lunedì 16 settembre 2019

Mondiali di atletica a Parigi (2003) - tutte le gare tranne una

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Mancano meno di due settimane ai Mondiali di Doha: io sarò li dalla seconda giornata alla penultima. Saranno i miei settimi mondiali dal vivo: degli ultimi ho scritto del vivo, di Berlino 2009 ho raccontato l'anno scorso. Stavolta vi parlerò dei miei primi, quelli di Parigi 2003. Sono stati i Mondiali della più grande emozione che mi abbia dato forse tutto lo sport dal vivo, e sicuramente l'atletica: l'oro di Gibilisco dell'asta. Quella però merita un articolo a sé stante: oggi parleremo delle altre gare.

Sarei dovuto andare con mia moglie, che dovette rinunciare per problemi di salute. Avevamo preso i biglietti solo per le sessioni pomeridiane, non sapendo se saremmo andati a tutte quelle mattutine e pensavamo che comunque non ci sarebbero stati problemi per i biglietti. Invece il mercoledì mattina i biglietti erano esauriti: ne trovai comunque uno scambiandolo con quello che mi avanzava per il pomeriggio. Il perché lo capii appena entrato nello stadio, e sarebbe bastato pensare a cosa succede al Roland Garros il primo mercoledì per capirlo anche prima: era il giorno delle scuole, lo stadio era pieno di bambini. Per la maggior parte dei giorni ero nella tribuna opposta al rettilineo d'arrivo, nel primo anello, l'ultimo giorno invece ero in una curva, nel secondo anello. Lo Stade de France è molto bello e confortevole, ma con pochi ristori.

Quanto alle gare, la prima che ricordo sono i 100 metri, a cominciare dai quarti di finale (allora erano ancora 4 turni), con la squalifica di Drummond e le sue lunghe proteste, che fermarono la gara per un bel po'. Era appena stata introdotta la regola della squalifica alla seconda falsa partenza, anche se di autori diversi, e si ebbe un prima esempio di come una regola del genere rischiava di allungare i tempi invece di abbreviarli, problema che è aumentato con la squalifica alla prima falsa partenza. La gara fu vinta a sorpresa da Kim Collins: posso quindi dire di aver sentito l'inno di Saint Kitts and Nevis!

Partecipai anche a un gioco ispirato ai 100 metri: bisognava fermare il cronometro, senza guardare, il più vicino possibile all'allora record mondiale, 9.78. Feci una pessima figura: fermai dopo circa 6 secondi e mezzo, nettamente il peggiore. L'animatrice parlava solo in francese e veloce, senza preoccuparsi che qualcuno potesse non capire.

Nei primi giorni ci fu anche il duello Barber-Kluft nell'eptathlon, vinto dalla svedese. Ricordo poi i 200 femminili, con la vittoria della White, poi squalificata per lo scandalo Balco, e il bronzo della diciottenne Allyson Felix. Molto partecipata la gara del martello femminile, disputata a inizio serata, con la Montebrun, poi terza, incitata da una folla di compaesani nelle prime file. Ma le maggiori soddisfazioni per i francesi sarebbero arrivati negli ultimi giorni. Prima ci fu l'argento di Baala sui 1500: El Guerrouj era ancora troppo forte, ma era a fine carriera e Baala avrebbe dovuto raccoglierne l'eredità. Non fu così Nell'ultima giornata arrivarono gli ori a sorpresa della 4X100 donne e della Barber nel lungo, con 6,99 all'ultimo salto.

Dovevo andare e non ho potuto assistere alle premiazioni della 4X100 e della Barber. Ho visto però la premiazione di un francese vincitore di una gara paralimpica: l'inno era veramente assordante, non l'ho mai sentito cantare così. A proposito di inni, quell'edizione fu l'unica dove sentii qualche fischio, sia pure abbastanza isolato, a un inno: quello americano. Era però un momento di forte tensione tra Francia e USA, con la seconda Guerra del Golfo.

Prima dell'inizio delle sessioni intervistavano vecchie glorie dell'atletica francese: Mimoun, la Pérec. Proiettarono il video di una vittoria di quest'ultima, con la telecronaca originale, che si concludeva con un orgasmo della telecronista "Ouiiiiiiii! Marie-José Pérec!"

Quanto agli italiani, ricordo Longo, che illuse nei turni preliminari degli 800, anche perché la finale sembrava molto aperta, poi arrivò sesto. Poi i lanci, con piazzamenti che oggi ci sogniamo: il 7* posto della Coslovich, l'8° della Legnante. Il bronzo di Baldini lo vidi solo dallo schermo, la Maratona era in contemporanea con le gare su pista. Ricordo anche il bronzo della Martinez: oggi con 14,90 sembrerebbe anche poco, ma allora il podio non era scontato.

Poi c'è stata LA GARA, l'asta maschile. Ma di quella parleremo la prossima volta.

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