sabato 31 agosto 2024

Golden Gala (30-08-2024)

Click here for English version

Il Golden Gala torna a Roma dopo la (splendida) parentesi di Firenze, l'atletica ci torna due mesi e mezzo dopo i trionfali Europei. Mi chiedo quanta gente ci sarà: quando ho comprato i biglietti due giorni fa non ne erano rimasti molti, ma bisogna vedere quanti settori fossero esauriti e quanti semplicemente chiusi. Arrivo allo stadio abbastanza rapidamente: come gli altri anni, ci sono alcuni parcheggi chiusi, ma trovo comunque posto più o meno dove parcheggiavo durante gli Europei quando arrivavo la mattina, ossia vicino al Ministero degli Esteri. Anche l'ingresso è rapido, sia al prefiltraggio, sia ai tornelli: ci rimango un po' male che stavolta che non ho portato lo zaino non c'è una corsia preferenziale per chi non ce l'ha, ma non serve, anche perché controllano pochissimo tutti.

Così, per una delle prime volte in vita mia, soprattutto per l'atletica, arrivo in anticipo sull'orario previsto: faccio in tempo a prendermi da mangiare (anche perché non c'è nessuno), andare in bagno, trovare il mio posto con un po' di difficoltà (anche perché ci sono pochissimi steward) e arrivo che stanno presentando gli atleti della prima gara, il lancio del disco. Appena seduto, mi rendo conto di non aver scelto il posto migliore, e dire che l'Olimpico dovrei conoscerlo bene: sono troppo in basso, già del disco vedo bene la pedana, ma quando atterra tra le due fettucce (65 e 70 metri) non mi rendo conto della misura. Per i salti in estensione la buca è dall'altro lato e quindi non sono in grado di valutare le misure. Mi chiedo cosa vedrò del peso, che è dalla parte opposta. Anche della pista, non vedo le corsie esterne dal mio lato, ma temevo peggio: nei 400 non vedrò le gambe dei 2-3 atleti più esterni.

Penso che, per essere all'inizio, la gente non è pochissima: la metà inferiore della curva Sud, i distinti Sud-Est e i due settori della Monte Mario più vicina agli arrivi sono quasi pieni. Solo che la situazione non cambierà molto: quei settori finiranno di riempirsi, ma per il resto ci sarà un po' di gente nella zona partenza della Monte Mario e 20-25 file della Tevere abbastanza piene, poi il vuoto. Anche nel mio settore (comunque piccolo), che dovrebbe essere esaurito, rimarrà qualche vuoto. Situazione deprimente, più che nella prima giornata degli Europei (e come allora, si nota anche dal fatto che i chioschi sono deserti).

Si parte col disco: entusiasmo del pubblico per Mannucci, primo italiano in gara, che non verrà ripagato, visto che verrà eliminato dopo un lancio sotto i 60 metri e due nulli. Parte Alekna con 66,90 e dopo il primo giro è in testa, poi al secondo turno sarà superato da Stona, che a sua volta sarà superato da Ceh al lancio finale. Segue il triplo: Diaz è il primo a scendere in pedana, saluta la Tevere, ricevendo molti applausi. Come dicevo, dal vivo non posso avere nessuna idea della misura: da quello che vedo dal video sembra ampliamente sopra i 17 metri, invece sono 16,84, ma comunque al primo turno nessuno farà meglio. Al secondo si migliora a 17,32, al terzo si fa male, ma riuscirà poi a ripresentarsi per il salto finale. Il successo non è mai in discussione; solo Hess, all'ultimo salto, arriverà a 17,01.



Comincia il peso: come temevo, si vede poco: fatico distinguere la pedana e se vedo solo se un lancio è prima o dopo le due fettucce (20 e 22 metri), non di quanto. Comunque, con l'aiuto del binocolo, capisco che il primo lancio di Crouser è molto oltre i 22 metri: 22,26. Il primo lancio di Fabbri, invece, sembra vicino ai 22, ma non mi accorgo che è fuori settore. Crouser vincerà poi con 22,49, mentre Fabbri arriverà secondo con 21,70 al terzo lancio, poi ripetuto al quarto. Dopo il primo giro del peso e il turno finale del disco, vado a prendermi da mangiare e salendo nel corridoio verso l'uscita (il mio posto è sotto il livello dell'ingresso) vedo che si vede molto meglio. Potrei cercarmi un posto più in alto, ma non lo faccio temendo (ingenuamente, scoprirò poi), che la tribuna si riempia.


Parte anche l'asta femminile: le due italiane sono tra le poche ad entrare a 4,23, superandoli entrambi alla prima, poi a 4,43 la Molinarolo si fermerà, mentre la Bruni supererà alla prima sia questi che i 4,53 (che mi perderò). A 4,73 rimangono in 3, a 4,83 in 2, ma il duello finale tra Morris e Kennedy coinciderà con le fasi decisive dell'alto maschile, quindi lo vedrò pochissimo. C'è anche il consueto Palio dei Comuni, staffetta mista 12X200 in cui scopro con sorpresa che, a differenza della 4X400 mista, l'ordine di ragazzi e ragazze non è fisso.




Quando cominciano le corse del programma ufficiale, con i 400, noto che la mia posizione ha anche i suoi vantaggi: vedendo gli atleti così da vicino si vede bene lo stile di corsa e nei 3000 siepi si vedono bene i passaggi de, gli ostacoli, Dopo i 400, ci sono le due gare che, a sorpresa, si riveleranno quelle di livello più alto: prima i 100hs, dove non crederò ai miei occhi quando vedrò il tempo della Nugent: 12.24, quarto tempo di sempre, Poi i 3000 siepi donne, dove la lepre luminosa segna il mondiale stagionale di 8'52", ma le prime due sono molto in  vantaggio e all'ultimo giro mi accorgo che non sono lontane dal record mondiale. Alla fine lottano fino all'ultimo per il mondiale, ma nessuno se ne accorge: lo speaker che il tempo della Yavi, 8:44.39, è il mondiale stagionale, solo dopo dirà che è la seconda prestazione mondiale di sempre (io mi ricordavo che il record era 8'44", ma non il tempo esatto, in realtà è 8:44.32).





Intanto però è cominciato il clou: l'alto maschile. Già in riscaldamento ogni salto di Tamberi veniva celebrato come se fossimo già in gara. Si parte da 2,15, ma Gimbo entra a 2,20, superandoli al primo, poi fa ancora al primo i 2,24 e 2,27 alla seconda. A 2,30 sono rimasti in 4: Tamberi sbaglia il primo di poco, il secondo di pochissimo, poi al terzo chiede il silenzio e per un po' fatica a ottenerlo, visto che la gente non se lo aspetta, ma sbaglia nettamente. Rimangono in 2 e il coreano Woo, essendo in testa, lascia che il giamaicano Beckford faccia tre errori a 2,33 e chiude qui. L'altro concorso era il lungo donne, che, senza italiane, si svolge nel disinteresse generale, tranne un po' al salto finale, quand'è rimasto l'ultimo concorso.



In pista, dopo i 200 donne, ci sono i 110hs, con Simonelli che è chiaramente appannato e rimane in gruppo, chiudendo con un tempo, 13.34, che oggi ci fa storcere il naso, ma l'anno scorso sarebbe stato a 1/100 dal suo personale e a 7 dal record italiano. Seguono i 5000, dove si parte fortissimo, primo km in 2'31", ma dopo il terzo km diventano tattici, dove per "tattici" s'intende vinti in 12'51". Dopo i 400hs donne, con la Cockrill a 52.59 e la Folorunso sesta in 55.00, si arriva al gran finale: 1500 donne e 100 uomini. Nei primi, la Battocletti vista dà vicino impressiona per la magrezza e si nota molto la differenza con le maggiori rivali,  più robuste. C'è una lepre luminosa per il record italiano: la Battocletti si stacca presto e rimane attardata anche rispetto al record, ma la Vissa invece rimane in gruppo ed in corsa per il record. Pochi (credo) se ne accorgono, fino a quando non lo dirà lo speaker nel finale. Alla fine la Vissa manca il record di 1/100 e la Battocletti chiude con un 3:59.19 che è pur sempre la terza prestazione italiana di sempre. Nei 100 Jacobs delude: mai in gara, chiude rialzato in 10.20. Vince Tebogo in 9.87.




Uscendo, vedo un capannello all'uscita degli atleti capisco che c'è qualcuno che firma autografi: mi avvicino e scopro che si tratta di Fabbri, Anche la poco gente che c'era è sufficiente per creare un piccolo ingorgo in macchina. Non so quando sarà il prossimo appuntamento con l'atletica, certo passeranno parecchi mesi.



Nessun commento:

Posta un commento