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E' uno di quei giorni non che ti prende la malinconia, tutt'altro, ma in cui è meglio cominciare dalla fine: Mattia Furlani è campione del mondo di salto in lungo. Giorni così ripagano non solo dei tanti bocconi amari del passato, dei tanti "ma perché non vado a vedere la scherma?", ma anche della beffa di Howe a Osaka. Con questa sono sei medaglie consecutive in altrettanti grandi eventi (certo, favorito dall'averli avuti a distanza ravvicinata): credo che se oggi si può discutere su chi sia il più grande atleta italiano di sempre fra Tamberi, Mennea e Jacobs (io dico il primo), tra 10 anni non ci saranno più dubbi.
Sono in ottima posizione per seguire la gara: primo anello, proprio all'altezza della buca. Salta per primo Tentoglu: 7,83, ma sembrava anche meno. Segue Gayle: si direbbe poco più di 8 metri, invece sono 8,33. Capisco quindi che guardando la barra metrica dalla mia posizione le misure sono sottovalutate: si era visto un po' già prima, nelle qualificazioni del triplo. E' il turno di Furlani: si vede subito che è nullo. Dopo di lui viene Ehammer, che fa 7,95 (stavolta avrei detto anche di più) e chiude il primo turno al secondo posto. Del secondo salto di Furlani vedo solo l'impronta, stavo seguendo una semifinale dei 400hs, ma si vede che è almeno discreto: 8,13. Arrivano però prima il bulgaro (perdonatemi se non scrivo il nome) con 8,19 e poi il cinese Shi con 8,33: si capisce che la strada per le medaglie si fa complicata, anche perché uno pensa sempre che si inserirà Tentoglu. Invece al terzo salto il greco non si migliora e rimane nono: penso che se dovesse fare un grande quarto salto e arrivare a medaglia si parlerà molto della nuova regola di fare il quarto turno a 10, invece il problema non si pone perché prima il cinese Zhang e poi lo spagnolo Lescay (ultimo a saltare e che aveva due nulli) lo mandano in undicesima posizione e la sua gara finisce. Il salto di Furlani non sembra male, ma è nullo: non ne ero sicuro, e dire che leggo che lo era di 11 cm. Subito dopo Ehammer fa 8,30, per la gioia degli svizzeri dietro di me, poi Zhang 8,18 e Montler 8,13 (ma con una seconda misura): Furlani è settimo, anche se più vicino al primo che all'ottavo (questo varrà fino al salto di Lescay).
Al quarto turno, Furlani salta per quarto, dopo che i primi tre non si sono migliorati. Esulto perché il salto è valido, ma non sembra eccezionale. Invece sono 8,22, va al quarto posto e almeno non corre più il rischio di non qualificarsi per il sesto salto. In questo turno si migliora solo Gayle, di 1 cm. Si arriva così al quinto turno: rimangono in 8 e l'ordine non cambia, quindi Furlani salta per secondo. Si vede che è decisamente meglio del precedente, e se quello era 8,22... Infatti questo è 8,39: passa in testa! Per la prima volta in questo stadio vedo sventolare bandiere italiane, oltre alla mia. Si arriva all'ultimo salto con la situazione immutata: saltano in sei, e stavolta l'ordine si modifica in base alla classifica, quindi Furlani salta per ultimo. Il primo rinuncia, poi ci sono due salti, del bulgaro e di Ehammer, che si vede subito che sono buoni, ma non da impensierirlo: infatti sono entrambi di 8,06: è medaglia. Salta Shi e capisce subito di non aver migliorato: saluta e festeggia il bronzo. Infatti è nullo. Rimane solo Gayle: tutti battono le mani per lui, anche Furlani, ma è 8,07, la stessa misura che farà poi Furlani. Partono i festeggiamenti: gli lanciano una bandiera, poi una più grande, l'altoparlante manda "sarà perché ti amo", come con Tamberi a Budapest. All'inizio sfila solo con Shi, poi si aggiunge Gayle.
Anche oggi ero arrivato al limite dell'inizio delle gare: l'obiettivo era vedere il primo salto di Diaz, che saltava per secondo, e ci riesco affacciandomi appena entrato, prima di cercare il mio posto. Da quello che vedo, non sembrava male, ma è nullo. Come dicevo, avevo scelto il posto pensando al lungo, e stavolta ho scelto bene. Come ieri, il primo anello dal mio lato è pieno, dall'altro lato non tanto, così come gli anelli superiori. Dietro di me c'è un gruppo di svizzeri su due file, alla mia destra un occidentale di un paese imprecisato. Ci sono ancora dei gruppi di giamaicani, sia dal mio lato che dall'altro, e quando annunceranno Gout Gout nei 200 si capirà che ci sono anche tanti australiani. Nel settore accanto ci sono tanti accreditati e anche sulle scale ne passeranno tanti: la Levorato, due triplisti cubani, la Koala e uno con la maglia del Kenia che non aveva proprio l'aspetto di un keniano, evidentemente un allenatore.
C'è la curiosità di vedere Dallavalle, che mi sono anche meravigliato di vedere in squadra, non avendo gareggiato tutto l'anno. Il primo salto sembra buono, ma è oltre ogni aspettativa: 17,08. la qualificazione sarebbe 17,10, ma immagino che si fermi e infatti lo fa. Idem Diaz e Pichardo, dopo aver fatto rispettivamente 16,94 e 17,09 (dando l'impressione di grande facilità) al secondo. A un certo punto mi accorgo che non ho visto Diaz Fortun, poi lo speaker annuncia il suo ritiro, dopo un nullo. Fuori Claye, che dopo il terzo salto capisce di non avercela fatta e saluta e due cubani su tre. Erano in corso anche le qualificazioni del giavellotto maschile: nel primo gruppo Chopra si qualifica direttamente al primo lancio, Weber al secondo e sorprendentemente il polacco Wegner, che era dodicesimo nel gruppo, al terzo. Nel secondo gruppo si qualifica Yego al primo, Peters spara 89 metri al secondo e il campione olimpico Nadeem dopo due lanci disastrosi centra la qualificazione al terzo. In finale solo 3 europei e nessun finlandese.
L'altra finale di concorsi era l'asta donne. Anche quella ero in buona posizione per vederla, era dal mio lato. Si parte da 4,45: 8 li superano al primo, 4 al secondo, tra cui la Bruni, una esce e una, la McCartney si ritira dopo un errore. Si passa a 4,65: in 5 li passano al primo, in 4 al secondo. La Bruni, dopo un primo tentativo in cui non ci prova neanche sembra fare il segno di "basta": mi perdo il secondo tentativo, per cui penso davvero che si sia ritirata. invece fa il terzo e lo sbaglia nettamente. escono anche altre due, rimangono in 9. Si va a 4,75 e si capisce che forse è una progressione troppo rapida: Morris e Moon li superano al primo, Sutej e Svabikova al terzo. E' bastato quindi superare due quote per arrivare quinte, come con la Trost a Rio. Si va a 4,80: la Moon li supera al primo tentativo, Morris e Sutej al Secondo, la Svabikova sbaglia due volte e si conserva il terzo tentativo. A 4,85 invece è la Morris a farlo al primo, mentre la Moon sbaglia e si conserva gli altri tentativi e le altre escono. La gara si decide al secondo tentativo a 4,90, quando l'asticella della Moon trema a lungo, ma sta su. La Morris sbaglia due volte, si conserva un tentativo a 4,95 e sbaglia anche quello. La Moon chiede 5,01, ma fa un tentativo senza provarci davvero e chiude lì. Gara finita mezz'ora prima della fine delle gare su pista.
Intanto in pista si era cominciato con le batterie dei 200, prima femminili, poi maschili. Delusione per gli italiani: la Kaddari rimane attardata, poi recupera un po' e mi sembra sia arrivata quarta. Invece è quinta e con 23.11, nessuna speranza di ripescaggio. Ancora peggio la Fontana, mai in gara. Tra gli uomini Desalu si batte bene in una batteria difficilissima, rimane a lungo coi primi, poi cede un pochino. Non vedo bene il piazzamento, sembrano tutti vicini (a vedere poi il risultato, mica tanto): scopro che è quinto con 20.43 e rimarrà fuori dai ripescaggi per millesimi. Tortu, viste le premesse non va nemmeno così male, ma arriva anche lui quinto in 20.49 ed è fuori.
Seguono le semifinali dei 400hs, sempre prima femminili, poi maschili. Le italiane fanno il loro, ma non basta: per passare la Folorunso avrebbe dovuto togliere 25/100 al record italiano, la Muraro 30 al suo personale di ieri. Tra gli uomini stavolta Warholm sembra sicuro, anche se arriva ancora secondo, ma ha chiaramente rallentato nel finale. Sembra un po' in difficoltà Dos Santos, che mantiene il secondo non di tantissimo.
Si arriva alle due finali. Prima i 3000 siepi donne, che seguo distrattamente, essendoci l'epilogo del lungo. Partenza a un ritmo forsennato, al limite del record del mondo: rimangono subito in 7, poi in 4, poi una delle 4, la Chemutai, poco prima del secondo km cade su una barriera (proprio davanti a me) e non si rialza, devono portarla fuori dalla pista a spalla. Altra caduta sull'ultima riviera, ma stavolta senza conseguenze. Vince la Cherotich, col record dei campionati.
Si chiude coi 1500. Qui invece la partenza è tattica. Rimangono tutti in gruppo fino quasi alle fine e anche Riva fino a 100-150 metri dalla fine dà l'impressione di potersi inserire nella lotta per le medaglie. Nel rettilineo finale Wightman sembra prendere il largo, c'è uno che si avvicina, ma penso che abbia vinto comunque. Invece è stato superato da quello che dopo l'arrivo scopro essere il portoghese Nader.
Riva è settimo. Siamo così a 5 medaglie, a cui non arrivavamo da 30 anni, e 11 piazzamenti negli 8, che fino a due edizioni fa avremmo considerato un ottimo risultato in un intero Mondiale. E mancano ancora quattro giorni.
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