mercoledì 18 dicembre 2024

Lazio - Inter (16-12-2024)

 La metro è tornata a fare orari normali quindi stavolta posso evitare di andare allo stadio in macchina. Prendo il tram da Flaminio verso le 19,15: è pieno soprattutto di laziali, ma c'è anche qualche interista. Partono i cori: qualcuno ne accenna anche uno nazista, ma fortunatamente viene zittito subito. Si passa ai cori contro Lotito, ma c'è qualcuno che lo difende, al che anch'io intervengo per far presente che non capisco come mai i i tifosi comuni (non i capi ultrà, di quelli si capisce) ce l'abbiano con lui, con i risultati che ha ottenuto in questi anni (fermo restando, naturalmente, che non è certo una persona simpatica, tutt'altro).

C'è un po' di coda al prefiltraggio, ma meno che in certe sessioni mattutine degli Europei d'atletica (ovviamente con molta meno gente) e soprattutto, scorre rapidamente, mica come contro la Roma. Non mi perquisiscono neanche, del resto non ho zaini, Leggermente più lunga la coda al tornello, ma parliamo di una decina di minuti: all'ingresso controllano il documento e mi toccano un po' le tasche. Sono quindi dentro poco prima delle 20: ho il tempo di prendermi da mangiare e di incontrarmi col mio amico laziale e fare la foto di rito. 

Scusate se per le foto parto dalla fine, ma questa è la miglior copertina


Arrivo alle tribune verso le 20,15: la Curva Nord e la metà nord della Tribuna Tevere sono già pieni, il settore ospiti quasi, il mio settore e la Monte Mario invece sono quasi vuoti. Alla fine il mio settore si riempirà, anche se non proprio al 100%, mentre nella Monte Mario rimarranno molti vuoti. Sono nella fila 18, quindi penso di dover salire molto, ma non ho ancora imparato la numerazione dell'Olimpico, nonostante fossi in questa zona anche agli Europei di atletica: in realtà la fila 18 e la terza salendo dall'ingresso. Cominciano  a dare le formazioni a quasi mezz'ora dall''inizio (e come sempre in ordine di numero, che non ci si capisce niente), ma so che il rituale prepartita della Lazio è lungo; c'è il volo dell'aquila e diverse canzoni, tra cui "I giardini di marzo".



   

L'ingresso delle squadre in campo è uno shock: l'Inter è travestita da Borussia Dortmund! Mi chiedo sempre chi è che compra queste maglie. Si parte: dal mio lato (sono poco oltre la linea di porta) attacca l'Inter, vedo molto bene l'area. Stavolta nel mio settore gli interisti sono meno degli anni scorsi: nella mia fila credo siano tutti laziali, si vedono e si sentono interisti nelle file dietro e dall'altro lato del corridoio. Dopo un inizio a fasi alterne, con molto pressing da entrambe le parti, c'è una fase a prevalenza laziale, che dura una ventina di minuti, dove l'Inter non arriva quasi mai in attacco e comincio a preoccuparmi. Di occasioni serie comunque i padroni di casa ne avranno una sola, con Noslin che ci grazia sparando alto solo in mezzo all'area. In un dei rari contropiedi vedo molto bene un tiro di Mikhtaryan che presumibilmente dovrebbe essere un cross, ma quasi entra.


C'è un'interruzione di un paio di minuti per l'infortunio al difensore laziale Gila, che viene sostituito da tale Gigot, mai sentito. Un paio di minuti dopo, cross dalla destra (il lato opposto al mio), Dumfries svetta di testa, Provedel para, ma dopo una mischia in cui non si capisce più niente la palla entra. Non capisco chi avrebbe segnato, leggo che sarebbe stato De Vrij, ma in ogni caso l'arbitro non convalida. Non capisco perché, il mio vicino dice che c'è stato un fallo. Dopo 3-4 minuti di discussioni l'arbitro viene richiamato al VAR e a sorpresa non dà il gol, ma un rigore. Decisione molto curiosa, leggerò poi che c'era stato un fallo di mano proprio di Gigot, prima che la palla arrivasse a De Vrij. Calhanoglu segna e tutta la squadra va a festeggiare sotto il settore ospiti. Neanche due minuti dopo, Dumfries trova Di Marco completamente libero in area: 2-0 e nuovi festeggiamenti sotto il settore interista.




Nell'intervallo non mi muovo. Passa a bordo campo il falconiere e alcuni scendono a farsi la foto con l'aquila. I laziali attorno a me dicono che la partita e già finita, ma io non sono tanto tranquillo, conoscendo la difesa dell'Inter in campionato. Mi tranquillizzo pochi minuti dopo la ripresa: Barella ha la palla al limite dell'area, qualcuno alla mia sinistra grida "tira", lui obbedisce e la butta nell'angolino. Dev'essere stato un gol bellissimo, peccato non averlo visto bene, essendo dall'altro lato. Il tifoso che aveva detto di tirare solleva più volte in aria il figlio, tanto che comincio a temere per lui. Tre minuti dopo Dumfries sembra volare altissimo (ma anche perché il suo avversario, Tavares, non salta) e segna il 4-0. Nuovo palleggiamento del bambino.


Si va avanti con la Lazio che prova ad attaccare, ma senza essere mai pericolosa e scoprendosi sempre di più. A un certo punto l'Inter sembra non affondare: verso la metà del secondo tempo, dopo aver visto Dumfries fermarsi dopo una discesa sulla fascia, prendo anche in considerazione di andarmene, visto anche il freddo, ma accantono subito l'idea, probabilmente a risultato invertito l'avrei fatto. Anche i laziali, comunque, rimangono quasi tutti. Dopo un po' arriva anche il 5-0, con Carlos Augusto (3 gol di difensori e 2 di centrocampisti), ma pochi se ne vanno e nessuno contesta, anzi la Nord continua a cantare. Poco prima dello scadere, il mio vicino non fa in tempo a dire "andiamo, prima che facciano il sesto" che il sesto gol arriva, con Thuram.



Finisce 6-0, contro una squadra che era pur sempre pari a noi in classifica, sia pure con una partita in più. Uscendo, sento il mio amico, che mi dice che era andato via sul 5-0. Alla fermata del tram, lo vedo molto pieno e decido di aspettare il successivo, ma dovrò aspettare un bel po', tanto da rischiare di perdere l'ultima metro. Sul tram sento depressione nei tifosi laziali, ma non rabbia,



Finisce così la mia annata sportiva. Dati una serie di impegni lavorativi e personali, non so quando inizierà la prossima.