sabato 16 settembre 2023

Campionati Europei di pallavolo maschile: semifinali (14-09-2023)

 Arrivando al palazzetto, mi chiedevo quanti sarebbero già stati lì per la prima partite, Polonia-Slovenia e quanti sarebbero venuti solo per la partita dell'Italia. A giudicare dai parcheggi sembra che siano già in tanti: si cominciano a riempire anche gli spartitraffico. Poi ci sono pur sempre i polacchi e gli sloveni e passando se ne vedono, soprattutto i primi. Trovo parcheggio a circa 600 metri, tra l'altro vicino all'ambasciata nordcoreana, e arrivo davanti ai cancelli verso le 17,40. Al primo cancello che incontro la coda è spaventosa, come ne ho viste raramente: fa avanti e indietro, si fa fatica a vedere la fine. Mi metto in coda, poi comincio a pensare che forse non mi riguarda: a prendere i biglietti più cari (erano rimasti solo quelli) si avrà pur diritto a qualche privilegio. Infatti quella era la fila per il terzo anello: c'è un ingresso per ogni anello, quello per il primo ha anch'esso un po' di coda, ma molto meno, in cinque minuti sono dentro.

Mentre vado verso il mio settore (devo fare circa un quarto di giro) sento le presentazioni. Entro nel recinto intorno alle 18, ma non hanno ancora cominciato: i sestetti  stanno prendendo posto. La mia fila è la seconda scendendo, quindi la penultima del primo anello. Su ogni seggiolino c'è un cartoncino tricolore coi segni per piegarlo a ventaglio- Lo piego e conto di usarlo per sbatterlo e fare rumore, tanto da sventolare ho la mia bandiera. Il mio settore è quasi tutto vuoto, quelli alla mia destra sono un po' più pieni, soprattutto di polacchi. Anche il secondo e il terzo anello sono in gran parte vuoti, eppure c'era l'esaurito da settimane: saranno tutti ancora in fila? I polacchi sono decisamente più degli sloveni (del resto, in partenza sono già 20 volte di più…): questi ultimi si trovano soprattutto in due settori del secondo anello, in uno proprio dietro ai polacchi (inutile dirlo, senza poliziotti a dividerli)..









Si parte, e scopro che si vede benissimo e si sente anche il rumore dei tocchi. Uno potrebbe pensare "e ci mancherebbe, con quello che ho pagato", ma per me non era scontato: essendo dietro al campo (dal lato in cui nel primo set ci sono i polacchi) temevo di non vedere bene il lato opposto, Invece per il gioco non c'è problema, solo se una palla cade in fondo all'altro lato fatico a vedere se e dentro o fuori. In realtà però ho lo stesso problema dal mio lato: mi sembrerà di fare più fatica a capire se una palla è dentro o fuori qui che nel tennis, dove pure la palla viaggia molto più veloce.

Primo set all'insegna dell'equilibrio: nessuna squadra avrà mai più di 2 punti di vantaggio. Finisce 25-23 per la Slovenia. Vado a prendermi da mangiare: appena usciti dal mio settore c'è un bar gestito dall'Autogrill.  Rientro che la Slovenia conduce 4-2 nel secondo set: arriveranno anche a 7-2, il primo break della partita, ma i polacchi li raggiungeranno presto, mi sembra sul 9-9, e poco dopo prenderanno loro il largo, vincendo 25-21. Terzo set equilibrato fino a circa metà, poi sul 14 pari la Polonia fa 3-4 punti consecutivi e tiene il vantaggio fino alla fine 25-20. Io simpatizzavo per l Slovenia fin dall'inizio, ma nel quarto set in modo particolare: voglio il tie break, voglio accorciare la pausa il più possibile. Il palazzetto si è un po' riempito, ma rimangono ancora tanti posti vuoti, almeno il 40%. La Slovenia parte bene, all'inizio rimane anche un po' in vantaggio, poi la Polonia prenderà la testa e la conserverà fino alla fine, anche se mai di più di 4 punti. Finisce 25-21, quindi 3-1: i polacchi festeggiano sugli spalti, poi anche fuori, ma gli sloveni continuano a sventolare le loro bandiere.






Esco dal palazzetto, do un'occhiata agli stand della federazione: niente di particolarmente interessante. Poi provo a prendermi da mangiare: c'è una lunga coda e dopo un quarto d'ora sono abbastanza vicino per rendermi conto che non è rimasto più niente da magiare, a parte snack e patatine. Rinuncio e torno al mio posto: lo stadio si è completamente riempito, anche il mio posto. Per fortuna l'occupante si scusa subito e scala di un posto: per un attimo non trovo più la mia  bandiera, poi la recupero, ma il cartoncino tricolore è andato perduto. Peccato, perché mi sarebbe servito: nelle pause, soprattutto nel terzo set, buona parte del pubblico lo mostrerà, creando l'effetto di un palazzetto tutto tricolore.


Quando entro, il count down per l'inizio segna 17 minuti. Poco dopo comincia la presentazioni dei giocatori. Si comincia coi francesi: non si sentono molti fischi, solo per Ngapeth un po' di più. Quand'è il turno degli italiani. si sente l'urlo della folla che annuncia ogni nome. Lo speaker si sente molto meno, e non perché sia coperto dalla folla: è l'acustica che non va. La banda dei Carabinieri suona gli inni nazionali: si sente qualcuno cantare anche quello francese, ma quello italiano si sentirà a un volume che fino agli Europei di nuoto dell'anno scorso non avrei mai pensato si potesse avere in Italia.






Si parte: primo punto all'Italia, poi alternanza per metà set: nessuno fa più di 2 punti di fila, la prima volta che una squadra è  in vantaggio di 2 punti è sul 13-11 per la Francia. Li raggiungiamo sul 15 pari e da allora la Francia non sarà mai più avanti, per tutta la partita. Il break decisivo è quando ci portiamo sul 22-18 e teniamo fino alla fine: si chiude 25-21, grazie a una battuta sbagliata dei francesi. Noto, già dalla prima partita, che le azioni con i tre tocchi classici bagher-palleggio-schiacciata sono una minoranza.

Nelle pause lo speaker guida le coreografie, il più delle volte coi cartoncini, ma una volta con le torce del telefonino, che ci fa alzare ed abbassare. Comincia il secondo set, e stavolta l'Italia prende il largo presto: 12-7. Sul 13-8 c'è uno scambio incredibile, lunghissimo, vinto dai francesi. Francesi che comunque non si avvicineranno mai a più di 3 punti: finisce 25-19, anche stavolta con un loro errore al servizio.








Nel terzo set l'Italia parte si porta subito sul 3-0, poi la Francia recupera, ma nella fase centrale l'Italia allunga anche più che negli alti set. Nelle pause l'altoparlante suona hit classiche e recenti, da "Dove si balla" a "Sarà perché ti amo". Intanto, però, l'Italia comincia a sbagliare e la Francia si fa sotto: 20-17, poi 21-20. Al pareggio, però, non ci arriveranno mai: si arriva invece al match point sul 24-22, sperando di chiudere per una volta sul nostro servizio. Va male: i francesi tornano alla battuta: la palla va subito a terra (dal mio lato), mi sembra fuori, ma non sono sicurissimo. Il challenge conferma: 25-23, quindi 3-0: parte la festa in campo e sugli spalti, Quasi nessuno degli spettatori se ne va: si aspetta, col cartoncino tricolore in mano, il saluto tra le squadre e poi che gli italiani, dopo aver ballato, posino per la foto di rito. Solo allora un po' di gente comincia ad andare, e a questo punto lo faccio anch'io.








Per la nazionale, l'appuntamento è sabato per la finale. Per me, il prossimo appuntamento con la pallavolo è per il 31-07-2024, per una partita del torneo femminile, chissà di quali squadre.

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