martedì 24 giugno 2025

Gran Premio d'Italia al Mugello (22-06-2025)

 

Il giorno prima a Firenze non c’era nessun segno del Gran Premio. E’ vero che anch’io non avevo niente addosso che facesse pensare che andavo al Gran Premio, ma non c’erano neanche cartelli. La mattina, invece, già a colazione incontro una coppia che ci va (e che mi ha visto con la maglietta di Bagnaia), alla stazione se ne incontrano molti. Riesco a prendere il treno per Borgo San Lorenzo che mi ero prefissato, quello delle 8,20, quando ormai non ci speravo più, grazie a un ritardo. Il treno è pieno, ma non pienissimo: ci si riesce a sedere. Quasi tutti scendono alla fermata prima, dicendo che anche da lì ci sono navette. L’avevo sentito anch’io, ma proprio perché scendono tutti, io preferisco proseguire, sperando di essere tra i pochi a prendere la navetta a Borgo San Lorenzo.

Arrivati alla stazione, in tanti ci offrono taxi, sostenendo che la navetta lasci a 3 km. Io non mi fido, dopo l’esperienza del primo anno a Misano, ma anche pensando che il taxi potrebbe restare bloccato nel traffico. Appena arrivato, vedo una navetta partire, poi ne arrivano altre due, ognuna in un punto diverso. C’è un assalto disordinato e io rimango fuori tutte e due le volte. L’organizzazione di Parigi è ben lontana. Quelli che sono rimasti, ormai, entrerebbero comodamente in una navetta, ma temiamo tutti che nel frattempo arrivi il treno dopo. Invece arriva prima la navetta e saliamo.



Il viaggio dura poco e finisce in aperta campagna: il circuito non si vede, si sente solo qualche rumore in lontananza. Seguo il flusso: non voglio controllare su Google quanto manca, sia perché preferisco la sorpresa, sia perché potrebbe indicarmi un ingresso diverso dal mio, Dopo 750 metri (ma a me sembravano di più, la strada è a saliscendi e comincia a fare caldo) si vedono i primi parcheggi, dopo 1,2 km la strada principale con le macchine incolonnate e i primi stand, dopo 1,8 km. un ingresso. Non ci sono indicazioni su per quali tribune sia quest'ingresso, Chiedo all'addetta ai controlli se va bene per la tribuna centrale, mi risponde "è un po' più avanti, ma si può andare anche da qui". Dopo qualche metro c'è una mappa, dove scopro che devo fare il giro di almeno metà circuito (che, ricordo, è di 5,25 km). Non sembra però che avrei risparmiato tanta strada arrivando dall'altro lato.




 Si sale e arrivo in una zona in alto da dove si vede buona parte della pista. Sono tentato di fermarmi qui a vedere almeno la Moto3, ma poi penso che nell'intervallo con la Moto2 non farei in tempo ad arrivare alla tribuna. Ci sono stand dedicati a quasi tutti i piloti, anche del passato (Rossi) o deceduti (Simoncelli). Si vedono ancora tanti tifosi con magliette del Dottore. Tanti spettatori sono accampati, in tende o camper; mi diranno poi che si poteva entrare in camper fino a venerdì. Ci sono anche accampamenti dedicati: ne vedo uno del fan club di Morbidelli e uno di tifosi di Guido Pini, che non conoscevo, ma imparerò a conoscere a breve. Gli unici altri tifosi di un pilota non di MotoGP che ho visto erano una coppia di fan di Arbolino (Moto2).







La strada è scoscesa, la fatica si fa sentire sempre più e il caldo è devastante. Comincio a maledire la mia decisione di venire, anche considerando che forse non l'avrei fatto se avessi saputo come andava il Mondiale. Quando capisco che probabilmente non ce la farò ad arrivare in tempo per la partenza della Moto3 torno a considerare di fermarmi e ripartire dopo la gara, ma poi decido di togliermi il pensiero e arrivare, pazienza se la vedrò cominciata. In realtà la vedrò meno cominciata di quanto temevo, in quanto non avevo considerato che l'orario di partenza si riferisce al giro di ricognizione. Arrivo dopo 5,5 km percorsi, di cui 3,6 all'interno del circuito: la Moto3 è al terzo giro. Vedo che il mio posto, in seconda fila, è occupato: mi sistemo in terza, al primo posto che trovo, tanto ci sono molti vuoti.

Come temevo guardandola da lontano, in realtà la tribuna centrale è quella da dove si vede di meno: si vede il rettilineo centrale, ma solo quello, fino all'inizio della prima curva. Anche il rombo si comincia a sentire non molto prima che arrivino. All'inizio vedo i piloti tutti in gruppo (tranne uno), sembra una corsa podistica o ciclistica, non si può quasi neanche parlare di sorpassi. Solo dopo 11-12 giri si staccherà qualcuno in più, ma all'arrivo ci sarà ancora un gruppo di testa di 10. Lo speaker informa soprattutto sull'idolo locale Pini, che già al quarto giro è quarto, partendo da 20°. Qualche giro dopo si affaccia addirittura in testa, ma poi all'11° giro, mentre era terzo, cade. Nel finale un altro italiano, Foggia, arriva tra i primi: al penultimo giro è addirittura in testa e il pubblico comincia a scaldarsi, Dopo un paio di sorpassi, nel finale viene superato da due piloti contemporaneamente, gli spagnoli Quiles e Carpe, che si contendono la vittoria mentre Foggia arriva terzo. C'è un arrivo in volata, così almeno posso sfruttare la mia posizione in tribuna centrale: mi sembra abbia vinto Quiles, ma non sono sicuro. E' così, per soli 6/1000. Anche il distacco di Foggia, che sembrava netto, è di soli 66/1000.



Nell'intervallo prima della Moto2 rimango sotto la tribuna, sono troppo stanco per muovermi. Tanto ci sono due chioschi, posso prendermi da mangiare e da bere, e fa anche relativamente fresco. Per un po' guardo da sotto anche la preparazione alla partenza della Moto2, altra cosa che si vede bene dalla tribuna centrale. Quando torno in tribuna, le prime file sono quasi vuote: dato il caldo, sono molto più affollate le file in alto. Penso di cercare anch'io posto all'ombra, ma poi temo di dovermi alzare più volte se viene il titolare del posto, così vado nel mio. Vedo bene la partenza, e stavolta un gruppo di 4 prende quasi subito un certo vantaggio. Già a metà gara le prime due posizioni sono delineate: Gonzales, poi Arenas. Solo per la terza sembra esserci contesa, ma Canet rimane sempre davanti a Moreira. Più incerte le posizioni successive, con l'italiano Vietti che rimonterà fino al quinto posto.




La pausa prima della MotoGP è un po' più lunga, quindi esco dalla tribuna e mi trascino a fatica fino a un'area ristori (me la ricordavo più vicina). Alcuni chioschi hanno già esaurito i prodotti, alla fine decido di prendermi solo da bere. Al ritorno rimango un po' sotto la tribuna per stare al fresco, fin quando mi accorgo che sono già tutti andati ai loro posti. Stavolta la tribuna è piena: accanto a me c'è una coppia di Biella, che racconta di essere qui da venerdì, mentre nella fila davanti c'è un gruppo che è arrivato giovedì. Lo speaker ha già cominciato ad annunciare la griglia di partenza, le moto sono già in posizione: si vede che sono più grandi delle Moto2, che al confronto sembrano giocattoli. I piloti stanno arrivando, dalla pista passa anche Alessandro Borghese (lo nota la vicina). A 10 minuto dalla partenza c'è l'inno nazionale, cantato da Pierdavide Carone in modo abbastanza classico: mi colpisce solo il "coorte" lungo. 







Si parte, ma dal vivo non riesco a capire cosa succede, troppo veloci. Poi M. Marquez e Bagnaia hanno colori diversi dal solito, i numeri non si leggono. Cerco di guardare col binocolo cosa succede nella prima curva, ma ora che lo metto e cerco di inquadrarla l'azione è finita da un pezzo. I primi 2-3 giri sono molto belli e combattuti: Bagnaia duella con M. Marquez e per un po' rimane in testa, per la gioia del pubblico. C, e mi rendo conto che dii illudiamo tutti che questo Gran Premio sarà diverso dagli altri, ma non sarà così: si torna all'ordine M- Marquez-A. Marquez-Bagnaia, che prima si distanziano dagli altri, poi si distanziano sempre più tra di loro, con Pecco più lontano da A. Marquez di quanto questi non sia dal fratello. Guardo la classifica sull'app, visto che i piloti passano troppo veloci per poterli distinguere, e mi rendo conto che distacchi che a vista sembrano molto netti sono in realtà di 5-6 decimi Solo verso il 9°-10° giro Bagnaia sembra avvicinarsi al secondo posto, ma in un paio di giri perde di nuovo. Le prime posizione rimangono molto nette per un po': a un certo punto l'unica posizione contesa sembra la 13^. Solo nel finale Di Giannantonio si avvicina a Bagnaia e al penultimo giro lo supera, distanziandolo molto.



Pensavo di restare sulla tribuna fino alla premiazione, ma vedo che se ne stanno andando tutti. Annunciano che avrebbero aperto l'accesso alla pista e non so se andarci, visto che vorrebbe dire fare altra strada, ma poi vedo che l'ingresso è proprio sulla via del ritorno e quindi entro. Mi ritrovo non lontano dal palco delle premiazioni: la folla grida prima "Vale", poi "Pecco". Al momento della premiazione Di Giannantonio e A. Marquez vengono applauditi, mentre M. Marquez riceve applausi, ma anche fischi. Un gruppo augura la morte a Melandri, come i peggiori tifosi di calcio. L'inno spagnolo non si sente quasi per niente.



Esco dal lato opposto rispetto a dov'ero venuto, pensando che non potrà essere peggio, e infatti quando passerò davanti al cancello dov'ero entrato scoprirò che avrei risparmiato 1,3 km. All'uscita del circuito controllo la distanza per la stazione di Borgo San Lorenzo: sono 5,2 km e temo di doverli fare tutti a piedi, non so se troverò la navetta. Invece ne devo fare solo la metà: la navetta c'è, riesco anche a sedermi e a tornare a Firenze anche prima del previsto.

Ci sarà una prossima volta? Forse in un'altra tribuna

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