Stavolta il programma parte subito con un italiano, Lazzaro nelle batterie degli 800, quindi punto ad arrivare all'inizio e sono fiducioso di farcela. Sulla metro incontro un gruppo di giamaicani, stavolta si sente l'atmosfera dei Mondiali già in viaggio. Alla fermata d'arrivo ci sono due addetti col megafono che fanno annunci, ma sempre solo in giapponese. Perdo tempo prezioso nel prendermi da bere, avendo dimenticato la borraccia e quindi capisco che anche stavolta, abbia meno strada da fare all'interno dello stadio, essendo anche al primo anello, vedrò le gare cominciate. Infatti arrivo che la prima batteria degli 800 è appena finita. Leggo poi che Lazzaro è arrivato penultimo.
Il posto è una grande delusione: mi chiedo chi me l'ha fatto fare di scegliere il primo anello, pagando quasi il triplo. Avevo scelto la posizione in funzione dell'alto, solo che il settore è coperto dalla gabbia del martello. Sì, alla fine i ritti si vedono, ma non si vede bene la rincorsa. Anche del triplo, si vedono bene le atlete alla partenza, ma non ci si può fare un'idea della misura e solo di una pedana si vede lo stacco e si può avere un'idea se sia valido o no. Il mio settore è pieno, ma tanti altri no: si vede la differenza coi giorni festivi (anche ieri in Giappone era festa), la metà superiore del terzo anello è quasi completamente vuota e anche al primo anello ci sono molti vuoti, soprattutto nella seconda curva (opposta al settore dell'alto).
Vedo dall'inizio le qualificazioni: si parte subito con tante favorite che si qualificano direttamente: Perez, Povea, Lafond, Rojas (irriconoscibile coi capelli lunghi). Per le italiane bisogna aspettare un po': salta prima la Derkach e fa nullo, poi la Saraceni, che mi perdo, ma vedo che è 13,82. Probabilmente non basterà, ma incoraggiante. Infatti all'inizio del secondo turno è già fuori, ma dopo un nullo al secondo (come la Derkach, che chiuderà con un 13,69) arriva al terzo salto ancora a 4 cm dalla qualificazione. Il salto, da quello che si può vedere dalla mia posizione, sembra piuttosto lungo, ma è nullo. L'ultimo salto della turca Danismaz, che prima era fuori per la seconda misura, toglierà un po' di rimpianti spostando la qualificazione a 14,00.
Intanto erano proseguite le batterie degli 800. Tecuceanu sta in coda tutto il tempo, spero sempre che parta e recuperi, invece lo fa solo un po' alla fine e arriva quinto. Pernici invece sta in gruppo, all'ultima curva sem bra stia cedendo, ma nel rettilineo finale recupera fino al secondo posto, subito dietro Wanyoni. Seguono le semifinali dei 110hs: la prima la seguo poco perché aspetto il salto della Saraceni, viene vinta in 13.27. La seconda è quella di Simonelli, che parte bene, poi perde terreno e negli ultimi 2-3 ostacoli recupera qualcosa: sono tutti vicini, spero sia arrivato almeno terzo e sarebbe in posizione da rispescaggio. Invece è quarto, con lo stesso tempo del terzo (13.22), ma per adesso sarebbe ripescato. La terza è la più attesa dal pubblico per via di Muratake che arriva secondo. Vedendo il tempo del vincitore, 13.12, capisco che Simonelli è molto probabilmente fuori e infatti il terzo fa 13.19, il quarto anche lui 13.22, ma passa per i millesimi. Alla fine Simonelli è fuori per 3/1000. Affonda Holloway, sesto e ultimo.
Finite le batterie degli 800, può cominciare la finale dell'alto, che dopo la squalifica della Zenoni e la mancata qualificazione di Simonelli, rimane l'unica con un italiano. Si parte da 2,20 e già in 5 falliscono il primo tentativo e uno (Beckford) esce. Già a 2,24 solo in 5 li superano al primo tentativo e anche Sioli sbaglia nettamente, ma al secondo, dopo essersi caricato col pubblico alla Tamberi, li supera con un buon margine. Quando il giapponese Akamatsu li supera anche lui al secondo, un bambino viene dal settore accanto a darmi il cinque. Escono in 3, rimangono in 9 e Sioli non è ultimo, quindi a meno che i 2,28 non li superino tutti tranne lui, arriverà negli 8. Li supereranno tutti tranne lui e il giapponese, che sono quindi ottavi a pari merito: 3 al primo tentativo, uno (Woo) al secondo e gli altri 3 al terzo. E con questo fanno 9 piazzamenti negli 8: quando li facevamo in un Mondiale intero non ci sembrava neanche male. Si capisce già che si finirà dopo la fine delle gare su pista. A 2,31 il primo lo sbagliano tutti, al secondo li superano Woo e sorprendentemente Stefela, al terzo Kerr, dopo essersi caricato alla Tamberi, tira fuori un saldo splendido e li supera con ampio margine. Ce la fa anche Doroshchuk, sia pure facendo tremare l'asticella. Si arriva quindi alla fine delle gare su pista con 4 a 2,34, che hanno tutti fatto almeno un errore.
L'altro concorso era il martello maschile. Vedo molto bene la gabbia, meno l'arrivo dei lanci, soprattutto quelli oltre gli 80 metri non capisco bene di quanto siano oltre. Stavolta il primo lancio non è quello decisiovo, anzi è un nullo (di Kokhan), ma subito dopo ci sono gli 81 metri di Halasz e gli 82 di Katzberg. A sorpresa però dopo il primo lancio è in testa il tedesco Hummel con 82,77. Al secondo Katzberg rimette le cose a posto con 84,70: record dei campionati. Improvvisamente il record mondiale, che risale a quando ero appena maggiorenne, non sembra più così imbattibile. Supereranno poi gli 82 metri anche Halasz e Kokhan, rispettivamente terzo e quarto: ricordo una gara con 7 sopra gli 80 metri (Osaka 2007), ma non con 4 sopra gli 82.
Le gare su pista erano proseguite con le semifinali dei 400 donne, prima femminili, poi maschili. nella prima femminile, la Paulino rallenta troppo presto, perde il primo posto e mantiene il secondo solo per 5/100 (non sarebbe stata ripescata), nell'ultima la McLaughlin un pochino nel finale e fa comunque 48.29. Anche qui, un record che risale a quando ero addirittura minorenne sembra attaccabile. Con 49.88 si è fuori dalla finale. Nella seconda maschile, Scotti rimane coi primi fino alla seconda curva, poi perde qualcosa, ma arriva quinto, primo del secondo gruppo. Il tempo è 44.77, ossia il record italiano fino a tre mesi fa. Incredibile 43.61 del vincitore, del Botswana. Nell'ultima, il pubblico si esalta per Nakajima, che arriva secondo battendo Samuonga, i due americani e Hudson-Smith, tutti eliminati. Finale con un solo americano e tre del Botswana.
Arriva il momento delle finali su pista. Si comincia dai 1500 femminili: a 300 metri dalla fine rimangono le tre keniane e la Hull, nell'ultima curva la Kipyegon si invola, la Hull prova a starle dietro, ma poi viene rimontata dalla Ewoi e salva a stento il terzo posto. Nell'intervista dopo gara, la vincitrice ricorda di aver vinto nel 2021 senza pubblico. Si chiude con i 110hs: Tinch davanti ai giamaicani, Muratake prova a inserirsi, ma arriva quinto.
Come dicevo, rimane l'alto, con 4 atleti ancora in gara. A differenza di ieri, però, buona parte del pubblico se ne va. I 2,34 li superano solo Woo e Kerr alla terza. Si va a 2,36: Woo sbaglia, Kerr tocca l'asticella col polpaccio, ma resta su. Il coreano conserva i due tentativi per i 2,38 e li sbaglia, Kerr festeggia e tutti, me compreso, cominciano ad andare senza vedere se continuerà a saltare o no. Non continua.
All'uscita controllo il mio posto di domani, anch'esso al primo anello: sembra un'ottima posizione per il lungo. Incrocio due atlete italiane, che non riconosco subito, ma una sembrava la Saraceni. C'è molta meno coda, anche per la metro.
In mattinata ero stato al palazzo del governo metropolitano di Tokyo. C'era una mostra dei Mondiali, ma era chiusa. In compenso anche all'osservatorio c'erano alcuni cimeli.
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