sabato 7 giugno 2025

Golden Gala (06-06-2025)

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Stavolta, complice un ingorgo sul raccordo, mi decido ad andare coi mezzi. Arrivato a Flaminio, scopro che il tram è stato sostituito da un bus: ci metto un po’ a trovare la fermata e penso che i tempi si allungheranno e vedrò il meeting cominciato, sia pur di poco. Il pullman è pieno, ma nessuno ha l’aria di andare al Golden Gala, e infatti scoprirò che, se non ero l’unico che ci andava, ci mancava poco. Sulla durata del viaggio temevo peggio, ma all’arrivo capisco che mi perderò qualche salto a 4,35 (asta femminile).

Come previsto, si entra molto rapidamente: non c’è certo coda, ho solo qualche problema a passare il biglietto al tornello, serviranno 4-5 tentativi. Per la prima volta da quando vado all’Olimpico, credo, per arrivare al mio posto devo scendere invece di salire: quando ho preso il biglietto, avevo capito che il posto era in basso, ma non fino a questo punto. Temo di non vedere bene, invece pista e pedane si vedono abbastanza: qualche problema solo per l’atterraggio dei salti in estensione e per il peso (è soprattutto per quello che avrei voluto essere più in alto). Il problema, però, è che non vedo la linea d’arrivo, coperta da un tabellone (usato prima per il disco, poi per l’alto). Fortunatamente non ci saranno arrivi molto ravvicinati: anche nella velocità i distacchi saranno netti.



Com’era ampiamente prevedibile, data la concomitanza con la partita della nazionale di calcio, lo stadio è quasi tutto vuoto, Sono abbastanza piene solo la tribuna Tevere bassa, quella al di sotto dell’ingresso, dove sono anch’io, e la metà bassa dalla Curva Nord. Lo speaker dirà più volte che lo stadio si sta riempiendo, ma in realtà si riempiranno solo un paio di settori della Tribuna Monte Mario in corrispondenza dell’arrivo e altrettanti dalla parte della pedana del peso. Arriverà qualcuno in curva sud, dove c’è l’alto, ma rimarrà più vuota dell’altra.

Arrivo al mio posto che sono quasi finiti i salti 4,35: Bruni e Molinarolo l'hanno superata al primo, solo una avrà bisogno del secondo. I 4,50 li superano tutti al primo, tranne la Molinarolo, che esce, ma a 4,65 rimangono già in tre: progressione forse un po' troppo rapida, a differenza di quella dell'alto. Solo la Morris li supera al primo, la Bruni al primo ci va vicino, al secondo ce la fa, per l'entusiasmo del settore della curva occupato dagli atleti delle Fiamme Gialle. I 4,75 li supera solo la Morris, così che all'inizio del collegamento televisivo è già rimasta sola: farà 4,80 al terzo, poi si fermerà. La Bruni al terzo tentativo a 4,75 dà l'impressione di potercela fare, ma leggerò poi che il secondo, che mi sono perso, era ancora meglio.


Nel frattempo si è disputato il disco femminile, la gara che si vedeva meglio dalla mia posizione. Gara d'alto livello e in crescendo: parte la Perkovic vicina ai 65, ma la Altman arriverà a 69,21 e in 7 supereranno i 64. Per entrare nelle 8 già bisognava arrivare vicino ai 62 e la Osakue rimane lontana: nullo, poi 56,40, poi un lancio disastroso che annulla, C'è stato anche il triplo femminile, unico concorso senza italiani e quindi con poco seguito. Si capisce poco delle misure, si può avere un'idea solo da quanto si avvicinano alla buca con lo step.




Finiti disco e triplo (ed entrati in campo gli altisti), penso di andarmi a prendere da mangiare, ma vedo che sta per partire la finale del Palio dei Comuni e quindi aspetto, Scopro che stavolta le squadre sono di tutta Italia, non solo del Lazio: in finale ci sono anche Napoli, Firenze e Torino, ma un solo quartiere di Roma (Infernetto). Doppietta umbra, con Foligno e Orvieto. Posso quindi prendermi da mangiare, ed è una cosa molto rapida, ci sono solo un paio di persone davanti: rientro con un buon margine per l'inizio di corse e alto.


La prima gara su pista sono i 400hs femminili: senza  McLaughlin e Bol il pronostico è aperto. La Folorunso a metà della seconda curva è già in gruppo e nel rettilineo finale per un attimo dà l'impressione di poter vincere, invece la Knight prende il largo, ma lei tiene il secondo posto. Vedendo il tempo della prima, 53.67, si capisce che anche il suo tempo è buono: 54.21! Seguono i 1500 maschili, dove col francese Habz inizia una serie di vittorie europee. Riva arriva in gruppo: sembra un tempo sui 3'32", invece è ancora meno: 3:31.42.





Nel frattempo è cominciato l'alto maschile. Tamberi cerca di caricarsi col pubblico, ma ce n'è troppo poco. Si parte da 2,12 e anche Gimbo entra subito in gara: già questo dimostra la sua condizione precaria. I 2,12 li supera bene ed esulta, anche se meno che in altre circostanze alla prima quota, poi a 2,16 già trema, a 2,20 non c'è proprio. Dopo i 2,23 sono già rimasti in 5, tra cui Sioli, Doroshchcuk supera a 2,26 alla prima, in 3 alla terza, Sioli ci va vicino, ma non ce la fa. La gara sembra avviarsi alla fine, invece Woo arriva a 2,32, l'ucraino si conserva l'ultimo tentativo e i due arrivano a 2,34, quando le corse sono ormai finite.


Si arriva alla gara su pista clou per noi: i 5000 femminili. Nadia Battocletti è l'atleta italiano più acclamato all'annuncio, anche più di Tamberi. Vista da vicino, al sua magrezza è impressionante, molto più delle altre fondiste. Si parte a un ritmo molto alto e lei rimane attaccata, anzi dà proprio l'impressione di passeggiare, senza fare il minimo sforzo. Al terzo chilometro comincia a far vedere lo sforzo, dopo i 3000 comincia a staccarsi dalle prime 5, ma mantiene un buon vantaggio sulla lepre luminosa del record italiano. All'ultimo chilometro la luce del record si avvicina, ma all'ultimo giro supera altre due avversarie, compresa la Tsegay, e mentre la Chebet distanzia, oltre alle avversarie, anche le prime luci, che indicano il record del meeting (14'12") chiudendo in 14:03.69, a 3" dal mondiale, Nadia arriva terza, migliora il record italiano di 8" (14:23.15).


Era anche cominciato il concorso che vedevo peggio, il peso maschile, e dire che proprio per quello che avevo preso un posto non troppo all'altezza dell'arrivo. Si vede se il lancio è tra le fettucce dei 20 e dei 22 metri, ma non quanto sia vicina alle due; i lanci tendono a sembrare più lunghi. Il terzo lancio di Fabbri sembra toccare i 22 metri, ma è nullo. Al quinto Weir fa 21,67 e si porta al secondo posto (dietro Walsh). A Fabbri servirebbero 21,65 per entrare nella finale a 3, il lancio sembra buono, ma non basta: 21,36, passa solo da 7° a 6°.


L'ultimo concorso è il lungo maschile Le misure non si capiscono bene non solo dal vivo, ma neanche a video, dove si vedono gli 8 metri e poi direttamente il mondiale stagionale e il record del meeting, che sono rispettivamente 8,37 e 8,61. Il primo salto di Furlani, nonostante l'entusiasmo del pubblico del settore (che ci sarà sempre) non sembra eccezionale: ipotizzo qualcosa intorno agli 8 metri, invece sono solo 7,78. Dopo quattro salti è quarto con 8,04, anche se a soli 6 cm dal primo. al quinto fa 8,07 ed entra nei 3. Nella finale Tentoglu non si migliora, Furlani passa in testa con 8,13: dopo tanti piazzamenti sembra che sia arrivata finalmente la vittoria. Ma deve ancora saltare l'australiano Adcock e si vede subito che potrebbe averlo battuto: infatti sono 8,34.

Nel frattempo proseguono le gare su pista: dopo 400 maschili, 200 femminili e 110hs, senza italiani, e che mi perdo cercando di fare foto, si arriva i 100 maschili: stavolta decido di fare foto solo durante la presentazione. Si parte: Brommell prende il largo e chiude in 9.84, Tortu arriva in gruppo e lascia quindi sperare in un risultato che non si vedeva da tempo, Invece sono 10.19, che lo speaker definisce comunque buono. si chiude coi 1500 femminile: uscite le lepri, la gara diventa tattica e vince l'irlandese Healy in 3'59", con un podio tutto di pelle chiara. La Vissa crolla, la Zenoni arriva in gruppo e si vede che si è migliorata: 4:01.52.





Si esce rapidamente e anche il pullman è quasi vuoto. La prima cosa che viene in mente è che il principale pregio della serata sia stato evitarci di vedere la disfatta della nazionale di calcio, ma non è stato solo questo. Il bilancio è di quattro secondi e un terzo posto: 5-6 anni fa sarebbe sembrato un sogno proibito, oggi lascia l'amaro in bocca, perché è mancata la vittoria. Ci siamo proprio abituati male


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