Arrivo alla fermata della RER vicino all'albergo, che dovrebbe portarmi direttamente alla stazione di partenza delle navette, ma scopro che il primo treno che arriva lì è tra mezz'ora. Fortunatamente sento dei francesi dire che si può anche prendere il primo treno, tra pochi, minuti, e poi cambiare: dopo aver verificato, lo faccio. Il treno va anche al Castello di Versailles: incontro anche un gruppo che va a vedere l'equitazione. Alla partenza delle navette c'è ancora tanta gente, anche se il gioco è già cominciato da un po': l'inizio infatti era alle 9, ma non avevo mai pensato di essere lì a quell'ora, il mio obiettivo era arrivare per la partenza del primo italiano, Migliozzi, alle 10,22. Per arrivare bisogna fare una lunga serpentina: una volontaria, vedendomi con le ginocchiere, mi offre di saltarla: rifiuto, ma al ritorno insisteranno e accetterò. In realtà la serpentina non aveva senso per nessuno, non c'era una folla che la giustificasse (meno che meno al ritorno).
La navetta parte presto, il viaggio dura una ventina di minuti. All'arrivo, c'è un primo controllo degli zaini da parte della polizia (meno accurato di ieri, comunque), ma poi c'è un bel tratto da percorrere per arrivare all'ingresso, con controllo dei biglietti e di nuovo degli zaini. Una volta entrati, c'è ancora un bel po' da camminare prima di vedere il percorso. Vedo che ormai il mio obiettivo di vedere la partenza di Migliozzi è sfumato, visto che ci sono indicazioni per tagliare verso la buca 4 prendo in considerazione di rincorrerlo, ma poi decido di seguire Manassero, che parte alle 10,55: dovrei avere giusto il tempo di andare in bagno e prendermi da bere, ma poi rimando la seconda cosa per via delle code e considerato che ci dovrebbero essere altri chioschi alla buca 2. Ci sono tanti chioschi con specialità varie, diversi da quelli standard che si trovano negli altri impianti. Vedo tanta gente prendere hamburger alle 10,45.
Scopro che il primo punto del percorso che si incontra, non è la partenza, ma il green della 1. Decido quindi di aspettare il gruppo di Manassero, è appena arrivato quello prima, composto da un tailandese, un cinese e un messicano. Una signora italiana, con forte accento toscano, vedendo dalle guance dipinte che sono un connazionale, mi chiede quando arrivino gli italiani. Noto che alcuni golfisti indossano i colori nazionali, altri solo un piccolo distintivo, per cui quando vedo un giocatore con una polo azzurra penso sia l'italiano, invece è il colombiano Villegas: Manassero indossa una maglia di un azzurro più scuro e pantaloni dello stesso colore.
Conclusa la prima buca, mi incammino al seguito del gruppo che oltre a Manassero e Villegas comprende il cinese Yuan. Con me ci sono alcuni italiani, ma anche qualche cinese e colombiano (beninteso, assieme a tanti altri di altre nazioni). In generale, dopo i francesi la nazionalità più presente è sicuramente quella americana, ma incontro anche molti finlandesi (che hanno un giocatore due gruppi dopo il nostro) e danesi. Si vedono poi sempre britannici, irlandesi e tedeschi, e anche qualche australiano e sudafricano. Quando leggo che Migliozzi è già a -2 per un attimo penso di andarlo a seguire, ma poi temo di dover fare tanta strada in poco tempo: abbandonerò definitivamente l'idea quando vedrò che è già sceso a -1.
Alla 4 scoprirò dall'omino del punteggio (quello al seguito col cartello) che Manassero è a -1. Non mi ero accorto avesse fatto birdie: scoprirò poi che in realtà non mi ero accorto che la 3 fosse un par 5 e non 4 (mi sembrava strano non ci fossero par 5 fino alla 9). Alla 6 comincio a sentire la fatica e penso a come arriverò alla fine, sempre che ci arrivi. Intanto, però, è una buca in discesa che si segue tutta bene da un'altura: posso vederla seduto (naturalmente per terra: di tribuna ce n'è una sola, all'arrivo della 18, e richiede un altro biglietto). Alla 7 Manassero fa birdie con un putt lungo, dopo averne mancati alcuni di poco, e va a -2.
Dopo il primo colpo della 9 (par 5) vedo che per seguirla bisogna fare una strada tortuosa, mentre spostandosi dall'altro lato si possono seguire dalla 10 alla 12, almeno la partenza, muovendosi poco. Visto che le energie scarseggiano, decido di aspettare i giocatori al green della 10. Intravedo il resto della 9 e non mi accorgo che Manassero fa bogey, in compenso vedo bene il suo splendido secondo colpo alla 10, che lo mette in posizione per un facile birdie. La 11 invece senza spostarsi non si vede tanto bene come pensavo: non mi accorgo che Manassero ha fatto doppio bogey, lo vedrò solo dal punteggio alla buca successiva (da lontano, non è facile distinguere quando un giocatore colpisce la palla da quando prova soltanto, o ispeziona il green).
Dopo il primo colpo alla 12, riprendo il cammino, ma la stanchezza e il caldo si fanno sempre più sentire. Dovrei anche bere e andare in bagno, ma per farlo dovrei deviare, ed è già tanto che riesca a fare il resto del percorso, figuriamoci altra strada, Si arriva alla 14, dove Manassero fa un bel colpo d'approccio da dietro i bunker e chiude con un birdie, tornando sotto il par. A questo punto, mi ritrovo dov'ero all'inizio e dove ci sono chioschi e bagni: decido quindi di fermarmi. Dopo la sosta, rinuncio ad inseguire i giocatori alla 15, che non ho neanche capito bene dove sia, e mi fermo al green della 17, dov'è appena arrivato il gruppo di Migliozzi. Vedo l'italiano imbucare con un solo putt e penso quindi sia un birdie, invece è un par. Leggo che intanto il birdie l'ha fatto Manassero ed è di nuovo a -2, mentre Migliozzi è a -3 e il primo, Matsuyama, a -8.
Dopo il passaggio del gruppo di Manassero al green della 17, vorrei seguirli sulla 18, ma fatico a trovare il tee: quando lo troverò, comunque, non erano ancora partiti perché aspettavano il gruppo precedente. Arrivati al green della 18, il tabellone dà le istruzioni in caso di maltempo, eppure c'è appena qualche nuvola è un po' di vento. Vedo Manassero chiudere con un par, a -2. Originariamente l'idea era di sedersi in tribuna a vedere qualche altro arrivo prima di andare, ma come dicevo, scopro che richiede un altro biglietto: alla Ryder Cup non era così, ma comunque lo supponevo in quanto avevo visto che c'era più gente seduta sull'erba davanti che in tribuna.
Decido quindi di chiudere qui: mangio, compro del merchandising (c'è un negozio molto grande) e cerco l'uscita, per scoprire che devo tornare al green della 17: a saperlo, non so se sarei andato alla 18, ma comunque ne è valsa la pena per via del negozio. Di passaggio, scopro che il gioco è stato sospeso per rischio fulmini: sembra un po' strano visto che piove poco e allo stesso tempo c'è ancora il sole caldo, ma soprattutto pensando alle condizioni in cui si è disputato l'ultimo British Open. Sento poi che a breve riprenderà, e infatti durante il percorso ci fanno fermare per far passare i giocatori; i miei vicini (non io) riconoscono Fitzpatrick e Schauffele. Più avanti incontrerò Morikawa e almeno lui lo riconoscerò, è più facile.
Non sono in molti a uscire, alla navetta non c'è coda, anzi si deve aspettare che si riempia. Almeno comunque c'è posto a sedere. E domani gran finale con l'atletica,
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