sabato 13 settembre 2025

Mondiali di Atletica a Tokyo - 1^ giornata (13-09-2025)

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Arrivo in una Tokyo che non mostra molte tracce dei Mondiali. Non so se sul mio volo ci fossero altri, oltre me, che viaggiavano per questo motivo, ma non penso. All'aeroporto vedo solo un paio di volontari coi cartelli, che offrono informazioni Non mi fermo perché suppongo siano solo per gli addetti ai lavori. Anche per strada non vedo manifesti. Ma soprattutto, alla fermata della metro non c'è nessuna indicazione sulla direzione per lo stadio e le scritte sono tutte in giapponese. La metro si ferma e non riparte più: ci sono degli annunci, ma sempre in giapponese. Quando anche Google mi dà "nessun servizio", mi rassegno a prendere un'altra linea.

Alla fermata di arrivo si cominciano a vedere tracce del Mondiale: manifesti con gli atleti di punta della squadra nipponica e alcuni successi dei Mondiali passati. Si incontra qualcuno che va allo stadio, ma pochi: sono già tutti lì. Lo stadio ce lo si trova accanto uscendo, solo che è l'ingresso A, il mio e l'E, che è esattamente a mezzo giro. Per fortuna il giro è breve, perché si può passare proprio attaccati, sotto le tribune: il "prefiltraggio" è completamente assente, non ho mai visto un grande stadio dove si può passare sotto le tribune senza mostrare il biglietto. All'ingresso non c'è coda, sono tutti dentro, si passa subito sia il controllo zaini che il controllo biglietti (manuale, i tornelli sono disattivati). Per arrivare al mio settore ci sono tre rampe con le scale mobili, dove si arriva al settore 320, il mio è il 335. Passando si vede un altro stadio gremito, suppongo di baseball, poi ne avrò la conferma.



Lo stadio è bellissimo: entrando si ha l'impressione di essere in un impianto indoor e si vede tutto benissimo. Soprattutto il peso non credo di averlo mai visto così bene in un grande stadio. E pensare che quattro anni fa era vuoto... Avevo messo in conto di perdermi le batterie dei 3000 siepi: un po' mi dovevo riposare dopo il viaggio e i jet lag. Dopo i contrattempi del viaggio, però, arrivo che le qualificazioni del lungo sono alla fine del secondo salto, sono cominciate le qualificazioni dell'asta e si sono disputate 3 batterie dei 100 femminili (su 7): per fortuna la Dosso è nella sesta. Per un po' non so neanche come stanno andando lungo e asta: il sito non funziona. Avevo visto che il primo salto della Iapichino era andato male, vedo sul tabellone che è andato male anche il secondo. Il terzo faccio in tempo a vederlo: sullo schermo si vede subito che è fuori, ma alla fine lo sarà anche più di quanto sembrava: 6,32! E per passare bastava 6,60. 


Il mio settore, come quasi tutto il resto dello stadio, è quasi completamente pieno, nella mia fila ci sono un paio di posti vuoti. solo dalla parte opposta, nel primo e nel secondo anello (io sono nel terzo) alcuni settori sono semivuoti. Accanto a me ci sono due ragazze non asiatiche: dalla guance dipinte scopro che sono neozelandesi. Dopo un po' mi ricordo che saremo rivali nel peso. Nella fila davanti c'è un gruppo che scoprirò poi essere di irlandesi, tutti gli altri attorno sembrano locali.

La prima gara su pista che vedo è la quarta batteria dei 100 donne, con la Alfred che fa già il vuoto a metà gara e fa 10.94 passeggiando nel finale. Si arriva poi alla sesta, che la Dosso (citata per prima dallo speaker in quanto argento mondiale dei 60) vince battendo atlete come la britannica Hunt e l'americana White. Intanto nell'asta vedo due dei tre errori a 5,40 di Oliveri, che chiude a zero, mentre Bertelli supera i 5,40 alla prima, i 5,55 alla seconda, ma poi a 5,70 al primo non ci prova neanche, gli altri non li vedo A 5,75 rimangono in 12 e si chiude lì (erano previsti anche i 5,80)

Le gare su pista proseguono con le batterie dei 1500 donne, con qualificazione secca delle prime 6. Prima la Sabatini e poi la Zenoni controllano le loro batterie, sempre tra le prime, la Cavalli invece perde contatto all'ultimo giro. Seguono le batterie dei 100 maschili, dove si parte col botto: nella prima si arriva terzi con 9.93 e quarti con 10.00 (passano in tre più ripescaggi). I tre rimarranno però i più veloci nell'intero turno, solo Lyles si avvicinerà con 9.95. Jacobs nella sua batteria parte male, ma riesce ad arrivare terzo: sarà uno dei qualificati più lenti.



E si arriva alla prima delle finali del giorno: il peso maschile. Walsh lancia per secondo e fa 21,58, segue Crouser che sembra meglio, invece è solo 21,41, poi Fabbri sembra leggermente al di sotto e infatti. Il fatto che dopo i primi 5 sia terzo, mi sembra già un buon segno, visto che tutti quelli che hanno lanciato erano tra i favoriti, e infatti alla fine del primo turno è ancora terzo. Nel secondo Crouser passa in testa con 21,99, poi Fabbri fa un lancio molto lungo, sul limite del settore, ma è dentro: 21,83. Al terzo farà ancora di più, sembra oltre i 22, ma stavolta è fuori settore. Al quarto lancio la sorpresa che non proseguono in 8, ma in 10, che scendono a 8 al quinto e a 6 al sesto: sapevo che l'avevano fatto ai Mondiali indoor, ma pensavo fosse solo in quell'occasione. Al quinto Walsh fa 21,94: le mie vicine esultano, ma subito dopo Fabbri risponde con la stessa misura e rimane secondo per via della seconda misura. Poi Crouser allunga con 22,34 ed evita di vincere il titolo con una misura che non sarebbe bastata per qualificarsi ai trials USA. Al sesto la sorpresa più grossa: il messicano Munoz, l'unico dei finalisti che non avevo mai sentito nominare prima, dopo 21,29 e 21,50 si migliora ancora con 21,97 e va al secondo posto. Gli altri non si migliorano, quindi Fabbri bronzo e Walsh quarto per la seconda misura. Delusione delle neozelandesi: per un attimo penso di dirle che la medaglia potrebbe arrivare a distanza di anni, con questo atleta venuto fuori dal nulla, ma poi mi vergogno di pensarlo.





Nel frattempo però c'erano stati anche i 10.000 femminili. Battocletti sempre tra le prime, di solito al terzo posto: dopo quarto e quinto chilometri molto veloci, il gruppo di testa si riduce prima a 7, poi a 6, poi a 5, di cui la Battocletti è l'unica non africana. Dal settimo chilometro rallentano sempre più, ma le altre non recuperano. All'ultimo giro rimangono in 4, all'ultima curva parte al Chebet e la Battocletti è l'unica a venirle dietro: per un attimo mi illudo che possa addirittura superarla, poi nel rettilineo finale la distanza aumenta. Nadia comunque argento, con l'ennesimo record italiano. Intanto il pubblico si era entusiasmato per l'atleta di casa che aveva recuperato posizioni, arrivando sesta.




Per 20 anni, dal 2003 al 2023, non avevamo vinto tre medaglie in un'edizione: oggi le abbiamo vinte in un giorno! Nelle tre edizioni peggiori, dal 2013 al 2017, quelle dove tutte le volte pensavamo "credevo che i Mondiali scorsi fossero andati male finché non ho visto questi" ne avevamo vinto due in tutto. Rimane l'ultima gara, la staffetta mista: stavolta la presentano normalmente, con gli atleti già in pista e senza giochi di luce. L'Italia perde terreno nella prima frazione e rimarrà sempre settima, gli USA rendono un certo vantaggio sul gruppo. Nell'ultima frazione l'Olanda ha la Bol e quindi diventa favorita per l'argento, che vince, col Belgio terzo in volata sulla Polonia.

All'uscita c'è coda perché si scende solo da una scala stretta. Provo ad andare in un altro settore, ma sono tutti così. Anche alla metro c'è ressa, ma per fortuna va più gente nell'altra direzione. E domani si parte all'alba con la Maratona.






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