lunedì 12 dicembre 2022

Campionati europei di cross a Venaria Reale (11-12-2022)

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Arrivo al parcheggio verso le 9,20, una ventina di minuti dopo il previsto. Il termometro dell’auto segna -2. Dopo qualche passo mi accorgo di aver dimenticato lo zaino e torno a riprenderlo, anche se mi chiedo se poi mi servirà (e infatti non lo aprirò mai, non me lo toglierò nemmeno dalle spalle). Non so quanto disti il campo di gara, ma penso non poco: dopo un po’ diventa chiaro che la prima gara la intravedrò soltanto, peraltro senza binocolo (l’ho dimenticato). La maggior parte della gente che mi precede va tranquilla, non sembra preoccuparsene. Alle 9,35 (l’ora di partenza della prima gara) sono ai cancelli del parco e non si capisce quanto manchi al campo di gara: ci arriverò 6-7 minuti dopo. 

Naturalmente mi fermo nel primo posto che trovo, che è alla fine di una discesa: vedo passare alcuni atleti, senza nemmeno capire in che posizione sono. Poi faccio per andarmene, perché ho sentito una campanella e quindi ero convinto fosse l’ultimo giro. Poco dopo, però, vedo i primi passare dall’altra parte, verso l’inizio del tratto in salita e capisco che la campanella era di qualche tifoso: in realtà ci sono ancora due passaggi. Al primo non capisco neanche chi è in testa in quanto impegnato a fotografarlo: ho contravvenuto alla mia regola “o si vive o si filma”. Vedo anche che gli italiani sono indietro, ma non capisco quanto. All’ultimo passaggio vedo che c’è in testa un irlandese, seguito da un britannico, un altro irlandese e altri due britannici. Conto anche gli atleti prima del primo italiano: sono 35. Quando, dopo l’arrivo, riuscirò a vedere lo schermo scoprirò che ha vinto il britannico





Finita la gara, cerco di spostarmi in una posizione più centrale. Non si può costeggiare il percorso, perché poco dopo si entra in una zona riservata agli accreditati. Sento dire che lì vicino si può attraversarlo e mi metto in coda, ma dicono che c’è poco tempo prima della partenza delle ragazze U20 e lo lasciano attraversare solo in uscita. Dovendo restare su questo lato, mi sistemo lungo la discesa, dove si vede, da vicino o da lontano, tutto il tratto in saliscendi: ci sono ancora molti posti liberi. Al primo passaggio è in testa una britannica, al secondo sarà raggiunta da una spagnola, al terzo la spagnola ha preso il largo e la britannica è rimasta indietro: alla fine la prima britannica, non so se si tratti della stessa, sarà 17^. All’inizio sembra che le italiane vadano un po’ meglio dei maschi: se ne vede una intorno al 15° posto, ma al secondo passaggio sarà già oltre il 20° e al terzo oltre il 30°. Chiuderà 32^, e per trovare un’altra italiana bisognerà arrivare al 45° posto.






Per fortuna dopo viene la staffetta mista, dove la musica dovrebbe cambiare. Mi sposto soltanto di poco, verso l’alto. Quando si vedono per la prima volta gli atleti in salita, le aspettative non vanno deluse: l’Italia è in testa e al passaggio in discesa lo sarà ancora più nettamente. Gli atleti non hanno il nome, ma l’italiano è facilmente riconoscibile: si tratta di Arese, che chiuderà la sua frazione con 4 secondi di vantaggio. Più difficile sarà invece riconoscere la seconda frazionista, anch’essa in testa. Vedendola da lontano mi sembra la Sabbatini, ma solo dopo che mi sarà passata davanti (e l’avrò incitata col nome sbagliato), mi accorgo che si tratta della Del Buono. Dal sito scoprirò che ha chiuso la frazione al secondo posto, superata dalla romena. Quando passeranno i terzi frazionisti l’Italia sarà ancora in testa, con Bouih, seguita da Francia e Spagna: la Romania avrà perso parecchio. Si arriva all’ultima frazione: quando compaiono in salita la Sabbatini (stavolta davvero) è terza dopo Spagna e Francia, ma dietro di loro c’è il vuoto, quindi almeno la medaglia sembra sicura. All’inizio della discesa la francese cade, quindi quando spariscono dalla mia vista la Spagna è appena davanti all’Italia, con la Francia di poco dietro. Il finale lo dobbiamo immaginare, ma dalla reazione del pubblico vicino al traguardo sembrerebbe che la Sabbatini abbia vinto e il sito lo conferma.







Attraverso finalmente il percorso: è il momento delle premiazioni. Si comincia con le gare U20, prima individuali, poi a squadre. Gli irlandesi festeggiano tre medaglie: sono numerosissimi, il gruppo straniero più numeroso assieme ai francesi. Poi le premiazioni si interrompono e manca poco all'orario previsto per la partenza della gara U23 maschile, quindi penso che la premiazione della staffetta mista si faccia dopo e prendo posto. Scarto l'idea di restare in zona traguardo: c'è troppa gente e poi non si vedrebbe moltissimo del percorso, cerco un posto sulla salita che consenta di vedere il tratto di saliscendi e, girandosi, di intravedere il traguardo. Quando sono arrivato in alto, invece, si fa la premiazione della staffetta mista: si sente qualcuno cantare l'inno, ma niente di paragonabile agli Europei di nuoto.




La gara U23 maschile parte con 8 minuti di ritardo. Vanno in testa due britannici, seguiti da un francese e faranno sempre più il vuoto. A un giro, distratto dale conversazioni dei vicini e fuorviato dalle urla dei francesi, mi perdo il passaggio dei britannici penso che il francese sia in testa. Per buona parte della gara il miglior italiano è Alfieri, che rimane di poco nei 20, poi lui cede, ma in compenso Fontana Granotto rimonta fino al 14° posto: con Alfieri 25° e Vecchi 30° siamo quinti nella gara a squadre.




E si arriva all'altra gara clou per noi: l' U23 femminile. Gara che però rischia di dare più dolori che gioie, visto che per la Battocletti qualsiasi piazzamento diverso dal primo sarebbe una grossa delusione. Mi posiziono un po' più n alto rispetto alla gara maschile. Al primo passaggio si vede già la Battocletti in testa e l'Arnaudo molto vicina alle prime, poi l'Arnaudo cederà, ma in compenso recupereranno altre italiane. All'ultima salita la Battocletti è ancora assieme a una britannica, ma quando ricompare in discesa è da sola e farà sempre più il vuoto. Intravedo l'arrivo: vince di 13 secondi. Con la Bado 14^ e la Selva 16^ conquistiamo l'argento a squadre, dietro la Gran Bretagna, e anche senza la Battocletti (nel caso avesse gareggiato con le seniores) sarebbe stato comunque un bronzo.



Devo di nuovo attraversare il percorso perché, almeno da quello che ho visto, i bagni sono solo dall'altro lato. Non faccio in tempo a tornare, quindi per la gara senior femminile mi devo posizionare in uno dei pochi posti rimasti liberi lungo la discesa. Al primo passaggio, si vede in testa la Can, seguita dalla Grovdal e dalla Klosterhafen: in discesa si nota ancora di più lo sbracciarsi anomalo della tedesca. Verso metà gara si ferma una greca proprio davanti a me, toccandosi la coscia: passera un bel po' prima che qualcuno la soccorra o anche solo la copra (vista la temperatura). Al quarto passaggio non vedo più la Can e penso di essermela persa, invece è 12^: poi però non si vedrà più davvero, si ritirerà. Tra le italiane parte bee la Reina, intorno al 15° posto, poi 20°, poi sembra scivolare verso il 30°, ma rimonterà fino al 21°. La seconda italiana arriverà invece 36^ e la terza addirittura 50^ (su 63). Agli ultimi 4 posti 2 italiane e 2 greche. L'ultima, un'italiana, al penultimo passaggio comincio a temere venga doppiate: scene mentre le prime stanno già risalendo, alla fine eviterà il doppiaggio, ma non di molto. Si arriva l'ultima discesa con la Klosterhafen davanti alla Grovdal e a un plotone di tedesche: in tutto 4 nelle prime 6, ma poi scoprirò che ha vinto la Grovdal.





Per la gara senior maschile conto di tornare dall'altro lato del percorso, ma prima mi viene l'idea di prendermi da mangiare. Poi rinuncio perché c'è coda e intanto la gara e già partita: mi tocca vederla dalla salita e in seconda fila, non ci  sono più posti liberi. Mi sposto sempre più in alto sperando di trovarne uno, poi mi rassegno alla seconda fila. Dopo un po', ascoltando le conversazioni di quelli davanti a me, scopro che uno di loro è Andra Lalli. Racconta di aver smesso per gli infortuni (ha ancora solo 35 anni) e di invidiare molto chi gareggia ancora. Dice anche che il suo problema è stato essere una specialista di una prova non olimpica come il cross e per questo di aver cercato di trasformarsi in qualcosa che non era.

Al primo passaggio si vedono addirittura tre italiani in testa: Chiappinelli davanti a Y. Crippa e O. Zoglami. Nel gruppo non vedo J. Ingebritsen (vedo invece i suoi fratelli) tanto che mi chiedo se non abbia rinunciato all'ultimo momento, ma al secondo passaggio è già quarto e al terzo è in testa. Crippa rimane sempre vicino ai primi, ma leggermente staccato, Chiappinelli e Zoglami un po' più dietro, ma ancora in buona posizione. C'è un gruppo di gibilterrini (tra cui uno di 50 anni e uno di 48) che rimane subito staccato e già al quarto giro saranno doppiati. All'ultimo giro i doppiati saranno tanti, tanto che si faticheranno a distinguere i piazzamenti. Si arriva all'ultima salita con un gruppo di tre in testa e Crippa poco dopo, che lotta per il quarto posto, ma può ancora sperare nel crollo di uno dei primi tre. Si vede anche che per la gara a squadre è una lotta testa a testa tra Italia e Francia. Quando mi passano davanti in discesa, Ingebritsen ha fatto il vuoto e si guarda attorno: sembra quasi che abbia fatto apposta a tenere la gara incerta fino quasi alla fine. Si chiude con Crippa 4°, Chiappinelli 8° e Zoglami 13* (e naturalmente Ingebritsen 1°): la Francia vince il titolo a squadre per un punto sull'Italia.



Vorrei riattraversare il percorso per le premiazioni, ma bisogna aspettare l'ultimo gibilterrino, che arriverà staccato di 13 minuti, mentre Ingebritsen sta già firmando autografi lungo il percorso. All'inizio delle premiazioni, la stanchezza si fa improvvisamente sentire: sono in piedi da cinque ore e fino a poco prima mi meravigliavo di non essere stanco, Decido di vedere solo quelle delle U23, individuali e a squadre, poi mi prendo da mangiare e vado. Il ritorno sembra molto più lungo dell'andata e temo anche di faticare a trovare la macchina, visto anche che non la conosco bene (è a noleggio): poi la trovo anche grazie a un pulmino francese, che mi ricordavo fosse vicino.





Mi dirigo verso l'aeroporto, fortunatamente contro corrente. E con questo gli appuntamenti sortivi del 2022 sono finiti.



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