giovedì 16 maggio 2019

Internazionali d'Italia di tennis a Roma - 3^ giornata (14-05-2019)

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Arrivo un po' in ritardo. I parcheggi in zona Foro Italico sono sempre un'incognita, ma dopo un giro un po' tortuoso trovo posto dietro la Farnesina. Coda lunghissima alla biglietteria: per fortuna non mi riguarda. All'ingresso perquisizione con sequestro di lattine e bottiglie, come fossimo a una partita di calcio (ma dentro vendevano le bottiglie col tappo), poi c'è la novità dei tornelli, e non tutti li sanno usare.

Sono dentro verso le 11,25. Ho il biglietto per il Centrale, ma non m'interessa molto la prima partita: capisco però che la folla non consentirà tanto di scegliere quale incontro vedere. Provo sul Pietrangeli, dove gioca la Wozniacki, che è sotto 5-2. Devo aspettare il 5-4 per entrare, sembra ci sia qualche posto, ma l'unico che riesco a trovare prima che il gioco riprenda è dietro la cassa: comunque il campo si vede tutto. La partita non è gran che, molti errori. La Wozniacki vince il set al tie-break: molti si alzano e mi alzo anch'io per cercare un posto migliore, ma proprio in quel momento la Wozniacki annuncia il ritiro (aveva fatto una pausa per infortunio ed aveva una fasciatura).

Penso che sia il caso di mangiare qualcosa prima che le code si facciano troppo lunghe: scelgo lo stand della pasta, dove mangio fusilli con crema di basilico e caprino, non male. Poi decido di andare nell'unico campo dove sono sicuro di trovare posto: il Centrale. Devo fare il giro, perché il mio posto è proprio dietro il corridoio dei tennisti, come l'anno scorso. Adesso però ho capito perché lo tengono sempre aperto: dà accesso anche ai campi di allenamento. Attorno ci sono i cacciatori d'autografi, con le loro palline giganti da firmare: sentirò dire che è passato anche Federer.

Sono nell'anello superiore, 20^ fila: arrivato alla 12^ sento già il sollecito a prendere posto. Mi chiedo a che serva lasciare entrare solo nei cambi di campo, almeno nell'anello superiore, quando i posti più lontani sono impossibili da raggiungere nel tempo di un cambio. Arrivo alla fila, ma non al mio posto: mi ripropongo di raggiungerlo nel prossimo cambio, ma poi lascio perdere. Scopro che il mio posto era una fregatura. dalla mappa sembrava di corridoio, invece era attaccato a un divisorio. Mi chiedo poi a che serva mettere un divisorio tra due posti che costano uguale, visto che fortunatamente nel tennis non ci sono tifoserie da dividere.

Giocano Kyrgios e Medvedev. Kyrgios è molto bello da vedere, con tante variazioni. Tende però ad esagerare, volendo fare l'originale anche quando un colpo banale sarebbe la scelta migliore, tanto che molti gli danno del buffone. Tenta più volte il servizio dal basso in stile Chang 1989, senza mai fare il punto, verso la fine mostrerà anche il sedere all'avversario (coperto, beninteso). Medvedev gli tiene testa, ma è un giocatore molto più ordinario. In un'ora e mezza giocano tre set: scambi brevi e games mai molto lunghi. Vince Kyrgios, dopo aver salvato una palla break con un ace di seconda a 223 km/h.

Nella pausa cerco un posto che non abbia una coda troppo lunga per mangiare ancora qualcosa: scelgo lo stand pugliese, dove mangio un panzerotto. Torno sul Centrale che Berrettini e Zverev sono già sul 5-4. Dominano i servizi, fino a quando sul 5-5 Berrettini parte male e si trova 0-40, ma recupera. Nel game successivo sarà Zverev a giocare male e quindi l'italiano vince il primo set. Vedo che non danno mai aggiornamenti dagli altri campi: evidentemente danno per scontato che tutti li guardino sull'app (lo faccio anch'io). Il secondo set si apre con un black-out di Berrettini, che perde il servizio, che recupererà al quarto. Sul 5-4 fa un gran game: arriva al match point, ma lo manca, poi sul 6-5 sarà Zverev a fare disastri e per l'italiano è fatta. Nell'intervista, alla domanda "cosa prova dopo questa vittoria?" risponderà "non è vero". Uscendo vedo un vecchio che cammina a fatica e si allontana sorretto da una hostess: solo perché qualcuno lo fa notare mi accorgo che si tratta di Pietrangeli.

Sono le 17, e il programma sul Centrale è già finito, il che vuol dire che ci sarà ancora più folla sugli alti campi. Infatti sui campi minori non si riesce ad entrare ed anche per passare da un lato all'altro ci vuole una decina di minuti, in entrambe le direzioni. Vedo da dietro le transenne un incontro di doppio maschile dove gli italiani Baldi-Pellegrino (scopro da un mio vicino chi è l'uno e chi l'altro) arrivano al tie-break decisivo e lo perdono. Poi mi siedo nell'unico campo dov'è possibile e vedo una coppia di ragazze italiane, che non distinguo l'una dall'altra, perdere un set.

Concludo la giornata sul Pietrangeli, dove mi incontro con un mio amico, che era stato sul Grandstand pur avendo il ground. Passando avevo visto che c'era una lunga coda per entrare nel settore aperto a tutti mentre quello riservato a chi aveva il biglietto dedicato era quasi vuoto. Vediamo il secondo set tra Basilashvili e Djere, vinto dal rimo, che chiude la partita. Ci sono ancora partite in corso, ma andiamo, perché abbiamo un impegno e comincia anche a fare freddo.













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