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Arrivo davanti allo stadio verso le 12,30. Prima di entrare, però, mi tocca fare un giro quasi completo (tre quarti, ho scoperto poi) attorno allo stadio e al suo isolato. Mi ero infatti avvicinato a un ingresso riservato e il volontario a cui avevo chiesto indicazioni per l'ingresso per il pubblico mi aveva indicato la direzione sbagliata. La tribuna principale è abbastanza piena, ma per buona parte di componenti delle squadre: appena entrato mi imbatto nella Verderio, appena eliminata nei 400 consolata dallo staff tecnico. Le altre tribune sono quasi vuote: in quella del settore dell'alto c'è un gruppo di tifosi svizzeri della Ruckstuhl, finite le gare su pista penso di andarci anch'io, ma fa troppo caldo. Faccio in tempo a vedere 2 batterie dei 400 maschili, con un italiano, il gruppo B del giavellotto donne e l'alto dell'eptathlon. L'eptathlon è una delle gare di livello più alto di questi campionati, sia tecnico (forse secondo solo all'asta maschile), sia fisico delle atlete (come quasi sempre nell'eptathlon, peraltro). Fa la sua comparsa anche la mascotte, il grifone Leopoldo, che non sembra molto convinto del suo ruolo. A un certo punto mettono anche musica ad alto volume, che non so quando faccia piacere agli atleti, soprattutto nel salto in alto.
Arrivo davanti allo stadio verso le 12,30. Prima di entrare, però, mi tocca fare un giro quasi completo (tre quarti, ho scoperto poi) attorno allo stadio e al suo isolato. Mi ero infatti avvicinato a un ingresso riservato e il volontario a cui avevo chiesto indicazioni per l'ingresso per il pubblico mi aveva indicato la direzione sbagliata. La tribuna principale è abbastanza piena, ma per buona parte di componenti delle squadre: appena entrato mi imbatto nella Verderio, appena eliminata nei 400 consolata dallo staff tecnico. Le altre tribune sono quasi vuote: in quella del settore dell'alto c'è un gruppo di tifosi svizzeri della Ruckstuhl, finite le gare su pista penso di andarci anch'io, ma fa troppo caldo. Faccio in tempo a vedere 2 batterie dei 400 maschili, con un italiano, il gruppo B del giavellotto donne e l'alto dell'eptathlon. L'eptathlon è una delle gare di livello più alto di questi campionati, sia tecnico (forse secondo solo all'asta maschile), sia fisico delle atlete (come quasi sempre nell'eptathlon, peraltro). Fa la sua comparsa anche la mascotte, il grifone Leopoldo, che non sembra molto convinto del suo ruolo. A un certo punto mettono anche musica ad alto volume, che non so quando faccia piacere agli atleti, soprattutto nel salto in alto.
Passo in albergo nell'intervallo: ci sono degli atleti (incontro una lanciatrice svedese), ma anche gli ospiti della Track & Field tours: i britannici si possono permettere un'agenzia di viaggi specializzata in atletica, e per di più che segue anche le gare giovanili!. La Fidal aveva provato qualcosa di simile l'anno scorso, ma poi non ci ha riprovato: e dire che, se il programma non fosse uscito quando ormai avevo prenotato per conto mio, forse avrei aderito al loro viaggio ad Amsterdam.
Al ritorno allo stadio, incontro la medaglia d'argento della marcia: sembra quasi una bambina. Mi siedo di nuovo nella zona arrivi: dietro di me c'è un gruppo di persone con le divise federali, tra cui una signora bionda, a cui non faccio caso. Solo quando saluta la figlia (che ricorda molto lei da giovane) noto che si tratta di Gabriella Dorio! Quando entra di nuovo Leopoldo, lei è tra i pochi a ballare.
La tribuna pian piano si riempie, anche se non del tutto. Uno dei gruppi più numerosi sono i fans della discobola tedesca Ritter, che rimarranno delusi: farà 3 nulli. Durante le qualificazioni dell'asta donne c'è anche un po' di gente nella curva del settore asta: per un po' ci vado anch'io, e vedo i 3 errori della Gherca a 4,00. Tortu domina la sua semifinale e passa a salutare il gruppo dietro di me: racconta di aver avuto buone sensazioni, ma di "aver smesso di correre appena capito di non poter fare il tempo". La vera "sensazione" è però Ingebritsen nei 1500: all'ingresso del rettilineo finale si gira verso i pubblico a sollecitare applausi e vince in 3'45" dando l'impressione di passeggiare. Mi sa che ho trovato il futuro campione di cui parlerò tra 10 anni...
Nel finale, con lo stadio che si svuota, dopo tante delusioni, finalmente una soddisfazione per l'Italia: l'argento di Polikarpenko nei 10.000. Il programma finisce alle 20,30 passate, eppure non accendono le luci. La visibilità nel finale è un po' scarsa: nei i 10.000 non impatterà tanto, ma nell'asta forse sì.
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