Incredibile a dirsi: arrivo fin troppo presto. Arrivato in zona stadio, vedo uno scorcio di tribune e noto che sono quasi vuote, per cui decido di fermarmi in un bar. Dopo la sosta, arrivo davanti ai cancelli verso le 17,20: prima di mettermi in coda vedo arrivare il pullman dell’Inter, pensavo che le squadre arrivassero con un po’ più di anticipo. Sono nella stessa tribuna dell’anno scorso, che però stavolta è considerata “settore ospiti”, anche se non è isolata dal resto dello stadio, a differenza della curva vicina. In realtà a Empoli più di metà dello stadio si potrebbe chiamare “settore ospiti”, gli interisti sono sempre più dei tifosi di casa.
La coda per il primo controllo di biglietti e documenti scorre rapidamente. Subito dopo c‘è il controllo zaini: l’addetto mi dice di “tirare fuori le cose” e io tremo perché ne ho tantissime: mi sono portato un cambio nel caso perdessi l’ultimo treno. Fortunatamente si accontenta che ne tiri fuori un paio e che lo rassicuri di non avere bottigliette d’acqua, poi mi lascia andare. Dura invece di più la coda ai tornelli: per un po’ restiamo fermi e non si capisce dove sia il problema. Solo quando decidono di aprire un altro varco con controllo manuale la coda si sblocca: io rimango nella fila del tornello, dov’è rimasta poca gente, e passo subito.
Per entrare ci sono voluti una ventina di minuti: sono dentro verso le 17,45. La mia fila è la B, quindi è facile da individuare, e peraltro ricordavo da quando avevo comprato il biglietto di essere in seconda fila. Per chi aveva una fila un po’ più alta era più complicato, visto che la lettera non si trova scritta da nessuna parte: sentirò tanti che la cercano. Il mio settore è ancora in gran parte vuoto, e la tribuna di fronte lo è ancora di più. Passate le 18, la situazione non è cambiata di molto, tanto che mi chiedo se si riempirà: eppure quando ho comprato il biglietto sembrava ne fossero rimasti pochi. Alla fine si riempie quasi del tutto, ma rimangono dei posti vuoti nella mia fila e anche negli angoli sia della tribuna principale, sia della curva interista.
Sono proprio davanti alla postazione a bordo campo di DAZN: tra i commentatori riconosco Pazzini. Scopro però di avere la vista ostruita da quella che all'inizio mi sembra una panchina, ma poi scoprirò essere un'altra tribuna (le panchine sono più al centro e soprattutto più piccole). Non vedo buona parte della linea laterale (ma gli angoli sì). Comunque sono all'altezza del limite dell'area, più in centro di tante altre volte. Nel prepartita suonano "Sarà perché ti amo" e gli interisti cantano un inno a Lautaro, ma a me la canzone, dopo la serata di Budapest, fa pensare soprattutto a Tamberi. Poco prima dell'inizio lo speaker dà la formazione solo dell'Empoli (e si sentono più gli insulti degli interisti che gli applausi degli empolesi), per di più in ordine di numero: considerato anche la maggior parte dei giocatori mi sono sconosciuti, per capirla dovrò rileggermela.
Si parte: nel primo tempo dal mio lato attacca l'Empoli. Posso quindi capire subito la formazione dell'Inter: c'è meno turnover di quanto mi aspettassi. Nei primi minuti, l'Inter attacca, ma non è mai pericolosa: il primo tiro in porta, comunque non insidioso, è dell'Empoli. Ho un po' più paura qualche minuto dopo, quanto Gyasi manca l'aggancio da pochi passi. Poco dopo, sul fronte opposto, colpo di testa in mischia, non si capisce di chi, e miracolo del portiere empolese. Mi ero accorto pochi minuti prima che nella tribuna accanto c'è uno schermo che trasmette le immagini della partita (il tabellone invece, mostra soprattutto pubblicità e qualche volta il tabellino): è solo la seconda volta, dopo la finale della Nations' League, che vedo una partita con le immagini TV in diretta. Cerco quindi di capirci qualcosa dell'azione, ma dalla mia posizione si vede poco: anche la Gazzetta darà prima una versione, poi un'altra.
Verso la metà del primo tempo vedo Darmian che si fa largo in area e prima di cadere riesce a tirare e a segnare. C'è un controllo VAR: chiaramente dalla mia posizione non potevo avere nessun'idea di cosa fosse successo, si parla di un fallo di mano, da quello che riesco a vedere dallo schermo mi sembra non ci sia, invece il gol viene annullato. Al 30' c'è un contrasto sulla trequarti, Thuram va a terra, ma da quello che vedo (male) sembra un normale contrasto di gioco, mi chiedo addirittura se non sia fallo in attacco. Invece dallo schermo si capisce che è un fallo brutto, e infatti dopo il VAR c'è il rosso. Penso che segnare sia solo una questione di tempo, ma il tempo non sembra venire presto: per tutto il resto del primo tempo non siamo pericolosi. Sono quasi contento: penso che almeno vedrò le azioni decisive da vicino.
Temevo di passare l'intervallo in coda per il bagno, anche perché per arrivarci devo fare il giro dall'ultima fila della tribuna. Invece faccio presto, tanto che per un attimo penso anche di prendermi da mangiare, ma per quello c'è davvero troppa coda. Il secondo tempo comincia con l'Empoli in attacco, tanto che un po' mi preoccupo, ma dura poco: al 6' vedo molto bene il tiro a parabola di Frattesi dal centro dell'area, che sembra alto, invece si infila sotto l'incrocio dei pali. Da allora tutto in discesa: ci sono delle azioni in cui cerchiamo il passaggio quando potremmo tirare e il pubblico si innervosisce, me compreso, ma al 22' Lautaro fa bene a dare la palla indietro a Frattesi, che segna il 2-0. A 10' dalla fine, dopo il 3-0 di Lautaro, la gente comincia ad andarsene: io considero di avvicinarmi all'uscita, per essere sicuro di avviarmi verso la stazione, poi vedo che ho un buon margine e decido di restare fino alla fine e vedere anche un po' di festeggiamenti dopo. DAZN rimonta la postazione nella mia zona e vedo che intervistano Lautaro.
Il mio timore era che, essendo settore ospiti, non ci facessero uscire subito: avevo un margine di circa mezz'ora per riuscire a prendere il treno e rientrare in serata. Dopo aver visto che non eravamo solati dal resto dello stadio, lo ritenevo molto improbabile, e infatti la curva viene fatta uscire dopo, ma noi possiamo andare subito. Faccio anche in tempo a prendermi da mangiare, poi temo di nuovo di non riuscire a rientrare perché il treno per Firenze è in ritardo, ma scopro poi che quello da Firenze a Roma lo è ancora di più: arriverò a casa poco prima delle 2.