giovedì 2 marzo 2017

Mondiali di sci nordico a Lahti - 1^ giornata 2/3/2017


Partenza da Helsinki alle 12.35. Il mio vagone del treno è pieno di tifosi norvegesi, mentre già dal mattino se ne incontravano di svedesi. Ritorno a Lahti dopo 16 anni: c'ero stato per i precedenti mondiali del 2001 e più volte prima per sciare e vedere gare di coppa del mondo. La riconosco abbastanza, anche se c'è qualche novità. Per gli impianti sono 1800-1900 metri a piedi. All'ingresso nessuna perquisizione, e nei chioschi si vendono tranquillamente bevande in confezioni chiuse: il  mondo del calcio è proprio lontano (ed anche altri tipi di minacce)!






Faccio giusto in tempo a mangiare una salsiccia di renna prima di prendere posto: scopro che si tratta di posti in piedi, e per di più ne rimangono solo sui gradini. Avrei dovuto attrezzarmi meglio, con le mie ginocchia malconce. La gara va come doveva andare, Norvegia-Svezia-Finlandia: l'unica sorpresa è la resistenza di quest'ultima, che arriva alla volata con la Svezia. L'Italia fa il suo ed arriva 9^. Alla fine della gara il freddo comincia a farsi sentire: entro nel palasport, anche per sedermi, mi siedo sulle scale e quasi mi addormento. All'interno si canta e si balla (oltre a mangiare e bere): fanno anche la versione finlandese di "Guarda che luna". Sapevo che esistono versioni finlandesi di canzoni italiane, tra cui "L'italiano" (che diventa "Sono finlandese"), ma questa mi mancava. L'intervallo prima della gara di salto sembrava lunghissimo, ma alla fine vola: è già ora di incamminarsi per le tribune del salto, ma mi sarei riposato volentieri ancora un po'. All'arrivo, non controllano nemmeno che uno sia nel settore giusto.



Durante la gara, ho più la sensazione di essere ad un party con sullo sfondo dei salti che ad una gara di salto. Ogni saltatore ha la sua canzone, a volte una del suo paese di origine (per un italiano mettono "Volare", ma non gli porta fortuna: resta fuori dalla 2^ manche, così come gli altri due), a volte una del suo genere preferito, solo che a volte lo speaker (che parla quasi solo in inglese, nonostante almeno il 75% dei presenti sia finlandese) è talmente preso dalla musica che si scorda di annunciare i saltatori. Così, quand'è cominciata la 2^ manche, non me ne sono neanche accorto, anche perché è cominciata in anticipo rispetto all'ora comunicata all'inizio. Dopo i finlandesi, la nazionalità più rappresentata è decisamente la norvegese: si vedono poi alcuni polacchi, pochi tedeschi e ancora meno austriaci, anzi si vede qualche bandiera solo dopo che hanno vinto l'oro. Gli svedesi, presenti in massa al fondo sono scomparsi: mi meraviglia sempre che qualcuno rinunci a qualcosa per cui ha pagato, per quanto poco gli possa interessare. Si vedono due bandiere italiane, compresa la mia: nell'intervallo comunque avevo incontrato qualche italiano, soprattutto di Gressoney.


Domani altra giornata, ma con un occhio anche a Belgrado per gli Europei di atletica: quando ho scoperto di non poter venire la settimana scorsa, come avrei preferito, sono stato un po' indeciso se venire qui o fare rotta su Belgrado.

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