sabato 3 agosto 2024

Olimpiadi di Parigi: atletica (02-08-2024)

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Arrivo alla fermata della metro (che non è quella raccomandata dalla guida, ma mi consentiva di arrivare dall'albergo senza cambi) che manca mezz'ora all'inizio e mi chiedo "basterà?". Fossero Mondiali o Europei, non mi preoccuperei più di tanto di perdere una o due serie dei 100 del decathlon, ma la mia prima sessione di atletica alle Olimpiadi voglio vederla tutta. Alla fine del viale c'è un primo controllo degli zaini da parte della polizia, con perquisizione personale: mi toccano anche il bottone dei pantaloni. Arrivo davanti allo Stade de France e, a differenza di tutte le altre gare finora, il mio ingresso non è il primo che incontro, anzi devo fare quasi mezzo giro incontro allo stadio. Trovo un cancello con una lunga coda e spero che il mio non sia uguale, invece più o meno c'è la stessa coda, ma si smaltisce in fretta. Si passa il biglietto al tornello, è il primo evento in cui non c'è un controllo manuale.


Alla fine arrivo dentro lo stadio 2-3 minuti prima dell'inizio; stanno presentando Bob Beamon e subito dopo partono con la presentazione del decathlon. Il mio posto è nella prima fila del secondo anello (su tre), lontano dal corridoio: penso che sarà un problema alzarsi nel corso della sessione, ma per fortuna non fa caldissimo e quindi non è indispensabile bere, quindi riesco a non fare pause. Il mio settore è tutto pieno, ma in altri settori qualche vuoto c'è: un pienone così per una sessione mattutina, comunque, non l'avevo mai visto, neanche a Londra (dove pure ci si andava vicino). Sono all'altezza della partenza dei 200 metri, ho davanti la balaustra, quindi mi devo spostare leggermente per vedere corsie esterne e buca del lungo, ma sono in ottima posizione per lungo e peso del decathlon: in particolare per una pedana del lungo ho la buca proprio davanti e posso vedere perfettamente stacco e atterraggio.

La fila dietro di me è occupata in buona parte da tedeschi, qualche fila dietro ci sono degli italiani, si vedono anche molti americani, ma appena annunceranno il primo atleta francese, il decatleta Gletty, si vedrà che il tifo di casa è nettamente predominante, Ogni volta che un'atleta di casa scende in pista o in pedana lo stadio esplode, anche nella qualificazione dell'alto festeggeranno ogni salto riuscito delle loro atlete quasi come una medaglia. Devo dire che nel 2003 non mi ricordavo un tifo passionale, ma sarà anche che allora avevano più atleti di vertice e quindi mi sembrava normale si esaltassero per loro.



Si parte quindi coi 100 del decathlon. Dopo la prima serie, annunciano il primo gruppo delle qualificazioni del martello, Il tabellone non riporta i risultati; penso a un malfunzionamento, ma poi, quando si attiva, scopro che in realtà non avevano ancora cominciato, erano lanci di riscaldamento. Ci sono poi le qualificazioni dell'alto donne (senza italiane, che tristezza), che si svolgono dal lato opposto rispetto al mio, ma col mio vecchio binocolo, comprato proprio qui in occasione dei Mondiali 2003, riesco ancora a seguirle. Si parte da 1,83 e già escono in 2, tra cui la Levchenko, sempre più l'ombra della campionessa che era. A 1,88 escono in 5 e Cunningham e Topic si salvano alla terza, così come a 1,92, dove rimangono in 14 ed escono, tra le altre, Demireva e Lake. Si va a 1,95 (la qualificazione sarebbe stata a 1,97), che superano solo in 6: rimane fuori solo la Onnen, che oltre a 1,88 e 1,92 alla terza aveva fatto anche 1,83 alla seconda.

C'è poi il turno preliminare dei 100, che per definizione comprende solo atlete che sono le uniche dei loro paesi: di alcuni mi meraviglio che non abbiano atlete qualificate, soprattutto Grenada, che negli uomini ha tanti atleti di alto livello. Si arriva poi alla prima gara con italiani: i 1500. Prima Meslek e poi Riva crolleranno nel finale e arriveranno staccati, ma forse, visto che non sarebbero passati, si sono riservati per il recupero. In mezzo c'è stato però Arese, che è sempre rimasto coi primi e in una volatona mi ha dato anche l'impressione di vincere, ma in realtà era arrivato terzo. In queste prime gare bisogna anche abituarsi alle nuove maglie, che rendono alcuni paesi difficilmente riconoscibili. I più irriconoscibili sono i britannici, in nero, poi i tedeschi hanno un ocra che ricorda più l'Australia, gli italiani un azzurro sbiadito, gli americani sono un po' in grigio un po' in blu, i norvegesi un po' in bianco e un po' in blu, i decatleti cambieranno anche nel corso della competizione.



Si arriva al primo turno "vero" dei 100. Io sono completamente dalla parte opposta, quindi faccio fatica a distinguere i piazzamenti all'arrivo, soprattutto delle atlete nelle corsie esterne. Nella prima batteria Sha'Carri spara subito 10.95 frenando nel finale, nella seconda la Dosso parte bene, poi tiene il terzo posto, ma con 11.30: alla fine 7 atlete saranno eliminate con tempi migliori (ma la sua era anche la batteria col vento peggiore). In 6 batterie ci sarà almeno un'atleta sotto gli 11", in una addirittura due (Ta Lou e Fraser-Pryce).

Intanto il decathlon era proseguito prima col lungo, poi col peso. In entrambi i casi, la pedana dei migliori era quella più vicina a me, Nel lungo, Skotheim arriva a 8,03, Neugebauer a 7,98 e io vedo bene i loro stacchi al limite, nel peso i francesi si esaltano per Gletty, che fa la miglior misura davanti a Neugebauer, che chiude la mattinata in testa.



Finita la sessione, decido di tornare a casa a riposare, e vedendo la coda per entrare nella metro mi chiedo se ho fatto la scelta giusta, Al ritorno per la sessione serale, ho ancora meno margine della mattina: rischio seriamente di vedere cominciato almeno l'alto del decathlon. Davanti ai cancelli, una volontaria ci fa presente che non è obbligatorio entrare dall'ingresso segnato sul biglietto: decido quindi di entrare al primo cancello che trovo e di spostarmi poi dentro lo stadio, visto che si risparmia strada. Il controllo della borsa è il più accurato che abbia mai subito qui: mi fanno aprire tre tasche, di solito si accontentano di una o due (sono in tutto quattro, probabilmente della quarta non se n'era accorto). Mi affaccio nello stadio che le gare devono ancora cominciare, ma stavolta devo proprio prendermi da bere, quindi mi perdo qualche salto del decathlon.

Sono nella prima curva, leggermente più in alto rispetto a stamattina. Vedo  quindi molto bene l'alto del decathlon (coi ritti che si colorano secondo l'esito del salto), ma più o meno male tutto il resto, il peso è dall'altra parte, il triplo lo vedo di spalle e quindi non riesco a farmi un'idea delle misure, anche per le gare su pista non ho una buona prospettiva per i piazzamenti all'arrivo. Per di più, vedo un solo tabellone- Accanto a me ci sono francesi, da entrambi i lati, ma nei dintorni si vedono tedeschi, spagnoli, qualche australiano e un'irlandese. Di fronte si vede un settore di irlandesi e quando annunceranno la staffetta si vedrà che sono davvero tanti, in tutto lo stadio. In quell'occasione si faranno vedere anche i britannici. In giro si incontrano sempre molti americani e anche portoricani.


La prima gara su pista sono le batterie dei 5000: bravissima la Battocletti nella prima, dove fa una corsa di testa e arriva subito dietro a Kipyegon e Hassan, nella seconda invece la Del Buono tiene fino a 3 giri dalla fine, ma poi cede. Partono poi le qualificazioni del triplo donne: come dicevo, non vedo gran che, l'unico modo che ho per farmi un'idea della misura è vedere quanto vicine alla buca arrivino con lo step. Con questo criterio, il primo salto della Derkach mi sembra buono e infatti prima le immagini, poi la misura lo confermano: 14,19. Visto che questa misura dovrebbe garantirle le qualificazione, da allora mi disinteresso quasi completamente delle gara: leggerò poi che ha fatto anche 14,35. Solo nel finale lo speaker richiama l'attenzione sulla Orji che rischia l'eliminazione, ma poi si qualifica, In tutti i concorsi, il tabellone dà sempre la misura che serve per qualificarsi, anche all'inizio, quand'è poco significativa.


Vedo invece bene la pedana del disco: vedo la Osakue in riscaldamento fare un lancio attorno alla fettuccia della qualificazione (64 metri), ma penso che l'aveva fatto anche agli Europei, ma stavolta si confermerà in gara, con 63,11 al secondo lancio. Ci si accorge che la gara è cominciata solo quando la Altman va molto oltre la qualificazione (69,59) e una cosa simile succederà nel secondo gruppo.

Si arriva alla staffetta mista e si parte subito col record del mondo degli americani nella prima  batteria. Grande entusiasmo dei francesi, che arrivano secondi. Nella seconda batteria si entusiasmano i britannici che vincono, mentre gli irlandesi, nonostante il tifo, non sono mai in partita. L'Italia conquista la qualificazione nel finale, superando la Nigeria.


Finita la staffetta mista pensavo di andarmi a prendere qualcosa, ma rimango a guardare l'epilogo dell'alto del decatlon, che finisce poco prima delle batterie degli 800. Decido di allontanarmi comunque, visto che la prima italiana è nella terza, ma torno subito perché c'è troppa coda  i chioschi. Riesco quindi a vedere anche la prima batteria. Delle italiane, la Coiro sfiora la qualificazione e fa il personale, la Bellò rimane più lontana. Non ho capito bene in che cosa trasformi "Coiro" lo speaker in inglese, mi sembra "Coairo", anche stavolta ha le sue pronunce orrende: "Iurena" (Urena), Gàrcia", "Coul"  (Kaul).

Comincia la gara clou della serata per noi: le qualificazioni del peso maschile. Dalla mia posizione posso solo vedere se un lancio è prima o dopo lee due fettucce (20m e la qualificazione a 21,35), ma se è in mezzo alle due non ho idea se sia più vicina all'una o all'altra. Il primo lancio di Fabbri è peggio di come mi era sembrato: 20,44 e infatti già alla fine del primo turno sarebbe eliminato. Il secondo sembra molto buono, ma è nullo. Penso che anche a Budapest si era qualificato solo al terzo tentativo e infatti non solo si qualifica, ma fa la miglior misura.


Ci sarebbero poi i 400 del decathlon, ma prima della partenza della prima serie si sente un coro che all'inizio non capisco, che non smette, tanto che devono rinviare la partenza. Ottenere il silenzio per lo starter è spesso difficile, come avevo visto nel nuoto,  già una volta era partito un "Allez les bleus" con gli atleti già sui blocchi. Quando vedo il mio vicino guardare il nuoto sul telefonino, capisco: è "Allez Leon", dedicato al nuotatore Marchand, che sta vincendo la sua quarta medaglia d'oro. Per fortuna erano 200 misti, non 1500, quindi dopo due minuti si può riprendere.

Alla fine delle tre serie dei 400 i concorsi sono già finiti da un po': c'è quindi una pausa prima dei 10.000. Provo di nuovo a prendermi da mangiare: stavolta non c'è coda, ma non è rimasto più niente. Partono i 10,000, unica finale della giornata: i francesi sostengo incessantemente i loro Gressier e Schrub, che all'inizio rimangono tra i primi (verso metà gara Schrub scoppierà e si ritirerà). Mi accorgo che alle squadre irriconoscibili va aggiunto il Kenia: solo confrontando quello che vedo coi piazzamenti sul tabellone capisco che sono loro, hanno una maglia simile a quelle della Diamond League, che non c'entra niente con la loro tradizione. Si parte sparati, grazie agli etiopi: primo km in 2'43", non avevo mai visto un 10.000  aquesti livelli senza una fase iniziale tattica. Si va avanti a 2'42 o meno al km fino al 7°, solo all'8° si rallenta un po' e il gruppo di testa si ricompatta, anche Gressier rientra. A 3 giri dalla vine si accelera di nuovo, ai 300 metri parte Cheptegei e mantiene la testa fino alla fine, resistendo al ritorno di Aregawi e Fisher, rispettivamente argento e bronzo. I francesi festeggiano il 13° posto di Gressier (comunque con record nazionale, sotto i 27') come fosse una medaglia.









Vedo i festeggiamenti dei medagliati e degli etiopi e vado, mentre molti si soffermano ancora. Esco dallo stadio mentre risuona "I will survive", per accorgermi poco dopo che sto andando verso la metro sbagliata e dove tornare indietro, facendomi largo tra tutti quelli che vanno nell'altro senso

La mia esperienza olimpica finisce qui, e questo provoca un gran senso di vuoto, ma penso che rimane una settimana di Olimpiadi e che guardrle in TV ha almeno il vantaggio che si possono seguire più gare.


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