sabato 5 maggio 2018

Mondiali a squadre di marcia a Roma (08-05-2016)

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Tornano i mondiali a squadre di marcia. Viene quindi da pensare alla scorsa edizione, svoltasi a Roma, peraltro nella zona del mio matrimonio (Caracalla). Come si ricorderà, Roma aveva ottenuto questa manifestazione all'ultimo momento, dopo la sospensione della Russia. Pregustavo quindi una due giorni di atletica, invece per la prima volta in 20 anni di carriera quella settimana mi toccò un viaggio di lavoro che comprendeva anche il sabato, quindi potei assistere solo alla seconda giornate, quella della 50 km.

Arrivo sul posto che la gara è appena partita: sono ancora tutti in gruppo. Non c'è molta gente: posso scegliere il posto con la vista più favorevole. Ne trovo uno vicino a una panchina, dove posso sedermi ogni tanto nelle fasi iniziali. C'è anche un chiosco di merchandising dell'evento: compro una maglietta arancione e decido di indossarla subito. Fa molto caldo.

Una delle attrattive della gara era la presenza di una donna, che nella squadra americana non era nemmeno l'iscritto con l'accredito peggiore. Del resto anche nella 10 km. giovanile del giorno prima Noemi Stella, se avesse gareggiato coi maschi, non sarebbe stata l'ultima degli italiani. Si stacca quasi subito, ma per almeno 20 km. mantiene un po' di atleti dietro di lei, all'inizio una decina. Dopo gli italiani è sempre la più applaudita. Quelli dietro di lei si ritirano, uno dopo l'altro, fin che non rimane ultima. Poi si ritirerà anche lei.

Tra il pubblico, spiccano i parenti di De Luca, in particolare i nipotini, con magliette scritte a mano dedicate allo zio. Incontro anche i ragazzi della giovanile, che avevano gareggiato il giorno prima parlano di un fenomeno bielorusso.

Il gruppo di testa si assottiglia, ma rimangono quasi tutti gli italiani: si stacca solo Caporaso. poi rimangono in 5: tre italiani, Tallent e un cinese. Poi rimagono solo Schwazer, Tallent e il cinese. A un certo punto Tallent sembra prendere il sopravvento: penso che Schwazer arriverà terzo, ma va bene così. Invece è Schwazer a prendere il largo: 30 secondi, poi 1 minuto, poi 2. De Luca rimane 4° e Caporaso fa una grande rimonta, fino al 5° posto.

Dopo l'ultimo passaggio mi dirigo verso la stadio Nando Martellini, dove avverrà l'arrivo. Lo trovo già affollato: riesco solo a intravvedere il traguardo. Quando Schwazer lo taglia, si sentono solo applausi, non contestazioni, anche se si vede qualche maglietta con la scritta "Mai pensato di doparmi". Gli altri italiani arrivano 4°, 5°, 8° e 12°: siamo quindi nettamente campioni a squadre. Qualcuno nota che avremmo vinto anche senza Schwazer.

Si sa che. se oggi leggiamo il risultato, ne troviamo uno diverso. Pochi giorni dopo sarebbe cominciata una telenovela che non è ancora finita. Non ho certezze in materia, ma mi viene difficile non pensare che, se Schwazer allora fosse arrivato terzo, oggi gareggerebbe ancora. Indipendentemente dal fatto che sia colpevole o innocente.




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