sabato 20 settembre 2025

Mondiali di Atletica a Tokyo - 8^ giornata (20-09-2025)

E sono 7. Grazie a Nadia Battocletti, abbiamo battuto il record di medaglie in un mondiale. Chi l'avrebbe mai detto, dopo il forfait di Stano e problemi di Tamberi, di Jacobs e della 4X100? Io speravo ancora che si potesse eguagliare, non osavo sperare oltre e in ogni caso sarei stato soddisfatto anche solo di replicare le 4 di Budapest. Per decenni ci siamo detti "pensa, una volta vincevamo 6 medaglie", ora, e credo per un bel po', ci diremo "pensa, una volta non avevamo mai vinto più di 6 medaglie" (e i tempi in cui eravamo soddisfatti di vincerne una sembrano già lontanissimi).

Della gara, di per sé, non c'è molto da raccontare. Partenza al rallentatore: primo chilometro in 3'17", poi secondo in 3'03", terzo e quarto in poco meno di 3', tanto che fino a tre giri dalla fine sono ancora tutti in gruppo. A 500 metri dalla fine Nadia parte, le vanno dietro solo Chebet, Kipyegon e Tsegay, poi nel rettilineo opposto le keniane la superano, ma l'etiope si stacca: è medaglia. Tra l'ultima curva e l'inizio del rettilineo dà ancora l'impressione di poter avvicinare le prime due, ma non ce la fa prima Chebet, seconda Kipyegon, terza Battocletti. Dodicesima l'atleta di casa, incitata incessantemente dal pubblico).



La giornata era cominciata con la marcia. Mi chiedevo quanto ci avrei messo a trovare il percorso, non ero sicuro di aver capito dalla mappa sul sito. Seguendo il flusso (e ricordandomi che è collegato con la porta di Maratona) lo trovo, ma si fa fatica a trovare un punto dove si vede qualcosa: ci sono fino a quattro file di spettatori. Del resto, è la prima volta da 10 anni (o 12 considerando solo quelli dove sono stato) che i Mondiali si svolgono in un paese con tradizione nella marcia (ma a Mosca il percorso non era affollato). Dopo un po' trovo un tratto dove c'è una fila sola, ma è un gruppo che urla slogan tutto il tempo, cosa che allo stadio non ho mai sentita. Dopo un po' sono frastornato, ma in mezzo a loro c'è una bambina nel marsupio che dorme beata. Dopo un po' capisco che urlano "let's go" e il nome dell'atleta: quella che incitano di più è la giapponese che si trova più indietro, Ayané Yanai. Nel finale però inciteranno molto anche quella nel gruppo di testa, Yanako Fujii. Tra le tante bandiere giapponesi, più di quante non se ne vedono normalmente allo stadio, ne spunta qualcuna cinese e messicana.

Quando arrivo, c'è un gruppo di testa di 7, seguito da una cinese e poi dalla Palmisano. Dopo un paio di passaggi l'italiana si ferma, proprio di fronte a me. Rimane un po' a parlare, suppongo col marito-allenatore, poi esce dalla pista. A 5 km dalla fine il gruppo si riduce a 4, poi a 3, poi la Perez prende il largo, seguita dalla messicana Gonzalez e dalla giapponese Fujii. Si fa fatica a capire la situazione, essendoci molte doppiate. Passato un po' il 18° km, mi ricordo che è l'ultimo passaggio e quindi entro allo stadio, consapevole che arriverò a gara già finita. Infatti entro che stanno arrivando le ultime: leggerò poi che la giapponese ha salvato a stento il terzo posto dalla rimonta dell'equadoregna Torres.






E' in corso il primo gruppo delle qualificazioni del disco, dove ci sono entrambi i fratelli Alekna, che hanno pure la stessa iniziale: capisco dopo un po' che quello che si è qualificato direttamente è il minore, non il primatista del mondo, ma anche l'altro entrerà tranquillamente nei 12. Finale con 8 europei e 3 oceanici (il 12° è un cubano). Ci sono poi i 100 del decathlon, col forfait di Warner: vince Owens-Delerme in 10.31, gli altri sopra i 10.50.



Vedo la partenza della 20 km maschile dallo stadio, poi esco, ma prima di scendere vedo se guardando fuori si vede il percorso, e per quanto da lontano, si vede un tratto molto più lungo di quanto si potrebbe vedere a bordo pista. Certo, non si distinguono bene gli atleti, ma vedo che sul percorso dappertutto ci sono almeno tre file di spettatori, quindi mi passa l'idea di scendere. Fatico soprattutto a distinguere gli italiani, essendoci tante maglie bianche: solo dopo aver letto le loro posizioni sul sito capisco che sono loro. vedo quindi per un po' Cosi subito dietro il gruppo di testa e Fortunato nel secondo gruppo. Poi Cosi verrà fermato per la penalità e Fortunato rimarrà il primo italiano, arrivando poi 16°. Distinguo meglio Bonfim, che ha una maglia più riconoscibile. Verso il 16° km Yamanishi prende un piccolo vantaggio, ma poi viene fermato. All'ultimo giro McGrath ha preso il largo, sembra fatta, ma quando mi sposto per vedere il transito verso lo stadio trovo in testa Bonfim. Entro poi nello stadio e stavolta vedo l'arrivo (anzi, devo aspettare: il tratto tra quel pezzo di strada e l'entrata dello stadio è più lungo di quanto pensassi). Vedo le proposte di squalifica e capisco che la rimonta del brasiliano è stata favorita dall'averne una in meno degli altri.







Vedo lanciare il disco e penso siano lanci di riscaldamento: invece il secondo gruppo delle qualificazioni è già al terzo turno. Poco dopo partono a breve distanza prima il lungo dell'eptathlon, poi il peso del decathlon. Ci sono quindi quattro pedane con salti/lanci molto rapidi, difficili da seguire. Mi perdo il 6,79 della Brooks: per il resto non grandi misure, la Hall si ferma a 6,12, la Thiam a 5,99, la Gerevini a 5,80 ed è 17° sia nella specialità che in classifica generale. Nel peso Garland vince col personale (17,02), davanti a Neugebauer e allunga.




La sera avevo previsto di vedere un po' cominciati giavellotto dell'eptathlon e alto del decathlon. Sulla metro c'è poca gente, incontro una coppia di sudafricani. Anche i controlli sono rapidi, ma stavolta sono dalle parti del settore del primo giorno e devo fare un lungo giro per arrivarci. Lo stadio è quasi completamente pieno, solo dal lato opposto, al secondo anello, si vede qualche vuoto. Attorno a me solo asiatici, le signore alla mia sinistra sospetto non siano i giapponesi per come incitano tutti e in particolare i cinesi, ma poi vedo che comunque incitano i giapponesi di più. Si vedono in giro molti estoni, essendo giornata di decathlon, oltre ai soliti giamaicani, stavolta vedrò anche più americani del solito. L'ultima curva è tappezzata di bandiere algerine.


Le gare sono più avanti di quello che mi aspettavo: il giavellotto (dove lanciano in ordine di classifica) è verso la fine del secondo turno. Vedo che la Gerevini ha fatto il personale, al momento è 10°, ma poi chiuderà 13° e recupererà due posti in classifica, ma solo per via di ritiri, tra cui quello della Thiam. A una gara dalla fine il podio sembra abbastanza delineato: Hall-O'Connor-Brooks. Nell'alto il gruppo A ha già perso un po' di elementi, tra cui Ehammer rimasto a zero (anche nell'altro gruppo c'è stato uno zero e ce ne sarà un altro). Vince Skotheim a 2,14, seguito da Garland a 2,11. L'altro gruppo finisce anche dopo, a 2,02.

Le gare su pista cominciano con le staffette. Si parte con l'unica senza l'Italia: la 4X400 maschile. Nella prima batteria gli USA si ritrovano attardati in terza frazione, suppongo per un problema al cambio, ma non ho visto (dalla mia posizione è difficile avere un'idea dei cambi della 4X400): nella quarta provano a rimontare, ma crollano nel finale e sono sesti. Il Qatar a sorpresa secondo (dietro il Sud Africa) col record nazionale. Batterie molto squilibrate: nella prima una squadra sola sotto i 3', nella seconda tutte e 8, anche se due saranno poi squalificate. Vince il Botswana, che schierava Tebogo, ma non il campione della gara individuale. Leggo adesso che a USA e Kenia è stato concesso di ripetere la gara.

Segue la prova femminile. L'Italia è nella prima batteria: la Giamaica prende il largo già nella seconda frazione, poi nella quarta va in fuga per il secondo posto una squadra che ho pensato fosse la gran bretagna invece scoprirò all'arrivo che era la Norvegia (le britanniche arrivano ultime), poi Polonia e l'Italia resiste al ritorno della Spagna e arriva quarta. Nella seconda gli USA fanno più o meno lo stesso tempo della Giamaica e, visti i distacchi di quarta e quinta, sembra fatta per il ripescaggio. Infatti la quarta (Francia) fa leggermente meglio di noi, ma la quinta (Canada) è un secondo e mezzo dietro.


Ci sono poi le 4X100. Prima la gara maschile, dove l'Italia è nella seconda batteria, teoricamente più facile. Nella prima la Giamaica manca l'ultimo cambio e vince il Canada sugli USA. Nella seconda, Jacobs incespica nella rincorsa per il cambio (leggerò dopo che era per via di un contatto col Sud Africa, che ripeterà la gara) e rimaniamo attardati. Melluzzo prova a recuperare in ultima frazione, ma arriviamo sesti e ultimi. Peccato, in fondo la qualificazione era solo a 18/100 e sono fuori Giamaica, Gran Bretagna e (pensavamo) Sud Africa. Alle ragazze va ancora peggio: la Fontana si infortuna nella prima frazione. Riusciamo a cambiare, da ferme, e proseguiamo, ma chiudiamo in più di 49". Meno sorprese rispetto ai maschi: USA e Giamaica vincono le rispettive batterie, nessuna eliminazione importante.



Nel frattempo c'erano stati i primi cinque turni della finale del peso femminile, difficili da seguire con le staffette in corso. Avevo seguito un po' i primi lanci e da allora non era successo molto: il podio era lo stesso dal primo turno, solo la Schilder si era migliorata portandosi al quarto posto. All'ultimo turno, invece non ci sono distrazioni: è l'unica gara in corso e lì si concentrano le emozioni. Prima la Roos si migliora portandosi dal quinto al quarto posto, ma poi soprattutto la Schilder, che era quinta. fa 20,29 e passa in testa. A seguire la Jackson supera anche lei i 20 metri, ma non basta: 20,21. L'ultimo lancio, quello della neozelandese Wesche, che partiva in testa, è anch'esso oltre i 20 metri: probabilmente non basterebbe, ma in ogni caso è nullo.

Le pesiste si danno il cambio con le giavellottiste: la gara comincia subito dopo e si svolge proprio accanto. Rimane l'unico concorso, quindi ha tutti i tabelloni a Disposizione. Altra gara ricca di sorprese: dopo un primo turno abbastanza normale, con il testa l'australiana Little, al secondo l'equadoregna Angulo va in testa con 65,12. Delude la Villegos, che dopo un indizio disastroso, migliora un po', ma rimane ottava. Succede poco fino al quinto lancio, quando la lettone Sietna passa dall'ottavo al terzo posto con 63,35. Nel sesto si migliora ancora con 64,64 e arriva seconda. La Angulo chiude con un lancio che sarebbe comunque bastato per il podio.


Le gare su pista proseguono con gli 800 dell'eptathlon. Partono tutti assieme, utilizzando le linee di partenza dei 10.000 (quindi un gruppo fa la prima curva in quinta corsia). Vince, come previsto la Hall, la Gerevini fa corsa di testa e arriva quarta, mentre la Johnson-Thompson, terza, conquista il bronzo a pari merito. La Gerevini chiude 13^, con un punteggio vicino a quello che era il record italiano prima di lei. Il giro d'onore di gruppo si deve limitare a un mezzo giro per via della partenza dei 5000.



Dopo i citati 5000, si prosegue con i 400 del decathlon. La prima serie è a 5 per via di due ritiri. Gli atleti non vengono presentati: scopriamo chi sono solo alla fine (anche se un po' si riconoscono). Nell'ultima serie non si presenta Ehammer: vince, come previsto, Owens-Delerme con 46.46. La prima giornata si chiude con Garland in testa con 160 punti su Skotheim, seguono il citato portoricano e Neugebauer.

Gran finale con gli 800. Wanyonyi parte sparato e rimane in testa fino al rettilineo finale, ma poi viene superato da Arop, mentre da dietro avanza Sedjati. Riesce però a recuperare a a vincere con 4/100 su Sedjati e 9 su Arop. I 3 sotto l'1'42", tutti sotto l'1'43".










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