Alla stazione c'è molta meno gente di ieri: sale con me solo un gruppo di tedeschi con sciarpe dello Stoccarda. A Valdaora ci fanno andare subito sul piazzale (incanalano invece quelli che vengono dalla direzione opposta) e prendiamo la navetta in un quarto d'ora. Al cambio di navetta penso di approfittare dell'anticipo per visitare il villaggio (detto "Biathlon World"), ma è ancora chiuso. Arrivo allo stadio con più di un'ora d'anticipo, sulle ginocchia dopo la salita, e approfitto per esplorare i dintorni. Andando verso le tribune, si incontra la mascotte dei Mondiali di Cortina 2021. Accanto a quello di Cortina, ci sono gli stand di Pokljuka (Slovenia), sede dei prossimi Mondiali di biathlon, e di Ruhpolding (Baviera) sede dei prossimi "mondiali estivi" (non sapevo neanche esistessero).
Arrivo sulla tribuna poco dopo le 12, e non c'è più tantissimo posto. E' in corso un concerto di un cantante di lingua tedesca, che dev'essere piuttosto conosciuto, visto che in tanti fanno il coro in una sua canzone. A 10 minuti dalla partenza si annunciano le partecipanti, le prime 10 in stile calcistico: lo speaker dice il nome e il pubblico il cognome. Per farla più difficile, l'elenco che compare sullo schermo non sarà mai sulla pagina dell'atleta annunciata.. Danno i tre minuti e mezzo al via e le atlete devono ancora entrare nella zona di partenza e mettersi gli sci: io sarei preso dall'ansia, loro vanno tranquille.
Si parte: tutte in gruppo fino al primo poligono. Lì in 16 non sbagliano, la Wierer non è tra queste, ma al secondo poligono fa un'ottima serie e recupera. Vedo che c'è una che ha fatto 5 errori, penso "poverina", poi scopro che si tratta della Vittozzi. Al terzo poligono arriverà staccatissima, poi si riprenderà abbastanza, ma arriverà ancora ultima. La Wierer invece arriva nel gruppo di testa sia al terzo che al quarto poligono: fa un errore in ciascuno, ma la maggior parte delle avversarie fa peggio, tanto che dopo il quarto poligono sembra andar via: ha 14 secondi sulla norvegese Roeiseland. Lo speaker sembra già commentare il suo terzo oro, ma al passaggio del primo chilometro dell'ultimo giro ci accorgiamo tutti di aver parlato troppo presto: la Roeiseland è a 6". Quando tornano in vista nella discesa finale (che ho fatto tante volte anch'io) l'italiana sembra avere ancora un buon margine, ma in una salitella viene raggiunta, poi superata nel tunne d'ingresso allo stadio e poco dopo si arrenderà, chiudendo più vicina alla terza che alla prima.
Stavolta, essendo l'ultima giornata, fanno direttamente la premiazione. Formula originale: le premiate partono accanto al palco e quando vengono annunciate salgono prima sul palco, poi sul podio. Si sente cantare l'inno norvegese abbastanza forte, anche se non certo ai livelli francesi. Si sono fatte le 13,30: 'è poco tempo prima di riprendere posto. Penso di mangiare nel chiosco più vicino, ma la coda mi scoraggia: ne troverò poi uno quasi senza coda.
Torno in tribuna verso le 14,20. Vedo tanta gente nei corridoi e mi spavento, ma in realtà ci sono ancora delle file quasi vuote. Rispetto alle altre gare, si vedono più bandiere francesi. Davanti a me ci sono dei russi, dietro degli svedesi.Prima dell'ultima gara presentano lo staff e i volontari, il presentatore canta anche qualche canzone. La gara si risolve in un duello tra francesi e norvegesi, coi primi che ne piazzano 4 nei primi 7, ma i secondi che vincono con J.T. Boe, l'unico senza errori al poligono. Windisch sembra potersi inserire nella lotta per primi posti fino al terzo poligono, dove farà 2 errori.
Finita la gara, non prendo in considerazione di fermarmi alla premiazione, né tanto meno alla cerimonia di chiusura, che pubblicizzano: sono stanco e voglio essere tra i primi a lasciare lo stadio sperando di trovare meno coda, ma poi non so resistere alle Kaiserschmarrn (frittate dolci a pezzi, tipiche austriache) e mi attardo. La coda per arrivare alla navetta è ancora di circa 50 minuti: ho il tempo per sentire sia la premiazione, sia la cerimonia di chiusura. Sparano anche dei fuochi d'artificio, nonostante sia ancora giorno.
Al cambio navetta, entro nel Biathlon World, ma è in fase di smantellamento. Un chiosco è comunque ancora pieno di gente che beve. Provo poi a comprare del merchandising, ma devo rinunciare perché accettano solo contante e son rimasto senza. Non è finita: problemi coi treni mi faranno rientrare un paio d'ore dopo il previsto. Alla stazione rivedo anche l'umo col cappello di ieri.
E' finista: da un lato mi dispiace di aver visto solo due giornate, ma dall'altro non so quanto avrei resistito, gli spostamenti mi hanno messo in ginocchio. D'altronde, l'età avanza...
Torno in tribuna verso le 14,20. Vedo tanta gente nei corridoi e mi spavento, ma in realtà ci sono ancora delle file quasi vuote. Rispetto alle altre gare, si vedono più bandiere francesi. Davanti a me ci sono dei russi, dietro degli svedesi.Prima dell'ultima gara presentano lo staff e i volontari, il presentatore canta anche qualche canzone. La gara si risolve in un duello tra francesi e norvegesi, coi primi che ne piazzano 4 nei primi 7, ma i secondi che vincono con J.T. Boe, l'unico senza errori al poligono. Windisch sembra potersi inserire nella lotta per primi posti fino al terzo poligono, dove farà 2 errori.
Finita la gara, non prendo in considerazione di fermarmi alla premiazione, né tanto meno alla cerimonia di chiusura, che pubblicizzano: sono stanco e voglio essere tra i primi a lasciare lo stadio sperando di trovare meno coda, ma poi non so resistere alle Kaiserschmarrn (frittate dolci a pezzi, tipiche austriache) e mi attardo. La coda per arrivare alla navetta è ancora di circa 50 minuti: ho il tempo per sentire sia la premiazione, sia la cerimonia di chiusura. Sparano anche dei fuochi d'artificio, nonostante sia ancora giorno.
Al cambio navetta, entro nel Biathlon World, ma è in fase di smantellamento. Un chiosco è comunque ancora pieno di gente che beve. Provo poi a comprare del merchandising, ma devo rinunciare perché accettano solo contante e son rimasto senza. Non è finita: problemi coi treni mi faranno rientrare un paio d'ore dopo il previsto. Alla stazione rivedo anche l'umo col cappello di ieri.
E' finista: da un lato mi dispiace di aver visto solo due giornate, ma dall'altro non so quanto avrei resistito, gli spostamenti mi hanno messo in ginocchio. D'altronde, l'età avanza...
Nessun commento:
Posta un commento