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Arrivo a Flaminio alle 15,10. Lì dovrei trovare il tram che secondo le istruzioni arrivate per e-mail dovrebbe essere potenziato, invece devo aspettarlo 10 minuti. E' vero che le istruzioni dicevano anche di arrivare almeno 45 minuti prima del kick-off (previsto per le 16), prescrizione che non ho rispettato, abituato a pensare che gli anticipi suggeriti dalle istruzioni ufficiali siano sempre esagerati, per cui potrebbero dirmi "peggio per te". Non sono comunque il solo: arrivo nei pressi dello stadio verso le 15,40, cominciando a temere di perdermi l'inizio, e c'è ancora parecchia gente che deve entrare.
Al primo cancello ci sono 4-5 persone in fila. La signora prima di me non ha il documento a portata di mano e ci mette un po' a trovarlo: lo steward non solo non fa passare quelli dietro, ma dà anche indicazioni al collega accanto. Una volta entrato, in contro un gruppo in costume celtico: mi chiedo non solo cosa ci facciano qui, non essendo chiaramente né italiani, né francesi, ma anche e soprattutto come mai a pochi minuti dall'inizio se ne stiano tranquillamente nel viale d'accesso. Il secondo cancello si passa rapidamente: non c'è coda e il biglietto viene letto subito dal tornello. Mancano però meno di 10 minuti, e devo ancora andare in bagno e prendere posto. Perdo ancora un po' di tempo sbagliando ingresso: entro al livello inferiore, mentre sarei dovuto salire in alto. Mentre salgo le scale parte l'inno francese: lo si sente cantare fortissimo.
Il mio posto è nella fila 34, ma per fortuna non ho 34 gradini da salire, ma solo 8: salendo le scale si parte dalla 26. Temo di trovarlo occupato, perché in giro non si vede un posto libero, ma poi il mio lo è. Nel settore accanto ci sono molti francesi: inutile dire (ma viste le scene a cui siamo abituati, lo dirò lo stesso) che non c'è nessuno a dividere le due tifoserie. Nel mio settore, invece, sono tutti italiani. Appena ho preso posto, parte l'inno italiano, e quello francese sembrava cantato forte finché non ho sentito questo: veramente assordante. Noterò poi che in cima alla Tribuna Tevere (la mia) c'è una banda, che nel corso della partita suonerà più volte l'inno di Mameli e "O surdato 'nnammurato".
Si parte, e il mio primo problema è essere sicuro di tifare per la squadra giusta (si sa che i colori sono gli stessi): mi sembra di aver capito che l'Italia sia in maglia bianca, ma temo di sbagliarmi. I primi discorsi tra i miei vicini me lo confermano. Il mio vicino in particolare commenterà tutte le decisioni arbitrali, spesso lamentandosi: io non sono assolutamente in grado di esprimere un giudizio, credo che in tutto lo stadio ci saranno poche persone più incompetenti di me, quanto meno al di sopra dei 10 anni L'Italia attacca dal mio lato, quindi credo che nel primo tempo dovrò stare spesso girato, e all'inizio è anche meglio, perché per i primi 20 minuti avrò il sole in faccia, poi sparirà dietro Monte Mario.
Dopo un primo timido tentativo dell'Italia, parte in attacco la Francia, e mi chiedo quanto resisteremo sullo 0-0. Al 5' l'Italia riconquista palla vicino alla sua area di meta: fatica a uscire alla mano, per cui ingenuamente mi chiedo se non sia meglio calciare. Ci proviamo: calcio bloccato e meta centrale, 7-0. Nell'attacco successivo arriviamo vicino ai 22 metri e ci procuriamo un calcio, che trasformiamo 7-3. Una palla viene deviata mentre sta per raggiungere in francese in meta: lunga discussione alla VAR e solo dopo che hanno battuto il calcio (fallendolo) mi accorgo che hanno assegnato la meta:, 12.3. A breve altro calcio per noi e altra meta per loro: 19-6 e siamo al 27'.
Sembra un massacro: mi chiedo quante ne prenderemo: 40? 50? di più? Forse però i francesi considerano la pratica già chiusa e da adesso la musica cambia: riusciamo finalmente a farci avanti e ad andare in meta con l'estremo Capuozzo, che qualcuno dei miei vicini presentava come il migliore degli italiani e anche ai miei occhi di profano lo è sembrato. Allo scadere troviamo ancora un calcio: 19-14. Arriviamo quindi all'intervallo con un distacco che nel football americano si definirebbe "di un possesso": il divario tra le due squadre sembra enorme, ma siamo ancora in gioco. Mi chiedo quanto durerà.
Dopo un intervallo dove non penso minimamente di muovermi, e pochi lo fanno, si riprende. La Francia arriva facilmente vicino alla meta, ma poi non riesce mai a concretizzare, per falli o errori banali: ottiene solo un calcio. Al primo attacco dell'Italia un ostruzione in area di meta causa una meta tecnica (anche qui dopo lunga discussione alla VAR): 22-21. La Francia continua a sbagliare, tanto che comincio a sperare nel sorpasso, che arriva con un calcio al 22'. Il tempo scorre e siamo ancora avanti: comincio a sperare di essere testimone di un'impresa storica, alla mia prima partita del Sei Nazioni (finora avevo visto una sola partita di rugby ad alto livello, un'Italia-Romania a San Siro intorno al 1990, vinta dai romeni). Al 27' però i francesi riescono a segnare: grande esultanza dei loro tifosi, mentre l'autore della meta calcia la palla in tribuna.
Non è finita, comunque: torniamo in attacco al al 31' ci guadagniamo un calcio, da una posizione simile a quella del primo che avevamo segnato. Il mio vicino sostiene che dovremmo calciare in touche per cercare la meta, perché difficilmente avremmo avuto un altra occasione, i più sono invece per calciare in porta: in 9 minuti potremmo avere un altro calcio per fare il sorpasso. Anch'io, seguendo la logica del football americano sono di questo avviso. Calciamo in porta, e sbagliamo. Sembra finita, invece torniamo in attacco e nel finale avremo altri due calci, quindi a posteriori la scelta di calciare in porta si sarebbe rivelata giusta, se avessimo segnato. A questo punto però dobbiamo calciare in touche: arriviamo a 3-4 metri dalla meta, ma poi perdiamo palla e la partita finisce.
Si esce congratulandosi coi francesi. I più pensano al viaggio che li attende, visto che pochi sono di Roma. Io penso che è stato molto simile all'ultima volta che ero stato all'Olimpico, per Lazio-Monza: partito pensando che sarebbe stato un massacro per la mia squadra e che ogni minuto sullo 0-0 sarebbe stato tanto di guadagnato, esco con l'amaro in bocca pensando che si poteva fare risultato.
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