo soli 12', ma si capisce subito che non è finita: i brianzoli si fanno subito sotto e arrivano in area abbastanza facilmente. Intorno al 20' Colombo (così mi era sembrato, leggerò poi che era Gagliardini) potrebbe tirare, ma preferisce servire Mota Carvalho, che segna, ma è in fuorigioco. Il gol arriva al 31', con un'azione manovrata che libera al centro dell'area il tanto vituperato (quando giocava nell'Inter) Gagliardini, Esulto a bassa voce, ma penso che nel silenzio dello stadio (a parte il settore ospiti, che è dal lato opposto al mio) mi si noti lo stesso, comunque nessuno reagisce. Dietro di me c'è un gruppo che parla una lingua che sembra tedesco, ma non lo è, o almeno spero, visto che non capisco una parola (il tedesco dovrei capirlo). Li sento nominare Isaksen, quindi forse sono danesi. Solo dopo un po' mi accorgo che la Lazio schiera un giocatore che conosco solo per le liste del fantacalcio, appunto Isaksen, e uno nemmeno per quelle, Guendouzi.



Il primo tempo finisce con un'altra occasione del Monza: colpo di testa di Mota Carvalho fuori di poco. Nell'intervallo approfitto di un vantaggio che l'Olimpico ha rispetto a stadi più moderni come l'Olimpico di Londra o lo stadio dell'atletica di Budapest: i bagni anche nell'anello superiore. Poi mi prendo da mangiare e rientro giusto in tempo per la ripresa. Nel secondo tempo la Lazio ha due occasioni, una all'inizio e una alla fine, entrambe nate da disimpegni sbagliati del Monza. Nella prima, Immobile prende il palo, nella seconda Di Gregorio esce sempre su Immobile e riesce a togliergli la palla. L'attaccante cade, quindi per un bel po' temo il rigore, anche perché l'azione non si ferma, quindi rimaneva il rischio che tornassero indietro col VAR. In  mezzo ci sono tante occasioni del Monza, anche se nessuna proprio clamorosa. A un certo punto, dopo una mischia, la  palla entra e per un po', nel gelo che cade sullo stadio, non si capisce se il gol è valido o no. Non lo è: non capisco il perché, ma per quello che vedo dalla mia posizione, potrebbe essere successo di tutto.




Il pubblico di casa è sempre più sfiduciato: a 2-3 minuti dalla fine del tempo regolamentare comincia a sfollare. Finisce 1-1 e io ho non oso tanto dire che il Monza è andato più vicino a vincere che a perdere: in fin dei conti la Lazio ha preso un palo. Lo dirà invece il mio amico. All'uscita si vede poca gente: forse per la prima volta in quasi 50 anni che vado allo stadio troverò i mezzi meno affollati al ritorno che all'andata. 

E domani mi aspetta Empoli-Inter

sabato 16 settembre 2023

Campionati Europei di pallavolo maschile: semifinali (14-09-2023)

 Arrivando al palazzetto, mi chiedevo quanti sarebbero già stati lì per la prima partite, Polonia-Slovenia e quanti sarebbero venuti solo per la partita dell'Italia. A giudicare dai parcheggi sembra che siano già in tanti: si cominciano a riempire anche gli spartitraffico. Poi ci sono pur sempre i polacchi e gli sloveni e passando se ne vedono, soprattutto i primi. Trovo parcheggio a circa 600 metri, tra l'altro vicino all'ambasciata nordcoreana, e arrivo davanti ai cancelli verso le 17,40. Al primo cancello che incontro la coda è spaventosa, come ne ho viste raramente: fa avanti e indietro, si fa fatica a vedere la fine. Mi metto in coda, poi comincio a pensare che forse non mi riguarda: a prendere i biglietti più cari (erano rimasti solo quelli) si avrà pur diritto a qualche privilegio. Infatti quella era la fila per il terzo anello: c'è un ingresso per ogni anello, quello per il primo ha anch'esso un po' di coda, ma molto meno, in cinque minuti sono dentro.

Mentre vado verso il mio settore (devo fare circa un quarto di giro) sento le presentazioni. Entro nel recinto intorno alle 18, ma non hanno ancora cominciato: i sestetti  stanno prendendo posto. La mia fila è la seconda scendendo, quindi la penultima del primo anello. Su ogni seggiolino c'è un cartoncino tricolore coi segni per piegarlo a ventaglio- Lo piego e conto di usarlo per sbatterlo e fare rumore, tanto da sventolare ho la mia bandiera. Il mio settore è quasi tutto vuoto, quelli alla mia destra sono un po' più pieni, soprattutto di polacchi. Anche il secondo e il terzo anello sono in gran parte vuoti, eppure c'era l'esaurito da settimane: saranno tutti ancora in fila? I polacchi sono decisamente più degli sloveni (del resto, in partenza sono già 20 volte di più…): questi ultimi si trovano soprattutto in due settori del secondo anello, in uno proprio dietro ai polacchi (inutile dirlo, senza poliziotti a dividerli)..









Si parte, e scopro che si vede benissimo e si sente anche il rumore dei tocchi. Uno potrebbe pensare "e ci mancherebbe, con quello che ho pagato", ma per me non era scontato: essendo dietro al campo (dal lato in cui nel primo set ci sono i polacchi) temevo di non vedere bene il lato opposto, Invece per il gioco non c'è problema, solo se una palla cade in fondo all'altro lato fatico a vedere se e dentro o fuori. In realtà però ho lo stesso problema dal mio lato: mi sembrerà di fare più fatica a capire se una palla è dentro o fuori qui che nel tennis, dove pure la palla viaggia molto più veloce.

Primo set all'insegna dell'equilibrio: nessuna squadra avrà mai più di 2 punti di vantaggio. Finisce 25-23 per la Slovenia. Vado a prendermi da mangiare: appena usciti dal mio settore c'è un bar gestito dall'Autogrill.  Rientro che la Slovenia conduce 4-2 nel secondo set: arriveranno anche a 7-2, il primo break della partita, ma i polacchi li raggiungeranno presto, mi sembra sul 9-9, e poco dopo prenderanno loro il largo, vincendo 25-21. Terzo set equilibrato fino a circa metà, poi sul 14 pari la Polonia fa 3-4 punti consecutivi e tiene il vantaggio fino alla fine 25-20. Io simpatizzavo per l Slovenia fin dall'inizio, ma nel quarto set in modo particolare: voglio il tie break, voglio accorciare la pausa il più possibile. Il palazzetto si è un po' riempito, ma rimangono ancora tanti posti vuoti, almeno il 40%. La Slovenia parte bene, all'inizio rimane anche un po' in vantaggio, poi la Polonia prenderà la testa e la conserverà fino alla fine, anche se mai di più di 4 punti. Finisce 25-21, quindi 3-1: i polacchi festeggiano sugli spalti, poi anche fuori, ma gli sloveni continuano a sventolare le loro bandiere.






Esco dal palazzetto, do un'occhiata agli stand della federazione: niente di particolarmente interessante. Poi provo a prendermi da mangiare: c'è una lunga coda e dopo un quarto d'ora sono abbastanza vicino per rendermi conto che non è rimasto più niente da magiare, a parte snack e patatine. Rinuncio e torno al mio posto: lo stadio si è completamente riempito, anche il mio posto. Per fortuna l'occupante si scusa subito e scala di un posto: per un attimo non trovo più la mia  bandiera, poi la recupero, ma il cartoncino tricolore è andato perduto. Peccato, perché mi sarebbe servito: nelle pause, soprattutto nel terzo set, buona parte del pubblico lo mostrerà, creando l'effetto di un palazzetto tutto tricolore.


Quando entro, il count down per l'inizio segna 17 minuti. Poco dopo comincia la presentazioni dei giocatori. Si comincia coi francesi: non si sentono molti fischi, solo per Ngapeth un po' di più. Quand'è il turno degli italiani. si sente l'urlo della folla che annuncia ogni nome. Lo speaker si sente molto meno, e non perché sia coperto dalla folla: è l'acustica che non va. La banda dei Carabinieri suona gli inni nazionali: si sente qualcuno cantare anche quello francese, ma quello italiano si sentirà a un volume che fino agli Europei di nuoto dell'anno scorso non avrei mai pensato si potesse avere in Italia.






Si parte: primo punto all'Italia, poi alternanza per metà set: nessuno fa più di 2 punti di fila, la prima volta che una squadra è  in vantaggio di 2 punti è sul 13-11 per la Francia. Li raggiungiamo sul 15 pari e da allora la Francia non sarà mai più avanti, per tutta la partita. Il break decisivo è quando ci portiamo sul 22-18 e teniamo fino alla fine: si chiude 25-21, grazie a una battuta sbagliata dei francesi. Noto, già dalla prima partita, che le azioni con i tre tocchi classici bagher-palleggio-schiacciata sono una minoranza.

Nelle pause lo speaker guida le coreografie, il più delle volte coi cartoncini, ma una volta con le torce del telefonino, che ci fa alzare ed abbassare. Comincia il secondo set, e stavolta l'Italia prende il largo presto: 12-7. Sul 13-8 c'è uno scambio incredibile, lunghissimo, vinto dai francesi. Francesi che comunque non si avvicineranno mai a più di 3 punti: finisce 25-19, anche stavolta con un loro errore al servizio.








Nel terzo set l'Italia parte si porta subito sul 3-0, poi la Francia recupera, ma nella fase centrale l'Italia allunga anche più che negli alti set. Nelle pause l'altoparlante suona hit classiche e recenti, da "Dove si balla" a "Sarà perché ti amo". Intanto, però, l'Italia comincia a sbagliare e la Francia si fa sotto: 20-17, poi 21-20. Al pareggio, però, non ci arriveranno mai: si arriva invece al match point sul 24-22, sperando di chiudere per una volta sul nostro servizio. Va male: i francesi tornano alla battuta: la palla va subito a terra (dal mio lato), mi sembra fuori, ma non sono sicurissimo. Il challenge conferma: 25-23, quindi 3-0: parte la festa in campo e sugli spalti, Quasi nessuno degli spettatori se ne va: si aspetta, col cartoncino tricolore in mano, il saluto tra le squadre e poi che gli italiani, dopo aver ballato, posino per la foto di rito. Solo allora un po' di gente comincia ad andare, e a questo punto lo faccio anch'io.








Per la nazionale, l'appuntamento è sabato per la finale. Per me, il prossimo appuntamento con la pallavolo è per il 31-07-2024, per una partita del torneo femminile, chissà di quali squadre.