giovedì 31 ottobre 2024

Empoli - Inter (30-10-2024)

     Incredibile a dirsi: arrivo fin troppo presto. Arrivato in zona stadio, vedo uno scorcio di tribune e noto che sono quasi vuote, per cui decido di fermarmi in un bar. Dopo la sosta, arrivo davanti ai cancelli verso le 17,20: prima di mettermi in coda vedo arrivare il pullman dell’Inter, pensavo che le squadre arrivassero con un po’ più di anticipo. Sono nella stessa tribuna dell’anno scorso, che però stavolta è considerata “settore ospiti”, anche se non è isolata dal resto dello stadio, a differenza della curva vicina. In realtà a Empoli più di metà dello stadio si potrebbe chiamare “settore ospiti”, gli interisti sono sempre più dei tifosi di casa.



 La coda per il primo controllo di biglietti e documenti scorre rapidamente. Subito dopo c‘è il controllo zaini: l’addetto mi dice di “tirare fuori le cose” e io tremo perché ne ho tantissime: mi sono portato un cambio nel caso perdessi l’ultimo treno. Fortunatamente si accontenta che ne tiri fuori un paio e che lo rassicuri di non avere bottigliette d’acqua, poi mi lascia andare. Dura invece di più la coda ai tornelli: per un po’ restiamo fermi e non si capisce dove sia il problema. Solo quando decidono di aprire un altro varco con controllo manuale la coda si sblocca: io rimango nella fila del tornello, dov’è rimasta poca gente, e passo subito.

Per entrare ci sono voluti una ventina di minuti: sono dentro verso le 17,45. La mia fila è la B, quindi è facile da individuare, e peraltro ricordavo da quando avevo comprato il biglietto di essere in seconda fila. Per chi aveva una fila un po’ più alta era più complicato, visto che la lettera non si trova scritta da nessuna parte: sentirò tanti che la cercano. Il mio settore è ancora in gran parte vuoto, e la tribuna di fronte lo è ancora di più. Passate le 18, la situazione non è cambiata di molto, tanto che mi chiedo se si riempirà: eppure quando ho comprato il biglietto sembrava ne fossero rimasti pochi. Alla fine si riempie quasi del tutto, ma rimangono dei posti vuoti nella mia fila e anche negli angoli sia della tribuna principale, sia della curva interista.




Sono proprio davanti alla postazione a bordo campo di DAZN: tra i commentatori riconosco Pazzini. Scopro però di avere la vista ostruita da quella che all'inizio mi sembra una panchina, ma poi scoprirò essere un'altra tribuna (le panchine sono più al centro e soprattutto più piccole). Non vedo buona parte della linea laterale (ma gli angoli sì). Comunque sono all'altezza del limite dell'area, più in centro di tante altre volte. Nel prepartita suonano "Sarà perché ti amo" e gli interisti cantano un inno a Lautaro, ma a me la canzone, dopo la serata di Budapest, fa pensare soprattutto a Tamberi. Poco prima dell'inizio lo speaker dà la formazione solo dell'Empoli (e si sentono più gli insulti degli interisti che gli applausi degli empolesi), per di più in ordine di numero: considerato anche la maggior parte dei giocatori mi sono sconosciuti, per capirla dovrò rileggermela.

Si parte: nel primo tempo dal mio lato attacca l'Empoli. Posso quindi capire subito la formazione dell'Inter: c'è meno turnover di quanto mi aspettassi. Nei primi minuti, l'Inter attacca, ma non è mai pericolosa: il primo tiro in porta, comunque non insidioso, è dell'Empoli. Ho un po' più paura qualche minuto dopo, quanto Gyasi manca l'aggancio da pochi passi. Poco dopo, sul fronte opposto, colpo di testa in mischia, non si capisce di chi, e miracolo del portiere empolese. Mi ero accorto pochi minuti prima che nella tribuna accanto c'è uno schermo che trasmette le immagini della partita (il tabellone invece, mostra soprattutto pubblicità e qualche volta il tabellino): è solo la seconda volta, dopo la finale della Nations' League, che vedo una partita con le immagini TV in diretta. Cerco quindi di capirci qualcosa dell'azione, ma dalla mia posizione si vede poco: anche la Gazzetta darà prima una versione, poi un'altra.

Verso la metà del primo tempo vedo Darmian che si fa largo in area e prima di cadere riesce a tirare e a segnare. C'è un controllo VAR: chiaramente dalla mia posizione non potevo avere nessun'idea di cosa fosse successo, si parla di un fallo di mano, da quello che riesco a vedere dallo schermo mi sembra non ci sia, invece il gol viene annullato. Al 30' c'è un contrasto sulla trequarti, Thuram va a terra, ma da quello che vedo (male) sembra un normale contrasto di gioco, mi  chiedo addirittura se non sia fallo in attacco. Invece dallo schermo si capisce che è un fallo brutto, e infatti dopo il VAR c'è il rosso. Penso che segnare sia solo una questione di tempo, ma il tempo non sembra venire presto: per tutto il resto del primo tempo non siamo pericolosi. Sono quasi contento: penso che almeno vedrò le azioni decisive da vicino.





Temevo di passare l'intervallo in coda per il bagno, anche perché per arrivarci devo fare il giro dall'ultima fila della tribuna. Invece faccio presto, tanto che per un attimo penso anche di prendermi da mangiare, ma per quello c'è davvero troppa coda. Il secondo tempo comincia con l'Empoli in attacco, tanto che un po' mi preoccupo, ma dura poco: al 6' vedo molto bene il tiro a parabola di Frattesi dal centro dell'area, che sembra alto, invece si infila sotto l'incrocio dei pali. Da allora tutto in discesa: ci sono delle azioni in cui cerchiamo il passaggio quando potremmo tirare e il pubblico si innervosisce, me compreso, ma al 22' Lautaro fa bene a dare la palla indietro a Frattesi, che segna il 2-0. A 10' dalla fine, dopo il 3-0 di Lautaro, la gente comincia ad andarsene: io considero di avvicinarmi all'uscita, per essere sicuro di avviarmi verso la stazione, poi vedo che ho un buon margine e decido di restare fino alla fine e vedere anche un po' di festeggiamenti dopo. DAZN rimonta la postazione nella mia zona e vedo che intervistano Lautaro.





Il mio timore era che, essendo settore ospiti, non ci facessero uscire subito: avevo un margine di circa mezz'ora per riuscire a prendere il treno e rientrare in serata. Dopo aver visto che non eravamo solati dal resto dello stadio, lo ritenevo molto improbabile, e infatti la curva viene fatta uscire dopo, ma noi possiamo andare subito. Faccio anche in tempo a prendermi da mangiare, poi temo di nuovo di non riuscire a rientrare perché il treno per Firenze è in ritardo, ma scopro poi che quello da Firenze a Roma lo è ancora di più: arriverò a casa poco prima delle 2.

mercoledì 23 ottobre 2024

Roma - Inter (20-10-2024)

 Alla bella età di 56 anni, mi trovo per la prima volta a fare il tifoso in trasferta nel settore ospiti, e mi chiedo come sarà. Finora ci ero stato solo una volta, sempre all'Olimpico, per accompagnare un mio amico in un Roma-Torino di Coppa Italia. Avevo avuto un trattamento da tifoso in trasferta anche in una giornata dei Mondiali di Atletica 2013 a Mosca, nel senso che mi avevano fatto uscire molto dopo la fine della sessione, ma scaglionavano soltanto le uscite, non che il mio settore fosse particolarmente a rischio.

Scelgo di andare in macchina per evitare contatti coi tifosi avversari. Le istruzioni ricevute per e-mail suggerivano di arrivare in zona stadio almeno 90 minuti prima, e io le rispetto al minuto: sono dietro l'Olimpico alle 19,15 (l'inizio è alle 20,45). Peccato però che sia subito costretto ad allontanarmi, non lasciano andare verso i parcheggi. Qualcuno parcheggia sul bordo della strada, e se non fossi dal lato opposto lo farei anch'io (scoprirò alla fine che sarebbe stata una pessima idea). Arrivati all'altezza dell'ingresso del tennis, ti costringono ad allontanarti ancora, non lasciano svoltare verso lo stadio. Mi trovo quindi a cercare parcheggio in una zona che non conosco: immaginavo che l'avrei trovato lontano, ma mi ero preparato a cercarlo dalla parte opposta, che conosco meglio. Trovo un posto irregolare (fermata del bus) e considero di lasciarla lì, ma vedo che Google mi dà 2,8 km dallo stadio e quindi decido di provare ancora. Alla fine trovo un posto regolare a 2,2 km (sempre secondo Google).

Mi incammino chiedendomi quale sarà la distanza effettiva, che chiaramente dipende dall'ingresso. Nell'ultimo tratto prima del cancello del settore ospiti ho un po' di paura, in quanto il fatto stesso di dirigermi verso il settore ospiti mi identifica come tifoso in trasferta. Arrivo davanti al cancello poco prima delle 20: la distanza era poco meno di 2 km. Davanti al cancello c'è un mucchio selvaggio: tante persone in pochi metri, tutto sembra tranne che una coda. In ogni caso, non si va avanti: passa un quarto d'ora prima che lascino ancora entrare, ma una volta aperto, scorre subito. Primo controllo biglietti, poi perquisizione degli steward. Subito dopo si capisce perché ci tenevano fuori: al tornello c'è una coda che prende una metà dello spazio tra questo e il cancello. Va anche lentamente: molti cominciano a temere di vedere la partita cominciata. Arrivato in vista dei tornelli, vedo che molti hanno problemi, soprattutto quelli che hanno il biglietto sul telefonino. A volte bloccano anche gli accessi perché c'è coda alle perquisizioni.




Passo il tornello (al primo colpo) verso le 20,35. Nuova perquisizione degli steward in stile aeroporto: mi fanno anche svuotare le tasche, mai successo nel campionato italiano. subito dopo c'è la polizia, che però mi lascia andare subito, controlla soprattutto gli zaini. Per arrivare al nostro settore dobbiamo ancora girare attorno alla curva. Manca poco: tra mangiare e andare in bagno c'è tempo per fare al massimo una cosa, avrei più urgenza della prima, ma scelgo la seconda perché c'è meno coda.

Il mio posto è nella fila 52, ma non è poi così in alto: all'ingresso si è già alla 41. Trovo il mio posto occupato e non c'è tempo di discutere, la partita sta per cominciare e comunque, dall'altro lato del corridoio c'è un mini settore quasi completamente vuoto. Tranne forse qualche posto in alto, è l'unica zona libera, e la situazione è simile nel resto dello stadio: in tutte le tribune, c'è qualche vuoto solo negli angoli. In realtà è la Curva Sud che si presenta completamente vuota, ma per protesta contro la dirigenza: uno striscione annuncia che entreranno 15 minuti dopo.




Si parte: dal mio lato attacca la Roma. L'Inter ha subito un occasione con Thuram, poi prende un palo con Mikhtaryan, ma poi non succederà gran che per il resto del primo turno. Dall'altro lato i brividi sono prima per la costruzione dal basso, nonostante il pressing dei giallorossi, poi per un cross che Sommer non trattiene e finisce sul palo. Si infortunano prima Calhanoglu, poi Acerbi: rimangono tre sostituzioni, e andranno fatte tutte insieme. Intanto sugli spalti gli ultras romanisti mantengono la promessa di entrare al 15': è così strano vedere un settore dello stadio riempirsi così rapidamente, ci mette circa 5'.  Esporranno tanti striscioni su morti, ma anche uno su una nascita. Tanti, in particolare, riguarderanno la morte di un ultrà del Foggia: ce ne sarà anche uno in Curva Nord. Nel mio settore tutti rimangono in piedi: solo io (assieme a qualche mio vicino) approfitto dei vuoti davanti a me per sedermi stare un po' seduto.




Allo scadere del 45' comincio a scendere, in modo da uscire subito alla fine del primo tempo e arrivare prima al chiosco, per prendermi da mangiare. Il chiosco è abbastanza vicino, ma c'è già ressa, per cui penso che o rimango digiuno o perderò buona parte del secondo tempo. Dopo 5 minuti sono già in seconda fila (che non vuol dire avere solo una persona davanti!) per cui comincio a sperare di farcela. Quando è quasi il mio turno, sento dire che è ricominciato: alla fine rientrerò a 4'49" del secondo tempo. Trovo il mio vecchio posto occupato, devo spostarmi una fila più in alto e più verso la barriera: sul lato lontano del campo, quello dove adesso attacca la Roma, la vista è un po' ostruita.

L'Inter comincia male il secondo tempo, la Roma è quasi sempre in avanti, anche se non è mai davvero pericolosa. Quando comincio a pensare che si mette male, discesa di Frattesi, che potrebbe tirare, ma crossa e l'occasione sembra sfumare, invece la palla arriva a Lautaro che segna. Per il resto della partita la Roma attacca di più, ma l'Inter ha le occasioni migliori in contropiede. Penso che non ci sarà tanto recupero, anche perché le interruzioni per sostituzioni sono state solo quattro, e infatti sono 4 minuti. Al 93' cerchiamo ancora il gol invece di tenere palla, ed è proprio su questa palla persa che la Roma torna in attacco ed ha la migliore occasione della partita. Comunque finisce subito dopo: 1-0, restiamo secondi.




A partita finita scopro che qualche interista c'era anche nella Monte Mario. Lo stadio si svuota, ad eccezione del nostro settore: quanto dovremo aspettare? Nel frattempo si fanno foto, tra cui quella del mio club, i Belli de Roma (a cui non posso unirmi, sono troppo lontano). Alle 23 il resto dello stadio è vuoto, ma immagino che ci faranno aspettare ancora un po', e infatti usciamo alle 23,30. Una volta usciti, non siamo nemmeno liberi di andare dove vogliamo, ma dobbiamo dirigerci verso la Farnesina, dove ci sono i pullman per chi viene da fuori. Temevo che ci avrebbero fatto girare attorno al ministero, che per me avrebbe significato tanta strada in più, ma per fortuna poco prima del palazzo ci lasciano liberi. Meno male che non ho parcheggiato dietro lo stadio, avrei dovuto girarci tutt'attorno.








Mi vengono in mente tante cose da migliorare per la prossima volta: partire presto, fare un'altra strada... ma non sono neanche sicuro che ci sarà una prossima volta (alla fine credo di sì, ne vale sempre la pena).

lunedì 9 settembre 2024

Gran Premio di San Marino a Misano (08-09-2024)

 Il primo problema è sempre quello di come raggiungere il circuito. Scarto l'idea di usare la macchina, perché dovrei già fare un chilometro e mezzo per andarla a prendere al parcheggio convenzionato con l'albergo, non escludo neanche di andare a piedi (sono poco meno di 5 km), ma alla fine scelgo la navetta di cui ho visto la pubblicità in albergo, sperando che sia più seria di quella di tre anni fa. Rimane il problema di trovare la fermata, visto che le indicazioni sulla locandina sono molto vaghe (indicano una via che sarà lunga un paio di chilometri e con molte fermate dei mezzi) e voglio prenderlo al capolinea, per paura che alle fermate successive sia troppo pieno. Seguendo le indicazioni ricevute in albergo, trovo quella che sembra la prima fermata, ma nel frattempo è passata la navetta delle 8,50: devo quindi prendere quella delle 9,10. Arrivano altri due che mi chiedono conferma che la fermata sia quella: rispondo che ne so quanto loro. Quando la navetta arriva, scopriamo che la fermata non era la prima, ma la gente già dentro è poca. Farà poi tutte le fermate del viale, e solo alla fine si riempiranno tutti i posti a sedere e qualcuno in piedi, mentre dopo la fermata all'acquario si raggiunge un affollamento quasi da Roma all'ora di punta. 



Passa un'ora e siamo bloccati, la gara della Moto3 comincia ad essere a rischio (comincia alle 11): niente di paragonabile a tre anni fa, quando gli spettatori erano ridotti per le restrizioni Covid. Qualcuno crede di scendere: quando si aprono le porte più di metà del pullman lo farà. Io vedo che Google segna ancora 3 km dal circuito e quindi decido di rimanere, ma dopo un'altra ventina di minuti, il pullman ci lascia quando, sempre secondo Google, mancano ancora 2,3 km: a saperlo, forse l'avrei fatta tutta a piedi, sicuramente sarei sceso con gli altri. Seguo il flusso, e dopo abbastanza poco (certo meno di 2 km) arrivo a un ingresso, che però non è il mio: è quello del prato 1 (ingenuamente pensavo che l'ingresso fosse unico). C'è una biglietteria, dove un'addetta mi mostra una mappa, facendomela fotografare: il mio settore sembra vicino. Faccio un bel pezzo, costeggiando il circuito, e vedo un cartello che dice che dovrei tornare indietro: chiedo a due persone, che mi dicono invece di andare avanti. Quando vedo il primo ingresso, di una tribuna che non avevo mai sentito, dalla mappa scopro che è dalla parte opposta alla mia: dove avrò sbagliato? Alla fine arrivo all'ingresso giusto: per curiosità guardo la distanza che Google mi dà dall'albergo e sarebbero 3,1 km. Se non ne ho fatti di più da quando sono sceso dal pullman, ci manca poco: chiaramente tornerò a piedi.



Quanto meno si entra subito e non ci sono controlli: non fanno neanche caso al mio zaino. Arrivo nel mio settore e, pensando che il mio posto sia occupato (scoprirò poi che mi sbagliavo) mi metto nel primo che trovo: del resto nella tribuna D Top, a eccezione di un settore, solo le ultime due file sono occupate, a differenza della tribuna D, che è tutta piena. Mi ero anche preoccupato di non avere la tenuta adatta fino a quando, ieri sera, non mi ero procurato una maglietta di Bagnaia: si vedono molte maglie simili alla mia, ma anche tante dedicate ad altri piloti, non solo italiani, e ancora molte di Valentino Rossi. Alla mia sinistra, nella tribuna D, c'è la "curva" di Bezzecchi, di fronte a me quella dell'Aprilia.

Mi siedo che mancano 4 giri alla fine della Moto3: scopro che si vede una buona parte del circuito, con quattro curve, di cui l'ultima è quella dove avvengono più spesso duelli. L'uscita dalla prima curva è invece quella dove si nota di più la velocità. Davanti a me c'è anche uno schermo. Ci metto un giro a capire quale sia il gruppo di testa: scopro poi che è un gruppo di sei. Al terzultimo giro vedo soprasso e controsorpasso per il secondo posto: il sorpasso decisivo per la vittoria arriverà invece all'inizio dell'ultimo giro, fuori dal mio campo visivo. Tripletta spagnola, vince Piqueras (mai sentito).






Finita la gara, visito gli stand del merchandising, dei team o dei singoli piloti. Curiosamente, lo stand Ducati vende solo materiale della moto e di Bastianini, mentre quello di Bagnaia è in un angolo dello stand di Bezzecchi. Mi prendo poi da mangiare: c'è già coda, poi la sbaglio anche e finisce che rientro in tribuna che sta partendo la gara della Moto2 (era alle 12,15, non alle 12,30 come pensavo). I primi tre prendono presto il largo: parte in testa Arbolino (uno dei pochi piloti di Moto2 che conosco) e per un attimo sembra poter staccare gli altri due, ma al nono giro viene superato dallo spagnolo Canet e poco dopo anche dal giapponese Ogura. I due rimangono attaccati e staccano gli altri: a un certo punto Arbolino e un altro sembrano rientrare, ma non lo faranno mai del tutto. Nel finale Ogura prende la testa; arrivano all'ultimo passaggio nella mia zona ancora attaccati, ma il giapponese conserva la prima posizione fino alla fine. 






L'intervallo prima della MotoGP lo passo quasi tutto in coda per il bagno, a parte un breve giro all'inizio: rientro in tribuna che hanno appena cominciato le presentazioni, stavolta dal primo all'ultimo nella griglia (tre anni fa avevano invertito per presentare prima Rossi). Alex Marquez riceve sia applausi che fischi, il fratello Marc quasi solo fischi, tutti gli altri solo applausi. Di quelli che ho visto (escludendo quindi Bagnaia, di cui mi son perso la presentazione) quello con più tifosi è sicuramente Bezzecchi. Stavolta mi siedo al mio posto, e scopro che si vede meglio: la tribuna è un po' più piena di prima, ma la metà inferiore rimane vuota. Da una mezz'ora piove leggermente: a un certo punto si intensifica, tanto che apro l'ombrello, come tanti altri, ma poi prima della partenza smette o quasi.




Si parte, e si nota subito che, sia in termini di velocità che di rumore, c'è più differenza tra MotoGP e Moto2 che tra Moto2 e Moto3. I primi quattro prendono un leggero vantaggio, ma il quarto, Acosta, cade al quarto giro, riuscendo comunque a riprendere (se ho capito bene, era nel mio campo visivo, ma non me n'ero accorto). Al settimo cade il terzo, Morbidelli, per cui si profila un altro duello Bagnaia-Martin, con lo spagnolo che per un breve periodo passa anche in testa. Solo che nel frattempo la pioggia è aumentata di nuovo, e questo spinge Martin a fermarsi e cambiare moto (me lo faranno notare i miei vicini). Rallentano tutti, si vede a occhio nudo, e ci si chiede se si fermerà qualcun altro. Si sono anche ravvicinati: adesso c'è un gruppo di 7 in testa, con Marc Marquez (che ci ho messo un po' a riconoscere, visto che è passato dall'azzurro al bianco che supera Pecco e si porta la comando). La pioggia diminuisce, fino a cessare, o quasi, ed è quindi Martin ad essere penalizzato: al nono giro lo vedrò sbandare ben oltre i confini della pista, quasi stesse facendo un long lap penalty, per cui si fermerà di nuovo a cambiare moto.



I primi due prendono di nuovo il largo: solo Bastianini, dopo aver raggiunto la terza posizione, si avvicina, ma senza mai insidiarli. Dopo qualche giro, quando il quarto entra nel mio campo visivo, i primi tre ne sono quasi usciti. Martin è dato 15°, ma conto i piloti e il 15° non mi sembra lui: poi capirò che è doppiato, come altri 5 dietro di lui, infatti fisicamente è dietro l'8°. Pian piano aumenta anche il distacco tra i primi tre: la classifica si muove solo alle loro spalle, con Binder che conquista il quarto posto e Bezzecchi che risale fino al quinto, per la gioia dei suoi tifosi.



Dopo l'arrivo e i saluti dei piloti (l'ultimo sarà Bagnaia) si aprono due cancelli alla mia destra e il pubblico invade la pista, andando verso la zona premiazione. La maggior parte invece si avvia all'uscita, senza aspettare la premiazione. Io non so nemmeno se dopo c'è un'altra corsa, come tre anni fa: lo chiedo ai miei vicini, che non lo sanno neanche loro (scoprirò poi che c'erano le moto elettriche). Decido di andare comunque: il viaggio sarà lungo e non voglio arrivare troppo tardi.




Uscito dal cancello, i chilometri sono diventati 4,2 (ed è lo stesso punto di prima), ma vado a piedi lo stesso perché non so a che distanza sia la partenza della navetta e non so se la ritroverei. La prossima volta, chissà quando, vedrò se trovare un'altra soluzione.



martedì 3 settembre 2024

Athletics Golden Gala (30-08-2024)

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The Golden Gala returns to Rome after the (splendid) parenthesis in Florence, athletics returns two and a half months after the triumphant European Championships. I wonder how many people will be there: when I bought the tickets two days ago there were not many left, but we have to see how many blocks were sold out and how many simply closed. I arrive at the stadium quite quickly: as in other years, there are some closed car parks, but I still find a place more or less where I used to park during the European Championships when I arrived in the morning, i.e. near the Foreign Ministry. The entrance is also quick, both at the pre-filtering and at the turnstiles: I am a little disappointed that this time that I did not bring my backpack, there is no fast lane for those who haven't, but there is no need, also because they check everyone very little.


So, for one of the first times in my life, especially for athletics, I arrive ahead of schedule: I make it in time to get some food (also because there is no one there), go to the bathroom, find my seat with a bit of difficulty (also because there are very few stewards) and I arrive that they are presenting the athletes of the first race, the discus throw. As soon as I sit down, I realise that I have not chosen the best seat, even if I should know the Olympic Stadium well: I am too low, I can already see the discus platform well, but when it lands between the two tapes (65 and 70 metres) I do not understand the measure. For the horizontal jumps the sandbox is on the other side and so I am not able to assess the measures. I wonder what I will see of the shot put, which is on the opposite side. Also on track, I can't see the outer lanes on my side, but I feared worse: in the 400 I won't see the legs of the outermost 2-3 athletes.


I think that, for being at the beginning, the crowd is not very few: the lower half of the South Curve, the South-East stands and the two blocks of Monte Mario closest to the finish are almost full. It's just that the situation won't change much: those sectors will eventually fill up, but for the rest there will be a few people in the Monte Mario start side and 20-25 rows of the Tevere quite full, then emptiness. Even in my block (however small), which should be sold out, there will be a few empty spaces. A depressing situation, even more than on the first day of the European Championships (and as then, it is also noticeable from the fact that the kiosks are deserted).


We start with the discus: enthusiasm of the public for Mannucci, first Italian in the competition, which will not be repaid, since he will be eliminated after a throw under 60 metres and two fouls. Alekna starts with 66.90 and after the first round he is in the lead, then in the second round he will be overtaken by Stona, who in turn will be overtaken by Ceh at the final throw. The triple jump follows: Diaz is the first to step onto the platform, he greets the Tevere, receiving much applause. As I said, live I can't have any idea of the measure: from what I see from the video it seems to be well over 17 metres, instead it's 16.84, but anyway in the first round no one will do better. In the second he improves to 17.32, in the third he is injured, but he will then manage to come back for the final jump. Success is never in question; only Hess, on the last jump, will reach 17.01.



The shot put starts: as I feared, I can see very little: I struggle to distinguish the platform and if I can only see if a throw is before or after the two tapes (20 and 22 metres), not by how much. However, with the help of the binoculars, I understand that Crouser's first throw is well over 22 metres: 22.26. Fabbri's first throw, on the other hand, seems close to 22, but I don't realise that it is out of range. Crouser then wins with 22.49, while Fabbri comes second with 21.70 on the third throw, then repeates on the fourth. After the first round of the shot put and the final round of the discus, I go to get something to eat and going up the aisle towards the exit (my place is below the entrance level) I see that I can see much better. I could look for a higher seat, but I don't, fearing (naively, I later discover) that the grandstand will fill up.

The women's pole vault also starts: the two Italians are among the few to enter at 4.23, both clearing on first, then at 4.43 Molinarolo will stop, while Bruni will clear on first both them and 4.53 (which I will miss). At 4.73 they remain in 3, at 4.83 in 2, but the final duel between Morris and Kennedy will coincide with the decisive stages of the men's high, so I will see very little of it. There is also the usual Palio dei Comuni, mixed 12X200 relay in which I discover to my surprise that, unlike the mixed 4X400, the order of boys and girls is not fixed.

When the races of the official programme begin, with the 400, I notice that my position also has its advantages: seeing the athletes so closely one can see the running style well and in the 3000 steeplechase one can see the hurdles well. After the 400, there are the two races which, to my surprise, will turn out to be the highest level ones: first the 100hs, where I will not believe my eyes when I see Nugent's time: 12.24, the fourth fastest time ever, then the women's 3000 steeplechase, where the light pacer is set on the world lead of 8'52’, but the first two are far ahead and on the last lap I realise they are not far off the world record. In the end they fight to the last for the world record, but no one notices: the speaker says that Yavi's time, 8:44.39, is the world lead, only later will he say that it is the second world time ever (I remembered that the record was 8'44’, but not the exact time, it is actually 8:44.32).


Meanwhile, however, the main race began: the men's high jump. Already in the warm-up each of Tamberi's jumps was celebrated as if we were already in the competition. They start at 2.15, but Gimbo enters at 2.20, clearing them on first, then makes 2.24 again on first and 2.27 on second. At 2.30 there are 4 left: Tamberi misses the first by little, the second by very little, then at the third he asks for silence and for a while he struggles to get it, since people do not expect it, but he misses clearly. There were two left and Korea's Woo, being in the lead, lets Jamaica's Beckford make three fouls at 2.33 and quits here. The other field event was the women's long jump, which, with no Italians, took place in general disinterest, except for a little at the final jump, when is the last field event left.



On the track, after women's 200, there are 110hs, with Simonelli who is clearly tarnished and remains in the group, finishing with a time, 13.34, which today makes our noses twitch, but last year would have been 1/100th from his personal best and 7 from the Italian record. This was followed by the 5000, where they started off strong, first km in 2'31‘, but after the third km it became a tactical race, where “tactical” means won in 12'51’. After the women's 400hs, with Cockrill at 52.59 and Folorunso sixth in 55.00, we come to the grand finale: women's 1500 and men's 100. In the first, Battocletti seen up close impresses with her thinness and the difference with her main rivals, who are better built, is very noticeable. There is a light pacer for the Italian record: Battocletti soon breaks away and also lags behind the record, but Vissa instead remains in the group and in the running for the record. Few (I think) realise this, until the announcer says so in the finale. In the end Vissa missed the record by 1/100 and Battocletti finished in 3:59.19, still the third best Italian performance ever. In the 100, Jacobs disappoints: never in the race, he gives in and closes in 10.20. Tebogo wins in 9.87.


On the way out, I see a huddle at the exit of the athletes and realise that there is someone signing autographs: I approach and discover that it is Fabbri, Even the few people there were enough to create a small traffic with cars. I don't know when the next appointment with athletics will be, certainly several months will pass.