Stavolta vado coi mezzi, arrivando direttamente dall'ufficio. Una volta tanto, ci metto anche un po' meno del previsto: l'obiettivo era arrivare per la prima finale A, alle 18,42, ma sono già dentro verso le 18,30. Approfitto per guardarmi un po' intorno: sono cambiate molte cose rispetto all'ultima volta che ero venuto, nel 2021 (certo, quella era un'edizione particolare, c'erano ancora le restrizioni Covid). C'è anche la mappa: vedo che prevede anche un'area ristoro, ma si tratta solo di tre chioschi di panini. Vedo Rosolino attorniato da una folla, se ho capito bene sta facendo un quiz. Incontro anche una troupe televisiva, che mi intervista: "Appassionato di nuoto?" "Di nuoto e di tanti altri sport" "Viene sempre o è la prima volta?" "L'ultima volta è stata nel 2021, poi era sempre capitato in settimane che avevo impegni" "Com'è l'atmosfera?" "Non saprei, sono appena arrivato, ma sembra bella".
Avevo preso il biglietto di Tribuna Monte Mario perché pensavo fosse coperta, come agli Europei 2022, eppure ero passato di qua quand'ero andato a vedere il tennis, avrei dovuto ricordarmi che non era più così. Comunque, quanto meno è più in ombra e non ho il sole in faccia. Il settore centrale è tutto pieno, o quasi, probabilmente fino a oltre l'arrivo. Mi dirigo quindi dal lato opposto all'arrivo, e trovo posto nel settore laterale, subito dopo la scalinata: sono proprio all'altezza del bordo vasca opposto all'arrivo.
Prendo posto mentre è in corso l'ultima finale B, quella dei 100 rana donne (ci saranno poi altre gare in cui la finale B si disputerà subito prima della A). Cominciano subito dopo le finali A, e si parte con un pezzo forte: i 100 dorso maschili, con Ceccon in corsia 2. Parte forte il russo Lifintsev: ai 50 sembra che Ceccon l'abbia già scavalcato, invece vira in testa, all'arrivo mi sembra che sia davanti qualcuno nelle corsie centrali, invece vince Lifintsev davanti a Ceccon. Nelle gare successive, imparerò a leggere un po' meglio gli arrivi, anche se non sempre vedrò giusto. Tempi alti, sopra i 53", penso che in questo periodo gli atleti siano lontani dalla forma migliore, ma vedrò poi che non sarà così per tutti.
C'è una gara sui 50, il dorso femminile, così posso vedere bene la partenza: per l'arrivo, vedo che le due corsie centrale sono molto vicine, vince Flavia Toma di 8/100. Si passa ai 400sl maschili, dove non si rischia certo di non capire chi ha vinto: Di Tullio domina dall'inizio alla fine, e vince in un buon 3:44.89, dando quasi 3 secondi a Wellbrock (che a volte lo speaker pronuncia all'inglese). C'è anche Detti, ultimo. Dopo i 200sl femminili, dove la Pellegrini del 2004 sarebbe ancora arrivata sul podio, è il momento di un altro campione olimpico coi 100 rana maschili. Solo che aspettiamo Martinenghi e arriva Viberti, che vince in 59.06, sesto tempo mondiale dell'anno, ci informa lo speaker. Segue la gara femminile, dove il dominio italiano degli Europei è lontano: la prima italiana è quinta, e davanti sono tutte europee.
Prima tornata di premiazioni: i premiati stanno così poco sul podio (ognuno al suo posto) che faccio fatica a fotografarli. Segue la farfalla con finali B e A di seguito: nei 100 maschili c'è una delle prestazioni della giornata, con Noè Ponti che domina in 50.42, a 2/100 dal record del meeting, che scopro essere di stamattina. Nei 50 donne, Di Pietro terza dietro alla tedesca Koehler e alla greca Ntontounaki, che lo speaker pronuncia correttamente "Dudunaki" (e mi chiedo perché non traslitterarla direttamente Doudounaki, come, almeno in origine, per lo sprinter Kederis). C'è poi una gara paralimpica, 50sl maschili, che mette assieme atleti con disabilità diverse, con classifica compensata, a punti: l'atleta arrivato nettamente ultimo in vasca (chiaramente con una disabilità più grave degli altri) viene classificato secondo. Segue la stessa gara per normodotati: prima la finale B, con Miressi e Dotto (rispettivamente quinto e ottavo), poi la A, con vittoria russa, Deplano terzo e Zazzeri quinto.
Altra tornata di premiazioni, tra cui quella dei 100 rana; quando compare il nome completo di Vergari, Ludovico Blu Art, penso a un errore o uno scherzo, invece è vero. Mi ricorda il racconto distopico di Michele Serra, dove ognuno doveva avere uno sponsor tra nome e cognome. Rosolino chiede a Martinenghi di dare consigli ai giovani, lui risponde "fidarsi ciecamente dell'allenatore e divertirsi".
Finite le premiazioni, presentano i 1500 femminili e solo allora mi accorgo che siamo arrivati alla fine. Quadarella e Gose (che lo speaker pronuncia senza la e finale) fanno gara a sé: noto già ai 150 che c'è più distacco tra la seconda e la terza che tra la terza e l'ultima (e sono 10): alla fine saranno rispettivamente 40" e 23". I distacchi sono sempre sui 2-3 decimi al massimo, quasi sempre a favore dell'italiana: solo ai 1200 il vantaggio della Quadarella diventa mezzo secondo, poi uno, per diventare 3.6 alla fine. Già dai 1200 le altre hanno tutte una vasca di distacco. Verso i 1100, però, una folla comincia a scendere la scalinata e non finisce mai: per almeno 200 metri non vedo niente fino a quando non mi decido ad attraversare e sistemarmi dall'altro lato, ma anche lì non si vede benissimo perché qualcuno rimane in piedi, in tanti si spazientiscono. Mi chiedo cosa stia succedendo, poi capisco che devono essere gli spettatori di Italia-Croazia di pallanuoto (sapevo che c'era, ma pensavo fosse nella tribuna coperta).
Appena compare la classifica dei 1500, me ne vado. Non intendo fermarmi per la pallanuoto, non voglio fare troppo tardi. Nell'uscire dalla tribuna, faccio fatica a farmi largo nella folla che entra: avrebbero potuto aprire i cancelli un po' dopo.
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