Avevo pensato che sarebbe stato meglio prendere la metro e poi il tram, ma all'ultimo momento decido ancora di andare in macchina. Com'era ampiamente prevedibile, si rivela una pessima idea: ci metto un'ora ad arrivare e parcheggio in salita a un chilometro e mezzo di distanza. Mentre mi dirigo verso il Foro Italico, penso a come sarà il ritorno, a fine giornata e in salita. C'è un ingresso, con coda, all'altezza dello Stadio dei Marmi: non mi fermo temendo che sia un ingresso riservato, e in ogni caso il Centrale è dalla parte opposta. Quest'anno l'ingresso principale è quello dell'Olimpico: solo le 11,35 e c'è una coda anche più lunga che agli Europei di atletica, pensavo che tanti arrivassero più tardi. Comunque, in 15 minuti si entra e i controlli sono rapidi, quasi non mi guardano lo zaino (avendo quattro tasche, ho sempre paura che me le facciano aprire tutte).
All'ingresso faccio fatica ad orientarmi: l'area è molto rinnovata, oltre che più ampia (per l'appunto, si estende fino allo Stadio dei Marmi), e anche stand commerciali e gastronomici sono in una posizione diversa. L'offerta gastronomica mi sembra meno varia di qualche anno fa: certo, ci sono tre ristoranti, Eataly, Lea (che c'era anche l'anno scorso) e St Germain's Hugo che mette dappertutto "insalata gentile", ma nei chioschi c'è poca varietà. Ho anche l'occasione di vedere per la prima volta le Frecce Tricolori, che sorvolano più volte lo stadio: va ricordato che il gioco è in corso, e agli spettatori è richiesto il silenzio...
Stavolta sono in Tribuna Nord, la più vicina ai cancelli: quando arrivo all'ingresso il primo incontro, quello tra Stearns e Osaka, è sul 2-2 nel secondo set (primo vinto da Stearns). Mi fanno entrare senza aspettare il cambio di campo. Vista la folla nei viali, mi aspettavo le tribune più piene, invece ci sono molti vuoti, tanto che mi siedo nel primo posto disponibile, molto più in basso di quello che sarebbe il mio posto. Quasi tutto il pubblico è per la Osaka, si sentono dei cori, ma davanti a me c'è uno che sostiene la Stearns: dopo un po' mi sembra di capire che abbia scommesso.
L'incontro è piacevole: c'è qualche errore, ma anche tanti begli scambi, sia di tocco che di potenza. Dopo un po' mi accorgo anche che non ci sono più i giudici di linea: che strano non vederli e non sentire le loro urla, a volte è anche più difficile capire se una palla è dentro o no. Sento uno chiedersi chi controlli i falli di piede: solo il giudice di sedia? Intanto, la Osaka fa il break al settimo game e mantiene il vantaggio fino al 6-3. Nel terzo set, si comincia con 4 break nei primi 7 game, poi le due tengono il servizio fino al 6-6, sia pure con un po' di fatica. Nel frattempo le tribune si sono un po' riempite e continua ad arrivare gente: sono dovuto salire di 2-3 file e a un certo punto temo di dover andare al mio posto. Si fa sentire anche il caldo, ho pure dimenticato il cappellino. Si arriva al tie break e per un attimo mi chiedo se si arriva a 7 o a 10, poi mi sembra di ricordare che solo negli slam è a 10, ed effettivamente è così. La Osaka parte bene, va sul 4-1, ma poi sbaglia tutto e perde 7-4
Il prossimo incontro è quello della Paolini, e mi preparo a vederlo cominciato, immaginando lunghe code per pranzo e bagno. Mentre cerco dove mangiare, scoraggiato dalle code che vedo dappertutto, do un'occhiata anche ai negozi e mi compro un cappellino arancione, così avrò anch'io un capo del colore di Sinner. Penso anche di fermarmi al ristorante di Eataly, ma non so quanto ci metterei. Alla fine scelgo un chiosco un po' defilato, dove c'è meno fila. Poi decido di prendere un secondo panino, ma a quel punto le code sono molto diminuite dappertutto.
Intanto seguivo l'incontro della Paolini sugli schermi. vedendo che è sotto di un break. Sul 3-2 mi metto in fila all'ingresso: mi fanno entrare sul 3-3, con l'italiana che ha recuperato il break. Il mio posto è in una delle ultime file: arrivo sulle ginocchia e penso di non muovermi fino alla fine. La partita va avanti con la Ostapenko che fa più vincenti, ma anche più errori, fino a quando sul 5-6 non fa due doppi falli e l'avversaria conquista break e set. Nel secondo set la Paolini cresce e dilaga, nel crescente entusiasmo del pubblico: finisce 6-2.
Nell'attesa dell'incontro di Sinner, salgo all'ultima fila e guardo il panorama. Sul Pietrangeli giocano Cerundolo e l'austriaco Ofner, sono al secondo set: guardo distrattamente un paio di game, ma mi soffermo soprattutto sui dintorni: ci sono anche l'insalatiera della Davis e il trofeo della Billie Jean King Cup, ero passato vicino e non me n'ero accorto.
Ed è arrivato il momento che fino a pochi anni fa non pensavo avrei visto in tutta la mia vita: sto per vedere un italiano n° 1 del mondo. Conto alla rovescia, poi entra: applausi per lui, ma anche per il suo avversario (si sa, in Italia non è scontato). Adesso l'anello superiore è quasi tutto pieno, c'è solo qualche vuoto ogni tanto, nell'anello inferiore i vuoti sono di più, soprattutto nel settore dei giocatori. Si vede tanto arancione: magliette, cappellini, parrucche, costumi da carota. C'è una sertrie di magliette con scritte rtomanesche, da "Ar cavaliere roscio nun je devi..." a "Er cavaliere roscio is back".
Si parte con de Jong al servizio: il primo lo tiene, ma nel secondo ha qualche incertezza e lo perde. Al primo break ne seguirà subito un altro: 4-1. Poi però Sinner, che era già un po' falloso all'inizio, comincia a sbagliare molto di più e perde entrambi i vantaggi: 4-4. Poi però farà di nuovo il break e chiuderà 6-4. Nel secondo set un Sinner in crescendo fa di nuovo il break al terzo game, poi sul 3-1 la svolta: de Jong si tuffa e piega male il polso, Sinner va subito a soccorrerlo, aal'inizio sembra difficile che possa continuare. Poi riprendere, ma in uno dei primi servizi si ferma ancora e si vede (sia a occhio che dal display della velocità) che tira più piano. Paradossalmente tiene il servizio proprio perché Sinner non si adatta subito alla velocità inferiore, ma poi non è più competitivo: finisce 6-2.
Lo speaker ci ricorda di sgomberare subito perché devono entrare quelli della sessione serale, ma manca ancora un'ora. Naturalmente in tanti si fermano a farsi firmare le palline e Sinner le firma tutte. Ci sono ancora degli incontri in corso, ma è tardi e sono stanco, penso di vedere solo qualche scambio. Entro nelle nuove tribune che hanno montato sul Pietrangeli, sopra le vecchie gradinate: mi siedo al primo posto che trovo, anche se avvisano che la visuale è ostruita. Effettivamente la balaustra copre un po', ma il problema sono soprattutto tutti quelli che su fermano davanti, e qualcuno si offende pure se gli urli dietro. Guardo due game dell'incontro Andreeva-Tauson, poi vado.
Prima di uscire, passo dallo Stadio dei Marmi: al suo interno ci sono due campi (più un terzo in cui non sono previsti incontri) e in uno credo si giochi ancora, ma non sono sicuro che col mio biglietto si entri e in ogni caso non ho la forza per scendere nello stadio e risalire sulle tribune. L'appuntamento è fra tre meno di un mese, per il Golden Gala.