giovedì 10 agosto 2017

Mondiali di atletica a Londra - 6^ giornata (9-8-2017)

Click here for English version

Prima delle gare decido di farmi una nuotata nella piscina olimpica. E' infatti aperta al pubblico, a un prezzo alla portata di tutti (£5,20), ma la vasca da 50 è aperta solo dalle 16. Già mi dà una grande emozione vedere la vasca da vicino e pensare che tra poco nuoterò dove ha nuotato Phelps. Le tribune sembrano piccole, meno capienti di quelle di Roma.


All'ingresso scopro che devo lasciare l'asciugamano nell'armadietto: non è consentito portare niente a bordo vasca. La vasca è molto più profonda delle piscine a cui sono abituato: 2,95 metri: la prima volta che si mette la testa sotto, fa impressione vedere la linea del fondo così lontana. Scopro quindi che quando i nuotatori a fine gara si vedono col petto fuori dall'acqua, non è perché la piscina sia meno profonda alla fine, ma perché c'è una feritoia dove appoggiare ai piedi: mi chiedo anche come facciano a stare in equilibrio.


Le corsie da 0 a 5 hanno un'indicazione sulla velocità di nuoto, naturalmente quelle centrali sono le più veloci. Tutte hanno l'indicazione se si debba nuotare in senso orario o antiorario, ci metto un po' a capire cosa voglia dire (senso orario = andata a sinistra e ritorno a destra, senso antiorario il contrario). Nel cercare di stare dal mio lato vado spesso contro il cordolo.


L'acqua è incredibilmente leggera: alla fine della prima vasca sembra incredibile che sia già finita. dopo un po' però ci si sente strani, all'inizio della quarta mi gira la testa e devo fermarmi un attimo. Provo anche la rana e la farfalla, non il dorso perché temo di finire addosso a qualcuno.


Uscito, attraverso un ponte e sono ai cancelli dello stadio. Naturalmente avevo calcolato che la giornata cominciasse alle 19,05: la prova solitaria di Makwala è stata annunciata quand'ero già in vasca e quindi me la perdo. Piove a dirotto: davanti a me vedo due ombrelli di Wimbledon (io ne ho uno comprato a Göteborg in occasione degli Europei 2006, ma senza riferimenti sportivi).


Arrivo al mio posto giusto in tempo per la partenza della prima batteria dei 3000 siepi. Fa veramente freddo: penso che sarà dura resistere fino alla fine e maledico il fatto di dover avere freddo il 9 agosto, pensando però anche a quanti in Italia stanno lanciando maledizioni di segno opposto. Dietro di me un gruppo di tedeschi, che assisterà all'evento raro di una finale dei lanci senza loro connazionali e discuterà a lungo coi vicini della strada migliore per tornare in albergo. Qualche fila davanti, si nota un marocchino col fez.


Sono in decima fila, dietro la seconda curva. La prospettiva non è delle migliori: non si vede neanche l'inizio del rettilineo per le corsie esterne: un pannello lo copre. Del lungo femminile vedo molto poco: i salti si vedono abbastanza, ma non si capisce la misura perché l'atterraggio è coperto dalla barra metrica. In compenso si vede bene il peso femminile, almeno i lanci, non tanto le misure perché sono troppo in basso per vedere le fettucce. Gara molto bella ed equilibrata, contesa fino all'ultimo lancio. Si vede bene anche la curva dei 200, in compenso il rettilineo fatico a vederlo anche sullo schermo perché li fanno vedere solo in quello dall'altro lato, in quello dal mio lato trasmettono il peso.


Nel finale arriva la gran sorpresa con i 400 donne: pensavo di assistere alla cavalcata trionfale della Miller e fino a pochi metri dalla fine sembrava così, invece la favorita si ferma di colpo, pensavo si fosse fatta male, invece era solo inciampata. Intanto, nell'indifferenza generale, si disputano le qualificazioni del martello: nel primo gruppo Lingua è nono e quindi lo do ormai per eliminato, invece alla fine del primo turno del secondo gruppo è ancora dentro, poi anche alla fine del secondo e a metà del terzo. A questo punto comincio a gufare tutti gli ultimi lanci: i vicini si saranno chiesti perché esultavo. Alla fine Lingua si qualifica: finalmente una soddisfazione.


Il viaggio di ritorno è particolarmente pesante per il freddo: all'arrivo alla stazione, i volontari ci danno il cinque. In compenso la metro è meno affollata del solito e riesco anche a sedermi.


Le premesse non erano buone, ma alla fine mi sono divertito.



mercoledì 9 agosto 2017

World Championships in Athletics in London - Day 5 (8-8-2017)

Clicca qui per la versione italiana

Today I hoped I could tell about a historic evening, one of those I could say "I was there" like for 100 meters in Berlin but nothing: the 400 meters final was a race like others. So I can tell about the day from the beginning.

Today is the day the races start latest, at 7.20pm. During the day, around London, I notice I hear other languages ​​more than I do at the stadium. Of course, I also went to tourist places: in the City it would have been different (but I've had enough of the City...), but Iit was not so in Moscow or Osaka.I return to the hotel for a rest and I fall asleep, so I leave to the stadium late, I also find the underground blocked, so I decide to walk to Liverpool Strret. I enter the stadium at 7.20 exactly,  queues at the food kiosks and I decide to postpone the dinner. I stop to take the program, to find that it is even worse than usual. I had not talked about it yet, but the paper program simply sucks: I never saw a so poorly made one. First of all the race program is 4-5 pages out of 40, so it's hard to find. Then they don't write the numbers of lane and order, don't write PBs and SBs and for the vertical jumps they put the same table with 6 columns as for horizontal jumps and throws. Lastly, for the different rounds of the same races the presentations are the same, so the contents repeat. Ice on the cake: today, in the initial summary of the schedule, they put yesterday's one.I am even higher than yesterday, and a bit more central, always in the straight opposite to the finish. Behind me a group of Germans. Instead, there are many French people in the pole vault sector. It starts with women's javelin, very fought: Spotakova finds the winning throw at second attempt, but the Chinese are challenging her. Fortunately, there are no changes in the last round, as I miss it to eat. After the Italian disaster on the 200, in fact, I decide to go down for dinner, to find even more queues than at the beginning. I choose the kiosk with the shortest queue and eat a "pork roll", sandwich with pork pieces similar to American pulled pork.

I am back for the 400hs semi-finals: Italy hopes for a miracle that does not come. It's one of those days that I wonder, "but why do not I go to see fencing or maybe swimming?" (where Italians do better). There is also the men's PV, with a progression that seems a little too fast, as it almost always happens: in 3 they do not even clear the first heights, after 3 heights 5 jumpers are left. But then they go o well, with 3 over 5.89, and it ends after the end of the runs.

Before the grand finale of 400 there is the final of 800, with Bosse's surprise victory (the French were waiting for Lavillenie and Bosse arrived: good for them that they have all these alternatives). In the interview he asks "am I dreaming?" in a better English than many Frenchmen in much higher positions. Finally, the 400, where we expected times below 43, but they hardly go below 44. Sure, it seems strnge to consider a 43.98 a disappointment, but Van Niekerk (and not only) had accostumed us well. Particular conditions, anyway,: all races have been slow.


At the end of the 400 many are beginning to leave, although PV is not over yet (yesterday I saw people rush as if they could miss the last underground) When Lavillenie's last miss decides the pole vault, almost everybody starts out, even though Kendricks could theoretically continue to jump. He wisely decides to quit, even because he is likely to be left alone in the stadium.


At exit, usually 40 minutes to get to the underground. This time, however, I could have stopped at a kiosk if I wanted to.



Mondiali di atletica a Londra - 5^ giornata (8-8-2017)

Click here for English version



Oggi speravo di poter raccontare una serata storica, di quelle in cui avrei potuto dire "c'ero anch'io", come per i 100 metri di Berlino, invece niente: la finale dei 400 è stata una gara come tante. Possiamo quindi raccontare la giornata dall'inizio.


Oggi è il giorno in cui le gare cominciano più tardi, alle 19,20. Durante la giornata, in giro per Londra, noto che si sentono parlare altre lingue molto più di quanto non accada allo stadio. Certo, sono andato anche in posti turistici, nella City sarebbe stato diverso (ma la City l'ho frequentata abbastanza...), ma non era certo così a Mosca o ad Osaka.


Rientro in albergo per un momento di riposo e mi addormento, così parto per lo stadio in ritardo, e per di più trovo la metro bloccata e decido di andare a piedi fino a Liverpool Street. Passo i controlli proprio intorno alle 19,20: vedo coda ai chioschi gastronomici e decido di rimandare la cena. Mi fermo invece a prendere il programma, per scoprire che è anche peggiore del solito. Non ne avevo ancora parlato, ma il programma cartaceo fa semplicemente schifo: non ne avevo mai visto uno fatto così male. Innanzitutto il programma delle gare è in 4-5 pagine su oltre 40, quindi è difficile da trovare. Poi mancano i numeri delle corsie e d'ordine, mancano i personali e nei salti in elevazione c'è la stessa tabella a 6 colonne dei salti in estensione e dei lanci. Infine per i diversi turni delle stesse gare le presentazioni sono le stesse, quindi i contenuti si ripetono. Ciliegina sulla torta: oggi, nella sintesi iniziale del programma orario, hanno messo quello di ieri.


Sono ancora più in alto di ieri, e un po' più centrale, sempre nel rettilineo opposto agli arrivi. Dietro di me un gruppo di tedeschi. Ci sono invece molti francesi nel settore dell'asta. Si comincia col giavellotto femminile, molto combattuto: la Spotakova trova il lancio vincente al secondo tentativo, ma le cinesi danno sempre l'impressione di insidiarla. Per fortuna non ci sono sorpassi nell'ultimo turno, visto che me lo perdo per prendermi da mangiare. Dopo lo strazio delle italiane sui 200, infatti, decido di scendere per la cena, per trovare ancora più coda che all'inizio. Scelgo il chiosco con meno coda e mangio un "pork roll", panino con pezzi di carne di maiale simile al "pulled pork" americano.


Rientro per le semifinali dei 400hs: per l'Italia si spera in un miracolo che non arriva. E' uno di quei giorni che mi chiedo "ma perché non vado a vedere la scherma? O magari il nuoto?". C'è anche l'asta maschile, con una progressione che sembra un po' troppo rapida, come ormai succede quasi sempre: in 3 non superano neanche la prima quota, dopo 3 quote si rimane in 5. Poi però si va avanti bene, con 3 oltre i 5,89, e si finisce dopo la fine delle corse.


Prima del gran finale dei 400, c'è la finale degli 800, con la vittoria a sorpresa di Bosse (i francesi aspettavano Lavillenie ed è arrivato lui: beati loro che hanno tutte queste alternative). Nell'intervista si chiede "Sto sognando?", in un inglese migliore di quello di molti francesi in posizioni molto più di alto livello. Infine i 400, dove ci si aspettava un tempo sotto i 43 e invece si scende a stento sotto i 44. Certo, fa un po' impressione parlare di delusione per un 43.98, ma Van Niekerk (e non solo) ci aveva abituato bene. Condizioni comunque particolari: in tutte le gare si è andato piano.


All'arrivo dei 400 molti cominciano ad uscire, anche se l'asta non è ancora finita (ieri si vedeva gente affrettarsi come se rischiasse di perdere l'ultimo metrò).Quando con l'ultimo errore di Lavillenie si decide l'asta, si avviano all'uscita praticamente tutti, anche se Kendricks teoricamente potrebbe continuare a saltare. saggiamente decide di smettere, anche perché rischia di essere lasciato solo.


All'uscita, solito 40 minuti per arrivare alla metro. Stavolta però avrei potuto fermarmi a un chiosco, se avessi voluto.

martedì 8 agosto 2017

World Championships in Athletics in London - Day 4 (7-8-2017)


In the morning, visit at Casa Italia Atletica. I am stopped first by two frontmen of the building, then by two members of Casa Italia staff: they finally let me in. But they all seem to wonder what a common spectator is doing there. I ask about lunch, and they confirm that it is by invitation, like the other times. I turn around, then, as I go, an officer approaches me and tells me that I should soon go to leave place to "credited" people. So I wonder why Fidal, the Italian Athletics federation, advertises so much Casa Italia events (meals included) in its website (es.here) when they are not open to the public: they might just send an email to the guests! Again the attitude I told about in the introductory post of this blog, the common spectator that is seen with discomfort. Doubts may also be raised about the choice of the pictures of the athletes at the entrance: he is Tamberi, and so far it's normal, even obvious, but she is Dariya Derkach, who has not even been selected for the team and is obviously there only for her look (undoubtedly remarkable). Not a nice message: it suggests that for women it is more important to be beautiful than good. While going out, I meet Tortu and Folorunso, she is sshorter than she looks from afar.

After an afternoon of rest and writing, I leave to the stadium. I try a new route, which saves a line change. The crowd in the underground is awful (I try to enter it with the hotel key, and on the way back I will do the other way round), but they are commuters: even at the last stop people going to the stadium are a minority.

I get in pretty fast. This time I'm in the second deck, behind the straight opposite to finish, and I see all the field well. At the entrance, there are groups of Colombians, behind me there is a group of Jamaican people and I hear some Frenchmen, but foreigners remain a small minority (and I have not seen an American yet).

The program opens with a minute of silence (perhaps the first one I've ever seen in athletics) for Australian sprinter Betty Cuthbert. Then it starts: satisfaction for the behavior of Italians in heats. The speaker, however, ignores them, mentioning athletes less titled than them. The speaker will do even worse in the 110hs final, when for Braitwaithe he will mention a bronze in the Commonwealth Games and not the gold in WCH.

In the presentation of women's hammer, they say that remote-controlled vans that bring back the tools cost £ 4,500 each. The race is beautiful, more balanced than expected, since the Polish favorite (do not make me write her name ...) does not find the right throw immediately: unfortunately she will find it during a semifinal of 400hs, so I will not see it. The throws at the start look all very long, even those that do not reach 70m.

Even more Jamaicans, celebrating at the rhythm of "Jammin" McLeod's victory in the 110hs. Then the British (who had long applauded Gunnell, interviewed in the grandstand) heat up for Muir in the 1500: they are disappointed, as she comes fourth. The other British comes sixth, so I wonder how long we have not got 2 in the top six in a track or field event: probably since 1995 (women's LJ, May and Uccheddu). At the exit I wanted to eat something in a kiosk, but I can not because the stewards oblige me to go to the other direction. The route to the underground is tortuous and with many stops, but in return it is easier to get in than yesterday.






Mondiali di atletica a Londra - 4^ giornata (7-8-2017)

Click here for English version


In mattinata, visita a Casa Italia Atletica. Mi fermano prima due uscieri del palazzo, poi due addetti di Casa Italia: alla fine mi fanno entrare. Sembrano però tutti chiedersi cosa ci faccia lì uno spettatore comune. Mi informo del pranzo, e mi confermano che è ad inviti, come le altre volte. Faccio un giro, poi, mentre me ne sto andando, mi avvicina un addetto dicendomi che presto me ne sarei dovuto andare per far posto agli "accreditati". Mi chiedo quindi come mai sul sito Fidal (es qui) facciano tanta pubblicità agli eventi di Casa Italia (pasti compresi) quando non sono aperti al pubblico: potrebbero limitarsi a mandare un e-mail agli invitati! Di nuovo l'atteggiamento di cui parlavo nel post introduttivo di questo blog, lo spettatore comune che viene visto con fastidio. Lascia molte perplessità anche la scelta delle gigantografie degli atleti all'ingresso: lui è Tamberi, e fin qui normale, anche ovvio, ma lei è Dariya Derkach, che non è nemmeno stata convocata e che evidentemente è lì solo per l'aspetto fisico (indubbiamente notevole). Non un bel messaggio: lascia intendere che per le donne sia più importante essere belle che brave. All'uscita incontro Tortu e la Folorunso: lei è più piccola di quanto sembri da lontano.


Dopo un pomeriggio di riposo e scrittura, mi avvio verso lo stadio. Provo un nuovo percorso, che consente di risparmiare un cambio di linea. Folla spaventosa nella metro (in cui peraltro tento di entrare con la chiave dell'albergo, e al ritorno farò il contrario), ma di pendolari: anche all'ultima fermata quelli che vanno allo stadio sono una minoranza.


Si entra abbastanza rapidamente. Stavolta sono al secondo anello, dietro il rettilineo opposto agli arrivi, e si vede tutto bene. All'ingresso, si vedono gruppi di colombiani, dietro di me c'è un gruppo di giamaicani e si sentono dei francesi, ma gli stranieri rimangono una sparuta minoranza (e non ho ancora visto un americano).


Si apre con un minuto di raccoglimento per la velocista australiana Betty Cuthbert (forse il primo che abbia mai visto nell'atletica). Poi si parte: soddisfazione per il comportamento degli italiani nelle batterie. Lo speaker però li ignora, citando atleti meno titolati di loro. Lo speaker si supererà per la finale dei 110hs, quando di Braitwaithe citerà un bronzo ai Giochi del Commonwealth e non l'oro mondiale.


Nella presentazione del martello donne, raccontano che i camioncini telecomandati che riportano gli attrezzi costano £4.500 l'uno. La gara è bella, più equilibrata del previsto, dato che la favorita polacca (non fatemi scrivere il nome...) non trova subito il lancio giusto: purtroppo lo troverà durante una semifinale dei 400hs, e quindi non lo vedrò. I lanci alla partenza sembrano tutti lunghissimi, anche quelli che non arrivano a 70m. Ancora più appassionante la finale del triplo donne, combattuta fino all'ultimo.


Nel finale, finalmente una gioia per i giamaicani, che festeggiano al ritmo di "Jammin" la vittoria di McLeod nei 110hs. Poi i britannici (che avevano anche applaudito a lungo la Gunnell, intervistata in tribuna) si scaldano per la Muir nei 1500: rimangono delusi, visto che arriva quarta. L'altra britannica arriva sesta, e io mi chiedo da quanto tempo noi non abbiamo 2 nei primi 6 in una prova da stadio: probabilmente dal 1995 (lungo donne, May e Uccheddu).


All'uscita volevo mangiare qualcosa in un chiosco, ma non posso perché gli steward mi obbligano ad andare nell'altra direzione. Il percorso verso la metro è tortuoso e con molti stop, ma in compenso salire è più semplice di ieri.






lunedì 7 agosto 2017

World Championships in Athletics in London - Day 3 (6-8-2017)

Clicca qui per la versione italiana

I leave late, so I drop my intention to walk to Liverpool Street. In the last part of the undergruond journey, I see a few people going to the stadium, but not a big crowd. On the walkway, however, when the ones coming from the other lines arrive, there is a crowd. The volunteers point us to the bridge (it's where the entrance to the stadium area takes place) with the shorter queue, telling us to ignore what our ticket say (about the prescribed entrance). The queue at the entrance is discouraging, especially since races are starting, but it gets done in 5 minutes.

Here I am finally in: it is the 9th Olympic stadium I visit, the 8th where I see races (the difference is tmade by he Athens 1896 one). It is almost full, certainly much more than the Rome one during the Golden Gala (not that it takes much). The only time I saw a similar crowd for a morning session was at the Paris World Championship on Wednesday, students' day. I'm just in time to see the finishof the first heat of 3000 steeplechase with the good placement of Zoglami, which gave good hopes for the other Italians, since he should have been our no. 3, instead they do worse.

I am in a good position to follow pole vault (men's qualifications) but bad for all the other events: I can follow he two races of the heptathlon (LJ and JT) only on the screen. Even in track events, I only see the second curve (so I can follow the water obstacle in steeplechase well), but on the final dash I can not understand who won, so after a while I get used to seeing the finishes on the screen. I have trouble following especially Chiappinelli's  race, since he is small and gets camouflaged and there are many athletes wearing blue. One thing I see well, however, is Miller's ease of running in the 400: shes does not seem to make any effort.

Lunch at a kiosk at the exit: I eat a simple burger not to move too much, but the choice is vast: I've never seen so many different kiosks. They range from from local specialties (I know, talk about local specialties in Britain may look like an oxymoron) to Asian, passing through classic burgers, hot dogs and pizza. Then desserts, ice cream, and also one specialized in strawberries.

I leave slowly to city centre for the women's Marathon: I decided to see it from a point where I used to go often for my job: in front of the Bank of England. I see the passages of the second and the third round, then I try to get closer to the finish (without getting there: I knew I could hardly see something, too crowded), but for a while I get lost. I can still see a passage about 1 km. from the finish.

A short pause and it's already time for the evening session. I thought I would come early, but I do not have much margin left. Less queue than this morning at the entrance. You see many people with Jamaican colours, but this time they almost all seem really Jamaican. It begins with some victory ceremonies, including the 100 one, which according to the program had to be held at 20: great affection for Bolt, boos but also applause for Gatlin.
I'm in a position similar to this morning, just a little higher. I therefore see the pole vault, but little else: the shot put final and the javelin qualification I have to follow the screen. If I had a group of Spaniards on my left this morning, tonight at least the 20 people closest to me were all British. Making the WCH in such a country with so many fans has the advantage of great participation, but the disadvantage that the atmosphere is less international than usual. Even in official stores, they sell more merchandising of the British team than of the WCH as such. Huge supporting of Johnson-Thompson, of the pole vaulter and for the 800 specialist who surprisely gets to the final. However, they had someone to support almost every race: how I envy them.
Great rush at the exit. If one thought of eating something in the restaurants area of ​​the Olympic Park, he can not: it is barred. Indeed, if everyone wanted to go through it, it would be dangerous. At least the underground arrives quickly.

Mondiali di atletica a Londra - 3^ giornata (6-8-2017)

Click here for English version



Parto in ritardo, quindi abbandono i miei propositi di andare a piedi a Liverpool Street. Nell'ultimo tratto della metro si vede un po' di gente che va allo stadio, ma non una gran folla. Nel tratto a piedi, invece, quando arrivano quelli che vengono dalle altre linee, la folla c'è. I volontari ci indirizzano verso il ponte (è lì che avviene l'ingresso nell'area dello stadio) con meno coda, dicendoci di ignorare le indicazioni sul biglietto. La coda all'ingresso scoraggia, specie considerando che stanno cominciando le gare, ma si smaltisce in 5 minuti.


Eccomi finalmente dentro: è il 9° stadio olimpico che visito, l'8° dove vedo gare (la differenza è data di quello di Atene 1896). E' quasi pieno, sicuramente molto più di quello di Roma durante il Golden Gala (non che ci voglia molto). L'unica volta che avevo visto una folla simile per una sessione mattutina era stata ai Mondiali di Parigi il mercoledì, giorno delle scuole. Faccio appena in tempo a vedere a fine della prima batteria dei 3000 siepi col buon piazzamento di Zoglami, che faceva sperare bene per gli altri, visto che doveva essere il nostro n. 3, invece gli altri faranno peggio.





Sono in ottima posizione per seguire il salto con l'asta (qualificazioni maschili), ma pessima per tutte le altre gare: le due prove dell'eptathlon (lungo e giavellotto) le seguo unicamente sullo schermo. Anche nelle gare di corsa, vedo bene solo la seconda curva (quindi posso seguire bene la riviera delle siepi), ma sul rettilineo finale non sono in grado di capire chi ha vinto, quindi dopo un po' mi della abituo a vedere i finali sullo schermo.. Ho problemi a seguire soprattutto la gara di Chiappinelli, visto che lui è piccolo e si mimetizza e ci sono molti atleti in maglia blu. Una cosa che vedo bene, però, è la facilità di corsa della Miller nei 400: non sembra fare la minima fatica.


Pranzo a un chiosco all'uscita: mangio un semplice hamburger per non fare tanta strada, ma la scelta è molto vasta: non ho mai visto tanti chioschi così diversi. Si va dalle specialità locali (lo so, parlare di specialità locali in Gran Bretagna può sembrare un ossimoro) all'orientale, passando per i classici hamburger, hot dog e pizza. Poi dolci, gelati, ed anche uno specializzato in fragole.

Mi avvio con calma verso il centro per la Maratona femminile: decido di vederla in un punto che ho frequentato spesso per lavoro: davanti alla Bank of England. Vedo i passaggi del secondo e del terzo giro, poi cerco di avvicinarmi all'arrivo (senza però arrivarci: sapevo che difficilmente avrei visto qualcosa, troppa folla), ma per un po' mi perdo. Riesco comunque a vedere un passaggio a circa 1 km. dall'arrivo.



Una breve pausa ed è già ora della sessione serale Pensavo di arrivare in anticipo, invece non mi resta poi tanto margine. Meno coda di stamattina all'ingresso. Si vede tanta gente coi colori giamaicani, ma stavolta sembrano quasi tutti davvero giamaicani. Si comincia con alcune premiazioni, tra cui quella dei 100, che secondo il programma doveva svolgersi alle 20: grande manifestazione di affetto per Bolt, fischi ma anche applausi per Gatlin.


Sono in una posizione simile a stamattina, solo un po' più in alto. Vedo quindi bene il salto con l'asta, ma poco del resto: finale del peso e qualificazioni del giavellotto le devo seguire dallo schermo. Se stamattina avevo un gruppo di spagnoli alla mia sinistra, stasera almeno le 20 persone più vicine a me erano tutte britanniche. Fare i Mondiali in un paese così appassionato ha il vantaggio della grande partecipazione, ma lo svantaggio che l'atmosfera è meno internazionale del solito. Anche nei negozi ufficiali, si vende più merchandising della squadra britannica che dei Mondiali. Gran tifo per la Johnson-Thompson, per l'astista e per l'ottocentista che a sorpresa arriva in finale. Loro però avevano qualcuno per cui tifare quasi in ogni gara, beati loro.

Gran ressa all'uscita. Se uno pensava di mangiare qualcosa nella zona ristoranti del Parco Olimpico, non può: è sbarrata. Effettivamente, se tutti avessero voluto attraversarla, sarebbe stato pericoloso. Almeno la metro arriva subito