sabato 12 novembre 2022

Lazio - Monza (10-11-2022)

 E' arrivato il giorno che aspettavo da oltre 40 anni: vedrò giocare in serie A il Monza, la squadra dela città dove sono cresciuto. Ci speravo da piccolo, soprattutto dai 10 ai 12 anni (le tre annate consecutive in cui il Monza sfiorò la promozione), poi negli anni avevo smesso di sperarci, tanto che dubitavo che avrei mai visto questo giorno. Naturalmente, allora pensavo che l'avrei visto a Monza o a San Siro, non certo a Roma.


Avendo un impegno prima, faccio una strada diversa dal solito. Sul pullman non c'è nessuno che vada allo stadio, tanto che mi chiedo dove scendere. L'unico con una sciarpa sale quando io scendo: la fermata giusta era quella dopo. Nonostante tutto arrivo davanti ai cancelli poco dopo le 19, non si vede quasi nessuno, se non fosse per le bancarelle non sembrerebbe quasi che ci sia una partita. Vado verso Ponte Milvio per prendermi qualcosa, e solo lì si vedono dei capannelli di tifosi. Qualcuno fa un coro contro Berlusconi, ricordandomi così che adesso è il "mio" presidente. Mangio alla paninoteca dove non ero riuscito a mangiare l'altra volta, e ne vale la pena.

Nessuna coda neanche all'ingresso, né ai tornelli: poi non avevo nemmeno lo zaino, quindi i controlli erano più rapidi. Sono quindi dentro poco prima delle 20: mi affaccio un attimo, solo la curva è mezza piena, nel resto dello stadio c'è pochissima gente. La zona più gremita è però il piccolissimo spicchio di distinti occupato dai tifosi del Monza (100? 200?). Esco e rientro una ventina di minuti prima dell'inizio: annunciano le formazioni, poi c'è il volo dell'aquila Olimpia, che si posa vicino al mio settore. Alla fine, il pubblico non è poco per essere una partita con una squadra di bassa classifica e con pochissimi tifosi: la curva Nord è piena, così come la parte della tribuna Tevere verso nord e i distinti Sud-Ovest. Dalle mie parti, invece c'è poca gente, nella mia fila c'è solo un altro posto occupato: penso che il problema se potrò tifare non si pone perché mi sentiranno in pochi. C'è qualcuno in più nel settore accanto, tra cui un bambino che ripeterà tutte le peggiori oscenità sulla Roma.




Si parte, col Monza che attacca dal mio lato. Dopo un timido tentativo all'inizio, i biancorossi vengono schiacciati nella loro metà campo, tanto che penso che ogni minuto che restiamo sullo 0-0 è tanto di guadagnato. Al 9' però tornano a farsi avanti e si guadagnano un angolo, al 12', al termine di una bella azione Petagna segna, addirittura di tacco! Esulto, anche se a bassa voce, saltando dalla sedia, mentre i giocatori corrono verso il settore ospiti. Non mi accorgo di proteste, ma prima di riprendere c'è un check che non finisce più. Alla fine il gol viene annullato, immagino per fuorigioco, visto che non ci sono stati contatti (controllerò poi che è così). 



Si riprende con la Lazio che attacca, ma senza essere mai davvero pericolosa. Ci sono un paio di contatti in area, ma senza grandi proteste. La curva espone uno striscione in onore di Gabbo Sandri, con applausi anche dal settore ospiti e anche miei: non sono un amante degli ultras, ma lui non meritava certo una fine così. Leggerò poi di cori antisemiti, ma non li ho sentiti. Al 33' un laziale riceve palla libero in mezzo all'area: penso "1-0", invece se lo mangia tirando a lato. La situazione si capovolge: il Monza ha un'occasione simile, poi un'altra, e fino alla fine del primo tempo sarà quasi sempre in attacco.


Nel secondo tempo non cambia molto: la Lazio attacca, ma non ha vere occasioni. Curiosamente, al 60' rimarrà già con un solo cambio da effettuare. Si arriva a due terzi della partita, poi a tre quarti, ed è sempre 0-0: comincio a sperare davvero che finisca così, anche considerando i problemi che hanno avuto altre big in questa giornata, a cominciare dal Milan. Invece al 69' l'illusione finisce: tiro da fuori non insidiosissimo, che il portiere Di Gregorio prova a bloccare, ma non trattiene, si avventa Luka Romero e segna. Lo speaker non la finisce più di ripetere il nome del marcatore (con la folla che aggiunge il cognome), lo farà almeno una decina di volte. Io intanto mi chiedo come abbia fatto Di Gregorio a soffiare il posto a Cragno.



Il Monza non è in grado di reagire: fino al 90' si vedrà poco nella metà campo avversaria. Gli unici che non demordono sono i tifosi, che continuano ad incitare la squadra senza perdersi d'animo neppure un momento. All'85' si celebra il rientro in campo di Immobile. Solo nel recupero i lombardi si rivedono in attacco: al 92' una girata di testa mi dà l'illusione che possa entrare. Invece va fuori, ma dalla mia posizione non sono in grado di dire di quanto. Sarà l'ultima occasione.

All'uscita corro a prendere il pullman sostitutivo del tram, poi quello della metro, dovendo arrivare al parcheggio prima che chiuda, alle 0,15: arriverò una mezz'ora prima. Seconda partita all'Olimpico e seconda sconfitta della mia squadra, ma lo stato d'animo è ben diverso: dopo la partita dell'Inter ero arrabbiato per la prestazione dei miei, stavolta sono triste perché il risultato è stato quello previsto, per per un po' avevo davvero sperato che finisse diversamente.

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