lunedì 9 settembre 2024

Gran Premio di San Marino a Misano (08-09-2024)

 Il primo problema è sempre quello di come raggiungere il circuito. Scarto l'idea di usare la macchina, perché dovrei già fare un chilometro e mezzo per andarla a prendere al parcheggio convenzionato con l'albergo, non escludo neanche di andare a piedi (sono poco meno di 5 km), ma alla fine scelgo la navetta di cui ho visto la pubblicità in albergo, sperando che sia più seria di quella di tre anni fa. Rimane il problema di trovare la fermata, visto che le indicazioni sulla locandina sono molto vaghe (indicano una via che sarà lunga un paio di chilometri e con molte fermate dei mezzi) e voglio prenderlo al capolinea, per paura che alle fermate successive sia troppo pieno. Seguendo le indicazioni ricevute in albergo, trovo quella che sembra la prima fermata, ma nel frattempo è passata la navetta delle 8,50: devo quindi prendere quella delle 9,10. Arrivano altri due che mi chiedono conferma che la fermata sia quella: rispondo che ne so quanto loro. Quando la navetta arriva, scopriamo che la fermata non era la prima, ma la gente già dentro è poca. Farà poi tutte le fermate del viale, e solo alla fine si riempiranno tutti i posti a sedere e qualcuno in piedi, mentre dopo la fermata all'acquario si raggiunge un affollamento quasi da Roma all'ora di punta. 



Passa un'ora e siamo bloccati, la gara della Moto3 comincia ad essere a rischio (comincia alle 11): niente di paragonabile a tre anni fa, quando gli spettatori erano ridotti per le restrizioni Covid. Qualcuno crede di scendere: quando si aprono le porte più di metà del pullman lo farà. Io vedo che Google segna ancora 3 km dal circuito e quindi decido di rimanere, ma dopo un'altra ventina di minuti, il pullman ci lascia quando, sempre secondo Google, mancano ancora 2,3 km: a saperlo, forse l'avrei fatta tutta a piedi, sicuramente sarei sceso con gli altri. Seguo il flusso, e dopo abbastanza poco (certo meno di 2 km) arrivo a un ingresso, che però non è il mio: è quello del prato 1 (ingenuamente pensavo che l'ingresso fosse unico). C'è una biglietteria, dove un'addetta mi mostra una mappa, facendomela fotografare: il mio settore sembra vicino. Faccio un bel pezzo, costeggiando il circuito, e vedo un cartello che dice che dovrei tornare indietro: chiedo a due persone, che mi dicono invece di andare avanti. Quando vedo il primo ingresso, di una tribuna che non avevo mai sentito, dalla mappa scopro che è dalla parte opposta alla mia: dove avrò sbagliato? Alla fine arrivo all'ingresso giusto: per curiosità guardo la distanza che Google mi dà dall'albergo e sarebbero 3,1 km. Se non ne ho fatti di più da quando sono sceso dal pullman, ci manca poco: chiaramente tornerò a piedi.



Quanto meno si entra subito e non ci sono controlli: non fanno neanche caso al mio zaino. Arrivo nel mio settore e, pensando che il mio posto sia occupato (scoprirò poi che mi sbagliavo) mi metto nel primo che trovo: del resto nella tribuna D Top, a eccezione di un settore, solo le ultime due file sono occupate, a differenza della tribuna D, che è tutta piena. Mi ero anche preoccupato di non avere la tenuta adatta fino a quando, ieri sera, non mi ero procurato una maglietta di Bagnaia: si vedono molte maglie simili alla mia, ma anche tante dedicate ad altri piloti, non solo italiani, e ancora molte di Valentino Rossi. Alla mia sinistra, nella tribuna D, c'è la "curva" di Bezzecchi, di fronte a me quella dell'Aprilia.

Mi siedo che mancano 4 giri alla fine della Moto3: scopro che si vede una buona parte del circuito, con quattro curve, di cui l'ultima è quella dove avvengono più spesso duelli. L'uscita dalla prima curva è invece quella dove si nota di più la velocità. Davanti a me c'è anche uno schermo. Ci metto un giro a capire quale sia il gruppo di testa: scopro poi che è un gruppo di sei. Al terzultimo giro vedo soprasso e controsorpasso per il secondo posto: il sorpasso decisivo per la vittoria arriverà invece all'inizio dell'ultimo giro, fuori dal mio campo visivo. Tripletta spagnola, vince Piqueras (mai sentito).






Finita la gara, visito gli stand del merchandising, dei team o dei singoli piloti. Curiosamente, lo stand Ducati vende solo materiale della moto e di Bastianini, mentre quello di Bagnaia è in un angolo dello stand di Bezzecchi. Mi prendo poi da mangiare: c'è già coda, poi la sbaglio anche e finisce che rientro in tribuna che sta partendo la gara della Moto2 (era alle 12,15, non alle 12,30 come pensavo). I primi tre prendono presto il largo: parte in testa Arbolino (uno dei pochi piloti di Moto2 che conosco) e per un attimo sembra poter staccare gli altri due, ma al nono giro viene superato dallo spagnolo Canet e poco dopo anche dal giapponese Ogura. I due rimangono attaccati e staccano gli altri: a un certo punto Arbolino e un altro sembrano rientrare, ma non lo faranno mai del tutto. Nel finale Ogura prende la testa; arrivano all'ultimo passaggio nella mia zona ancora attaccati, ma il giapponese conserva la prima posizione fino alla fine. 






L'intervallo prima della MotoGP lo passo quasi tutto in coda per il bagno, a parte un breve giro all'inizio: rientro in tribuna che hanno appena cominciato le presentazioni, stavolta dal primo all'ultimo nella griglia (tre anni fa avevano invertito per presentare prima Rossi). Alex Marquez riceve sia applausi che fischi, il fratello Marc quasi solo fischi, tutti gli altri solo applausi. Di quelli che ho visto (escludendo quindi Bagnaia, di cui mi son perso la presentazione) quello con più tifosi è sicuramente Bezzecchi. Stavolta mi siedo al mio posto, e scopro che si vede meglio: la tribuna è un po' più piena di prima, ma la metà inferiore rimane vuota. Da una mezz'ora piove leggermente: a un certo punto si intensifica, tanto che apro l'ombrello, come tanti altri, ma poi prima della partenza smette o quasi.




Si parte, e si nota subito che, sia in termini di velocità che di rumore, c'è più differenza tra MotoGP e Moto2 che tra Moto2 e Moto3. I primi quattro prendono un leggero vantaggio, ma il quarto, Acosta, cade al quarto giro, riuscendo comunque a riprendere (se ho capito bene, era nel mio campo visivo, ma non me n'ero accorto). Al settimo cade il terzo, Morbidelli, per cui si profila un altro duello Bagnaia-Martin, con lo spagnolo che per un breve periodo passa anche in testa. Solo che nel frattempo la pioggia è aumentata di nuovo, e questo spinge Martin a fermarsi e cambiare moto (me lo faranno notare i miei vicini). Rallentano tutti, si vede a occhio nudo, e ci si chiede se si fermerà qualcun altro. Si sono anche ravvicinati: adesso c'è un gruppo di 7 in testa, con Marc Marquez (che ci ho mezzo un po' a riconoscere, visto che è passato dall'azzurro al bianco che supera Pecco e si porta la comando). La pioggia diminuisce, fino a cessare, o quasi, ed è quindi Martin ad essere penalizzato: al nono giro lo vedrò sbandare ben oltre i confini della pista, quasi stesse facendo un long lap penalty, per cui si fermerà di nuovo a cambiare moto.



I primi due prendono di nuovo il largo: solo Bastianini, dopo aver raggiunto la terza posizione, si avvicina, ma senza mai insidiarli. Dopo qualche giro, quando il quarto entra nel mio campo visivo, i primi tre ne sono quasi usciti. Martin è dato 15°, ma conto i piloti e il 15° non mi sembra lui: poi capirò che è doppiato, come altri 5 dietro di lui, infatti fisicamente è dietro l'8°. Pian piano aumenta anche il distacco tra i primi tre: la classifica si muove solo alle loro spalle, con Binder che conquista il quarto posto e Bezzecchi che risale fino al quinto, per la gioia dei suoi tifosi.



Dopo l'arrivo e i saluti dei piloti (l'ultimo sarà Bagnaia) si aprono due cancelli alla mia destra e il pubblico invade la pista, andando verso la zona premiazione. La maggior parte invece si avvia all'uscita, senza aspettare la premiazione. Io non so nemmeno se dopo c'è un'altra corsa, come tre anni fa: lo chiedo ai miei vicini, che non lo sanno neanche loro (scoprirò poi che c'erano le moto elettriche). Decido di andare comunque: il viaggio sarà lungo e non voglio arrivare troppo tardi.




Uscito dal cancello, i chilometri sono diventati 4,2 (ed è lo stesso punto di prima), ma vado a piedi lo stesso perché non so a che distanza sia la partenza della navetta e non so se la ritroverei. La prossima volta, chissà quando, vedrò se trovare un'altra soluzione.



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