Click here for English version
Arrivo nei pressi dello stadio un po' prima del previsto, per poi scoprire che la zona parcheggi è chiusa. Sapevo che era così per le partite di calcio (qui), ma pensavo, per l'appunto, che fosse solo per le partite di calcio. Invece nei pressi dello stadio si può parcheggiare sempre, tranne che quando ci sono eventi sportivi: nella Roma grillina succede anche questo. Dopo un lungo giro trovo parcheggio a 2 km, almeno secondo Google Maps (in realtà leggermente di meno, lui punta al centro del campo). Mi incammino lanciando tutte le maledizioni possibili alla Raggi, ai suoi antenati, discendenti, ma soprattutto ai suoi elettori.
Arrivo nei pressi dello stadio un po' prima del previsto, per poi scoprire che la zona parcheggi è chiusa. Sapevo che era così per le partite di calcio (qui), ma pensavo, per l'appunto, che fosse solo per le partite di calcio. Invece nei pressi dello stadio si può parcheggiare sempre, tranne che quando ci sono eventi sportivi: nella Roma grillina succede anche questo. Dopo un lungo giro trovo parcheggio a 2 km, almeno secondo Google Maps (in realtà leggermente di meno, lui punta al centro del campo). Mi incammino lanciando tutte le maledizioni possibili alla Raggi, ai suoi antenati, discendenti, ma soprattutto ai suoi elettori.
Arrivo allo stadio intorno alle 20, una mezz'ora dopo il previsto. Faccio il biglietto di Tribuna Tevere per camminare un po' di meno. Una volta dentro, altra brutta sorpresa: avevano chiuso buona parte della tribuna (tutta quella superiore) per far sembrare lo stadio meno vuoto, per cui, nonostante fosse semideserto, si faticava a trovare un posto e tanta gente, nel cercarlo, si fermava in mezzo coprendoti la vista. Man mano, lo stadio si riempie, finché verso le 20,45 si decidono ad aprire qualche posto in più e anch'io mi sposto più in alto.
Sono vicino al settore del salto in alto, quindi posso constatare da vicino quanto sia dimagrita la Trost: leggevo che aveva perso 3 chili: si nota. Nelle gare di mezzofondo c'è il problema di distinguere gli atleti, con le maglie tutte uguali. A complicare le cose si aggiunge che l'audio è pessimo e il più delle volte lo speaker non si capisce: ho saputo solo al ritorno chi aveva vinto i 1500 donne. Anche quando Tamberi ha salutato la folla assieme a un'altra persona, ho scoperto solo dopo che si trattava di Paltrinieri. Nella velocità, invece, gli atleti si distinguono dalla corsia: lì il principale problema è scegliere se seguire i primi o gli italiani, spesso molto lontani. Poi arrivano i 200 e il problema non si pone: Tortu esce dalla curva addirittura in testa (o almeno così sembrava), poi arriva quarto. Vedendo il tempo del vincitore De Grasse pensavo avesse fatto il record italiano juniores, invece è rimasto a 6/100.
Il programma Golden Gala termina con i 5000 femminili, che all'inizio sembrano due gare in una: una per nere e una per bianche (ovviamente dietro), poi i gruppi si mescolano. La maggior parte del pubblico se ne va, ma rimangono due gare paralimpiche. Io rimango per la prima, quella femminile, ad applaudire le grandi Caironi e Contrafatto, poi vado, pensando alla strada che mi attende. Passo dalla Runfest, dove c'è una bella atmosfera: c'è gente in pista e mi frei volentieri un giro anch'io, ma, anche ammesso che mi farebbero entrare, con le gambe che mi cadono a pezzi mi serverebbe l'attrezzatura (ginocchiera e cavigliere). Di ritorno passo per Ponte Milvio e per la Flaminia: c'è tanta gente e si sta bene. Roma è sempre bella, malgrado la Raggi.
Nessun commento:
Posta un commento