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mercoledì 31 luglio 2024

Olimpiadi di Parigi: canottaggio e nuoto (30-07-2024)

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 E il giorno finalmente è arrivato, per la prima volta in vita mia ho visto un italiano vincere una medaglia alle Olimpiadi. 12 anni fa, a Londra, avevo visto preparare la medaglia ed arrivare alla certezza di vincere almeno l'argento, ma non avevo visto il finale. Grazie, Greg Paltrinieri, anche se per un attimo abbiamo sperato andasse ancora meglio, è un'altra medaglia che corona una carriera fantastica.




Ma cominciamo dall'inizio. La giornata era cominciata presto (decisamente troppo) con la sessione di canottaggio. Arrivo alla stazione di partenza delle navette verso le 9,15, ormai è chiaro che la vedrò cominciata (l'inizio era alle 9,30). C'è comunque un po' di gente che arriva a quest'ora. Tra questi, i familiari di Nicolas Kohl, del quattro senza italiano, che incontro sulla navetta: in tutto il mio soggiorno parigino, finora, non avevo mai visto così tanti italiani assieme. Arrivata la navetta, c'è ancora un bel pezzo da fare (al ritorno lo misurerò: sono circa 1250 metri): quando ero stato a vedere la canoa fluviale, avevo visto che il bacino delle acque ferme era più lontano, ma non pensavo di così tanto.

Entro che sono quasi le 10 e fa già molto caldo, guardo dove sia il mio posto e scopro... di non avere un posto: sono posti in piedi! Torno a chiedermi chi me l'ha fatto fare, dopo che l'avevo già fatto al momento di alzarmi. E' in corso il quarto quarto di finale del singolo donne: mi sistemo nel primo posto che trovo, verso la boa dei 1500 metri, aspettando che passino. Finito, faccio per allontanarmi, ma vedo che sta già per partire il primo quarto di finale del singolo maschile. Le gare sono praticamente a ciclo continuo: le partenze sono ogni 10 minuti, il che vuol dire che tra l'arrivo di una e la partenza della successiva ci sono circa 3 minuti, ma non si notano: proclamato il risultato ufficiale di una gara, cominciano la presentazione della successiva.





Vado qualche metro più verso la partenza, e da lì vedo i primi due quarti del singolo, noto che il periodo in cui le barche sono in vista è di circa 2 minuti. Poi devo proprio andare a prendermi da bere e in bagno. Al ritorno, cerco un sistemazione migliore: trovo un posto meno affollato, dove posso anche sedermi quando le barche sono lontane. Ha però il difetto di essere lontano dagli schermi, per cui per la maggior parte del tempo per sapere i piazzamenti bisogna fare affidamento sullo speaker. Da questa posizione le barche sono visibili da poco prima di metà gara fino quasi all'arrivo, ma il tratto in cui la prospettiva consente di capire i piazzamenti è molto più breve, non più di 250-300 metri. Attorno a me solo francesi, più avanti una famiglia olandese: dopo i locali, le nazionalità più presenti sono olandesi e danesi.




Si arriva alla prima gara sia per noi, sia per i francesi: la prima semifinale del doppio femminile. I francesi si esaltano per il loro equipaggio che è sempre in posizione da qualifica (prime tre) e a tratti sembra poter attaccare il primo posto. Festeggiano la qualificazione con  "chi non salta non è francese" (si sentirà anche stasera al nuoto). L'Italia rimane ultima tutto il tempo e nel finale perde anche contatto con la penultima. Dopo le semifinali del doppio maschile, con la Francia che non si qualifica e l'Italia assente, i francesi attorno a me se ne vanno e quindi posso avanzare fin quasi alla prima fila. Vedo i recuperi del quattro senza, prima femminile (senza l'Italia) e poi maschile, dove ci prendiamo la rivincita sulla Francia: l'Italia è in testa tutto il tempo, dopo che mi è passata davanti a mi sembra la stiano raggiungendo Romania e Francia, ma è prospettiva, in realtà siamo saldamente in testa e vinciamo su Romania e Francia, che rimane quindi fuori (passavano in due).



Finite le gare, c'è da tornare alla partenza delle navette in un caldo devastante. La fila per le navette è lunga, ma si smaltisce in un quarto d'ora: confermo che si tratta del servizio di navette più efficiente che abbia mai visto.

Nel primo pomeriggio visito il Parc des Nations, il villaggio che ospita le "case" di diversi paesi. Ho visitato quelle di Colombia e Messico, tra le poche a ingresso libero, ossia che non richiedesse né un pagamento, né una registrazione. Bella esperienza, peccato avere poco tempo.




E si arriva alla sessione serale, con il nuoto. Arrivo a La Defense con un buon margine, quasi un'ora, ma 10 minuti passano per arrivare dalla fermata della metro all'arena e altrettanti in coda all'ingresso. Sono comunque dentro l'arena poco prima delle 20: decido quindi di prendermi da mangiare. Non si rivela una buona idea: non ci capiamo e invece del toast al curry che avevo ordinato mi danno due birre. Quando riesco ad avere il toast, scopro che non mi piace e lo butto.



Alla fine il margine e quasi esaurito, arrivo al mio ingresso che mancano 10 minuti. Apro la porta e mi trovo davanti la vasca, vicinissima, solo pochi gradini più in basso. In realtà non vedo molto perché stanno facendo un gioco di luce, ma quando le luci si accendono vedo meglio quanto sia vicino, e lo rimarrò anche salito al mio posto. I posti vicino a me sono già occupati, ma nella fila ne rimane qualcuno libero, Poi si riempirà, ma in altri settori rimarrà qualche vuoto, anche se credo che il settore con più vuoti fosse quello degli atleti. Accanto a me, da un lato francesi, dall'altro degli asiatici che quando annunceranno il loro atleta (nei 200 farfalla) scoprirò essere di Taiwan. Nella mia fila ci sono anche cinesi della Repubblica Popolare e persino colombiani (la Colombia non era rappresentata). Nella fila davanti, americani e britannici, attorno, australiani e, si vedrà negli 800 sl, anche molti irlandesi. Nelle prime file del mio settore c'erano anche numerosi italiani.


Già quando annunciano i partecipanti alla prima gara, si vede che, dopo i francesi, i più numerosi sono americani e britannici, ma sono numerosi anche gli australiani e, come dicevo, gli irlandesi, Quando annunceranno Noè Ponti si vedrà che c'è anche una buona rappresentanza di svizzeri. Anche i cinesi sono più di ieri al tiro con l'arco (ieri sono andato a vedere l'arco a squadre, ma per problemi tecnici col PC non ne ho potuto scrivere). Tra i paesi di tradizione natatoria, sono invece sottorappresentati Ungheria, Canada e Svezia. La prima credo sia addirittura l'unico paese rappresentato, oltre al Kirghizistan, di cui non ho visto neanche una bandiera: ne ho visto anche una delle Filippine e un gruppetto dell'Islanda. Ma il tifo più forte è sempre quello di casa: i francesi si esaltano soprattutto per Marchand, il campione dei 400 misti, che gareggia prima nei 200 farfalla, vincendo la semifinale e arrivando il finale col secondo tempo, e poi anche nei 200 rana (e la prima volta che vedo uno gareggiare nella rana e un altro stile), dove farà il miglior tempo. Nella rana scandiranno anche il ritmo di ogni sua bracciata. A volte l'entusiasmo (non solo dei francesi) è tale che si fatica a ottenere il silenzio per la partenza.



Mi accorgo presto che la mia posizione, dietro la vasca lato partenze, è ottima, per l'appunto, per vedere l'ingresso dei nuotatori, la loro preparazione e la partenza (scoprirò poi che consente di vederli da molto vicino, dopo la gara, perché devono passare dal tavolo proprio davanti al mio settore per prendere il pass per la zona mista), ma non consente molto di capire come stia andando la gara, soprattutto in quelle sprint, dove i distacchi sono minori, tranne un po' al momento del tocco. Infatti nella prima gara, le semifinali dei 100 sl, non capirò molto di come stesse andando Miressi, che rimarrà fuori dalla finale per 1/100. Nella seconda, i 200 farfalla, va meglio: nella seconda semifinale vedo che Malek prende il largo. Si arriva alla prima finale, quella dei 100 dorso donne, dove guardando col binocolo mi accorgo che l'australiana McKeown è la prima a toccare.







E si arriva alla gara di Paltrinieri. Dopo i primi 100, dove sono tutti vicini e non si capisce niente, mi accorgo che è dietro ai due nelle corsie accanto, l'irlandese Wiffen e l'americano Finke, ma ai 400 vedo che si è avvicinato, e infatti e risalito dal sesto al quarto posto. Ai 450 è ancora dietro a Finke e Wiffen, ma davanti a tutti gli altri, ai 500 è secondo, ai 600 è in testa e ai 700 ha un buon margine. Nella penultima vasca, però, prima Wiffen, poi Finke cominciano a rimontare. Nell'ultima vasca il mio settore è quasi tutto in piedi e si sente tantissimo il tifo irlandese. Alla fine sono loro a festeggiare e Paltrinieri è terzo: grande gara comunque.



Segue la premiazione dei 100 dorso: il podio è dal lato opposto al mio, mente dal mio lato si alzano le bandiere sui pennoni che vengono calati dal soffitto. Suona l'inno australiano, che a un orecchio italiano ricorda, nell'attacco, "Quel mazzolin di fiori", e non si sente nessuno cantarlo, nonostante gli australiani presenti siano tanti (il testo esiste, ho controllato). Quando invece suonerà l'inno irlandese, dietro di me lo sentirò cantare piuttosto forte. La pausa coincideva col finale della spada: ho potuto quindi leggere dell'oro dell'Italia e quindi della doppia medaglia della coppia Fiamingo-Paltrinieri.



Dopo le semifinali dei 100 sl donne e dei 200 rana uomini, si chiude con la finale della 4X200, che è a 9 per via di un pari merito. Grande coinvolgimento del pubblico, quasi tutto in piedi, visto che, dopo un tentativo della Germania all'inizio, ben presto si risolve in una lotta a tre fra i paesi più rappresentati nel pubblico dopo la Francia: Gran Bretagna, USA e Australia. Alla fine saranno i britannici a festeggiare.




Finita la staffetta, ci sarebbe ancora la premiazione, ma molti si avviano verso l'uscita. Decido farlo anch'io, visto che devo cenare, tornare in albergo e scrivere, ma nella mia fila non lo fa nessuno, quindi devo farmi largo.

Altra fantastica esperienza in un bellissimo impianto e con uno dei pubblici più internazionali delle Olimpiadi, Domani tennis tavolo e pallavolo, nell'impianto vicino all'albergo.

lunedì 29 luglio 2024

Olimpiadi di Parigi: canoa fluviale (28-07-2024)

 L'impianto per la canoa fluviale di Vaires-sur-Marne è molto fuori mano. Solo per arrivare alla stazione dove partono le navette si prendono due mezzi e ci vuole più di un'ora. Arrivati alla stazione, comunque, i volontari indicano subito la partenza delle navette: ce ne sono tante disponibili e non c'è coda. Il viaggio dura una quindicina di minuti, ma arrivati in vista delle tribune rimaniamo bloccati su un ponte per un'altra decina, poi, fatti pochi metri, ci fanno scendere. Per arrivare all'ingresso c'è un sentiero: ai cancelli c'è un po' di coda, ma in cinque minuti si entra.


Alla fine per arrivare ci sono volute poco meno di due ore. Mi chiedo quindi a che ora dovrò partire per andare a vedere il canottaggio, nell'impianto subito dopo questo, che comincia alle 9,30. Di sicuro non seguirò il suggerimento di arrivare un'ora e mezza prima, è tanto se arriverò per la partenza della prima gara. Adesso, intanto, mancano 45 minuti all'inizio: rimane da prendere da mangiare. A differenza di ieri, ci sono chioschi che fanno anche qualcosa in più di uno snack, ma sempre comunque cibi freddi: prendo un panino e un pacco di biscotti. Mentre sono in coda, vedo che le tribune sono ancora vuote per più di metà. La coda dura una ventina di minuti: prima di salire in tribuna, rimane la tappa in bagno. I bagni sono unisex: penso sia la cosa più logica, visto che dentro si entra comunque uno alla volta, ma sembra strano fare la coda assieme alle donne.

Oltre ai tifosi locali, tra cui uno col galletto sul cappello, ho visto spagnoli, tra cui due (maschi) in tutù, sloveni, slovacchi, un gruppo di italiani di lingua tedesca (l'italiana in gara è la suditirolese Stephanie Horn) e anche due con la divisa del rugby argentino (non ci sono argentine in gara). Sulle tribune, però, dopo quelle francesi le bandiere che si vedranno di più saranno le tedesche e si vedrà molto anche il giallo e il verde dell'Australia (la favorita, Jessica Fox, è australiana).






Salito in tribuna, scopro che la mia fila è l'ultima. Il mio posto è rimasto l'unico libero, ma in altri settori, più verso l'arrivo, rimarranno dei vuoti. Ho una bella sorpresa: si vede tutto il percorso! Mi aspettavo qualcosa di simile a una gara di sci alpino o di slittino, dove si vede dal vivo solo una piccola parte della gara. Accanto a me un gruppo di australiani: tra loro un signore anziano che parla italiano, che nell'intervallo mi racconterà della sua esperienza alla cerimonia d'apertura: 2.700 euro per vedere poco, visto che lo show che doveva svolgersi nella sua zona è stato cancellato per il maltempo, e un telefonino da buttare, rovinato dalla pioggia. Dall'altro lato, nel settore accanto, un altro gruppo si australiani, tra cui uno col canguro gonfiabile.

Si parte: la prima, una canadese, si vede subito che fa parecchio fatica. La seconda, una giapponese, si vede va meglio, ma non pensavo di così tanto: 13 secondi. La terza e la quarta, rispettivamente cinese e algerina, miglioreranno ancora: rispetto a chi le aveva precedute, sembravano tanto brave, ma anche i loro sono risultati modesti, che non basteranno a entrare i finale (si qualificano in 12 su 22). Soprattutto all'inizio, fatico a capire come stanno andando le concorrenti: solo dopo un po' mi accorgo che ci sono tre tempi intermedi (all'inizio pensavo uno solo), ma uno o guarda la gara o guarda il tempo, non so se c'è stata una sola discesa in cui li ho visti tutti e tre. Mi accorgo invece abbastanza spesso di essere davanti a uno dei passaggi decisivi: due porte quasi parallele, di cui una in discesa in risalita. Per prepararsi alla seconda, tutte passano la prima all'indietro: il difficile è proprio non scendere troppo per non dover poi risalire. Nella seconda manche una salterà proprio la porta davanti a me e io non me ne accorgerò, anche se avevo visto che aveva problemi.

Man mano si arriva alle più forti. Quando scende la neozelandese, si vede qualche bandiera di quel paese, ma soprattutto beneficia del tifo degli australiani, che sosterranno un po' anche la britannica, che passerà in testa. Arriva la tedesca e sembra di un'altra categoria: nella prima metà sembra fare un altro percorso, più facile. Nel finale prende una penalità (2 secondi), ma chiude in testa lo stesso. Per trovare in classifica un'altra atleta con penalità, bisognerà scendere fino all'ottavo posto. La Horn si difende e chiude terza: ne mancano ancora sei, quindi penso che non chiuderà tra le primissime. Invece molte dopo di lei sbagliano: anche la Fox parte già piano, ma poi prende anche una penalità e chiude ottava. La Horn chiude quindi quarta: penso quindi che la medaglia non è impossibile, anche se le prime due e la Fox sembrano proprio più forti.






La pausa tra le due manche è di poco più di un'ora. Visto che il posto è molto in alto e poi dovrei risalire, per un attimo mi chiedo se è necessario scendere, ma la risposta è sì, perché devo proprio prendermi da bere. Fa veramente caldo, il contrasto con ieri è enorme: meno male che ho il cappellino e la crema solare. Pochissimi rimangono in tribuna, quasi tutti vanno ai chioschi, tanto che l'intervallo si passa quasi tutto lì. Rientro comunque con una decina di minuti di margine, il tempo di sentire il racconto del mio vicino sulla cerimonia d'apertura.


Si riparte: delle prime quattro nessuno fa una grande gara., una salta addirittura una porta. Arriva però la Fox, ed è tutta un altra cosa: a metà gara ha già 3" di vantaggio, chiude con più di 5" sulla seconda e fa più di 3" meglio della migliore della prima manche. Ogni porta viene salutata con un boato, non si sentirà un tifo così neanche per la francese. Anche quelle dopo di lei non fanno nulla di eccezionale, rimangono tutte sopra i 100 secondi (nella prima manche erano scese al di sotto in tre). E' il turno della Horn: parte bene, a metà gara ha poco più di un secondo e mezzo dall'australiana. E' sulla strada per scendere sotto i 100 secondi, penso che se ce la fa si può sognare una medaglia, invece nelle ultime porte fatica, sembra stanca e chiude terza, sopra i 101 secondi. La medaglia è ornai impossibile: sono rimaste in tre e non possono sbagliare tutte e tre. Infatti la britannica che scende subito dopo si inserisce al secondo posto. 

Tocca alla polacca, che spaventa un po' il mio vicino australiano (non il signore anziano, un ragazzo), che dice che nel caso può cantare l'inno polacco, conosce le parole. Alla fine però rimane a più di un secondo. Rimane solo la tedesca: a metà gara è dietro e si capisce che per lei sarà difficile, ma nella seconda parte la si vede prendere in pieno una porta. Già 2 secondi di penalità avrebbero segnato la fine delle sue speranze, ma i secondi sono 50, la porta risulta saltata. Chiude così 11^, davanti solo all'altra che aveva saltato una porta, e la Horn è 5^. Il quarto posto magari era alla sua portata, ma le prime tre erano troppo lontane.




Come la maggior parte degli spettatori, me ne vado subito dopo la fine, non mi fermo per la mini-premiazione (che non si può nemmeno chiamare "flower ceremony", visto che non danno fiori). L'uscita è molto ordinata: gli steward indicano le direzioni per le due navette (ce n'è anche una per un'altra stazione), dal mio lato la coda è lunga, bisogna fare una serpentina, ma le navette a disposizione sono tante e si smaltisce subito. Di navette per eventi sportivi ne ho prese tante, e credo di non averne mai visto una così ben organizzata.

Oggi mi sono illuso per un attimo di una medaglia italiana (l'oro poi l'ho visto a cena, in un kebab di fronte l'albergo), domani ho qualche speranza in più di vederla, nell'arco.