mercoledì 15 maggio 2024

Internazionali d'Italia di tennis (14-05-2024)

 Anche quest'anno sono stato troppo ottimista sui tempi per arrivare al Foro Italico (rileggendo il post di allora mi sono ricordato che l'anno scorso era andata anche peggio), in compenso la ricerca del parcheggio va un po' meglio del previsto (ma ho pur sempre parcheggiato ad almeno 1,5 km di distanza, L'ingresso è abbastanza rapido: alla fine sono dentro verso le 11,40. Visto tutto quello che si era detto sulla febbre del tennis italiano (per quanto sgonfiatasi dopo la rinuncia di Sinner) e le foto del weekend, ero convinto di trovare una ressa da non riuscire a camminare, invece c'è anche meno folla degli altri anni. Certo, non ci sono italiani in singolare, ma di anni senza italiani protagonisti ne abbiamo visti tanti (ok, gli altri anni il torneo durava solo una settimana e quindi al martedì o anche al mercoledì qualcuno c'era ancora). Poi, anche se Sinner ci fosse stato, non l'avrei certo visto, l'avrebbero messo nel serale.



Ho preso il posto dal lato opposto rispetto agli altri anni, per evitare di dover fare il giro attorno al Centrale per aggirare il corridoio d'ingresso dei giocatori: scoprirò poi che il problema non c'era più perché il corridoio è stato abolito, sostituito da un ponte. Entro che è appena iniziato il secondo set tra Fritz e Dimitrov, stavolta mi fanno entrare anche a scambi in corso. Arrivo alla mia fila, la 17, boccheggiando (le scale sono molto ripide) e mi siedo al primo posto: vedo che il mio sarebbe molto più in là e darei troppo fastidio ad andare fin lì. Ci sono molti vuoti, soprattutto dal lato opposto al mio, quello verso il Pietrangeli (inteso come campo), che invece è affollatissimo per l'incontro di doppio di Bolelli-Vavassori (che vinceranno). Si vede qualche bulgaro (anche una famiglia nella fila davanti a me) e in generale il pubblico sembra più per Dimitrov,

Il secondo set è molto bello: tanti colpi vi v sciupa una palla break sul 2-1: smash fuori con campo apertissimo. Fritz serve a 210-220 senza dare neanche l'impressione di forzare, Quando si arriva all'epilogo del set sono combattuto tra il desiderio che la partita continui e quello di andare a mangiare (sono quasi le 13), ma quando si arriva al tie-break tifo decisamente per il terzo set. Nel tie-break, però, il livello cala: ci sono molti più errori che colpi vincenti, soprattutto in occasione dei set e match point. Finisce 13-11 per Dimitrov: si va quindi al terzo set, che però non sarà paragonabile al secondo. Dimitrov perde il servizio al terzo game con una serie di errori, poi Fritz rischia di regalargli il controbreak, ma poi Dimitrov perde ancora il servizio dopo tre doppi falli (e l'unico punto fatto servendo la prima come fosse una seconda). A questo punto spero che l'incontro finisca il prima possibile, e così è: 6-1. Si fa sentire anche il caldo, meno male che stavolta ho tutto l'equipaggiamento necessario: cappellino, occhiali e crema solare. Prima di andare vedo che cambiano la rete e per un attimo mi chiedo perché, poi mi ricordo che il torneo femminile ha altri sponsor.




Naturalmente c'è coda in tutti gli stand gastronomici: provo ad andare a quello di Eataly all'ingresso,, ma vedendo coda anche lì, non provo neanche ad entrare. Di passaggio incontro i Carota Boys, che raccontano di come siano partiti la mattina presto. Rispetto agli altri anni, gli stand gastronomici sono più banali, non ci sono specialità regionali. Alla fine prendo un pezzo di pizza bianca al prosciutto crudo, e non devo neanche aspettare tanto.


Mi accorgo che nel frattempo è già finito il primo set dell'incontro Swiatek-Keys, quindi mi affretto a tornare al campo, senza nemmeno andare prima in bagno, nel timore che la partita finisca presto. Stavolta mi fanno aspettare all'uscita del tunnel: riesco comunque a vedere il gioco, siamo nel primo game del secondo set e la Keys avrà anche una palla break. Entro al cambio campo dell'1-0: visto che la pausa è breve (il primo set era finito con punteggio pari) mi siedo al primo posto che trovo, in prima fila, accanto a una famiglia polacca, Al cambio successivo salgo un po', ma non arrivo alla mia fila, mi fermo alla 10, tanto di posto ce n'è. Ci sono molti più vuoti che nel primo incontro: il primo anello sarà pieno poco più di metà, Si notano tanti polacchi. Il secondo set è molto più equilibrato del primo: la Keys ha un game no sul 2-1 e subisce il break che sarà poi decisivo, ma per il resto sarà la Swiatek (che serve tra i 175 e i 190, velocità che quando hanno cominciato le rilevazioni erano buone per un uomo) a faticare di più a tenere il servizio. Finisce 6-3





Noto con piacere che l'incontro di doppio di Errani-Paolini sul Pietrangeli è ancora in corso e spero di vederne il finale, ma vedo che è impossibile entrare: c'è già una lunga fila in attesa e non ci sarò certo tanta gente che uscirà nel momento decisivo. Lo guardo quindi sul maxischermo sulle pareti esterne del Centrale: le immagini arrivano però con un certo ritardo, quindi l'esito dei punti ci viene anticipato dalle reazioni del pubblico. Le italiane perdono il secondo set, ma poi vincono il long tie break decisivo.



Il tempo di mangiare ancora qualcosa e di andare in bagno (solita coda) e sul centrale è già finito il primo set tra Zverev e Borges. C'è più gente rispetto al secondo incontro, più o meno come nel primo: per trovare un posto libero vicino al corridoio devo arrivare quasi alla mia fila. Si vedono, e soprattutto si sentono, un po' di portoghesi, ma anche qualche tedesco. Sono molto stanco, fatico a seguire la partita, che comunque è di buon livello, ma un po' monotona, giocata tutta di potenza. Zverev vince anche il secondo set, 7-5.






Finito il programma sul Centrale, rimane ancora l'incontro tra Hurkacz e Baez sul Pietrangeli, ma anche questo è inaccessibili, in tanti rimangono in attesa di entrare. Perché certo, rispetto agli altri anni c'è meno gente, ma si gioca anche su meno campi. Non mi resta quindi che andar, ma prima faccio un giro nelle parti del complesso che non ho ancora visto, come i campi 1-6, dove negli anni ho visto tanti incontri, ma quest'anno ospitano solo allenamenti, e il camion di RTL. 


Prossimo appuntamento sabato sempre in zona, per il Rome Sprint allo Stadio dei Marmi. 

lunedì 6 maggio 2024

Roma - Inter femminile (05-05-2024)

 Arrivo allo stadio Tre Fontane verso le 12,05: vedo una fila all'ingresso. Devo prima tornare indietro per tornare parcheggio e poi girare attorno al campo per arrivare al mio ingresso, quindi comincio a temere di vedere la partita cominciata. Mentre faccio il giro vedo che il complesso ha anche una pista di pattinaggio a rotelle, dov'è in corso una gara (artistico femminile). Non so come sia il clima del tifo nel calcio femminile, quindi fino all'ingresso del settore ospiti tengo il giubbotto allacciato, nonostante il caldo, per non mostrare la maglia dell'Inter. Fortunatamente all'ingresso del settore ospiti non c'è coda, quindi riesco ad entrare qualche minuto prima dell'inizio. Quello che entra prima di me dice di essere il padre di una giocatrice, mi dice il nome, Polli, che naturalmente non mi dice niente, non so quasi niente, non so quasi niente di calcio femminile. Scoprirò poi che è la centravanti titolare.


Nel settore ospiti c'è poca gente, non più di una trentina di persone, quasi tutte dell'Inter Club "I Belli de Roma" (che poi è il più grande d'Italia), a cui anch'io mi sono iscritto quest'inverno. Vado nella mia fila, la 9, ma non mi siedo al mio posto, vado più avanti, verso il centro del campo. Il resto dello stadio invece è quasi pieno, ma rimangono dei vuoti ai lati (sia nella tribuna di fronte, sia dal lato opposto della mia). La squadra campione d'Italia non riesce a riempire un piccolo stadio: il divario con gli altri maggiori paesi europei è ancora ampio. Speravo di apprendere i nomi delle giocatrici dal tabellone o dallo speaker, invece non c'è né l'uno, né l'altro: dall'altoparlante si sente solo l'inno, lo speaker si sentirà (poco) solo nel secondo tempo. L'unica è quindi leggere i nomi sulle maglie: ci riuscirò più nel secondo tempo che nel primo.

Si parte: nel primo tempo dal mio lato attacca l'Inter. Sono più o meno all'altezza della tre quarti, ma si vede pene anche l'altra area. Dopo un paio di azioni dell'Inter, la prima occasione è della Roma, al 9' c'è un'attaccante libera in area, ma tira sul palo. Il gol arriva al 16': palla persa in area e attaccante (che scoprirò poi chiamarsi Viens che arriva davanti al portiere (normalmente sono per i nomi declinati al femminile, ma "la portiera" mi ricorda troppo un palazzo, o un'automobile) e non sbaglia. Per qualche minuto il divario sembra davvero netto, sembra profilarsi una goleada: c'è di nuovo un'attaccante della Roma liberissima in mezzo all'area, ma esagera un po' nel voler piazzare e prende il palo.

Sulle tribune i tifosi cantano i loro cori, che ricalcano quelli del calcio maschile: i romanisti parlano anche di "curva sud", anche se in questo stadio le curve non ci sono nemmeno, dal nostro lato Biagio dei Belli de Roma chiama i cori e a un certo punto anche noi parleremo di "curva nord". Intanto sul campo l'Inter si rifà sotto: prima la centravanti (che scoprirò poi chiamarsi Polli) arriva a stento su un cross e manda alto da pochi passi, poi su un altro cross una difensora della Roma anticipa l'attaccante, ma la butta nella propria porta: 1-1. Due minuti dopo l'Inter passa addirittura in vantaggio: palla recuperata sulla tre quarti e botta da fuori area. In mancanza dello speaker decidiamo di farci da soli l'annuncio della marcatrice: uno dice il nome e noi dovremmo gridare il cognome, solo che io non lo so: scoprirò essere Magul. Il vantaggio dura poco, altra palla persa in difesa. giocatrice che prova a dribblare il portiere quando forse non sarebbe necessario e quindi ci lascia sperare che sbagli, invece segna. Hanno appena annunciato il recupero (forse il primo annuncio dello speaker) che l'Inter torna in vantaggio con un bellissimo pallonetto della Bonfantini, primo gol non derivato da un errore delle avversarie. Parte un coro in suo onore, e c'era anche un ragazzo con la sua maglia, unico con la maglia di una giocatrice.





L'Inter chiude quindi il primo tempo in vantaggio: difficile pensarlo alla vigila, quasi impossibile a metà del primo tempo. Nell'intervallo scendo a parlare coi tifosi, alcuni li conosco. Si parla soprattutto della sconfitta di ieri della squadra maschile (col Sassuolo, lo scrivo per chi dovesse rileggere questo racconto a distanza dii anni), gli esperti di calcio femminile sono pochi. Quando rinfacciano a uno di non venire mai nel settore ospiti mi rendo conto che anch'io vedo per la prima volta l'Inter dal settore ospiti. finora c'ero stato solo per un Roma-Torino di Coppa Italia. Una fa notare che le tifoserie sono separate (anche se solo da un nastro e senza poliziotti), ma poi al bar si va assieme.

Si riparte, e nel secondo tempo le emozioni sono molto meno che nel primo: a un certo punto mi accorgo che è già passata la metà del secondo tempo, e l'Inter è ancora aventi. La Roma ha un'occasione che sembra in fuorigioco: il portiere (Cetinja) para, poi sull'angolo segnano, ma stavolta il fuorigioco è netto e lo fischiano. Al 30' la Roma fa una rapida verticalizzazione e segna quasi prima che me ne accorga. Passano altri 5' e la difesa dell'Inter sbaglia un passaggio laterale, la palla arriva alla Giacinti (unica giocatrice che avessi sentito nominare prima) che segna 4-3. L'Inter farà qualche tentativo ma finisce così.





Dopo il fischio finale, le romaniste salutano i loro tifosi e anche noi chiamiamo le ragazza "sotto la curva" ("curva" si fa per dire, naturalmente). Alcune escono anche dal campo e vengono in mezzo a noi: la Bonfantini fa qualche selfie, ma soprattutto la Simonetti si ferma a salutare parecchia gente. Noi facciamo la foto di gruppo con lo striscione del club.





Appuntamento a Frosinone con la squadra maschile, ammesso che trovi i biglietti

domenica 7 gennaio 2024

Frosinone-Monza (06-01-2024)

 Arrivo in zona stadio verso le 12,30, a due ore e mezza dall'inizio della partita. e noto che non ci sono parcheggi intorno allo stadio e quelli sulla via cominciano già a scarseggiare. E no, non perché vogliano incentivare ad andare coi mezzi pubblici: non ci sono collegamenti, almeno che abbia visto. Mi allontano per cercare un posto dove mangiare: al ritorno, un'ora dopo, trovo parcheggio sulla via principale, a due rotonde da quella della traversa per lo stadio, la distanza sarà attorno al chilometro.

Mi incammino seguendo il flusso: ce n'è di gente, mi meraviglio anche che vadano allo stadio con tanto anticipo, per una partita non proprio di cartello. Piove sempre più forte, per cui prego che il  mio posto sia al coperto. Mentre cammino, cerco di vedere la partita dell'Inter sul telefonino, ma si blocca sempre: dopo un'interruzione riesco a vedere il pareggio del Verona, poi dovrò rinunciare. Una volta entrato nello stadio saprò del gol di Frattesi, solo dopo l'inizio della partita leggerò del rigore sbagliato dal Verona. Nelle bancarelle dei gadget noto una forte presenza di magliette e felpe per bambini, sono quasi più di quelle per adulti, Tra le maglie dei giocatori prevale nettamente Soulé, è quasi l'unico. Cerco riparo dalla pioggia in un centro commerciale, dove prendo un caffè: le bariste hanno la felpa degli ultras del Frosinone. A un certo punto mi accorgo di aver lasciato lo zaino in macchina, ma penso che forse è meglio così: non c'era niente di essenziale e risparmierò tempo nelle perquisizioni.

L'ingresso dello stadio è un po' nascosto rispetto alla strada: lo trovo subito perché seguo il flusso, da solo avrei avuto qualche problema. Il viale che costeggia i cancelli è decorato da murales, tra cui uno dedicato a un tifoso morto. C'è un solo cancello per il prefiltraggio per mezzo stadio, ma si entra rapidamente: né lì, né ai tornelli mi chiedono i documenti. Andando verso i cancelli, sento uno chiedersi se ci saranno i monzesi e gli rispondo che almeno uno c'è, e sono io. Sul biglietto c'è scritto che posso scegliere tra sette cancelli: vado al primo che trovo, c'è una piccola coda, 10-15 persone, che scorre rapidamente. Mentre sono in fila, sento il boato per i giocatori che entrano in campo.


Guardando lo stadio da fuori, ho l'impressione che le tettoie non coprano tutti i posti, per cui rimane il suspense se il mio posto sarà coperto: una volta entrato nel recinto, scopro che nelle prime 2-3 file magari si rischia di bagnarsi, ma nella nona, la mia, no. Arrivo al mio posto (trovandolo occupato, ma l'occupante me lo cede senza discutere) verso le 14,25: la mia tribuna è già in buona parte piena, alla fine si riempirà quasi del tutto, mentre quella di fronte, la principale, rimarrà più di mezza vuota, soprattutto la metà inferiore. Naturalmente ciò si spiega con la differenza di prezzo: non capisco la logica nel vendere due posti con la stessa vista, uno da un lato e uno dall'altro, a prezzi tanto diversi. Certo, magari nella tribuna principale c'è qualche servizio in più, ma è difficile che valga un prezzo quasi doppio. Sono quasi all'altezza di una linea di porta, quindi vedo molto bene un'area di rigore, ma abbastanza bene anche l'altra, le tribune sono vicine. Anche i tifosi del Monza non sono pochissimi e nel settore ospiti si notano, non scompaiono come all'Olimpico.






A una ventina di minuti dall'inizio lo speaker annuncia, freddamente, la formazione del Monza, in ordine di numero, quindi di non ci si capisce niente. Poi preannuncia quella del Frosinone, ma subito dopo tace: la formazione della squadra di casa non sarà comunicata, dovrò andarmela a leggere su internet. Solo in quest'occasione mi accorgo che non c'è un tabellone: credo di non aver mai visto uno stadio di alto livello senza un tabellone, e dire che è moderno e confortevole. 

Si parte: nel primo tempo il Monza attacca dal mio lato, ma per il primo quarto d'ora il gioco si svolgerà soprattutto dall'altro, anche se la prima conclusione sarà del Monza (Colpani al 6'). Al 18'. poco dopo il primo corner dei biancorossi, oggi neri (nella foto), Colpani trova Mota libero in area, che segna. I giocatori esultano vicino alla porta dove hanno segnato, che si dà il caso sia davanti alla curva degli ultras del Frosinone, che gli lanciano oggetti contro e insultano Mota, anche se il gol non era minimamente contestato. Al 22' i padroni di casa si mangiano un gol, ma poi si scopre che il gioco era fermo, e rimarrà fermo per almeno 4', senza che si capisca il motivo: non ci sono infortunati e non c'è certo bisogno di rinfrescarsi. Solo alla ripresa lo speaker annuncia che c'è un problema col VAR, che rimarrà fuori uso per 10' e poi ancora nei primi minuti della ripresa- Al 31' Harroui mette una punizione nell'angolo basso, ma Di Gregorio ci arriva: la signora dietro di me parla di fortuna (non in questi termini). Per quasi tutto il resto del primo tempo il Frosinone attaccherà senza essere mai davvero pericoloso, ma uno teme che prima o poi entri. Invece al 45' la palla entra di nuovo nell'altra porta: in contropiede Mota libera Carboni, che salta anche il portiere. Esulta molto pacatamente, ma naturalmente vicino al punto in cui ha segnato, che si trova sempre dal lato dei tifosi avversari. Secondo i miei vicini di sedia avrebbe dovuto attraversare il campo per esultare davanti ai suoi (e magari in tal caso l'avrebbero accusato di perdere tempo)!





Trascorro l'intervallo quasi interamente in coda per il bagno. Si riprende con un paio di tiri del Frosinone, che incertezze del portiere di riserva Sorrentino, subentrato all'infortunato Di Gregorio, faranno sembrare insidiosi. Poi, appena il Monza va in avanti, Soulé, completamente solo. devia nella propria porta un cross innocuo. Essendo dalla parte opposta, all'inizio stento a credere che sia gol: ne sarò sicuro solo quando sentirò lo speaker annunciare, con tono da funerale, il risultato. Il 3-0 però dura poco: subito dopo Harroui, con una bella azione personale, segna il 3-1. Seguono una ventina di minuti di pressione dei padroni di casa, ma senza grandi occasioni, fino a quando D'Ambrosio non stende in area Caso, che lo stava scavalcando. Il rigore è netto, ma il pubblico chiede anche l'espulsione, dimenticando che ormai rigore ed espulsione si danno solo in caso di portieri improvvisati. Soulé segna, e sul 3-2 giocatori e pubblico cominciano a crederci, e anch'io comincio a temere la beffa. Dopo un po', però, la pressione calerà e i frusinati perderanno fiducia, La signora dietro di me inveisce contro congiure interplanetarie ai danni di Frosinone "provincia trascurata" (no, Candido, non è una prerogativa dei tuoi conterranei, o almeno non più).





Finisce 3-2: al terzo tentativo, ho visto il Monza vincere. Per di più, ho visto da molto vicino 4 dei 5 gol. All'uscita, seguo il flusso, ma per un po' mi chiedo se sono sulla strada giusta, ci metterò un po' ad orientarmi. Almeno ha smesso di piovere. Spero di tornare a Frosinone il 12 maggio per l'Iner, ma trovare biglietti sarà dura.