Arrivo al parcheggio, dopo aver faticato ancora una volta a trovarlo (c'erano dei cartelli, ma solo nell'ultimo tratto: il problema è sempre prima). Trovo posto molto più lontano degli altri anni: penso che ci sia molta più gente, ma poi mi accorgerò che non è così, forse era solo diversa la disposizione delle auto. La navetta parte dopo pochi minuti: siamo in tutto in sei, c'è anche una coppia con una bambina di un mese. Nessuna coda all'ingresso, stavolta non danno mappa e ordine di partenza, ma solo QR code per scaricarli. L'ordine di partenza me l'ero portato da casa, della mappa decido di fare a meno e guardare i cartelli, ma mi avrebbe fatto comodo. Per arrivare al campo, si passa da una fila di stand commerciali: ti invitano a provare la realtà virtuale, che sarebbe interessante, ma non sono qui per questo (eppure qualcuno che lo fa c'è: mi meraviglio sempre della gente che va a vedere un evento sportivo e poi fa tutt'altro). C'è anche un area multisport per bambini, a cura del CONI, dove si possono provare, tra gli altri, scherma, arrampicata e tiro a segno.
Arrivo al campo intorno alle 11,30. Comincio dando un'occhiata al primo punto che si incontra, il green della 9. Per capire chi sono i giocatori bisogna leggere i nomi sui caddie, non c'è l'omino che porta il cartello col punteggio, e dalla mia distanza si fa fatica (non ho portato il binocolo): alla fine si ricostruiscono abbinandoli con l'ordine di partenza. Poi, come sempre, bisogna aspettare che il caddie si avvicini al giocatore per capire chi è l'uno e chi l'altro, e a volte rimane il dubbio per un po'.
Finita la partita al green della 9, vado alla ricerca del leader della classifica, il francese Pavon, che ho visto che sta per concludere il giro (ed era partito dalla 10): lo incontro al tee della 8. Ha poca gente al seguito, per essere il primo in classifica: si notano alcuni francesi. Come al solito, nei colpi lunghi mi perdo la pallina dopo poco: qualche rara volta riesco poi a vedere dove atterra, ma solo in qualche colpo molto alto riesco a seguire tutta la traiettoria. Il più delle volte, per scoprire dov'è finita la palla, devo aspettare che si avvicini il giocatore. Mi viene il dubbio se la 8 sia un par 4 o un par 5, visto che nessuno va in green in due colpi: controllo che è un par 4. Alla 9 mi accorgo che i giocatori tolgono la pallina dal percorso anche sul fairway, pensavo si potesse solo sul green.
Pavon chiude il suo giro con un birdie alla 9. Io decido di seguire un altro dei primi in classifica, lo spagnolo Otaegui. che dovrebbe essere a 4-5 buche dalla fine (anche lui partendo dalla 10). Prima di raggiungerlo, mi devo però fermare al tee della 1, dove sta partendo una partita (una delle prime del pomeriggio) , con lo speaker che annuncia i giocatori. Al tee della 1 c'è anche un'enorme tribuna per la Ryder Cup, qui inutilizzata. Lo raggiungo al secondo colpo della 6: con lui c'è l'inglese Baldwin, anche lui ben piazzato. e il sudafricano Lombard, dal fisico non molto atletico e che svapa tra un colpo e l'altro. Ha però un braccio molto potente: alla 9 (par 5) sfiorerà l'eagle e il birdie sarà quello che alla fine gli consentirà di passare il taglio. Anche Otaegui chiuderà con un birdie.
Conclusa questa partita, all'inizio perso di fermarmi un po' al green della 9: tra due partite c'è Zenner il migliore degli italiani, e tra quattro un altro dei primi in classifica, il tedesco Kieffer. Poi però vedo che sono quasi le 14 e decido di andare a mangiare, per poi vedere un po' anche i giocatori partiti il pomeriggio: non oso fermarmi fino a tardi per via dell'allergia.
Di passaggio mi fermo a guardare il merchandising della Ryder Cup, che è anche bello, ma i prezzi sono un po' alti: 109 euro una cintura (in tela), 45 un cappellino, 33 un mini asciugamano. Per mangiare, l'unico posto a sedere è in pieno sole: certo, non fa caldissimo, anche se è sicuramente la giornata più calda dall'inizio dell'anno, ma alla fine le ore sotto il sole lasceranno il segno. Alla fine il peggior contraccolpo di questa giornata sulla mia salute non sarà l'allergia (anche se anche quella si sente, nonostante gli antistaminici extra), ma le scottature, soprattutto sul collo.
Per il pomeriggio decido di seguire il cinese Wu, che vedo si sta avvicinando alla vetta della classifica e che anche lui è partito dalla 10, in modo da vedere anche un po' di buche della seconda parte: penso di seguirlo fino alla 18. Lo incrocio alla 15, dopo aver visto un colpo del francese Guerrier, altro giocatore di alta classifica, che chiuderà secondo, anche lui con un fisico non propriamente atletico. Quanto meno non c'è il problema di distinguere Wu dai suoi compagni di partita, un austriaco e un finlandese, entrambi sotto il par. Come previsto, seguo questa (bella) partita fino alla 18, a volte perdendo il conto dei colpi: mi era sembrato che Wu avesse fatto birdie alla 17 e par alla 18, invece era il contrario. Anche loro non hanno il cartello del punteggio, a differenza di altre partite, come la precedente (quella di Guerrier) e la successiva. Il pubblico al seguito non è molto, ma già più che nelle partite che avevo seguito al mattino.
Lascio Wu a -5: nella seconda parte crollerà e chiuderà in par. Mi fermo a vedere l'arrivo della partita successiva, con l'italiano Canonica che era a +2 e ci resta. Assisto anche al dramma del francese Dubuisson, che manda la palla in acqua due volte di fila e si ritira. Accanto a me, due giocatori di club commentano che è una consolazione vedere anche i professionisti fare queste figure. Mentre me ne sto andando, vedo che al tee della 10, lì di fronte, arriva la partita di Dodo Molinari (l'unico in gara dei due), che è già a +6. Vedo giusto il primo colpo (senza capire il risultato), poi vado.
Sono le 16,30 e decido di chiudere qui la mia giornata golfistica, soprattutto per il rischio allergia. Ho camminato "solo" 9 km, contro i 15 degli anni precedenti. Il cartello all'uscita stavolta dice soltanto "goodbye" senza specificare a quando, ma per me l'appuntamento è per la prima giornata della Ryder Cup, il 29 settembre.
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