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Le Olimpiadi invernali sono arrivate: archiviata la trasferta americana, è il momento di concludere la storia di Torino 2006, parlando degli sport del ghiaccio.
Le Olimpiadi invernali sono arrivate: archiviata la trasferta americana, è il momento di concludere la storia di Torino 2006, parlando degli sport del ghiaccio.
Se ben ricordo, il primo che ho visto è stato lo short track. Ero molto curioso di vederlo, l'ho sempre trovato spettacolare in TV. Ricordo il bronzo nella staffetta femminile, arrivato quando non ci speravamo più, grazie all'ostruzione della staffettista cinese su Arianna Fontana subito dopo l'ultimo cambio. Errore stupido: quasi sicuramente la Fontana non avrebbe rimontato. Corea e Canada erano fuori portata, perché si sa, come direbbe Lineker (con la sua famosa frase sul calcio), lo short track è uno sport dove alcune persone girano in tondo sul ghiaccio e alla fine vincono i coreani. Bello l'impianto, il Palavela
L'esperienza più sorprendente è sta quella del pattinaggio su pista lunga, all'Oval. Ho infatti scoperto che l'ingresso dell'Oval era anche un confine virtuale: si entrava in territorio olandese. Le gare internazionali di pista lunga, infatti, in qualunque posto del mondo siano, è come se si svolgessero sempre in Olanda, perché il tifo olandese è sempre quello che si sente di più. C'era anche la banda, molto numerosa. La gara era quella in cui, al momento in cui comprai i biglietti, 9 mesi prima, sembrava avessimo più chances: i 1000 metri femminili. All'epoca, infatti, Fabris era uno sconosciuto e la n.1 italiana era considerata la Simionato, che invece arrivò 13^.
Ho visto due partite di hockey (a Torino si poteva, a Vancouver invece l'hockey maschile era inaccessibile): una con la Svezia ed una con la Repubblica Ceca, la prima con molto più pubblico. La cosa che mi è rimasta più impresso è stata l'impianto: il Palaisozaki è il più bel palazzetto d'Italia, almeno che abbia visto (ma i principali li ho visti tutti).
Ho visto la 3^ e 4^ manche del bob femminile, col bronzo della Weissensteiner, che è entrata nel ristretto club delle medagliate in due sport diversi. In contemporanea Fabris vinceva l'oro nei 1500 di pattinaggio, unica medaglia della seconda settimana a cui non ho assistito. Naturalmente, solo una piccola parte del percorso (non più del 15%) era visibile del vivo e, come in tutti gli sport del genere. bisogna ricordarsi di smettere di guardare lo schermo e passare alla visione dal vivo. La velocità si sente molto, anche più che nel motociclismo.
Tornai con la voglia di ripetere l'esperienza, e infatti la ripetei a Vancouver, anche se quella volta andai nella prima settimana. Poi la serie s'interruppe, e non so se e quando potrò ripeterla
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