lunedì 29 luglio 2024

Olimpiadi di Parigi: canoa fluviale (28-07-2024)

 L'impianto per la canoa fluviale di Vaires-sur-Marne è molto fuori mano. Solo per arrivare alla stazione dove partono le navette si prendono due mezzi e ci vuole più di un'ora. Arrivati alla stazione, comunque, i volontari indicano subito la partenza delle navette: ce ne sono tante disponibili e non c'è coda. Il viaggio dura una quindicina di minuti, ma arrivati in vista delle tribune rimaniamo bloccati su un ponte per un'altra decina, poi, fatti pochi metri, ci fanno scendere. Per arrivare all'ingresso c'è un sentiero: ai cancelli c'è un po' di coda, ma in cinque minuti si entra.


Alla fine per arrivare ci sono volute poco meno di due ore. Mi chiedo quindi a che ora dovrò partire per andare a vedere il canottaggio, nell'impianto subito dopo questo, che comincia alle 9,30. Di sicuro non seguirò il suggerimento di arrivare un'ora e mezza prima, è tanto se arriverò per la partenza della prima gara. Adesso, intanto, mancano 45 minuti all'inizio: rimane da prendere da mangiare. A differenza di ieri, ci sono chioschi che fanno anche qualcosa in più di uno snack, ma sempre comunque cibi freddi: prendo un panino e un pacco di biscotti. Mentre sono in coda, vedo che le tribune sono ancora vuote per più di metà. La coda dura una ventina di minuti: prima di salire in tribuna, rimane la tappa in bagno. I bagni sono unisex: penso sia la cosa più logica, visto che dentro si entra comunque uno alla volta, ma sembra strano fare la coda assieme alle donne.

Oltre ai tifosi locali, tra cui uno col galletto sul cappello, ho visto spagnoli, tra cui due (maschi) in tutù, sloveni, slovacchi, un gruppo di italiani di lingua tedesca (l'italiana in gara è la suditirolese Stephanie Horn) e anche due con la divisa del rugby argentino (non ci sono argentine in gara). Sulle tribune, però, dopo quelle francesi le bandiere che si vedranno di più saranno le tedesche e si vedrà molto anche il giallo e il verde dell'Australia (la favorita, Jessica Fox, è australiana).






Salito in tribuna, scopro che la mia fila è l'ultima. Il mio posto è rimasto l'unico libero, ma in altri settori, più verso l'arrivo, rimarranno dei vuoti. Ho una bella sorpresa: si vede tutto il percorso! Mi aspettavo qualcosa di simile a una gara di sci alpino o di slittino, dove si vede dal vivo solo una piccola parte della gara. Accanto a me un gruppo di australiani: tra loro un signore anziano che parla italiano, che nell'intervallo mi racconterà della sua esperienza alla cerimonia d'apertura: 2.700 euro per vedere poco, visto che lo show che doveva svolgersi nella sua zona è stato cancellato per il maltempo, e un telefonino da buttare, rovinato dalla pioggia. Dall'altro lato, nel settore accanto, un altro gruppo si australiani, tra cui uno col canguro gonfiabile.

Si parte: la prima, una canadese, si vede subito che fa parecchio fatica. La seconda, una giapponese, si vede va meglio, ma non pensavo di così tanto: 13 secondi. La terza e la quarta, rispettivamente cinese e algerina, miglioreranno ancora: rispetto a chi le aveva precedute, sembravano tanto brave, ma anche i loro sono risultati modesti, che non basteranno a entrare i finale (si qualificano in 12 su 22). Soprattutto all'inizio, fatico a capire come stanno andando le concorrenti: solo dopo un po' mi accorgo che ci sono tre tempi intermedi (all'inizio pensavo uno solo), ma uno o guarda la gara o guarda il tempo, non so se c'è stata una sola discesa in cui li ho visti tutti e tre. Mi accorgo invece abbastanza spesso di essere davanti a uno dei passaggi decisivi: due porte quasi parallele, di cui una in discesa in risalita. Per prepararsi alla seconda, tutte passano la prima all'indietro: il difficile è proprio non scendere troppo per non dover poi risalire. Nella seconda manche una salterà proprio la porta davanti a me e io non me ne accorgerò, anche se avevo visto che aveva problemi.

Man mano si arriva alle più forti. Quando scende la neozelandese, si vede qualche bandiera di quel paese, ma soprattutto beneficia del tifo degli australiani, che sosterranno un po' anche la britannica, che passerà in testa. Arriva la tedesca e sembra di un'altra categoria: nella prima metà sembra fare un altro percorso, più facile. Nel finale prende una penalità (2 secondi), ma chiude in testa lo stesso. Per trovare in classifica un'altra atleta con penalità, bisognerà scendere fino all'ottavo posto. La Horn si difende e chiude terza: ne mancano ancora sei, quindi penso che non chiuderà tra le primissime. Invece molte dopo di lei sbagliano: anche la Fox parte già piano, ma poi prende anche una penalità e chiude ottava. La Horn chiude quindi quarta: penso quindi che la medaglia non è impossibile, anche se le prime due e la Fox sembrano proprio più forti.






La pausa tra le due manche è di poco più di un'ora. Visto che il posto è molto in alto e poi dovrei risalire, per un attimo mi chiedo se è necessario scendere, ma la risposta è sì, perché devo proprio prendermi da bere. Fa veramente caldo, il contrasto con ieri è enorme: meno male che ho il cappellino e la crema solare. Pochissimi rimangono in tribuna, quasi tutti vanno ai chioschi, tanto che l'intervallo si passa quasi tutto lì. Rientro comunque con una decina di minuti di margine, il tempo di sentire il racconto del mio vicino sulla cerimonia d'apertura.


Si riparte: delle prime quattro nessuno fa una grande gara., una salta addirittura una porta. Arriva però la Fox, ed è tutta un altra cosa: a metà gara ha già 3" di vantaggio, chiude con più di 5" sulla seconda e fa più di 3" meglio della migliore della prima manche. Ogni porta viene salutata con un boato, non si sentirà un tifo così neanche per la francese. Anche quelle dopo di lei non fanno nulla di eccezionale, rimangono tutte sopra i 100 secondi (nella prima manche erano scese al di sotto in tre). E' il turno della Horn: parte bene, a metà gara ha poco più di un secondo e mezzo dall'australiana. E' sulla strada per scendere sotto i 100 secondi, penso che se ce la fa si può sognare una medaglia, invece nelle ultime porte fatica, sembra stanca e chiude terza, sopra i 101 secondi. La medaglia è ornai impossibile: sono rimaste in tre e non possono sbagliare tutte e tre. Infatti la britannica che scende subito dopo si inserisce al secondo posto. 

Tocca alla polacca, che spaventa un po' il mio vicino australiano (non il signore anziano, un ragazzo), che dice che nel caso può cantare l'inno polacco, conosce le parole. Alla fine però rimane a più di un secondo. Rimane solo la tedesca: a metà gara è dietro e si capisce che per lei sarà difficile, ma nella seconda parte la si vede prendere in pieno una porta. Già 2 secondi di penalità avrebbero segnato la fine delle sue speranze, ma i secondi sono 50, la porta risulta saltata. Chiude così 11^, davanti solo all'altra che aveva saltato una porta, e la Horn è 5^. Il quarto posto magari era alla sua portata, ma le prime tre erano troppo lontane.




Come la maggior parte degli spettatori, me ne vado subito dopo la fine, non mi fermo per la mini-premiazione (che non si può nemmeno chiamare "flower ceremony", visto che non danno fiori). L'uscita è molto ordinata: gli steward indicano le direzioni per le due navette (ce n'è anche una per un'altra stazione), dal mio lato la coda è lunga, bisogna fare una serpentina, ma le navette a disposizione sono tante e si smaltisce subito. Di navette per eventi sportivi ne ho prese tante, e credo di non averne mai visto una così ben organizzata.

Oggi mi sono illuso per un attimo di una medaglia italiana (l'oro poi l'ho visto a cena, in un kebab di fronte l'albergo), domani ho qualche speranza in più di vederla, nell'arco.


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