Click here for English version
Stavolta arrivo in zona abbastanza facilmente (anche se rischio un frontale: pensavo di aver ragione, poi ho scoperto di avere torto) e anche il parcheggio si trova abbastanza vicino, Il problema adesso è trovare l'ingresso: non sono mai stato a una manifestazione allo Stadio dei Marmi con ingresso a pagamento, non so da quanti anni non se fa una (c'ero stato per partecipare a una manifestazione con mia figlia, peraltro con esito disastroso). provo all'angolo prima del palazzo del CONI, ma scopro che è un ingresso per accrediti, vedo entrare degli atleti delle Fiamme Gialle. Mi dicono di andare "all'obelisco", intendendo i cancelli dell'Olimpico. C'è una coppia prima di me, che, chiede se sia davvero quella l'entrata visto che subito dopo il cancello c'è una fila di bidoni della spazzatura, ma lo è.
L'ingresso vero e proprio, col controllo biglietti è accanto all'Olimpico. A fianco c'è il banco del ritiro pettorali: vedo entrare un gruppo di atleti, tra cui Ali. Non si possono portare bottiglie d'acqua né, borracce, come fossimo tifosi di calcio (o di tennis, visti i recenti avvenimenti) e dire che fa caldo (anche se non come martedì) e, per quello che ho visto, nessuno vende bevande all'interno dello stadio: verso la fine la sete si farà sentire. All'ingresso c'è un "official point" di Jacobs, che non so cosa distribuisca e data la coda, non approfondisco. L'ingresso è all'altezza dei 200 metri (e ci metto un po' a capirlo, visto che c'è un arrivo anche lì): devo quindi fare un mezzo giro per arrivare nella zona dell'arrivo, dove sarebbe il mio posto. Uso il condizionale perché in realtà nessuno controlla che uno si sieda al suo posto (i posti non sono numerati, ma c'erano aree diverse con prezzi diversi): avevo il biglietto del livello più alto (non voglio dire "il più caro" perché i prezzi erano comunque accessibili, molto meno dei biglietti più economici delle Olimpiadi), ma avrei potuto prendere il più economico e sedermi alo stesso posto. Di passaggio incontro Galvan con la bambina Rachele.
La tribuna all'altezza degli ultimi 50 metri è quasi completamente piena, mentre nel resto dello stadio non c'è quasi nessuno. Trovo comunque posto in seconda fila. Non ho mai visto un meeting di alto livello da così vicino, e del resto sarebbe quasi impossibile (almeno per le gare su pista) visto che in pochi campi la pista è così attaccata alle tribune, non ci sono nemmeno le pedane dei salti in estensione. Sono le 16,50: mi sembrava di ricordare che ci fossero ancora gli 80 metri cadette, ma li hanno fatti prima: si parte alle 17,10 con la 4X100 femminile giovanile. Nel frattempo c'è Ludo, la mascotte degli Europei, balla sul rettilineo e fa foto coi bambini. Anche gli atleti, compresi Jacobs e Tortu, si riscaldano sul rettilineo e salutano il pubblico. Prima di cominciare, suonano l'inno nazionale e raccomandano di cantarlo: considerato il numero di spettatori, si sente abbastanza forte.
Si parte, come dicevo, con la 4X100 femminile, con le nazionali U20 e U18 e tre squadre di società locali. L'attrazione è la Valensin nella squadra U18: gareggia in seconda frazione e fa impressione, si vede subito che di un'altra categoria. Passa il testimone davanti alla squadra U20 e la sua squadra lo rimarrà fino alla fine, Chiude in 44.99, che a occhio mi sembra un record italiano, ma aspettano un po' prima di confermarlo. C'è poi la gara maschile, anche qui con le due nazionali giovanili e stavolta quattro formazioni locali. Qui la squadra U20 vince nettamente con un buon 39.76, ma scoprirò dopo che sono stati squalificati e che dietro di loro la squadra U18 ha fatto il record italiano con 40.90: dovrò leggerlo, nessuno annuncerà il risultato.
Mi credevo come sarebbe stato un meeting di sole corse: effettivamente ci sono tanti tempi morti, che vengono riempiti con musica e balli della mascotte. A un certo punto lo speaker organizza un'onda e parla della "tribuna Tevere" e ci metto un po' che intende quella del rettilineo finale, visto che in realtà siamo perpendicolari al Tevere. Si arriva alla prima gara individuale, i 200 donne, con la Dosso e ancora la Valensin. Come previsto, la Dosso parte fortissimo, poi cala, ma mantiene il primo posto, mentre Valensin e Mangione lottano per il secondo, Vedendo il tempo della Dosso (23.12, poi corretto a 23.10) e com'era vicina la Valensin, si capisce che questa ha fatto il record italiano allieve. Invece era ancora più vicina di quanto sembrasse dalla mia posizione: 23.15, che batte anche il record juniores. C'è anche il 23.16 della Mangione, ottimo soprattutto per una quattrocentista, ma nessuno lo nota: ci rimango male per lei. La terza italiana fa 23.16, senza neanche che fossero presenti tutte le migliori: 4-5 anni fa sarebbe sembrato incredibile, oggi passa inosservato.
C'è poi la gara maschile, dove ci dovrebbe essere un divario enorme tra Tortu e gli altri, invece due gli rimangono vicini, per cui ci si chiede se stia andando malissimo Tortu o benissimo gli altri. All'arrivo si scopre che la risposta è la prima: 20.72. Lo speaker sollecita applausi per Tortu, ma si vede che lui vorrebbe soltanto sparire. Anche gli altri non erano poi così vicini, il secondo fa 20.97. Ci sono poi le gare dei 400, le uniche dove i favoriti non sono italiani, e infatti vincono l'olandese De Witte tra le donne e l'americano Stewart tra gli uomini, con Aceti primo degli italiani in 46.05. Prima del clou ci sono ancora i 100 femminili, dove la De Masi si migliora ancora e vince in 11.26.
Si arriva così ai 100 maschili: tutti in piedi. Di tutte le gare ho fatto foto del rettilineo finale, più o meno riuscite, ma stavolta no, in base al motto "o si vive o si filma". Ali parte meglio, ma Jacobs lo recupera e vince, anche se non di molto. Il tempo è 10.07, quindi si migliora, ma il miglior italiano dell'anno rimane Ali. Sento urla di entusiasmo per "Matteo" con forte accento siciliano, quindi mi accorgo sia che, oltre ad Ali anche Melluzzo era rimasto attaccato a Jacobs (e infatti fa 10.13), sia che vicino a me c'è la famiglia di Melluzzo. La mamma racconta che vive a Siracusa e si allena a Catania. Tutti le fanno i complimenti, me compreso.
All'uscita incontro la Mangione: le faccio i complimenti e le dico quello che ho scritto prima sulla terza italiana a 23.16. Lei mi risponde che ormai per una duecentista sarebbe un tempo ordinario, ma lei è soddisfatta in vista dei 400.
Mancano 21 giorni agli Europei, e non vedo proprio l'ora.
Nessun commento:
Posta un commento