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Arrivo a Rieti poco prima delle 10,10, che era il mio obiettivo: il programma cominciava alle 8,30, ma non intendevo certo vederlo dall'inizio, sarei dovuto partire prestissimo. Entro nello stadio mentre ci sono ancora le batterie dei 200 maschili: mi guardo intorno, vedo il murale dedicato a Furlani campione del mondo, poi cerco posto in tribuna. Non ci sono molti posti disponibili, anche perché molti sono occupati da borse: gli spettatori sono quasi tutti atleti, familiari e allenatori, gli spettatori comuni sembrano pochissimi. Trovo posto all'altezza del podio per le premiazioni, più o meno a metà del rettilineo finale. Accanto a me la famiglia di un atleta dei 110hs.
Ho appena preso posto che parte la prima batteria dei 200, con la Castellani, che ai 120 comincia a guardarsi intorno, e dando l'aria di fare un semplice allungo chiude in 24.02. Non sarà comunque la migliore: la Calzolari farà 23.97. Ci sono concorsi su 5 pedane: alla mia sinistra le due dell'asta femminile, una a 3,20 e una a 3,00, alla mia destra le due dell'alto maschile (una di fronte all'altra, coi saltatori che spesso s'incrociano), una a 1,80 e una a 1,75, sul campo il martello maschile. Nell'asta dai 3,35 si va avanti a 5 centimetri alla volta, quindi le migliori alternano le quote: le prime due, Bernardo e Fabiani, si incroceranno solo a 3,90, dove Bernardo si era lasciata l'ultimo tentativo dopo due errori a 3,85. Scivola, e quindi vince la Fabiani con 3,80. Nello stesso momento c'è il salto decisivo nell'altro, che mi perdo: dei 5 che provano 2,01, Faganello (già vincitore del lungo) è l'unico a riuscirci, alla seconda. Deve però aspettare che finisca l'altro gruppo, che è a 1,95: li superano in due, che poi escono a 1,98. Nel martello Galloni spara 66,78 alla prima e rimane in testa fino alla fine.
Finite le batterie dei 200, vado a prendermi da bere: mentre mi dirigo verso il bar, intravedo Vedana dominare la prima batteria dei 110hs. Faccio una lunga coda al bar, per poi scoprire al ritorno che ne avevano allestito uno anche sotto la tribuna. Torno al mio posto, e trovo molta gente in piedi alla balaustra (ce n'era anche prima, ma di meno): nessuno prova nemmeno a protestare, sono troppi. Non si vedono quindi bene le corsie esterne, e nella sua batteria dei 100hs la Succo è in 7^: fa 13.43 e non riesco a capire quanto si risparmi. A metà delle batterie capisco che ci sono anche le semifinali: tre turni in poco più di tre ore. Seguono le prime finali, quelle dei 400: prima le ragazze, con la Frattaroli che rispetta il pronostico (e dopo la premiazione verrà nella fila dietro la mia), poi i ragazzi, con 6 quasi appaiati sul rettilineo finale, e non sono sicuro di aver capito chi ha vinto. Accanto a me un gruppo della Pro Patria, che incita i loro atleti, poco dopo si affaccerà anche Kelly Doualla.
Dopo i 400 la folla alla balaustra si dirada, e per i 400hs qualcuno cerca di far spostare i pochi rimasti. I 400hs maschili sono la gara della giornata: il favorito Mancini arriva sul rettilineo finale in leggero vantaggio, ma poi prende il largo e chiude con un incredibile 50.49: 89/100 meno del vecchio record italiano, 97 meno del tempo con cui Sibilio vinse gli Europei nel 2016! Si era visto che comunque il secondo non era lontanissimo, e infatti chiude con un ottimo 51.55. Nella gara femminile tifo per un'atleta di Monza, che per un po' sembra poter vincere, poi arriva terza, Per un momento non ci sono concorsi in corso: si è disputato il disco femminile nella pedana esterna, con una sola fettuccia, a 40 metri. Ho la vista ostruita da un albero, per cui i lanci più lunghi (dai 42 metri circa) non li vedrò atterrare. Lo speaker richiama l'attenzione subito prima del lancio decisivo, il 46,18 della Stagnaro, quindi è tra i pochi che vedo, almeno partire.
Molti vanno a prendersi da mangiare dopo i 400hs, io decido di aspettare la prima semifinale dei 100hs, con la Succo, che si svolge con 3 m/s di vento contrario. Mentre sono al bar mi perdo le altre semifinali e la prima delle 4 serie degli 800 maschili, Nell'ultima serie, il favorito Caraccio parte in testa, poi fanno gara tattica, ma tenendosi un buon margine sul tempo della terza serie: Caraccio mantiene la testa fino alla fine e chiude in 1'51", 2" in meno dell'altra serie. Vittoria della favorita Caligiana anche tra le ragazze, Nel frattempo è cominciato il triplo maschile, con due pedane affiancate: capisco che la più forte è quella dal nostro lato e subito dopo vedo il salto decisivo a 14,90, che rimarrà tra i pochi salti che vedrò.
Nei concorsi si accumula un ritardo: il triplo maschile finisce quando doveva già essere cominciata la gara femminile e anche la seconda serie del giavellotto maschile inizia più tardi. Le corse invece sono puntuali; dopo i 200 maschili, disputati con 2 metri di vento contro e vinti con un tempo di poco sotto i 22", si arriva auna delle gare per cui sono venuto: la finale dei 200 femminili. Il vento sembra calmarsi, e infatti sarà solo -0,8. La Castellani è in testa dall'inizio alla fine, ma in due le rimangono vicine, e infatti, dopo il 23.48 della vincitrice, abbiamo Calzolari a 23,69 e Canovi a 23.83. Mi dispiace per queste due ragazze, che in altre epoche sarebbero state delle star e oggi passano quasi inosservate.
Rimangono ancora gli ostacoli. La gara femminile ha ancora un vento leggermente contrario, la Succo chiude in 13.34, che è pur sempre a 4/100 dal record italiano prima di lei (e ha corso tre volte in tre ore). Per la gara maschile il vento è assente: vedo Vedana prendere il largo verso la metà e vincere in 13.45, ma non mi accorgo che secondo e terzo sono rimasti vicini: 13.55 e 13.62. Ci sarebbero ancora le staffette, ma si è fatto tardi e vado. Lascio il triplo femminile, di cui non ho visto quasi niente, al secondo salto e il giavellotto maschile all'inizio del terzo, con i primi due separati da un metro e gli altri molto distanti.
Prossima tappa, i Mondiali di Tokio (ma c'è tempo)
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