venerdì 10 giugno 2022

Golden Gala (09-06-2022)

 Per problemi di lavoro parto più tardi di quanto avrei voluto e arrivo nei dintorni dello stadio verso le 18,45 (il programma iniziava alle 18,30). Stavolta non solo non si può parcheggiare in quelli che una volta erano i parcheggi dello stadio, ma non si può nemmeno andare in quella direzione: sono obbligato ad andare oltre lo stadio del tennis. Il tutto, naturalmente, senza preavviso. Alla fine, però, trovo parcheggio non tanto lontano, sicuramente più vicino di quando sono andato a vedere il tennis.

Sono molto curioso di vedere che atmosfera troverò allo stadio: l’ultima volta che il Golden Gala si è svolto all’Olimpico col pubblico, tre anni fa, eravamo la Cenerentola dell’atletica mondiale, oggi siamo i secondi del medagliere olimpico. Andando verso i cancelli sembra ci sia un po’ più di gente del solito, ma poi all’ingresso non c’è coda. Al primo cancello c’è un controllo, ma nonostante abbia uno zaino enorme mi chiedono soltanto se abbia bottiglie d’acqua, e si fidano sulla parola. Al tornello, gli steward sono solo per aiutare a passare i biglietti: nessun controllo.

Dirigendomi verso la Tribuna Monte Mario (ho preso il biglietto più caro, ma costava quanto uno dei più economici per il calcio) vedo una galleria di personaggi, non solo sportivi, che hanno fatto la storia dell’Olimpico: non so se sia una novità o ero io che non l’avevo mai notata. Prima dell'ingresso c'è un bar: c'è coda e sembra anche che vada a rilento, ma ho troppa fame e mi devo fermare. La coda durerà 20 lunghissimi minuti.



Entro e gli steward non sanno dove si trovi il mio settore: lo trovo ricordandomi della mappa quando avevo comprato il biglietto. Di fronte a me vedo poca gente nella Tevere e rimango un po' deluso, ma in compenso la Curva Sud è piena per più di metà, anche la parte inferiore della Monte Mario e quasi piena e la gente continua ad arrivare. In particolare la mia e la fila dei ritardatari: per la prima mezz'ora dovrò continuamente alzarmi per fare entrare. Sono in un ottima posizione per l'alto e gli arrivi delle corse, meno per l'asta, mentre capisco che non vedrò quasi nulla del lungo, anche perché la buca è coperta dalla barra metrica. Del peso, anch'esso dalla parte opposta, mi ricorderò solo quando sarà quasi finito.








Quando arrivo al mio posto, è appena partita la gara di marcia: vincerà Fortunato col mondiale stagionale, per quello che può valere, e Stano arriverà terzo. Mi dispiace essermi perso il Palio dei Comuni, dove l'ultima volta aveva gareggiato mia figlia. Subito dopo l'arrivo, entra in pista Jacobs: prima abbraccia Tamberi, poi saluta il pubblico. Comincia l'alto, e a ogni salto riuscito di Tamberi la curva esulta come se avesse fatto 2,40 (o avesse segnato la squadra di casa). Purtroppo esulterà solo tre volte: 2,15 e 2,20 alla prima, 2,24 alla seconda. A 2,27 primo tentativo già sbagliato abbastanza nettamente, al secondo la caviglia cede nello stacco, tanto da far temere che si sia fatto male, terzo appena accennato. Arriverà comunque terzo, perché a 2,27 rimarranno in due: vince Harrison, che dopo difficoltà iniziali supera con sicurezza 2,24 e 2,27.

Intanto dall'altro lato c'è l'asta femminile dove delle big (Stefanidi, Nageotte) sono in difficoltà e le italiane non fanno comparsa come al solito. Della Bruni vedo il secondo tentativo a 4,50, mancato di poco, ma mi perdo il terzo, riuscito e soprattutto i 4,60 al primo. Col fatto che passerà il terzo tentativo a 4,70 rimarrà una delle ultime due in gara e arriverà seconda a pari merito. Con la Morris che supera 4,75 e prova 4,81 penso sia finita, invece finirà dopo l'alto, coi tentativi a 4,90.

Le gare su pista cominciano con i 400hs femminili: mi sembra che la Folorunso sia arrivata quarta e non vedendola nelle prime cinque temo di averla confusa con un'altra (ma non si confonde facilmente), invece era sesta, comunque sotto i 55". Dopo i 400 maschili, dove si faceva fatica a riconoscere gli atleti vestiti tutti uguali e i 1500 femminili tattici c'è una delle gare clou per noi (anche se non Diamond League): i 200 maschili, con i tre campioni olimpici. Patta parte forte e all'inizio del rettilineo sembra poter beffare gli altri due, poi cede. Vedendo Bednarek vincere con 20.01 e Tortu terzo, uno pensa che abbia fatto meglio di 20.40.

Subito dopo viene la gara che darà più emozioni: gli 800 donne. La Mu avanza con una facilità disarmante, sembra proprio passeggiare. La Bellò fa corsa di testa: ci si chiede se reggerà, invece recupera ancora nel finale e arriva terza. Si capisce subito che è scesa sotto i 2', ma è addirittura sotto l'1'59"!    Nel mezzofondo maschile c'è un'inversione di ruoli: vittoria etiope nei 3000 siepi, keniana nei 5000. Nella prima all'inizio si forma, come accade spesso, un gruppo "nero" davanti e un gruppo "bianco" dietro. Poi i gruppi si mescolano e a rimontare sono soprattutto i due italiani, Abdelwahed e O. Zoglami, che chiudono con due tempi eccezionali, 8:10.57 e 8:11.00, che passeranno completamente sotto silenzio (va anche detto che se lo speaker ne avesse parlato, potrei non averlo sentito, non si sentiva bene). Nei 5000, Crippa si stacca progressivamente e chiude tra gli ultimi, ma va vicino al record italiano. In mezzo c'è stata la gara dei 200 femminili, forse quella con la partecipazione più qualificata. Le big non deludono (a parte un po' la Miller), con Jackson sotto i 22" e Asher-Smith in ripresa, delude invece la Kaddari. 




Dopo i 100hs, in cui la Camacho-Quinn batte il record del meeting che risaliva alla prima edizione, dei concorsi rimangono solo i salti finali del lungo donne. Come dicevo, dal vivo non si capisce niente (dal mio lato) e anche dal monitor non molto. Si chiude con quella che avrebbe dovuto essere la gara clou, i 100, e invece è una di quelle di livello più basso: rimane solo Kerley, che infatti vince in 9.92, col secondo che fa 10.14. Ali arriva sesto in 10.25, un risultato che qualche anno fa avremmo ritenuto soddisfacente anche se si fosse trattato del miglior italiano, invece che del quarto.

Esco pensando che se solo l'anno scorso qualcuno mi avesse detto che un giorno avrei visto cinque campioni olimpici italiani in meno di un'ora, più un sesto a bordo pista, al massimo avrei pensato che sarebbe successo in un lontano futuro, e mettendo assieme campioni di diverse Olimpiadi. Avrei preso per pazzo anche chi mi avesse detto che avremmo avuto quattro podi in Diamond League (anche se uno in una gara extra) nonostante un'assenza importante, e su qualcuno avremmo pure storto il naso


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