martedì 1 febbraio 2022

Olimpiadi di Vancouver (2010) - 1^ parte: viaggio e gare all'aperto

 Tornano le Olimpiadi invernali, e stavolta non posso pensare a cosa proveranno gli spettatori dal vivo perché non ci saranno. Sono state alle Olimpiadi invernali due volte: di Torino 2006 ho parlato quattro anni fa, adesso è il turno di Vancouver 2010. A Torino ero andato per la seconda settimana, a Vancouver per la prima: avevo in programma 9 gare, meno di Torino, per via delle distanze più lunghe tra città e montagna.

Il viaggio fu avventuroso: erano previste due tappe, a Francoforte e Montreal. A Francoforte mi fermai 8 ore per via di un ritardo, ed ebbi l'opportunità di vederla per la prima volta innevata, arrivato a Montreal la coincidenza per Vancouver era ormai persa e sembrava dovessi ripartire il giorno dopo, tanto che avevo già avvisato il B&B dove alloggiavo. Invece all'ultimo momento organizzarono un altro volo nella notte, anche perché la maggior parte dei passeggeri del volo per Montreal andava a Vancouver. Alloggiavo a North Vancouver, dall'altro lato della baia rispetto alla città, che si raggiungeva con un traghetto. Vicino al molo c'era la partenza dei pullman per la montagna. Nel B&B eravamo una decina, la maggior parte degli altri erano statunitensi, la mattina a colazione commentavamo le gare, tra di noi e coi proprietari.



Il viaggio da Vancouver a Whistler Mountain era lungo, almeno un ora e mezza, ma il paesaggio era molto bello. I pullman, e i relativi autisti, venivano quasi tutti dagli USA, e spesso da zone dove non nevica mai, per cui a volte si perdevano. Dal parcheggio del pullman c'era ancora un bel tratto da fare a piedi. La mia prima gara a Whistler fu la 10 km di biathlon maschile.: avevo il biglietto più scarso, ero a bordo pista. C'era brutto tempo, piovigginava, e il tempo finì per favorire i concorrenti partiti per primi: la grande sorpresa fu il bronzo di Fak, allora croato e oggi sloveno. Al ritorno l'autista del pullman ebbe la malaugurata idea di chiedere se c'eravamo divertiti, e non fu ben accolto: oltre al tempo spiacevole c'era anche da considerare che la maggior parte dei passeggeri erano tedeschi (essendo biathlon...) e il miglior tedesco era arrivato 19° (sempre meglio del miglio italiano, oltre il 40°).








Dal centro del fondo, che ospitava anche il biathlon, si arrivava comodamente alla pista di slittino. Avevo un posto in alto, nella tribuna più vicina all'arrivo: vedevo bene l'ultima curva  e veder arrivare i concorrenti a quella velocità era veramente impressionante. Come sempre nelle gare in cui si vede solo una piccola parte del percorso, bisognava ricordarsi a un certo punto di togliere gli occhi dallo schermo e cominciare a guardarla dal vivo. Il primo giorno vidi la terza e quarta manche del singolo maschile: la prima si svolse ancora con la luce, la seconda col buio. C'era Zoeggeler, che non era più il n. 1, ma cominciò la giornata al terzo posto e lo tenne fino alla fine. Tre giorni dopo (era anche il mio compleanno) ci tornai per il doppio, dove i migliori italiani arrivarono quarti.

Il giorno dopo il biathlon tornai a Whistler per il fondo, e stavolta avevo un posto dentro lo stadio. Il pubblico era diverso: meno tedeschi, più scandinavi e finlandesi (che guai a chiamarli scandinavi), ma anche tanti svizzeri, coi loro campanacci e costumi da mucca. C'era infatti Dario Cologna, che dominò la 15 km  dall'inizio alla fine. Secondo arrivò il nostro Piller Cottrer. C'era anche la 10 km femminile, ma di quella non ricordo niente, ho letto che vinse la Kalla. Due giorni dopo tornai per lo sprint, dove conobbi un gruppo di tifosi dell'Alaska, venuti per la Randall, che mi regalarono una spilla. Era finita l'era Zorzi e quella Pellegrino era di là da venire, quindi per noi era più interessante la gara femminile, dove Magda Genuin arrivò in finale. Vinse ancora la Bjorgen, anche se non così nettamente come l'anno dopo a Oslo.















Sarei dovuto andare a vedere anche lo snowboardcross femminile, oggi una delle gare clou per l'Italia, allora una prova che mi incuriosiva, ma di cui non sapevo niente: si svolgeva in una località non lontana da Vancouver. Purtroppo però la mia tribuna fu distrutta da una slavina. Avevo diritto a un biglietto sostitutivo, ma non erano molti gli eventi con biglietti ancora disponibili (e ovviamente non in concomitanza con altri di cui avevo già il biglietto): scelsi Russia-Cina di hockey femminile.

Ma di questo parlerò la prossima volta

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