Nordic Skiing World Championships in Lahti - 3rd day 04/03/2017

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I arrive in Lahti at 12.30. Outside the station people distribute purple trumpets. Shortly before the stadium, sponsors of Norway distribute white caps with the Norwegian colours: I put it on top of mine. Before entering, however, I take it off, because I have no intention to enlist in the Norwegian fans. With them and some purchases I made my backpack (which  follows me faithfully from Turin 2006) it is at the limit of its capacity, so for the cross-country race (which was not a race to the bottom, as Google, misled by the Italian word "fondo", thought), I have to give up using my binocular, too buried to be retrieved.

 Inside the stadium stickers for cheeks are also offered: there are all flags, even Italy (and even Spain, although I have seen no Spaniard). This time so I can save the stick with which I usually paint them, which I have carried around for several years, even on trips that have nothing to do with sports (though there do not use it ...). Before going into the stands, I visit the  adventure area with Western setting and a mini jump hill for children, K5 (i.e. with the point of maximum slope of the runway at 5 meters). I saw children of 3-4 years trying to jump, but falling before reaching the tooth (which is almost non-existent) and making the whole track by lying.

As I said yesterday, this time I have a ticket of the most expensive category, so I have a comfortable, covered seat (but not numbered, there were no numbered seats). I wish I had taken the same tickets on other days. I said I detest mass starts: they are made by more than an hour of boredom for 5-10 minutes of emotions at the end. I miss the old races in time trial mode, where at the first checkpointat least you could tell who would not win. The women's 30 km. is already a bit better than 50 km., not only because it lasts less, but also because it livens up a bit earlier, they form pretty soon a group of 13, which then become 10 and remain so until a few kilometers from the end. From my seat I can see even better the finish, compared to the opposite grandstand where I was the other day. It ends with 4 Norwegian in first 4 places: Norwegian fans heat up a little,  so far did not seem to care so much about the successes, there were too accustomed.  The first Italian is 15th, and in our condition is not bad: the times of Belmondo and Di Centa are gone.

I decide to resist to cold (which is much more than the past few days) for a little more, to attend what they call "presentation ceremony", as the victory ceremony is made in the evening in the medal plaza (now evervbody have one): in fact it is a victory ceremony without medals, even anthems are played. But now the cold is felt, and I plan to get warmed in the arena, but I cultivate an illusion: entrances, are blocked so the only way to have a little shelter is to enter the store.

It is now time of the team jumping competition. The most expensive grandstand is not full.Everyone are all seated, except for a couple that decide to stand in front of me, forcing me to change seat. Again there is the "crowd supporter", with music and more: we use trumpets to accompany "An der schoenen blauen Donau".A few years ago the team jumping was the most closed race in all winter Olympics, not just in Nordic skiing, but today is very open at the end Poland wins because it is the only one not to make big mistakes. In the second run the cold gets really hard to bear: already in the second round of jumps I cannot wait for it to finish, and moreover there are also interruptions for wind. I regret not having gone to Belgrade to see athletics: the results were not exciting, but at least I would have been indoor.

It's time to go: it will take a while before my next trip, we will have time to talk about past experiences.

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Mondiali di sci nordico a Lahti - 3^ giornata 4/3/2017 Arrivo a Lahti alle 12,30. Fuori dalla stazione distribuiscono trombette viola. Poco prima dello stadio gli sponsor della Norvegia distribuiscono berretti bianchi coi colori norvegesi: me lo mettono sopra il mio. Prima di entrare però me lo tolgo, perché non ho intenzione di arruolarmi nella tifoseria norvegese. Tra questi e alcuni acquisti che ho fatto il mio zaino (che mi segue fedelmente da Torino 2006) è al limite della capienza, tanto che per la gara di fondo devo rinunciare al binocolo, troppo sepolto per essere recuperato. Dentro lo stadio offrono anche adesivi per le guance: ci sono tutte le bandiere, anche l'Italia (e persino la Spagna, anche se di spagnoli non se ne son visti). Stavolta quindi posso risparmiare lo stick con cui me le dipingo di solito, che mi porto dietro ormai da parecchi anni, anche in viaggi che non c'entrano niente con lo sport (lì però non lo uso...). Prima di entrare in tribuna, visito l'area avventura, con ambientazione western e un mini trampolino per bambini, K5 (ossia col punto di massima pendenza della pista d'atterraggio a 5 metri). Ho visto bambini di 3-4 anni provare a buttarsi, ma cadendo prima di arrivare al dente (peraltro quasi inesistente) e facendo tutta la pista da sdraiati. Come dicevo ieri, stavolta ho il biglietto della categoria più cara, quindi ho un comodo posto a sedere al coperto (ma non numerato, non c'erano posti numerati). Rimpiango di non aver preso gli stessi biglietti gli altri giorni. Dicevo anche che detesto le mass start: sono un'ora e passa di noia per 5-10 minuti di emozioni alla fine. Rimpiango le vecchie gare con partenza intervallata, dove al primo passaggio almeno si capiva chi non avrebbe vinto. La 30 km. femminile è già un po' meglio della 50, non solo perché dura di meno, ma anche perché si vivacizza un po' prima: si forma abbastanza presto un gruppo di 13, che poi diventano 10 e rimangono tali fino a pochi chilometri dalla fine. Dalla mia postazione riesco a vedere anche meglio il finale, rispetto alla tribuna opposta dov'ero gli altri giorni. Finisce con 4 norvegesi ai primi 4 posti: i tifosi norvegesi i scaldano un pochino, mentre finora sembravano non scomporsi più di tanto per i successi, c'erano troppo abituati. 15^ la prima italiana, e per come siamo messi non è neanche male: i tempi di Belmondo e Di Centa sono lontani. Decido di resistere ancora un po' al freddo (che è molto più dei giorni scorsi) per assistere a quella che chiamano "cerimonia di presentazione", visto che la premiazione si fa la sera nella medal plaza (ormai c'è l'hanno tutti): di fatto è una premiazione senza medaglie, suonano anche l'inno. Adesso però il freddo si fa sentire e penso di rifugiarmi nel palasport, ma coltivo un'illusione: hanno bloccato gli accessi, per cui l'unico modo per avere un po' di riparo è entrare nel negozio.

Definizioni di Mondiali di sci nordico a Lahti - 3^ giornata 4/3/2017 Arrivo a Lahti alle 12,30. Fuori dalla stazione distribuiscono trombette viola. Poco prima dello stadio gli sponsor della Norvegia distribuiscono berretti bianchi coi colori norvegesi: me lo mettono sopra il mio. Prima di entrare però me lo tolgo, perché non ho intenzione di arruolarmi nella tifoseria norvegese. Tra questi e alcuni acquisti che ho fatto il mio zaino (che mi segue fedelmente da Torino 2006) è al limite della capienza, tanto che per la gara di fondo devo rinunciare al binocolo, troppo sepolto per essere recuperato. Dentro lo stadio offrono anche adesivi per le guance: ci sono tutte le bandiere, anche l'Italia (e persino la Spagna, anche se di spagnoli non se ne son visti). Stavolta quindi posso risparmiare lo stick con cui me le dipingo di solito, che mi porto dietro ormai da parecchi anni, anche in viaggi che non c'entrano niente con lo sport (lì però non lo uso...). Prima di entrare in tribuna, visito l'area avventura, con ambientazione western e un mini trampolino per bambini, K5 (ossia col punto di massima pendenza della pista d'atterraggio a 5 metri). Ho visto bambini di 3-4 anni provare a buttarsi, ma cadendo prima di arrivare al dente (peraltro quasi inesistente) e facendo tutta la pista da sdraiati. Come dicevo ieri, stavolta ho il biglietto della categoria più cara, quindi ho un comodo posto a sedere al coperto (ma non numerato, non c'erano posti numerati). Rimpiango di non aver preso gli stessi biglietti gli altri giorni. Dicevo anche che detesto le mass start: sono un'ora e passa di noia per 5-10 minuti di emozioni alla fine. Rimpiango le vecchie gare con partenza intervallata, dove al primo passaggio almeno si capiva chi non avrebbe vinto. La 30 km. femminile è già un po' meglio della 50, non solo perché dura di meno, ma anche perché si vivacizza un po' prima: si forma abbastanza presto un gruppo di 13, che poi diventano 10 e rimangono tali fino a pochi chilometri dalla fine. Dalla mia postazione riesco a vedere anche meglio il finale, rispetto alla tribuna opposta dov'ero gli altri giorni. Finisce con 4 norvegesi ai primi 4 posti: i tifosi norvegesi i scaldano un pochino, mentre finora sembravano non scomporsi più di tanto per i successi, c'erano troppo abituati. 15^ la prima italiana, e per come siamo messi non è neanche male: i tempi di Belmondo e Di Centa sono lontani. Decido di resistere ancora un po' al freddo (che è molto più dei giorni scorsi) per assistere a quella che chiamano "cerimonia di presentazione", visto che la premiazione si fa la sera nella medal plaza (ormai c'è l'hanno tutti): di fatto è una premiazione senza medaglie, suonano anche l'inno. Adesso però il freddo si fa sentire e penso di rifugiarmi nel palasport, ma coltivo un'illusione: hanno bloccato gli accessi, per cui l'unico modo per avere un po' di riparo è entrare nel negozio.

Sinonimi di Mondiali di sci nordico a Lahti - 3^ giornata 4/3/2017 Arrivo a Lahti alle 12,30. Fuori dalla stazione distribuiscono trombette viola. Poco prima dello stadio gli sponsor della Norvegia distribuiscono berretti bianchi coi colori norvegesi: me lo mettono sopra il mio. Prima di entrare però me lo tolgo, perché non ho intenzione di arruolarmi nella tifoseria norvegese. Tra questi e alcuni acquisti che ho fatto il mio zaino (che mi segue fedelmente da Torino 2006) è al limite della capienza, tanto che per la gara di fondo devo rinunciare al binocolo, troppo sepolto per essere recuperato. Dentro lo stadio offrono anche adesivi per le guance: ci sono tutte le bandiere, anche l'Italia (e persino la Spagna, anche se di spagnoli non se ne son visti). Stavolta quindi posso risparmiare lo stick con cui me le dipingo di solito, che mi porto dietro ormai da parecchi anni, anche in viaggi che non c'entrano niente con lo sport (lì però non lo uso...). Prima di entrare in tribuna, visito l'area avventura, con ambientazione western e un mini trampolino per bambini, K5 (ossia col punto di massima pendenza della pista d'atterraggio a 5 metri). Ho visto bambini di 3-4 anni provare a buttarsi, ma cadendo prima di arrivare al dente (peraltro quasi inesistente) e facendo tutta la pista da sdraiati. Come dicevo ieri, stavolta ho il biglietto della categoria più cara, quindi ho un comodo posto a sedere al coperto (ma non numerato, non c'erano posti numerati). Rimpiango di non aver preso gli stessi biglietti gli altri giorni. Dicevo anche che detesto le mass start: sono un'ora e passa di noia per 5-10 minuti di emozioni alla fine. Rimpiango le vecchie gare con partenza intervallata, dove al primo passaggio almeno si capiva chi non avrebbe vinto. La 30 km. femminile è già un po' meglio della 50, non solo perché dura di meno, ma anche perché si vivacizza un po' prima: si forma abbastanza presto un gruppo di 13, che poi diventano 10 e rimangono tali fino a pochi chilometri dalla fine. Dalla mia postazione riesco a vedere anche meglio il finale, rispetto alla tribuna opposta dov'ero gli altri giorni. Finisce con 4 norvegesi ai primi 4 posti: i tifosi norvegesi i scaldano un pochino, mentre finora sembravano non scomporsi più di tanto per i successi, c'erano troppo abituati. 15^ la prima italiana, e per come siamo messi non è neanche male: i tempi di Belmondo e Di Centa sono lontani. Decido di resistere ancora un po' al freddo (che è molto più dei giorni scorsi) per assistere a quella che chiamano "cerimonia di presentazione", visto che la premiazione si fa la sera nella medal plaza (ormai c'è l'hanno tutti): di fatto è una premiazione senza medaglie, suonano anche l'inno. Adesso però il freddo si fa sentire e penso di rifugiarmi nel palasport, ma coltivo un'illusione: hanno bloccato gli accessi, per cui l'unico modo per avere un po' di riparo è entrare nel negozio.

Esempi per Mondiali di sci nordico a Lahti - 3^ giornata 4/3/2017 Arrivo a Lahti alle 12,30. Fuori dalla stazione distribuiscono trombette viola. Poco prima dello stadio gli sponsor della Norvegia distribuiscono berretti bianchi coi colori norvegesi: me lo mettono sopra il mio. Prima di entrare però me lo tolgo, perché non ho intenzione di arruolarmi nella tifoseria norvegese. Tra questi e alcuni acquisti che ho fatto il mio zaino (che mi segue fedelmente da Torino 2006) è al limite della capienza, tanto che per la gara di fondo devo rinunciare al binocolo, troppo sepolto per essere recuperato. Dentro lo stadio offrono anche adesivi per le guance: ci sono tutte le bandiere, anche l'Italia (e persino la Spagna, anche se di spagnoli non se ne son visti). Stavolta quindi posso risparmiare lo stick con cui me le dipingo di solito, che mi porto dietro ormai da parecchi anni, anche in viaggi che non c'entrano niente con lo sport (lì però non lo uso...). Prima di entrare in tribuna, visito l'area avventura, con ambientazione western e un mini trampolino per bambini, K5 (ossia col punto di massima pendenza della pista d'atterraggio a 5 metri). Ho visto bambini di 3-4 anni provare a buttarsi, ma cadendo prima di arrivare al dente (peraltro quasi inesistente) e facendo tutta la pista da sdraiati. Come dicevo ieri, stavolta ho il biglietto della categoria più cara, quindi ho un comodo posto a sedere al coperto (ma non numerato, non c'erano posti numerati). Rimpiango di non aver preso gli stessi biglietti gli altri giorni. Dicevo anche che detesto le mass start: sono un'ora e passa di noia per 5-10 minuti di emozioni alla fine. Rimpiango le vecchie gare con partenza intervallata, dove al primo passaggio almeno si capiva chi non avrebbe vinto. La 30 km. femminile è già un po' meglio della 50, non solo perché dura di meno, ma anche perché si vivacizza un po' prima: si forma abbastanza presto un gruppo di 13, che poi diventano 10 e rimangono tali fino a pochi chilometri dalla fine. Dalla mia postazione riesco a vedere anche meglio il finale, rispetto alla tribuna opposta dov'ero gli altri giorni. Finisce con 4 norvegesi ai primi 4 posti: i tifosi norvegesi i scaldano un pochino, mentre finora sembravano non scomporsi più di tanto per i successi, c'erano troppo abituati. 15^ la prima italiana, e per come siamo messi non è neanche male: i tempi di Belmondo e Di Centa sono lontani. Decido di resistere ancora un po' al freddo (che è molto più dei giorni scorsi) per assistere a quella che chiamano "cerimonia di presentazione", visto che la premiazione si fa la sera nella medal plaza (ormai c'è l'hanno tutti): di fatto è una premiazione senza medaglie, suonano anche l'inno. Adesso però il freddo si fa sentire e penso di rifugiarmi nel palasport, ma coltivo un'illusione: hanno bloccato gli accessi, per cui l'unico modo per avere un po' di riparo è entrare nel negozio.

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Traduzioni di Mondiali di sci nordico a Lahti - 3^ giornata 4/3/2017 Arrivo a Lahti alle 12,30. Fuori dalla stazione distribuiscono trombette viola. Poco prima dello stadio gli sponsor della Norvegia distribuiscono berretti bianchi coi colori norvegesi: me lo mettono sopra il mio. Prima di entrare però me lo tolgo, perché non ho intenzione di arruolarmi nella tifoseria norvegese. Tra questi e alcuni acquisti che ho fatto il mio zaino (che mi segue fedelmente da Torino 2006) è al limite della capienza, tanto che per la gara di fondo devo rinunciare al binocolo, troppo sepolto per essere recuperato. Dentro lo stadio offrono anche adesivi per le guance: ci sono tutte le bandiere, anche l'Italia (e persino la Spagna, anche se di spagnoli non se ne son visti). Stavolta quindi posso risparmiare lo stick con cui me le dipingo di solito, che mi porto dietro ormai da parecchi anni, anche in viaggi che non c'entrano niente con lo sport (lì però non lo uso...). Prima di entrare in tribuna, visito l'area avventura, con ambientazione western e un mini trampolino per bambini, K5 (ossia col punto di massima pendenza della pista d'atterraggio a 5 metri). Ho visto bambini di 3-4 anni provare a buttarsi, ma cadendo prima di arrivare al dente (peraltro quasi inesistente) e facendo tutta la pista da sdraiati. Come dicevo ieri, stavolta ho il biglietto della categoria più cara, quindi ho un comodo posto a sedere al coperto (ma non numerato, non c'erano posti numerati). Rimpiango di non aver preso gli stessi biglietti gli altri giorni. Dicevo anche che detesto le mass start: sono un'ora e passa di noia per 5-10 minuti di emozioni alla fine. Rimpiango le vecchie gare con partenza intervallata, dove al primo passaggio almeno si capiva chi non avrebbe vinto. La 30 km. femminile è già un po' meglio della 50, non solo perché dura di meno, ma anche perché si vivacizza un po' prima: si forma abbastanza presto un gruppo di 13, che poi diventano 10 e rimangono tali fino a pochi chilometri dalla fine. Dalla mia postazione riesco a vedere anche meglio il finale, rispetto alla tribuna opposta dov'ero gli altri giorni. Finisce con 4 norvegesi ai primi 4 posti: i tifosi norvegesi i scaldano un pochino, mentre finora sembravano non scomporsi più di tanto per i successi, c'erano troppo abituati. 15^ la prima italiana, e per come siamo messi non è neanche male: i tempi di Belmondo e Di Centa sono lontani. Decido di resistere ancora un po' al freddo (che è molto più dei giorni scorsi) per assistere a quella che chiamano "cerimonia di presentazione", visto che la premiazione si fa la sera nella medal plaza (ormai c'è l'hanno tutti): di fatto è una premiazione senza medaglie, suonano anche l'inno. Adesso però il freddo si fa sentire e penso di rifugiarmi nel palasport, ma coltivo un'illusione: hanno bloccato gli accessi, per cui l'unico modo per avere un po' di riparo è entrare nel negozio.