sabato 8 giugno 2024

Campionati Europei di atletica a Roma - 1^ giornata (07-06-2024)

 Ci metto un po' più del previsto ad arrivare per via del traffico (non certo dovuto agli Europei), ma in compenso trovo parcheggio leggermente più vicino, e molto più rapidamente, di quando ero venuto per il tennis. Così arrivo all'ingresso intorno alle 9,30 e penso che ce la farò a vedere, se non l'inizio delle gare (9,35), quanto meno la serie della Gerevini (9,49). Invece trovo una coda all'ingresso che non avevo mai visto nemmeno per le partite di calcio: leggerò poi che i cancelli erano stati aperti da poco e per di più non tutti sono aperti. Si vedono svizzeri, finlandesi, britannici e uno svedese con l'elmetto tradizionale. La code scorre abbastanza rapidamente e in una decina di minuti sono dentro, il controllo degli zaini non è nemmeno molto accurato. Questo però era solo il prefiltraggio, poi ci sono i tornelli, e anch'essi non sono tutti aperti. La coda è un po' meno lunga, ma a differenza dell'altra, scorre molto lentamente: la gente comincia a spazientirsi, perché ci sono delle persone che non riescono a passare i tornelli. Dietro di me c'è una famiglia estone con un bambino che ha più o meno l'età che avevo io ai tempi degli altri Europei di Roma (1974): penso a come sarei stato contento se mi avessero portato. Uno svizzero davanti a me guarda le gare sul telefonino e penso che potrei farlo anch'io: riesco a vedere la terza serie dei 100hs dell'eptathlon (la Gerevini era nella seconda).



Alla fine scopro che il problema era che c'era un tornello guasto, naturalmente quello in cui ero in coda io, ma spostandomi in quello accento riesco ad entrare al primo colpo. Così sono dentro intorno alle 10: come previsto, lo stadio è quasi vuoto, c'è un po' più di gente nella tribuna Tevere verso la fine del rettilineo, mentre io sono dal lato dell'inizio (e quindi dell'arrivo). Mi sistemo nove file sotto il mio posto. Sono in ottima posizione per il disco, ma noto che la gabbia copre la pedana dell'alto dell'eptathlon. Poco dopo, noto che le pedana sopraelevate dei salti in estensione sono molto belle, ma coprono le quattro corsie esterne del rettilineo. Per fortuna, è rilevante solo nei 400, 400hs e nelle staffette, e stamattina non ce ne sono.

Quando entro è in corso solo il disco maschile, dove Alekna ha fatto la misura di qualificazione prima che entrassi  nessun altro la farà. Comincia poi il peso femminile una delle quattro gare senza italiani, che si svolge dal lato opposto e non si vede molto: la seguirò distrattamente. La prima gara su pista che vedo sono i 100hs, dopo essermi perso quelli dell'eptathlon. Si inaugura la qualificazione in stile nuoto: conta solo il tempo. Il risultato sarà quindi influenzato molto dal vento, sia qui che nei successivi 110hs: la Besana e Fofana, quinti e sesti nelle loro batterie, avranno rispettivamente il sesto e il settimo tempo complessivo. Lo speaker confonde un po' le nazioni: Slovenia con Slovacchia e persino Finlandia con Grecia (penso per via del nome dell'atleta). Decisamente meglio lo speaker in inglese e anche la Strati a bordo campo, che fa interviste in italiano, inglese e spagnolo.


Finiti gli ostacoli, decido di spostarmi verso il centro della tribuna per vedere meglio il triplo femminile. Vicino a me c'è un gruppo di lituani: quando qualcuno chiede di farsi una foto con uno di loro, capisco che dev'essere Alekna padre. Incontro anche uno che dice che ai Mondiali di Budapest era seduto accanto a me: non me lo ricordavo proprio. Nel triplo si capiscono abbastanza bene le misure: mi accorgo che il salto della Derkach è buono, ma non pensavo fino a questo punto: 14,10, qualificazione diretta. Posso permettermi di seguire distrattamente il resto della gara: seguo invece l'alto dell'eptathlon, con la Gerevini che arriva a 1,74 senza problemi, e le gare su pista, prima i 1500 donne, poi gli 800 uomini. Nei primi la Cavalli passa, la Vissa no e la Zenoni cade, nei secondi Pernici sembra fuori gioco all'inizio del rettilineo finale, ma rimonta fino al secondo posto, mentre gli altri italiani passano senza problemi. Per via dell'epilogo dell'ultima batteria, mi perdo la Gerevini che supera 1,80 e vince il suo gruppo, quello più debole, mentre l'altro è dominato dalla Thiam con 1,95: dopo due gare è seconda.





C'è anche il disco donne: avevo visto Cà e Osakue sfiorare la fettuccia della qualificazione in riscaldamento e penso che per loro la qualificazione sarà una formalità. Invece è così solo per la portoghese, mentre l'italiana fa 60,10 al primo turno e poi non si migliora. Chiude il gruppo sesta, e capisco che è a rischio, anche se il secondo gruppo sembra un po' meno forte. A metà del secondo turno del secondo gruppo è già 12^ e penso che è finita, è ancora fuori la capolista stagionale, la tedesca Stenacker, la quale però al secondo turno rimane dietro, ma al terzo chiude il discorso con la qualificazione diretta.

Nel frattempo c'è stato il lungo maschile, dove i risultati si vedevano un po' meno bene rispetto al triplo, ma dal boato degli svizzeri si capisce che Eheammer ha fatto un grande salto. Non pensavo però fino a questo punto: 8,41. Anche il salto di Furlani si capisce subito che è buono, e infatti è 8,17. Appassionante fino all'ultimo la lotta per la qualificazione, con Randazzo che al terzo si piazza al 12° posto con 7,94, ma due salti dopo viene scavalcato di 1 cm. Passa una volontaria per un sondaggio: mi chiede età, provenienza e che biglietto ho.

Avevo aspettato la fine per prendermi da mangiare perché volevo andare alla tanto decantata "fan zone", ma che delusione! E' forse la più povera che abbia mai visto in eventi del genere, soprattutto la parte gastronomica: solo un paio di paninoteche, niente di paragonabile a quello che offre il tennis. L'unico stand originale è forse quello del simulatore di volo in realtà virtuale.

Per trovare un po' di fresco e scrivere queste righe vado quindi in centro. Torno al Foro Italico verso le 18,20, mentre sta finendo la cerimonia d'apertura (che non avevo mai pensato di vedere), Cerco un buon posto per vedere la marcia, ma vorrei che fosse dal lato dello stadio, in modo da poter entrare prima dell'arrivo e delle qualificazioni dei peso. Solo che non capisco come ci si arrivi: non solo non lasciano attraversare (a 10 minuti dall'inizio della gara!), ma l'area transennata è molto più ampia del percorso. Già solo per andare dall'altro lato della fontana davo quasi tornare quasi all'ingresso. Mi rassegno al fatto che per arrivare dal lato dello stadio dovrò fare un giro intero (per fortuna è solo 1 km), e mi propongo di farlo un po' alla volta: per il momento mi sistemo nel tratto tra la "medal plaza" (ossia la piazza della fontana) e lo Stadio dei Marmi, dove c'è poca gente. 

Si parte: la Palmisano fa l'andatura, si forma un gruppo di 16, che dopo 4-5 giri si riduce a 8. La Trapletti rimane in gruppo, la Giorgi si stacca. Dalla mia postazione vedo circa un terzo del percorso, intravedo qualcosa mentre passano attorno allo Stadio dei Marmi, ma del resto del percorso non so niente: non ci sono schermi, in piazza uno ci sarebbe, ma trasmette spot. Verso il sesto giro vado verso lo Stadio dei Marmi, per cominciare il mio giro del percorso, ma a un certo punto è sbarrato: e allora dove si va? Incontro molti dei protagonisti della serata, tra cui Stahl: loro li lasciano attraversare per arrivare al campo di riscaldamento. Per gli spettatori comuni, invece, si gira dall'altro lato: adesso è possibile, hanno ridotto la zona transennata. Arrivo quindi in piazza, e mi fermo fino al 10° km, dove la Palmisano comincia a prendere un po' di vantaggio. Poi vado dall'altro lato, vicino ai cancelli dello stadio, e mi ci fermo fino al 13° km, con la Palmisano che ormai ha fatto il vuoto. A questo punto vado ai tornelli: stavolta non c'è coda , ma in compenso devo fare molti tentativi per passare il biglietto.








Arrivo dentro lo stadio che manca poco all'inizio delle qualificazioni del peso: è deserto, c'è meno gente di stamattina. Nel caso poi si riempisse, vado al mio posto, ma uno steward si insospettisce a vedermi salire così in alto e mi fa presente che le file più in alto (a cominciare da 2-3 sopra la mia) sono chiuse Seguo prima dallo schermo, poi dal vivo, l'epilogo della marcia, con la Trapletti che al 19° km stacca tutte e arriva seconda dietro alla Palmisano. Il terzo posto doveva essere della spagnola Garcia Caro, ma si ferma a festeggiare e viene beffata da un'ucraina. Le due italiane vengono intervistate da Howe. Intanto sono cominciate le qualificazioni del peso: Fabbri sbriga subito la formalità con un banale, per lui, 21,10, mentre nessun altro arriverà ai 20,70 della qualificazione diretta, l'ultimo qualificato sarà Weir con 19,71 all'ultimo lancio.





Seguono le qualificazioni dell'alto donne, che non vedo bene in quanto sono dietro la gabbia del disco: la Vicini, dopo aver rischiato di uscire a 1,76, esce a 1,85, la Vallortigara a 1,89. Non capisco quante abbiano superato 1,89, visto che non danno aggiornamenti e il server del sito è saltato. Vedo comunque che vanno aventi (la qualificazione è 1,92): scoprirò poi che erano 14. E' arrivata un po' di gente nella curva sud, dove c'era una promozione per le scuole: passerà a salutarli Tamberi (lo so da una mia collega). Si è un po' riempita anche la Tevere, ma anche se l'effetto può essere ingannevole per via dello stadio grande, il vuoto è deprimente. Ancora più deprimente sarà poi andarsi a prendere da mangiare e non trovare coda.

Appurato che lo stadio non si riempirà, dopo aver preso da mangiare mi sistemo più al centro. Vedo il disco, gara un po' sottotono, dove Ceh vince con 68,08 al secondo lancio e l'austriaco di cui è meglio non scriva il nome beffa Alekna e Stahl arrivando secondo con 67,70. Negli ultimi lanci si vede  un bel gruppo di tifosi sia austriaci che lituani. Vedo poco il peso femminile, che si svolge dall'altro lato: altra gara sottotono, si andava a medaglia con 18,62, sarebbe stata alla portata della migliore Chiara Rosa.



Su pista ci sono prima le batterie dei 100, con due italiani che passano entrambi, poi i 200 dell'eptathlon: la Gerevini è inserita nella serie più scarsa perché quest'anno non ha corso e la domina in 23.81, che viene dato come suo personale, ma nell'intervista specificherà che è solo il personale nell'epathlon. Rimarrà il quarto tempo assoluto e chiuderà la giornata sesta. Ci sono tanti ritiri, tra cui la Johnson-Thompson.

Si chiude con le due finali: prima la staffetta mista, poi i 5000. Nelle prima, Sito rimane attaccato a Sacoor e la Polinari, in seconda frazione, va alla corda per prima. Poi sarà superara da Irlanda e Belgio, ma rimarrà attaccata. Dopo la terza frazione l'ordine è ancora Irlanda-Belgio-Italia, con le altre dietro: in particolare il distacco dell'Olanda sembra troppo anche per la Bol, la quale sembra prendersela comoda per 250 metri e solo nel finale si avvicina. Supera il Belgio, ma non l'Italia, che arriva seconda, dietro solo all'Irlanda. In quel momento si scopre che i tifosi irlandesi sono davverto tanti in tutti i settori: le bandiere irlandesi si mescolano e si confondono con quelle italiane. Nei 5000, la Battocletti rimane sempre in seconda-terza posizione in un gruppo che si assottiglia sempre più. All'ultimo giro rimangono solo lei e la Grovdal, ma nel rettilineo finale lascia sul posto la norvegese e vince facendo il record italiano di sei secondi.







Mentre il pubblico esce, lo speaker ricorda che ci sono ancora le premiazioni, ma non so quanti si fermano, certo io no. E' stata una giornata a due facce: esaltante sul piano dei risultati, visto che in un giorno abbiamo conquistato più medaglie che nell'intera edizione del 2014 e le stesse del 2018, prove a squadre escluse, deprimente per la cornice e i problemi organizzativi, tanto che credo abbia affossato le mie speranze di vedere i Mondiali a Roma nell'arco della mia vita.

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