sabato 2 giugno 2018

Golden Gala (31-05-2018)

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Parcheggio verso le 19,20. Rispetto all'anno scorso va un po' meglio: ci sono più parcheggi aperti e non sono lontano come allora, anche se speravo un po' meglio. Prendo i biglietti di tribuna Monte Mario, lato arrivi: voglio vedere Tortu da vicino e poi mia figlia può usufruire dello sconto under 14 (non c'è per tutti i posti).

Entro nello stadio alle 19,45. Il mio posto è in 10^ fila, ma ci sono tanti posti liberi, quindi ci sediamo intorno alla  25^. Si vede molto bene la zona d'arrivo, siamo anche vicini alla pedana dell'alto, ma un po' troppo di lato: si fa fatica a vedere l'asticella, la vedo solo col binocolo. C'è gente, più degli anni scorsi: la tribuna Tevere si riempirà quasi del tutto, a parte i due angoli, coperti dalle decorazioni Diamond League, che comunque occupano meno spazio degli altri anni.

Quando arrivo, è in corso la finale del Palio dei Comuni: avrei saputo poco dopo di essermi perso una grande gara dei 200 allieve. C'è anche il disco, già senza Kirchler, e l'asta, in cui qualcuno è già uscito o sta per farlo: in 3 non supereranno neanche i 5,35 iniziali. Alle 20 si parte con le gare su pista, e abbiamo già il personale della Folorunso.

Parte un'altra gara attesa: l'alto. Al contrario dei grandi campionati, si sale fin troppo lentamente: alle prime due quote (1,80 e 1,84) non esce nessuna, alla terza (1,88) solo 3. La Vallortigara stenta a 1,84, ma poi supera anche 1,91 e 1,94 e arriva addirittura terza, la Trost invece va tranquilla fino a 1,88, ma poi a 1,91 si spegne la luce. Pochi dubbi sulla vincitrice: la Lasitskene (o come diavolo si scrive, forse è maglio continuare a chiamarla Kuchina) sbaglia a 1,91, ma rimedia subito e chiude a 2,02. Devo dire che di profilo la Levchenko sembra persino più bella, anche se, come quasi tutte le saltatrici in alto, la sua magrezza è impressionante.

Si prosegue con le corse: i 400 donne con le tre italiane. La Lukudo non l'avevo mai vista dal vivo: è la più piccola del gruppo. La Grenot sembra competere con le prime fino al rettilineo d'arrivo, poi si spegne. Poi i 400 uomini, con Re che spara un tempo che di solito era già tanto se un italiano faceva nel pieno della stagione, figuriamoci all'inizio. C'è anche il lungo, sul rettilineo opposto: capisco presto che si vede meglio dallo schermo, ma non mi rassegno, cerco di vedere la rincorsa dal vivo e volo e atterraggio sullo schermo. Dallo schermo si nota che il salto di Echeverria è lunghissimo, ma non pensavo 8,53. Quello di Manyonga a 8,59 fa meno impressione.

E si arriva ai 100. Pensavo, o temevo, che li avremmo seguiti in piedi, invece no. Tortu si piazza sui blocchi per ultimo, poi parte male, tanto da lasciarti il tempo di pensare "oggi non è giornata". Invece fa un grande lanciato e recupera. All'arrivo mi ero accorto che era tra i primi, ma non che avesse superato anche Coleman e fosse arrivato terzo. Un italiano terzo nei 100 in Diamond League, un italiano terzo nei 100 in Diamond League. Bisogna ripeterselo tante volte, se no non ci si crede. La prova di Tortu l'anno scorso faceva pensare che un giorno ci saremmo arrivati, ma non cos' presto.

Dopo i 100, in tanti se ne vanno, come se l'atletica fosse solo velocità. Triste spettacolo. Anche i concorsi finiscono, ma rimangono due belle gare di mezzofondo. C'è sempre il problema di distinguere gli atleti, con le maglie tutte uguali o comunque non significative. Mi concentro sugli italiani, che si distinguono dalla maglia e Chiappinelli anche perché è il più piccolo. Bravo Abikhadar, mentre Chiappinelli rimane a lungo attaccato al gruppo, anche se in coda, ma esagera un po' e paga nel finale.

Si chiude con due gare paralimpiche, ma guardo solo la prima. Esco soddisfatto, pensando che magari stavolta a Berlino non pensero "ma perché non vado a vedere la scherma?".  Nel tornare alla macchina, però, inciampo in una buca e quindi anche stavolta lancio le mie maledizioni alla Raggi.







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