Mi parto per la mia seconda giornata di golf dal vivo, la prima dopo 40 anni. Il primo problema è trovare il parcheggio: l'indicazione sul sito è un puntino sulla mappa, senza punti di riferimento. Credo di aver capito, e che comunque troverò cartelli, ma non sono gli Europei di calcio e nemmeno la Ryder Cup: riesco a trovare la strada solo grazie a Google Maps, un cartello c'è, ma solo all'ultima rotonda, quando il più è fatto. Si arriva al parcheggio dopo un bel tratto di sterrato: c'è poca gente, tanto che temo di dover aspettare che si riempia la navetta, invece ce ne sono tante, e una parte subito.
All'ingresso c'è un controllo per il green pass ed uno, separato, per l'accredito (che credo fosse con lo stesso sito che mi aveva fatto bestemmiare al Sette Colli, ma stavolta l'avevo fatto dal computer e dava meno problemi), mentre nessuno controllava gli zaini (ok, qui potreste dire "è golf, mica calcio", ma li ho visti controllare in sport altrettanto "tranquilli"). La prima cosa che si incontra è un'area commerciale dove, oltre ad attrezzature golfistiche, auto di lusso e crociere, si vende già il materiale della Ryder Cup 2023.
Arrivati al campo, c'è il maxi tabellone manuale (ma vale la pena fare tutto questo lavoro ancora oggi?) e la prima buca che si incontra è il green della 9. Mi affaccio, ma faccio fatica a capire chi sono i giocatori: non c'è tabellone, quindi bisognerebbe leggere i nomi sui caddies, ma dalla mia distanza faccio fatica. Una stewardess (si dirà così?) mi dice che non posso stare dove sto, per cui decido direttamente di andarmene. Effettivamente lungo tutto il percorso c'è scritto che si può assistere solo dalle "viewing areas", ma nessun altro cercherà mai di applicare questa norma, anche perché sarebbe in contrasto con la norma generale che bisogna stare fermi al momento dei colpi, e mica si può aspettare che tutti siano nella "viewing areas" per giocare. Sul sito si parlava anche di mascherina obbligatoria, ma non la porta nessuno.
Ho visto che Dodo Molinari, che sta andando bene ed è partito dalla 10, ha appena cominciato le buche 1-9, quindi decido di raggiungerlo e seguirlo. Lo vedo al tee della buca 2, ma riconosciuto lui, mi rimane il problema di distinguere gli altri due, uno dei quali,, l'americano Veerman, è tra i primi in classifica. Di tutti i golfisti presenti, infatti, i Molinari sono gli unici che riconoscerei vedendoli, e non è detto che saprei distinguere l'uno dall'altro. La maggior parte delle partite, ma non tutte, ha un uomo al seguito col cartellone dei punteggi: per distinguere i tre giocatori di una partita scopro che il modo migliore è aspettare che si avvicinino ai caddies, che hanno scritto il nome del giocatore.
Di tutti e tre i tee shot vedo partire la palla, ma dopo un po' la perdo. Mi sento un deficiente, visto che sembra che gli altri riescano a seguirla. Spero che con un po' di esercizio migliori, ma non è così; vedo la partenza e a volte riesco a vedere l'atterraggio, se capisco dove sarà. Anche posizionandosi nella zona del presumbile arrivo della palla non cambia molto: gli unici colpi di cui riuscirò a seguire tutta la traiettoria saranno alcuni colpi d'approccio al green, brevi e alti. Presto il caldo comincia a farsi sentire: c'erano brutte previsioni e avevo portato giubbotto e ombrello, ma mi sarebbero serviti occhiali da sole, cappellino e, scoprirò la sera, crema solare. Indipendentemente dal tempo, sarebbe servito anche un binocolo.
Man mano, alcuni si sfilano dal gruppo che segue E. Molinari per andare a seguire il fratello, che è tre partite dietro e gioca con Fleetwood, che per un po' sarà anche in testa. Io invece continuo con loro fino alla 9: alla 8 si vede un gruppo sempre più numeroso che cerca una palla, poi scopro che si era persa alla 9. Finita la partita, rimango alla 9 a vedere le successive: si capisce quando arriva quella di F. Molinari e Fleetwood, è quella con più persone al seguito. Dopo la loro, ne vedo un'altra e poi vorrei vederne ancora una, dove c'è un giocatore di altra classifica, ma manca troppo e sono troppo stanco e accaldato.
Mi fermo a mangiare (un'ottima pinsa romana): vedo che ho già percorso più di 5 km e mi chiedo cosa riuscirò a seguire nel pomeriggio: vorrei vedere le buche da 10 a 18, ma ce la farò? Penso anche di fermarmi nella tribuna al green della 18, ma non è praticabile: al di là del fatto che non si vede molto, è sotto il sole. Dopo un'oretta di riposo, sto meglio e decido di cominciare a seguire il finlandese Samooja, che è in testa ed è verso la fine della seconda parte, che per lui è la prima (partito alla 10). Lo seguo dal green della 16 alle 18: con me pochissime persone, non più di 5-6.
Finita la prima metà per Samooja, mi fermo un po' in tribuna. All'ingresso mi danno un segna posto, ma ci sono 5 persone per 200 ponti: una volta entrati, mi rassicurano che posso sedermi dove voglio. Le forze mi stanno tornando e decido di provare a seguire una partita dalla 10 alla 18: aspetto che arrivi quella di Lee, uno dei leader.
Anche per quella partita ha poche persone al seguito, non si arriverà mai a 10. Non avendo tante persone da seguire, spesso non capisco che strada fare, se posso seguire le stradine o sono riservate ai giocatori: scoprirò spesso di non aver fatto il percorso più comodo. Sono però sulla strada quando un colpo di Lee vi arriva a due passi, e quindi potrò seguire da molto vicino lo splendido colpo con cui rimedierà e arriverà in green Lee sembra proprio un ragazzino: vedo che ha 23 anni, ma ne dimostra di meno. Ascoltandoli, noto anche che tutti i golfisti hanno una parlata inglese da madrelingua e spesso con cadenza americana (britannici a parte), persino i francesi.
Temevo peggio, ma alla fine la stanchezza si fa sentire. La 17 e la 18 sono adiacenti e posizionandosi in mezzo si riesce a seguirle entrambi, per cui dopo il primo colpo alla 17 mi fermo e da lì seguo la fine della 17 e l'inizio della 18. Finita la partita, torno in tribuna: stavolta gli spettatori sono un po' di più, una ventina, anche perché fa meno caldo. Aspetto Stenson, altro leader, e l'italiano Migliozzi, che sono due partite dopo (e hanno molte più persone al seguito).
Arrivati loro, vedo che ci sarebbe l'altro italiano Laporta, che sta andando bene e sta arrivando alla 9, ma sono troppo stanco e si è fatto tardi, quindi mi dirigo verso l'uscita. Alla fine ho fatto più di 14 km: ne è valsa la pena, per lo sport dal vivo vale sempre la pena (o quasi). Spero di ripetere prima possibile: mi è venuta voglia anche di andare a vedere un major, solo se, se uno va, va per tutte le 4 giornate, ma reggerei 4 giorni così?
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