giovedì 1 agosto 2024

Olimpiadi di Parigi: tennis tavolo e pallavolo (31-07-2024)

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 Oggi era prevista una giornata sotto casa: mattina tennis tavolo e pomeriggio pallavolo, entrambi all'Arena Paris Sud (palazzetti diversi), secondo la guida a una fermata di metro. In realtà scopro che non era così sotto casa: arrivati alla fermata indicata bisognava camminare per quasi 2 km, era più vicino arrivare a piedi direttamente dall'albergo. Arrivo quindi all'ingresso che sono già le 10, l'orario di inizio. Anche i controlli delle borse sono i più accurati, e di conseguenza lunghi, che abbia incontrato finora: mi esaminano anche l'ombrello. Per di più il mio palazzetto è il più lontano del complesso (o meglio, il suo ingresso, scoprirò all'uscita che l'altro lato era molto più vicino): ci sarebbe anche un tapis roulant, ma non funziona, e il mio settore è il più lontano dall'ingresso. Di passaggio, tifosi cinesi distribuiscono cartoncini che inneggiano a Fan Zhenyong, n. 2 del tabellone, impegnato alle 12. Salito in tribuna fatico anche a trovare il mio posto e ho bisogno d'assistenza, in quanto i numeri sono sull'interno dei seggiolini e quando sono occupati non si vedono.





Appena do un'occhiata ai campi, mi rendo conto che per un neofita come me non sarà facile capirci qualcosa. Avevo già visto la finale degli Europei 2022 , ma in quanto finale, era una partita singola, stavolta ce ne sono quattro affiancate: si sentono spesso urla e il problema è capire a quale incontro sono associate. Anche i punteggi, naturalmente, non vengono detti: ci sono i tabelloni accanto ad a ogni campo (ma quello lontano non sempre si legge bene) e ce n'è uno riepilogativo vicino al mio settore, ma i campi non sono nell'ordine in cui si trovano (scoprirò poi che sono in ordine di numero di campo, e campi 1 e 2 sono quelli centrali).

Sono tutto da un lato, quindi vedo molto bene un incontro, ma per quello più lontano ci vuole un binocolo. Dal più vicino al più lontano per me gli incontri sono tra una coreana e un'ungherese, una giapponese e una di Hong Kong, un cinese e uno svedese e un britannico e uno sloveno. All'inizio penso di guardare solo quello più vicino a me, ma non si può, le urla dagli altri campi ti distraggono troppo. Presto capirò che la maggior parte delle urla si riferiscono all'incontro tra il cinese Wang (che scoprirò poi essere la testa di serie n.1) e lo svedese Moregard, sorprendentemente in vantaggio. Il cinese ha il sostegno dei numerosi connazionali presenti, lo svedese quello del resto del pubblico, non solo degli svedesi, anch'essi piuttosto numerosi. Del resto, anch'io capisco che è quello di livello più alto. Anche il tifo dei britannici per il loro giocatore si fa sentire. Gli altri tre incontri finiscono quasi tutti assieme, nonostante fossero uno i 4 set, uno in 5 uno in 6: ci si può concentrare su Wang-Moregard, vinto poi dallo svedese in 6 set. Il vincitore si inginocchia e tutto il pubblico lo applaude.






Usciti gli ultimi due giocatori della prima tornata, entrano subito quelli della seconda tornata. Quasi nessuno lascia il posto, quindi neanch'io lo faccio per non dovermi fare largo. Qui l'incontro più seguito sarà quello tra l'iraniano Alamiyan e il giapponese Morimoto: entrambi hanno molti fan nel mio settore, probabilmente l'iraniano di più, ma quelli del giapponese (tra cui il mio vicino, che non è giapponese) si fanno molto sentire. L'iraniano è divertente: ha colpi poco ortodossi e fa grandi recuperi, ma sbaglia anche molto e si ritrova sotto 3-1. Nel quinto set si riprende, ma finisce col perdere 4-2. Cerco di dare un'occhiata anche alla n.1 del mondo, la cinese Sun, che domina una lussemburghese anche lei di origine cinese: 4-0. con solo il terzo set combattuto. Soprattutto nelle pause degli altri, do un'occhiata anche all'incontro più lontano da me, quello tra l'indiana Akula e Zeng di Singapore: l'indiana, favorita, si trova sotto 2-1, ma poi vince 4-2. Come penso molti, seguirò invece poco l'incontro più vicino a me, quello tra il danese Lind e il polacco Redzinski, che pure, da quello che si intravede, ha tratti molto spettacolari. Otterrà attenzioni solo quando, ormai al 7° set, rimarrà l'unico incontro; vincerà il danese

Terza tornata di incontri, dove c'è il clou per la maggior parte degli spettatori: la francese Yuan contro una canadese anch'essa di origine asiatica. Solo adesso mi rendo conto di come i francesi siano ancora nettamente in maggioranza, nonostante la forte presenza internazionale, soprattutto cinese. Sosterranno la loro giocatrice, oltre che col solito coro "Allez les bleus", anche con "chi non salta non è francese" e durante il quarto set, col gioco in corso, si metteranno a cantare la Marsigliese (del resto, non siamo mica al tennis...). Anch'io seguo soprattutto l'incontro della francese, sia perché è il più vicino a me, sia perché è quello che suscita più reazioni del pubblico, ma non è certo il più spettacolare: gioco monocorde, diagonali vicino al tavolo fino a quando qualcuna non sbaglia. C'è anche Fan, impegnato contro uno di Hong Kong, che domina due set, ne perde uno e poi torna a dominare: 4-1. Cerco di seguire anche l'incontro più lontano da me, dove l'egiziana Meshref resiste alla testa di serie n.3, la giapponese Hayata: finisce 4-0, ma tre set sono molto combattuti, il primo finisce 15-13. L'incontro più interessante è quello tra l'americano Jha e il greco Goumis: il greco ha dei colpi molto particolari, che sembrano più da tennis che da tennis tavolo. Perde però i primi tre set, ma poi ne vince due e così la loro partita rimane l'ultima. Alcuni francese se ne sono andati dopo l'uscita della loro giocatrice, ma la maggior parte sono rimasti. Finisce 4-2 per l'americano.





Faccio avanti e indietro dall'albergo, e verso le 17 sono di nuovo in zona. Peraltro, l'arena 1, dove si svolge l'incontro di pallavolo Serbia-Stati Uniti, e anche un po' più lontana di quella di stamattina. A sapere prima che c'era tutta questa strada da fare avrei considerato di fermarmi in zona, ma avrei dovuto portarmi il PC e poi non so dove avrei potuto sistemarmi. Ho deciso di lasciare in albergo lo zaino, quindi almeno entro subito, senza controlli. Entrati nel palazzetto, sento un gelo, come già stamattina, ma per fortuna in tribuna la temperatura è più normale. Ci metto un attimo a trovare il mio posto, ma una volta tanto è un posto di corridoio.

Quando arrivo al mio posto, il punteggio è 6-4 per gli USA. Gli speaker stanno spiegando la coreografia da fare in caso di un bel muro ("monster block"), poi spiegheranno quella per l'ace e per una bella schiacciata ("super spike"). Il leit-motiv della partita sarà proprio questo: tante coreografie e intrattenimenti vari, tanto da far perdere di vista la partita in sé. La tensione agonistica si sentirà quasi solo nel quinto set. Ci verrà chiesto anche di muovere le braccia a destra e a sinistra, da sole o con le torce dei telefonini (e quasi tutti obbediranno, me compreso) e tra il terzo e il quarto set ci sarà anche un karaoke.


Ci sono molti americani, sicuramente molto più che serbi, ma sono rappresentate tante nazionalità, forse è il pubblico più internazionale che abbia visto qui (ma magari è un'impressione per via del fatto che i francesi, non essendo coinvolti, non si facevano sentire). A un certo punto ci chiederanno di mostrare le bandiere, e se ne vedranno di tantissimi paesi: dopo l'americana e la francese, forse la più presente è quella del Messico, sicuramente più della serba.



Nel primo set, dopo una prima parte equilibrata, le americane si portano sul 22-14, un po' per merito loro, ma molto grazie a errori delle avversarie, poi chiudono 25-17. Andamento simile nel secondo set: la Serbia fa alcune belle azioni e si porta in vantaggio, ma poi comincia a sbagliare e le americane prendono il largo vincendo 25-20. Nei primi due intervalli tra un set e l'altro si esibisce un ballerino-contorsionista. Nel terzo set il livello sale di molto: su 45 punti, solo 8 saranno dovuti a errori. Si vedono molti scambi lunghi e spettacolari, la Serbia mostra quello che sa fare e vince 25-20. Quando la Serbia prende il largo, per la prima volta si sente il tifo degli americani. Nel quarto set la prevalenza della Serbia è ancora più netta, le americane sembrano non sapere cosa fare per fermarle: finisce 25-14.

Si arriva così al quinto set che, come dicevo, è l'unico dove si sente il tifo a ogni punto, soprattutto quello per gli USA, ma anche quello per la Serbia, non solo dei serbi: anche la mia vicina sostiene la Serbia, ma parla inglese. Anche lo speaker inciterà a sostenere le une o le altre. Nella prima metà del set la Serbia è quasi sempre in vantaggio, fino a 8-5, poi gli USA rimontano, fanno il sorpasso sul 9-8 e prendono il largo, con la Serbia che sembra non essere più in grado di difendere. Arrivano al 14-11: pubblico tutti in piedi per i tre match point, ma i primi due li annullerà la Serbia, il terzo lo sprecheranno le americane con un pasticcio in difesa. Al quinto match point, sul 16-15, per due volte le serbe recuperano quando sembra fatta per le americane, ma alla fine tirano una schiacciata fuori, Finisce quindi 17-15.





All'uscita ci si incrocia con il pubblico delle sessioni successive nei vari palazzetti, dopo cena incontrerò un corteo di tifosi polacchi. che vanno alla partita di pallavolo successiva, Polonia-Kenia.



Domani altro giorno di camminate: mi aspetta il golf.



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