Click here for English version
La mia idea era di arrivare per l'arrivo della marcia femminile, ma non ci riesco: entro verso le 10,15, quando solo le ultime devono arrivare. Nella tribuna coperta piove dal tetto e alcuni posti sono bagnati e inutilizzabili, ma tanto c'è un ampia scelta. Fanno subito la premiazione della marcia, e scopro che la Mihai ha vinto con un tempo eccezionale: 45'53", prima al mondo (scoprirò poi anche che tra i maschi sarebbe arrivata 6^ su 15 arrivati). Una potenziale medaglia d'oro ai prossimi Mondiali: peccato che le nostre leggi medievali le impediscano di partecipare, non considerandola italiana.
E' in corso il primo gruppo del martello femminile, quello più scarso. La prima fettuccia e a 50 metri, la migliore ne farà 40.Vedendo atleti a questo livello uno si un'idea di quanto sia difficile: alcune danno 'idea di essere trascinate dall'attrezzo (io dei lanci ho provato solo il peso alle medie, se lanciassi il martello sarei terrorizzato dall'idea di darmelo in testa). Poi vedi la Mori e pensi "che ci vuole?". Si comincia poi con le prove multiple: tre serie dei 100 del decathlon, due dei 100hs dell'eptathlon, tutte con vento contrario, soprattutto l'ultima dei ragazzi. Tra le ragazze posso ammirare la vittoria della mia follower Matilde Carboncini.
Dopo queste prove, mi sposto sulla tribuna di fronte, un po' per seguire meglio il lungo del decathlon, un po' per sfuggire alla pioggia dal soffitto. Da lì si vede meglio anche la pedana del martello. Certo, dall'altro lato ci sono le batterie dei 100, ma penso di poterle seguire abbastanza bene. Il lungo comincia un po' in ritardo, la pedana dei migliori è quella più lontana dalla tribuna: l'atterraggio è coperto dalla barra metrica, ma ci si fa comunque un'idea della misura. Demo parte con 6,88 ed esulta, risponde subito Nonino (che quasi sempre per gli speaker diventa Nonnino, così come i sudtirolesi sono pronunciati all'inglese) con 7,21, si inserisce poi Carugati con 7,07: continua il duello a tre che proseguirà per tutta la giornata. Nel martello, si vede subito che la Mori è di un'altra categoria: parte con 62 metri e arriverà a 65.
Intanto ci sono le batterie dei 100, molto influenzate dal vento: ci sono infatti forti raffiche di vento trasversale, che il più delle volte risulterà contrario per gli atleti, ma non sempre. Sempre controvento, anche se di poco, la Nnachi, un'altra vittima delle citate leggi medievali, fa 11.74. Tra i ragazzi, nella prima batteria rimangono tutti sopra gli 11", nell'ultima il vento diventa favorevole e si fa 10.45. La gara si vede abbastanza bene, anche al mio lato, quello che non vede è il tempo; c'è un solo display, all'altezza dell'arrivo e verso la tribuna principale. Un discorso simile vale per l'alto dell'eptathlon, dove non si vede il tabellone: per questo, finito il lungo, torno nella tribuna principale (dove poco dopo smetterà di piovere). Lì incontro una dello staff della nazionale, che racconta di essere atterrata alle 8, di ritorno da Gerusalemme, e venuta subito qui. La mattinata si conclude col peso del decathlon: in entrambe le pedane c'è una sola fettuccia, a 14 metri, ma non la raggiunge nessuno.
Le gare del mattino finiscono alle 13,15. Il ristoro davanti allo stadio non mi convince, vado a mangiare in un centro commerciale nei dintorni, mettendo in conto di perdermi la prima gara del pomeriggio, la seconda serie del martello maschile. Quando rientro è al secondo turno, e lo seguo pochissimo. Alle 15 cominciano il peso dell'eptathlon e l'alto del decathlon: mi sposto in zona partenze per seguire il primo, tanto il secondo dura molto di più. Vale quanto detto per il martello: la Carpinello, unica sopra gli 11 metri, è l'unica a dare l'arie di una lanciatrice. La Carboncini fa due nulli, poi al terzo lancia da ferma e fa 8 metri. Nel frattempo ci sono le batterie dei 400hs, prima femminili, poi maschili: impressionano soprattutto Cavo e Seramondi. Nella pedana migliore dell'alto c'è una pausa prima dell'unico terzo tentativo a 1,86: discutono a lungo (nella seconda foto) e nessuno ci spiega cosa succede, lo speaker parla di tutto tranne che di questo. Alla fine l'atleta che doveva saltare viene considerato ritirato. Si finisce con 4 a 1,92.
Alle 16,45 sono finiti l'alto e il martello e da allora non ci sono più concorsi, sembra di essere alle World Relays... Avevo notato questo programma un po' strano, con pochi concorsi. Dopo le batterie degli 800, dove impressionano Pernici e Canazza, vado a fare un giro ...e mi perdo le semifinali dei 100 femminili: intravedo appena l'ultima. Non solo ricordavo male l'orario, ma sono anche cominciate in anticipo (altrimenti mi sarei perso solo la prima). Intanto la tribuna principale si è riempita, mentre quella opposta rimane quasi vuota. Se però non sono l'unico spettatore comune, ossia né addetto ai lavori, né parente o amico di atleti, poco ci manca. C'è un forte vento trasversale, che sembra disturbare le semifinali dei 100 maschili più di quanto non dica la misura.
Il vento è davvero freddo, quindi decido di spostarmi dall'altro lato per stare al sole (decisone che pagherò con scottature in faccia e sulle braccia). Mi muovo dopo la prima serie dei 400 del decathlon dove un atleta nettamente in testa incespica, si rialza, cade nuovamente e riesce ad arrivare secondo. Poi viene soccorso, in preda ai crampi (prima foto). Di là vedo prima le altre serie dei 400, poi i 3000 siepi, prima maschili, poi femminili: l'unico problema è non vedere il tempo. I 3000 siepi hanno in comune di avere un netto favorito: nella gara maschile prende una trentina di metri nei primi due giri e poi controlla, in quella femminile prende il largo a tre giri dalla fine.
Torno nella tribuna principale per le finali dei 100. Mi ricordo che c'è anche la parte inferiore, quella al di sotto del punto d'arrivo delle scale esterne. Trovo posto lì, ed è un ottima posizione. Non seguirò tanto bene la gara femminile, ma per colpa mia: violo la mia regola base "o si vive o si filma" e mi perdo la prima metà per fare foto. La Nnachi vince la gara femminile e festeggia col tricolore, come se fosse una gara internazionale, posando con la terza classificata. Nella gara maschile, nonostante il vento sempre contrario, Faggin fa 10.44
Vado, senza aspettare le premiazioni. Per qualcuno qui presente forse la prossima tappa sarà Eugene, per molti di più, Calì. Per me, più modestamente, Monaco (se parliamo di atletica).
Nessun commento:
Posta un commento