Una altro giorno in cui è il caso di cominciare dalla fine. Sono appena stato testimone di una delle medaglie più inattese della storia dell'atletica italiana, naturalmente se parliamo di atleta e non di disciplina. Alla vigilia individuo sempre tre livelli di possibili medaglie: "speranze concrete", "outsider" e "possibili miracoli". Questo non lo consideravo nemmeno un possibile miracolo, a differenza della medaglia nella Maratona.
Sul tabellone la gara del triplo era stata presentata come un duello tra Pichardo e Diaz. Sono in ottima posizione per vederla: primo anello, nona fila, esattamente in linea con l'asse di battuta. Quando gli atleti entrano in campo, secondo l'ordine di salto, quindi guidati da Pichardo e Diaz, vedo un'altra maglia azzurra e solo allora mi ricordo che Diaz non è l'unico italiano in gara. Comincia Pichardo, e capisco subito che la mia prospettiva per valutare le misure non è ottimale: guardando la barra metrica si tende a sovrastimarle di quasi un metro. il salto del portoghese sembra vicino ai 18 metri, invece è "solo" 17,07. Segue Diaz, che non stacca nemmeno. Il primo turno si conclude con in testa Triki con 17,25, seguito da Martinez con 17,16, quarto Dallavalle con 17,00. Il secondo salto di Pichardo me lo perdo perché seguivo una semifinale degli 800, ma dalla reazione del pubblico (che pure è spesso esagerata, proprio perché molti hanno una prospettiva che porta a sopravvalutare le misure) si capisce che è molto buono: 17,55. Diaz stacca molto in anticipo (37 cm) e non chiude il salto: 16,35. Subito dopo Scott si inserisce con 17,19 e soprattutto Martinez allunga a 17,49. Il terzo turno si apre con un salto di Pichardo che sembra anche migliore del precedente, invece è uguale. Diaz fa finalmente un salto compiuto, si vede che non è eccezionale (e infatti è perplesso), ma almeno consente di continuare: 17,19, al momento quarto. Del salto di Dallavalle vedo solo l'atterraggio: sembra buono, ma non pensavo così tanto: 17,24. Già mi sembrava eccezionale il 17,08 in qualificazione, dopo una stagione persa.
Il terzo turno si chiude con 4 atleti in 6 centimetri, dal terzo posto di Triki a 17,25 al sesto di Diaz a 17,19. Dallavalle è a 1 cm dal podio, ma penso che abbia già fatto tantissimo e continuo a credere più probabile una medaglia di Diaz. Al quarto turno nessuno si migliora: Diaz fa ancora un salto che lo lascia molto deluso, da 16,93, Pichardo 17,36. Quando però al quinto salto Diaz si ferma toccandosi una gamba comincio a pensare che se vogliamo una medaglia dobbiamo sperare in Dallavalle. E il suo quinto salto fa davvero sperare: bello, con un jump molto alto, penso che potrebbe essersi migliorato, invece sono 17,15.
E sia arriva all'ultimo salto. Diaz completa il salto, ma si vede subito che non è in gara: 16,81. Dopo il nullo di Scott, è il turno di Dallavalle: si vede subito che è chiaramente meglio del precedente, quindi probabilmente da medaglia, ma lui fa segno di calma. Passa addirittura in testa: 17,64! Ma c'è ancora un salto di Pichardo, Dallavalle non guarda, ma quando atterra tutti e due hanno capito che l'ha superato, infatti sono 17,91. Pichardo fa gesti plateali, Dallavalle va a complimentarsi, poi entrambi scavalcano le transenne e abbracciano gli allenatori e lo staff. E sono 6 medaglie, record eguagliato, e 13 piazzamenti negli 8, e non è finita.
In mattinata avevo fatto un giro, in cui avevo incontrato la coppia Giorgi-Giupponi. La sessione cominciava alle 17,33 e stavolta dovevo proprio arrivare in tempo perché la Gerevini era nella prima serie dei 100hs dell'eptathlon e dopo quella non c'erano altre gare fino alle 18,20. Vedo tanta gente che scende dalla metro e mi chiedo se davvero vanno tutti allo stadio. Vanno tutti lì: c'è tanta gente all'ingresso e più degli altri giorni. Non mi meraviglio della folla in sé: arriva il weekend e c'è anche l'idolo locale Kitaguchi, mi meraviglio che arrivino tutti già per i 100hs dell'eptathlon, se non ci fosse stata la Gerevini forse li avrei saltati anch'io. Quando entro, comunque, nel mio settore ci sono ancora tanti vuoti, è più pieno verso le curve, ma per le 19,30 (entrata in gara della Kitaguchi) sarà quasi tuto pieno. Dietro di me vedo britannici e irlandesi, qualche fila davanti ci sono dei belgi, nel settore accanto c'è un gruppo di giamaicani e alcuni membri della delegazione italiana. In giro, si vedono anche bandiere americane, finlandesi e algerine. Come dicevo, nelle prime file del mio settore ci sono gli allenatori dei triplisti.
Nella prima serie dei 100hs arrivano quasi tutte in gruppo ed è difficile capire il piazzamento della Gerevini: è quarta, davanti alla Thiam, sarà 12^ in tutto. Dopo i 100hs dell'eptathlon parte una cerimonia di premiazione: cerco di capire dove si svolga, visto che la vedo solo sullo schermo, dal vivo no, poi capisco che non è nello stadio, è al coperto. Se ne tengono quattro, si ascoltano anche inni non comuni come Trinidad & Tobago e Botswana. Intanto vado al negozio di merchandising ed ho una grossa delusione: le magliette col logo dei Mondiali le vendono solo online, ce ne sono in collaborazione con un manga che mio figlio mi dice essere "Attack on titan", ma sono esaurite.
Le gare proseguono con l'alto dell'eptathlon, dove all'inizio si fatica a distinguere i due gruppi in quanto hanno avuto la bella idea di mettere il tabellone di uno davanti alla pedana dell'altro. La Gerevini è nel gruppo B, quello delle più deboli: si salva a stento a 1,68, con l'asticella che trema al terzo tentativo, poi supera con sicurezza 1,71 e 1,74, ma poi si ferma. Hall e Thiam fanno 1,89, la Johnson-Thompson e altre due 1,86. Si arriva poi alla gara clou per i giapponesi: le qualificazioni del giavellotto donne. Si mette subito male per la Kitanuchi, che al primo fa 60,31 e al secondo si migliora di 7 cm, ma finisce settima nel gruppo, superata anche da una connazionale. Dopo il primo turno del secondo gruppo è già 11^, dopo il secondo turno è già fuori.
Le gare "singole" su pista cominciano con le batterie dei 5000 maschili. Nella seconda, solo verso il quarto chilometro mi accorgo che è in gara Ingebritsen, che si qualificherà a stento. Era partito in testa un atleta della squadra rifugiati, che alla fine sarà staccato, ma non di molto. Fuori due keniani su tre, i due ugandesi, Almgren e lo spagnolo di origini burundiane (non fatemi scrivere il nome), ritirati Girma e Laros. Seguono le semifinali degli 800 donne. La Coiro è nella prima: fa una bella gara, nel finale sembra anche poter attaccare le prime due, ma arriva terza e il tempo, 1:59.19 lascia poche speranze di ripescaggio. Infatti nella seconda 8 su 9 scenderanno sotto l'1'58". Prima del triplo comincia un altro concorso, il peso dell'eptathlon, che si svolge nel disinteresse generale, lo speaker lo annuncia all'inizio e poi non ne parla più. La Hall fa il personale con 15,80 e allunga in classifica generale, la Gerevini si avvicina al personale con 12,98 ed è 17^.
Cominciano le finali su pista. Si parte coi 400hs maschili: la presentazione parla solo di Warholm, non cita avversari. Ma nella seconda curva dai passaggi sembra che Benjamin sia leggermente in vantaggio e all'ingresso del rettilineo è nettamente in testa. Warholm affonda, superato anche da Dos Santos, Samba e dal nigeriano Nathaniel. La gara femminile viene presentata come "Bol contro il cronometro". Come previsto, l'olandese è nettamente in testa fin dall'inizio, seguita dalle americane Jones e Cockrill, ma nel finale si inserisce a sorpresa al terzo posto la slovacca Zapletalova.
Si chiude con le tre gare sui 200, prima quella dell'eptathlon, poi le due finali. Nella prima serie dell'eptathlon mi sembra che la Gerevini abbia vinto, invece è terza, a 4/100 dalla prima. Sarà 10^ in tutto e ancora 17^ in classifica generale. La Hall, seconda, allunga ancora. Nella finale maschile, eavell entra nel rettilineo finale in testa, ma poi viene superato da Lyles e Bednarek e nel finale dall'interno recupera Tebogo, che penso sia arrivato terzo se non secondo. Invece il podio è Lyles-Bednarek-Levell, Tebogo quarto. Il tempo del vincitore è un "normale" 19.52, ma quello che impressiona sono i tempi dei piazzati: 19.65 il quarto, 19.78 il quinto. La finlae femminile (che è a 9, non so il perché) si apre con un'evidente falsa partenza, che rende inevitabile la squalifica. All'ingresso del rettilineo la Jefferso è già davanti alla Jackson, ma poi la giamaicana cede, mentre dall'interno arriva a sorpresa la Hunt e si prende il secondo posto. Così anche i britannici, come noi, sia aspettavano una medaglia da un'atleta e arriva da un'altra.
Sulla metro faccio conoscenza con un po' di appassionati: c'è un gruppo di signore coi colori giamaicani che in realtà sono britanniche di origini giamaicani, due ragazze britanniche che si congratulano per i successi italiani e si rammaricano per non aver ancora vinto un oro e un tedesco che mi dice una frase che cinque anni fa non pensavo che avrei mai sentito, se non come presa in giro: "l'Italia ha tanti atleti forti, più della Germania.
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