Ricorre in questi giorni il 40° anniversario del 12° scudetto dell'Inter, il primo di cui abbia memoria (il precedente era stato nel 1971, quando avevo 3 anni). Fu anche la prima stagione, e forse anche l'unica, in cui andai a vedere tutte le partite, anche se non avevamo ancora l'abbonamento, cominciammo a farlo l'anno dopo.
La prima partita fu contro il Pescara, che era arrivato in serie A dopo uno spareggio con il Monza, la squadra della mia città. La vittoria, mi sembra per 2-0, sembrò scontata, ma la particolarità fu che tutte le altre partite finirono pari, quindi ci ritrovammo soli in testa alla classifica. Alla seconda pareggiammo anche noi e fummo raggiunti, ma alla quarta tornammo in testa da soli.
Naturalmente, delle 15 partite (allora il campionato era a 16 squadre) non sono molte quelle che ricordo. Dopo il Pescara (di cui ho un ricordo molto vago), la prima in ordine cronologico è il derby, anche perché forse era il primo che vedevo, forse il secondo: quand'ero piccolo mio padre non mi portava alle partite di cartello. Era autunno, credo novembre, una giornata piovosa. Vidi la partita schiacciato contro una scala di accesso al primo anello, in quello che oggi è il settore arancione (i seggiolini e i relativi colori sarebbero stati introdotti nel 1990). Fu 2-0, con doppietta di Beccalossi, un gol per tempo.
Arrivò poi il 4-0 contro la Juventus, che non era in un buon momento, ma un risultato del genere era comunque oltre ogni aspettativa. Altobelli segnò una tripletta, alla fine del campionato con 15 gol fu il secondo marcatore, tanto si segnava poco allora. Nel gruppo che veniva allo stadio con noi c'erano due messinesi, padre e figlio, che lo attaccarono per tutta la carriera, salvo poi rimpiangerlo quando non ci sarebbe stato più: la sua colpa era aver toto il posto al siciliano Anastasi. Il 4-0 si ripeté qualche anno dopo, e quella partita la ricordo un po' meglio.
Arrivò la primavera, e nel frattempo era scoppiato anche il calcio scommesse. L'Inter aveva preso il largo e a 8 giornate dalla fine aveva 8 punti di vantaggio (con 2 punti per vittoria), ma stava rallentando. Ricordo una partita contro una provinciale, che rischiammo di perdere: finì 1-1 con pareggio negli ultimi minuti. La vivemmo come una tappa di avvicinamento allo scudetto, pensavamo che se avessimo perso non sarebbe cambiato molto, ma qualche timore c'era.
Si arrivò così alla terzultima di campionato, contro la Roma, squadra che lottava per la salvezza. I punti sulla seconda, la Juve, erano 6, quindi ne bastava 1 per lo scudetto. Come per la maggior parte delle partite, eravamo nel primo anello, sotto la curva nord (oggi settore verde), dove l'Inter attaccava nel secondo tempo. La Roma andò in vantaggio 2-0, poi l'Inter recuperò un gol, ma a 5 minuti dalla fine era ancora 2-1. Lo stopper Mozzini, che in quel campionato non aveva mai segnato (e che era anche l'unico in quella squadra ad aver già vinto uno scudetto, col Torino quattro anni prima), tirò dal limite dell'area nell'angolo sinistro basso: gol! 2-2! Ricordo l'abbraccio con mio padre: pensavo che stavolta era vero, era toccato anche a noi vincere uno scudetto, dopo la Juve tante volte (3 nei 5 campionati che avevo seguito fino ad allora) e il Milan l'anno prima.
C'era ancora una partita in casa, ed è anche quella che mi ricordo meglio. L'avversario era l'Ascoli, ma quello che contava non era la partita, ma il pre-partita. La squadra fece il giro del campo con un bandierone che li copriva tutti (nella foto). Poi persero la partita, mi sembra 4-2, ma non importava a nessuno. Segnò anche Anastasi. L'Ascoli chiuse quel campionato al quarto posto: oggi sarebbe andato in Champions' League, ma allora l'Italia ava solo tre posti nelle coppe, quindi rimase fuori. Il livello del calcio italiano si era abbassato molto con l'autarchia (quello fu il secondo e ultimo campionato tutto italiano), e dire che c'è qualcuno che la rimpiange.
L'anno dopo l'Inter arrivò in semifinale in Coppa dei Campioni, ed è l'edizione che ricordo meglio, anche meglio di quella vinta nel 2010.
C'era ancora una partita in casa, ed è anche quella che mi ricordo meglio. L'avversario era l'Ascoli, ma quello che contava non era la partita, ma il pre-partita. La squadra fece il giro del campo con un bandierone che li copriva tutti (nella foto). Poi persero la partita, mi sembra 4-2, ma non importava a nessuno. Segnò anche Anastasi. L'Ascoli chiuse quel campionato al quarto posto: oggi sarebbe andato in Champions' League, ma allora l'Italia ava solo tre posti nelle coppe, quindi rimase fuori. Il livello del calcio italiano si era abbassato molto con l'autarchia (quello fu il secondo e ultimo campionato tutto italiano), e dire che c'è qualcuno che la rimpiange.
L'anno dopo l'Inter arrivò in semifinale in Coppa dei Campioni, ed è l'edizione che ricordo meglio, anche meglio di quella vinta nel 2010.
Fonte: Sky Sport |
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