Four Hill Tournement in Garmisch (01-01-2020)

Clicca qui per la versione italiana We arrive at the parking lots around 11.30 am: it waseasier than expected both to get to Garmisch, and to find parking. We get in line for the shuttle: one arrives, and given all the people there, we are afraid we won't be able to get on all, instead compared with Rome at rush hour we are very comfortable.

We enter the stadium shortly after 12 o'clock. We are in the parterre, which is more or less half full, but we manage to make our way and get quite close to the hill. The unnumbered grandstand is most full, the numbered one is almost empty, but will fill up in an hour. German flags dominate, then the largest group is the Poles, with large banners obstructing the view of the scoreboard. Then we see Japanese (also families with children) and Norwegians. Very few Austrians (considering that we are 20 km from Austria): I see some of them at the beginning, then they will be noticed only at the second jump of their best representative. There are no Finnish jumpers, but a Finnish flag is always there. You don't see Italian flags: there should have been mine, but I forgot it in the hotel.

At 12.30 we start with the trial jump. Both the name of the jumper and the result are only announced by the speaker, they do not appear on the scoreboard. Usually announcements are only in German, only some particularly good results from non-German-speaking athletes are announced in English. even when there are no banners of the Poles, it is difficult to look at the scoreboard because of the sun. The Italian makes a disastrous jump, perhaps the worst of all.

After the trial jump, I take a tour of the fan zone. The queue at the toilets is impressive, so much so that I fear I will stay there until the start of the race, instead it goes on quickly.

Instead, I give up taking to drink: all kiosks have long queues.

While waiting for the start of the race, we listen to music, especially traditional German, and we sing. Sometimes the speaker asks the attendance to finish sentences: he does not seem to take into consideration that someone may not understand German. By 2 pm, start time, the sun has disappeared behind the mountain and the cold begins to be felt, so much so that my family will decide to leave after the first run. However, nothing comparable to what I suffered in Lahti or, for other reasons, in Doha.

The Four Hills races are held with the "duels" formula: 25 matchups and the winners and the best 5 losers pass to the second run. We start with the challenges between mid-rankeds (n. 26-n. 25. 27-24) to finish with those between the best and the worst. Unlike usual, the best jumpers have the lowest numbers. Only two duels will be won by the jumper with the worst ranking: among them the one in which Lindvik of Norway will make the hill record with 143.5 meters: he will close the run in the lead and his opponent will be the best loser. When the Germans, who are 12, jump, they can hardly be seen across the forest of flags. I am influenced by the atmosphere and the performances of their two best, Eisenbichler and Geiger (the attendance up especially for the first) seem to me much better than they are. When the Italian, Federico Cecon jumps, the speaker reminds the successes of his father Roberto, but he is another thing: he will close 47th out of 49.

In the brake between the two runs, I begin to feel tired: I have been standing for three hours. The speaker reminds to cheer for the 5 Germans, but in reality he forgets one: they are 6. We start and first a forejumper, then the Norwegian Tande give the impression of risking to fall: Tande will arrive last, but safe. We get to the epilogue: Kobayashi, winner in Oberstdorf and fourth after the first run, shoots 141 meters and therefore seems on track to win again. It's Geiger's turn, and I miss him completely among the flags. However, I understand from the enthusiasm that he did well: 141.5 meters and he takes the lead. Kubicki of Poland does not overtake him: only Lindvik remains, jumping in silence "only" 136 meters, but enough for him. Norwegians aside, the stadium falls silent.

At the exit, given the crowd, I give up looking for a bus and decide to walk: it is just over 2 km, but it is a beautiful, scenic road

4 trampolini a Garmisch (01-01-2020)

Arriviamo ai parcheggi verso le 11,30: più facile del previsto sia arrivare a Garmisch, sia trovare parcheggio. Ci mettiamo in coda per la navetta: ne arriva una, e vista la gente che c'è, temiamo di non farcela a salire tutti, invece in confronto a Roma all'ora di punta si sta comodissimi.

Entriamo nello stadio poco dopo le 12. Siamo nel parterre, che è più o meno mezzo pieno, ma riusciamo a farci largo e ad arrivare abbastanza avanti. La tribuna non numerata è piena per buona parte, la tribuna numerata è quasi vuota, ma si riempirà nel giro di un ora. Dominano le bandiere tedesche, poi il gruppo più numeroso è quello dei polacchi, con grossi striscioni che coprono la vista del tabellone. Si vedono poi giapponesi (anche famiglie con bambini) e norvegesi. Pochissimi gli austriaci (considerando che siamo a 20 km dall'Austria): ne vedo qualcuno all'inizio, poi si noteranno solo al secondo salto del loro migliore rappresentante. Non ci sono saltatori finlandesi, ma una bandiera finlandese c'è sempre. Non si vedono bandiere italiane: ci sarebbe dovuta essere la mia, ma l'ho dimenticata in albergo.

Alle 12,30 si parte col salto di prova. Sia il nome del saltatore, sia il risultato vengono solo annunciati dallo speaker, non compaiono sul tabellone. Di solito gli annunci sono solo in tedesco, solo qualche risultato particolarmente buono di atleti non di lingua tedesca viene annunciato in inglese. anche quando non ci sono gli striscioni dei polacchi, si fatica a guardare il tabellone per via del sole. L'italiano fa un salto disastroso, forse il peggiore di tutti.

Finito il salto di prova, faccio un giro nella fan zone. La coda ai bagni è impressionante, tanto che temo di restare lì fino all'inizio delle gare, invece si smaltisce in fretta. Rinuncio invece a prendermi da bere: tutti i chioschi hanno lunghe code.

Nell'attesa della partenza della gara, si ascolta musica, soprattutto tradizionale tedesca, e si canta. A volte lo speaker chiede al pubblico di terminare delle frasi: sembra non prendere in condizione l'idea che qualcuno possa non capire il tedesco. Per le 14, orario d'inizio, il sole è scomparso dietro la montagna e il freddo comincia a farsi sentire, tanto che la mia famiglia deciderà di andare via dopo la prima manche. Comunque niente di paragonabile a quello che ho patito a Lahti o, per altri motivi, a Doha.

Le gare dei 4 trampolini si svolgono con la formula dei "duelli": 25 scontri diretti e passano alla seconda manche i vincitori e i migliori 5 sconfitti. Si parte con quelli di metà classifica (n°26-n°25. 27-24)  per finire on quelli tra i migliori e i peggiori. Al contrario del solito, i migliori hanno i numeri più bassi. Solo due scontri saranno vinti dal saltatore con la peggior classifica: tra questi quello in cui il norvegese Lindvik farà il record del trampolino con 143,5 metri: chiuderà la manche in testa e il suo avversario sarà il migliore degli sconfitti. Quando saltano i tedeschi, che sono ben 12, si ftica a vedere tra la selva di bandiere. Mi lascio suggestionare e le prove dei loro due migliori, Eisenbichler e Geiger (il pubblico si scalda soprattutto per il primo) mi sembrano molto migliori di quanto non siano. Quando salta l'italiano, Federico Cecon, lo speaker ricorda i successi del padre Roberto, ma lui è un' altra cosa: chiuderà 47° su 49.

Nell'intervallo tra le due manche, la stanchezza si fa sentire: sono in piedi da tre ore. Lo speaker ricorda di incitare i 5 tedeschi, ma in realtà se ne scorda uno: sono 6. Si parte e prima un apripista, poi il norvegese Tande danno l'impressione di rischiare di cadere: Tande arriverà ultimo, ma salvo. Si arriva all'epilogo: Kobayashi, vincitore a Oberstdorf e quarto dopo la prima manche, spara 141 metri e sembra quindi sulla buona strada per vincere ancora. E' il turno di Geiger, e me lo perdo completamente tra le bandiere. Capisco comunque dall'entusiasmo che è andato bene: 141,5 metri e passa in testa. Il polacco Kubicki non lo supera: rimane solo Lindvik, che salta nel silenzio "solo" 136 metri, ma gli bastano. Norvegesi a parte, lo stadio si ammutolisce.

All'uscita, vista la folla, rinuncio a cercare il pullman e decido di farmela a piedi: sono poco più di 2 km, ma è una bella strada panoramica.