lunedì 14 maggio 2018

Internazionali d'Italia di tennis (1993-2016)

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Tornano gli Internazionali d'Italia di tennis a Roma, e io ci tornerò dopo un anno di pausa, sperando di vedere qualcosa, visto che le previsioni meteo non sono buone.

Ho perso il conto delle volte che ci sono stato: la prima volta non vivevo neanche a Roma, se non sbaglio era il 1993. Era una della prime giornate del torneo maschile (allora erano separati) e io ingenuamente mi ero presentato ai cancelli pensando di trovare biglietti. Invece quelli per il Campo Centrale si trovavano solo dai bagarini, e a prezzi altissimi. Ripiegai su un "ground" (anch'esso dal bagarino, se ben ricordo), che allora escludevano un solo campo, Se non mi sbaglio, allora non c'era neanche l'attuale centrale, c'era ancora il vecchio, quello che oggi è il Pietrangeli. Potevo quindi accedere ai 6 campi, uno accanto all'altro, che  allora come oggi sono i campi da 1 a 6. L'unico incontro che ricordo è quello tra l'italiano Pistolesi e il tedesco Steeb, stravinto da quest'ultimo 6-1, 6-0.

Ci tornai alcuni anni dopo, una volta trasferito a Roma, e non credo neanche il primo anno, ma da allora al 2012. quando mi spostai a Francoforte, saltai poche edizioni almeno del torneo maschile. I primi anni di solito andavo a vedere una sessione serale, qualche volta le semifinali, mai la finali. Delle sessioni serali ricordo soprattutto un incontro, perso, del povero Luzzi, negli ottavi. Più recentemente, ricordo Gulbis che non conoscevo e mi conquistò. Delle semifinali ricordo il 2005: la prima volta di Nadal, impressionante soprattutto nel fisico, per i suoi 19 anni.

Presi poi l'abitudine di prendermi un giorno di ferie per il torneo femminile. La differenza col torneo maschile, in termini di presenze, era impressionante: nei primi giorni c'era il deserto. Mi dispiaceva per le giocatrici, che non meritavano tanto disinteresse. In realtà preferivo il torneo femminile, sia perché c'era meno ressa, sia perché le italiane andavano meglio. Ricordo la prima volta che vidi giocare la Vinci, e rimasi conquistato dal suo gioco vario. Il più delle volte però finiva col perdere: se qualcuno mi avesse detto che un giorno sarebbe arrivata in finale in uno Slam, sarei stato in dubbio se ridere o chiamare la neuro. Un ricordo curioso è di quando, arrivato al campo, trovai un icontro tra un'europea e una giapponese, e non sapevo chi fosse l'una e chi l'altra (l'europea era la Jankovic, che ha fattezze orientali).

Quando rientrai in Italia, nel 2016, avevano unificato i tornei. Mi dispiace, sia perché abbiamo a disposizione solo una settimana di spettacolo, sia perché non posso più vedermi le donne in tranquillità. Il vantaggio è però che c'è una grande partecipazione anche per i primi turni femminili.  Ci andai il martedì (le foto sotto si riferiscono ad allora), e rimasi veramente impressionato dalla folla. Non ricordo molto degli incontri, ricordo solo la Azarenka.




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